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Autore John Carpenter, Distretto 13 - Le brigate della morte
Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 29-06-2002 23:00  
quote:
In data 2002-06-27 00:52, Quilty scrive:
Volevo solo sottolineare che la sceneggiatura è ottima, riesce a dare equilibrio a tutti quei fattori che porteranno poi all'assalto al distretto.


.Se Carpenter avesse deciso di mostrare i volti degli assalitori avrebbe tolto quell'alone di mistero e di incubo che invece pervade sia noi che i protagonisti che sbirciano dalle fessure e noi con loro riusciamo a malapena a cogliere i loro movimenti



si,,,quilty...
una delle caratteristiche davvero notevoli di carpenter è quella di sapere controllare ogni componente del film in maniera esemplare.
ogni componente è un ecellenza a se.
la fotografia, è sempre netta e cristallina, fredda, pochi flou, molta nitidezza. (qui però ci vorebbe Aguirre)
la sceneggiatura è abilmente archittetata. non attraverso i dialoghi, che in carpenter sfuggono sempre e sono sempre al servizio delll'immagine, ma proprio attraverso la messa in scena. la costruzione visiva infatti presenta e "indica" i momenti dove il film si deve costruire la storia. ma è davvero una storia visiva questa. la sceneggiatura è sicuramente una "sceneggiatura d'acciaio", ossia costruita e pensata prima in ogni suo piccolo e minuzioso particolare. la regia non è però semplicemente un'applicazione della sceneggiatura, ma è ciò che tiene in piedi questo film. ed è questa che "riesce a dare equilibrio a tutti quei fattori che porteranno poi all'assalto al distretto"...
aggiungo: dà equilibrio all'assalto stesso.....
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"C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"

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aguirre

Reg.: 07 Ott 2001
Messaggi: 8325
Da: Reggio Calabria (RC)
Inviato: 30-06-2002 08:59  
Concordo assolutamente con Mattia, la fotografia di Carpenter e' fredda e cristallina.
E' un grande tecnico, pochi facevano il cinema quando ha iniziato a lavorare cosi', adesso sarebbe assolutamente impensabile che il regisat facesse tante cose nello stesso momento.
Io aggiungerei a quelo che ha detto Mattia che tende, nella maggior parte delle sitazioni a lavorare sotto tono, sul piede della curva sensitometrica della pellicola, il cosiddetto tratto ST.
Lavorare in questo modo implica una maggiore saturazione dei colori.

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"Se io non ci fossi
mi mancherei un casino"
Aguy

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aguirre

Reg.: 07 Ott 2001
Messaggi: 8325
Da: Reggio Calabria (RC)
Inviato: 30-06-2002 09:02  
aggiungo che mentre e' fattibile ed abbastanza naturale dirigere un film e montarlo (in merito ci sono parecchi casi) poiche' le due fasi di lavorazione vengono fatte in tempi diversi e se il regista e' anche autore della sceneggiatura e' anche abbastanza naturale cercare di conferire un ritmo pensatoin fase di scrittuta.
Dirigere la fotografia è ben diverso poiche' sul set si e' coinvolti in tanti problemi da risolvere. (Dirigere gliattori e pensare alle luci ed alle ombre e' estremamente difficile ad esempio)
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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 30-06-2002 11:57  
Ah che bella quella fotografia così fredda...
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E' una storia che è successa ieri, ma io so che è domani.

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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 30-06-2002 15:06  
grande aguirre...
vorrei davvero che potessi postare in ogni topic dedicato ad un film il tuo commento tecnico e critico sulla fotografia...
si dirigere la fotagrafia devedavvero essere difficile se già impegnati nella regia e nella direzione degli attori...
il tuo intervento mi entusiasma,
potresti spiegare in maniera più approfondita la questione del ST e di come grazie ad accorgimenti tecnici si riesca ad ottenere questo tipo di fotografia?
Carpenter ha questa carettiristica: i suoi film sono un esempio esaltante di connubbi.
la fotografia insieme alla regia, la storia, la recitazione e gli stessi attori hanno aspetti assolutamenti particolari.
aguirre puoi specificare + approfonditamente le tue considerazioni?
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aguirre

Reg.: 07 Ott 2001
Messaggi: 8325
Da: Reggio Calabria (RC)
Inviato: 30-06-2002 17:04  
Grazie Mattia
per lavorare sl tratto basso della pellicola bisogna conoscere la latitudine di posa della pellicola e le caratteristiche (piu' è sensibile, piu' e' morbida la curva sensitometrica) in genere di sottoespone di uno stop, ma ci sono tante tecniche, coem quella detta del flashing che consiste in impressionare la pellicola con del grigio neutro x uno o due stop, riavvolgerla e girare le risprese sottoesponendo di due o tre stop, si guadagna in luminosità, anche se aumenta la grana.
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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 30-06-2002 17:07  
cazzo cazzo cazzo
ma è stupendo....!
devo pensare bene
ma è tutto stupendo
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aguirre

Reg.: 07 Ott 2001
Messaggi: 8325
Da: Reggio Calabria (RC)
Inviato: 30-06-2002 17:11  
quote:
In data 2002-06-30 17:07, mattia scrive:
cazzo cazzo cazzo
ma è stupendo....!
devo pensare bene
ma è tutto stupendo


grazie cmq casomai do ragguagli a riguardo ho utilizzato il flashing parecchi anni fa, me lo aveva spiegato Renato Berta (un direttore della fotografia di Godard, ma nn so di che film)
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13Abyss

Reg.: 20 Lug 2003
Messaggi: 7565
Da: Magliano in T. (GR)
Inviato: 31-08-2003 03:02  
Lo sò che è un topic vecchio, ma non ho potuto fare a meno di un commento...
I giudizi tecnici di Aguirre fanno paura (in senso positivo), ma lui dove è finito?
I primi tempi che ho iniziato a frequentare il forum (il che è un mese fa) era a postare continuamente...
Cmq, passando avanti, caro Tristam...
Sò che, se mai leggerai questo post, mi darai contro "a bestia", ma io il Distretto proprio non l'ho sopportato...
Verissimo che Carpenter ad una delle sue prime prove dimostra una capacità tecnica ed un'incisività degne dei migliori...
Verissimo che la precisissima fotografia è un'opera d'arte...
Verissimo che il fatto di non vedere gli assalitori in faccia sia un tocco di classe all'interno del film...
Ma il film, e lo ripeto, non l'ho proprio sopportato. De gustibus, ma ho capito dalla prima scena dove voleva arrivare il film: questo significa scontatezza, nonchè una sceneggiatura poco entusiasmante che è inutile cercare di espandere.
"Ahi voglia a fare", come direbbero i miei conterranei, la trama è scarna, troppo scarna per raccontare una storia come si deve, e certe perizie tecniche non servono per risollevare una storia insulsa.
Come direbbe Gongolante, ho detto.

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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 31-08-2003 04:11  
Beh ti rispondo stanotte...
Credo che i film di Carpenter abbiano una forte componente irreale. Di quell'irreale sospeso e misterioso. Quell'irreale che chiude gli avvenimenti del film dentro ad un recinto impenetrabile e a prova di fuga. Tutto sta li dentro. Nulla esce, nulla entra.
In questo trovo Carpenter un regista fortemente di fantascienza, anche quando si trova sul cotè dell'horror.
La sua trama, i suoi attori, la sua fotografia, i suoi luoghi sono irremediabilmente praticabili e conoscibili. Carpenter traccia i suoi limiti, li raccoglie e diventa un grande autore. Opera nel tracciato, il suo però, e fa dei suoi confini dei luoghi magnifici.
La storia è banale?
Ben venga!
Si capisce già la fine dalla prima inquadratura?
Ottimo!
Viva Carpenter allora.
E sai perchè? Perchè Carpenter è un regista, un buon regista. Fa cinema, si vede, e si sente. Si preoccupa della sceneggiatura, la trasforma in un piccolo luogo perfetto, un giardino zen in miniatura. Che sia prevedibile è solo una aspetto secondario, come in tutto il cinema. Nemmeno il come si possa sviluppare la storia forse gli interssa molto; se poi consideriamo che si tratta praticamente di un remake...
Il suo gioco si risolve nel cinema e nella messa in scena. nella separazione e nell'unione degli spazi e dei tempi del Distretto numero 13, dei suoi occupanti e delle loro azioni. Il fuori campo li pressa dentro. Il nemico è fuori, espediente per costruire tensione e relazioni...
E' il cinema di Val Lewton redivivo!
Ma sempre di cinema parliamo. Non storia o trama, non previdibilità, ma architettura.
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evilinside

Reg.: 02 Mar 2003
Messaggi: 519
Da: Otranto (LE)
Inviato: 31-08-2003 14:02  
un bel film ! ma non il migliore di carpenter cmq !
_________________
Visitate il mio sito interamente dedicato al mondo dell'horror : http://www.e-v-i-l-i-n-s-i-d-e.com/.
Sto cercando dei collaboratori che mi aiutino a migliorare e abbellire il sito. Fatevi avanti.....

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13Abyss

Reg.: 20 Lug 2003
Messaggi: 7565
Da: Magliano in T. (GR)
Inviato: 31-08-2003 14:06  
Per carità!!!
Non tocco il divino Carpenter!!!
Io lo adoro come regista e concordo praticamente su tutto quello che hai detto su di lui.
E' il film che "non quadra":
tutti i tuoi giudizi sembrano particolarmente influenzati dai film successivi che ha fatto, mentre non ritrovo in questo film quelle atmosfere da "pieno controllo dell'ambiente scenico" e "storia sospesa nel tempo" che tu hai descritto e che si possono ritrovare in molte altre sue opere dell'80.
Per quanto riguarda il fatto che usi schemi ben "delimitati" per le azioni dei suoi personaggi, basta vedere "Il Seme della Follia" per notare come questo fatto non si possa associare ad ogni suo lavoro.
Quello, sempre secondo il mio modestissimo parere, è un film che strasborda (esisterà sto termine?) dai limiti narrativi, si reinventa continuamente e colpisce lo spettatore direttamente nell'inconscio.
Totalmente l'opposto di "Distretto".

_________________
Rubare in Sardegna è il Male.

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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 31-08-2003 14:29  
beh ma il seme della follia di che anno e'? 94, 95?
Il carpenter degli anni 70 e dei primi anni 80 e' un Carpenter totalmente diverso da quello di adesso. E' un Carpenter auto sufficiente e perefettamente conscio. Da Dark Star, passanto per Distretto 13, Fog, Fuga da N.Y, fino ad Essi Vivono, mettiamoci anche il signore del male, christine e la cosa, ed ecco che abbiamo in mano una serie di film che sono tutti molto simili. Sia nelle componenti tecnico-fenomenali che nella trattazione del soggetto e quindi dell'organizzazione della narrazione.
Che sia divino adesso non esagererei. E' un buonissimo regista, quasi un piccolo John Ford, che conosce le tecniche della narrazione, che le sa mettere in scena e che tira fuori da queste piccole cose delle grandi combinazioni efficaci.
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13Abyss

Reg.: 20 Lug 2003
Messaggi: 7565
Da: Magliano in T. (GR)
Inviato: 31-08-2003 14:35  
quote:
In data 2003-08-31 14:29, Tristam scrive:
beh ma il seme della follia di che anno e'? 94, 95?
Il carpenter degli anni 70 e dei primi anni 80 e' un Carpenter totalmente diverso da quello di adesso. E' un Carpenter auto sufficiente e perefettamente conscio. Da Dark Star, passanto per Distretto 13, Fog, Fuga da N.Y, fino ad Essi Vivono, mettiamoci anche il signore del male, christine e la cosa, ed ecco che abbiamo in mano una serie di film che sono tutti molto simili. Sia nelle componenti tecnico-fenomenali che nella trattazione del soggetto e quindi dell'organizzazione della narrazione.
Che sia divino adesso non esagererei. E' un buonissimo regista, quasi un piccolo John Ford, che conosce le tecniche della narrazione, che le sa mettere in scena e che tira fuori da queste piccole cose delle grandi combinazioni efficaci.



Qualche incomprensione...
Io pensavo ti riferissi a tutta la filmografia di Carpenter! Cmq, anche Fog, di pochi anni successivo, lo trovo assai diverso dal Distretto e moooooooolto migliore. Un film realmente stabile sulle sue colonne di narrazione, nonchè assai entusiasmante. Carpenter la tecnica ce l'ha, non sarà un Kubrick, ma i suoi film sembrano assai modesti quando invece hanno molto, tanto, da farsi invidiare. Il mio "divino" era riferito al periodo da te citato:
l'ultimo suo buon film, per me, è Il Seme della Follia, mentre alcuni ad esso precedenti non li ho apprezzati nello stesso modo di Distretto 13 (Essi Vivono è un esempio).
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Rubare in Sardegna è il Male.

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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 31-08-2003 14:38  
quote:
In data 2003-08-31 14:06, 13Abyss scrive:
tutti i tuoi giudizi sembrano particolarmente influenzati dai film successivi che ha fatto, mentre non ritrovo in questo film quelle atmosfere da "pieno controllo dell'ambiente scenico" e "storia sospesa nel tempo" che tu hai descritto e che si possono ritrovare in molte altre sue opere dell'80.



io sono particolarmente affezionato a tre film. Dark Star, Distretto 13 e Il Signore del Male. Seppure li abbia visti tutti i suoi film.
Le considerazioni che ho fatto sono interamente dedicate a Distretto 13, ma possono essere applicate fino ad Essi vivono o forse fino al Signore del male. E diciamo anche a Dark Star, seppure alcune sequenze di questo film le trovi esagerate.
Tralascio volutamente Halloween, che non amo e che e' un film molto diverso.
Tornando a Distretto 13 il controllo scenico si vede in ogni secondo. Dalla costruzione delle inquadrature al loro montaggio narrativo e quindi all'organizzazione della traccia e degli indizi della narrazione stessa, all'articolazione del Tempo attraverso la dislocazione dei personaggi isolati e allo stesso tempo insieme nella stessa stanza. E' un film sulla carta abbastanza difficile, che e' stato organizzato bene nella sceneggiatura, alternata e ricca, e che e' stato girato con un'attenzione particolare.
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