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Autore The Quiet American
denisuccia

Reg.: 14 Apr 2002
Messaggi: 16972
Da: sanremo (IM)
Inviato: 08-12-2004 18:29  
Siamo nel Vietnam del 1952, un Vietnam dove le forze in campo sono Comunisti e Francesi e dove, solo ora, inizia a farsi spazio una terza forza, non ancora conosciuta né ben definita (che successivamente si renderà ben più sanguinolenta di quella francese).
Thomas Fowler (Michael Caine) è un giornalista britannico, inviato in Vietnam con sede a Saigon. Qui l’uomo si innamora ed inizia a vivere con la bella e giovane Phuong (Do Thi Hai Yen), conosciuta mentre esercitava il suo lavoro di intrattenitrice.
Nella loro vita arriva Alden Pyle (Brendan Fraser), un giovane e timido medico americano che ben presto diventa amico di Fowler, al quale confessa di essersi innamorato di Phuong. Nonostante questo i due continuano a vedersi e ad aiutarsi in diverse occasioni.
Accade però che Phuong trova una lettera della moglie di Thomas in cui è scritto che non concederà mai all’uomo il divorzio, la ragazza quindi decide di lasciare l’uomo e di mettersi con il dottor Pyle.
Fowler decide allora di dedicarsi al suo lavoro e di cercare di capire cosa sta dietro a questa nuova forza politica che sta nascendo nel paese e la quale sembrerebbe sotto il controllo inavvicinabile e misterioso generale Thé capo, tra l’altro, di Pyle. Il giornalista inizia così a scoprire novità e bugie dell’americano…
Il film avanza narrato, esplicitamente e non, secondo il punto di vista di Thomas Fowler. Per questo passa da momenti in cui la vita politica e sociale del paese vengono approfonditi (a causa del lavoro) ad altri in cui sono l’amore e i sentimenti in generale a prevalere su tutto il resto. Le atmosfere sono comuni ad altri film che parlano dei paesi dell’Asia orientale, donne molto belle, vite in bilico e colori caldi. Gli americani non sono al centro della scena la quale è, anzi, occupata dal popolo vietnamita e dai pensieri di Fowler.
Sorvolando sulla trama, che è abbastanza complicata e che, per essere narrata bene, dovrebbe contenere molti spoiler, si può dire che il punto meglio sviluppato del film è quello dei personaggi.
L’inglese è un uomo pacato, riflessivo, non troppo misterioso e, anzi, disposto a dimostrare i propri sentimenti pur di tener ben stretto chi ama, tutto comunque mantenendo il rispetto e l’ onestà verso gli altri.
L’americano è un po’ pacioccone, cappellino e cane al seguito, camicia a fiori e sorrisone aperto. Ovviamente in realtà non è così, il sorriso è di circostanza, il cane è spesso da guardia e ciò che sembra in realtà non è affatto.
La vietnamita è bella e sfortunata, povera fuori e ricca dentro, nei movimenti e negli occhi.
Credo che il punto forza sia proprio questo: ogni personaggio è stato sviluppato in modo da rispecchiare, nella storia, le proprie origini. L’americano ha un “segreto”, ha una missione, si convince di poter salvare gli altri e decide che, per farlo, ci sia bisogno di una mano forte. E’ un medico, arriva per aiutare ma poi, con il procedere della storia, si scopre che in realtà sta a capo di molte stragi.
L’inglese cerca di fare la cosa giusta, per quanto possa essere possibile, e decide di dare la priorità al paese in cui sta vivendo piuttosto che ad un rapporto che, apparentemente, sembra sincero.
La vietnamita è sballottata tra i due e tra le loro decisioni.
Cosa può essere più rappresentativo di questo?
Quanti riferimenti alla storia attuale ci sono?
Tecnicamente il film scorre senza troppe eccezionalità, nemmeno la fotografia si discosta molto dalla media dei film moderni.
Una scena però vale la pena di essere ricordata: l’esplosione, in piazza di molte bombe. E’ una scena veramente ricca di emozioni. L’attesa in cui si capisce, dagli occhi di Fowler e da alcuni movimenti poco chiari, che sta per accadere qualcosa. L’evento, in cui scoppiano più bombe in una piazza in cui si trovano molte persone (del popolo, tra l’altro). Le conseguenze, tragiche, ovviamente. Persone per terra, Fowler che cerca il suo amico, salutato poco prima, sangue e occhi disperati, una madre che stringe il suo bimbo e lacrime che a volte non riescono nemmeno ad uscire. E’ una scena molto forte e molto bella…
Gli attori sono stati bravi, Michael Caine è sempre all’altezza del personaggio da interpretare. Difficile riuscire ad esprimere il suo sguardo alla vista delle tragedie, così come è difficile definire la sua freddezza di fronte ad altre situazioni (l’intervista al generale Thè, ad esempio). Penso che con un altro attore, meno capace, probabilmente il film avrebbe perso qualche punto.
Brendan Fraser è stato bravo per ciò che doveva fare. Doveva essere credibile nella sua incredibilità, e ci è riuscito.
Per quanto riguarda Do Thi Hai Yen mi chiedo come sia stato concepibile quel doppiaggio in italiano… è davvero qualcosa di indecente!!! Spero che quella povera attrice non abbia mai l’occasione di rivedersi in italiano: sembra quasi una cerebrolesa e questo fa troppo da contrasto con la sua bellezza ed espressività. Mi veniva quasi voglia che fosse muta… davvero terribile, questo doppiaggio!!!

Dovendo tracciare un bilancio del film ammetto che non me la sento di dare un giudizio eccessivamente alto ma nemmeno insufficiente. Infondo è riuscito ad esprimere ciò che era, si riesce a raccontare, quindi la trama era chiara, non mancano i sentimenti e gli attori hanno concepito buone interpretazioni… decisamente al di sopra della sufficienza, anche se, con qualche accorgimento di più (inquadrature differenti ed una fotografia più caratteristica) e un doppiaggio migliore sarebbe stato di certo un film superiore a ciò che è stato. Addirittura avrei sviluppato i dialoghi diversamente, in modo che l’ambiguità di certe situazioni venisse risaltata da frasi a doppio senso… forse ciò che non mi ha realmente convinta è il poco carattere tecnico che è stato dato, o meglio, che non è stato dato, al film.

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L'improvviso rossore sulle guance di Thérèse, identificato immediatamente come il segno dell'Amore, quando io avevo sperato in una innocente tubercolosi.

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riddick

Reg.: 14 Giu 2003
Messaggi: 3018
Da: san giorgio in bosco (PD)
Inviato: 08-12-2004 20:24  
l'ho visto un sacco di tempo fa. la ragazza era stupenda, fraser e caine bravi, però... boh, mi era sembrato un po freddo
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M.O.I.G.E. al rogo

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philipcat

Reg.: 08 Feb 2004
Messaggi: 1372
Da: Roma (RM)
Inviato: 09-12-2004 13:50  
Deve aver dato molto fastidio al governo Usa questo film , letterariamente blasonato, visto che ne è stata procrastinata l'uscita per oltre un anno. E a ragione. Perché il romanzo di Graham Greene, oltre a narrare sobriamente e con pudica introspezione una storia di amicizia e tradimento, svela ante litteram le trastole e le manipolazioni di cui si serve la politica estera americana attraverso i servizi segreti deviati (invenzione di cui hanno il copyright), per espandere il proprio colonialismo sotto lo sfrontato pretesto di contrastare il pericolo comunista. Dall'Indocina anni 50 fino ai tempi nostri.

Un'ottima sceneggiatura coniugata a un'accurata ricostruzione storica e psicologica, che rende giustizia alla scrittura piana ma sofisticata di Greene ha contribuito a farmi amare questo film dall'assunto profetico fra metafore e idealismi.

Michael Caine è strabiliante e avrebbe strameritato l'Oscar, e inedito almeno per me Brendan Fraser che si riscatta dai ruoli da figaccione delle varie mummie.

Una cinematografia solidamente old style, rilassante una volta tanto.

Purtroppo devo concordare con Denisuccia sul doppiaggio modesto e molesto. (Ho appena visto Lei Mi Odia, e su quest'argomento sono inferocita.)

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Don't dream it, be it.

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 09-12-2004 15:57  
Il film l'ho trovato molto affscinante, profondo e soprattutto offre un'ottima rappresentazione del pre-Vietnam (inteso come guerra).La fotografia che deniscuccia trovava più o meno nella media io la trovai ottima, rispecchiava appiena questo sensazione di precarietà, di attesa verso un epilogo tragico (che poi SPOILER non è solo la morte di Fraser, ma anche quello legato al conflitto che inizia, o meglil, che rpende un strada ancor più drammatica).
Devo riternermo fortunato perchè avevdolo visto in dvd scelsi i sottotitoli (non lo faccio sempre), quindi non so come fosse il doppiaggio. Caine è perfetto.

ps:Anche lei mi odia ho avuto la fortuna di vederlo in originale.Non riuscirei poi ad immaginare un film di Lee doppiato.
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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 09-12-2004 16:01  
Ah, è abbastanza palese che la ragazza rappresenti simbolicamnete il Vietnam conteso fra due mondi (o ideologie) diverse, il film ha una lettura profonda, che le mie poche nozioni sui fatti non mi rendon troppo sicuro per spiegarle, ma che sono abbastnza intuibili. E in ciò comunque rientra il discorso di denisuccia sull'effettivo rispetto dei caratteri dei personaggi della propria nazionalità
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Lilluz

Reg.: 21 Ott 2004
Messaggi: 947
Da: Pescara (PE)
Inviato: 19-06-2005 17:20  
Nella Saigon del '52 un giornalista inglese di mezz'età, corrispondente del Times, trascorre pigramente la sua esistenza riferendo di una realtà che tenta di osservare con la massima imparzialità ma anche con un certo distacco.
Nel Vietnam il dominio francese è ormai al crepuscolo e appare sempre più difficile per le autorità coloniali mantenere lo status quo. Ho Chi Min , capo dell'ala comunista si batte per l'indipendenza del paese e un altro movimento capeggiato dal generale Thè agisce come terza forza con intendimenti alternativi.
La narrazione prende avvio dalla fine e procede a ritroso con il ritrovamento di un uomo riverso nell'acqua accoltellato alle spalle. Si tratta di Alden Pyle, un giovane americano giunto nel Vietnam a capo di una missione incaricata di distribuire aiuti economici nel paese. Le truppe del generale Thè sono in realtà sostenute dagli americani che vogliono impedire l'instaurarsi di un potere comunista nel paese. I sospetti di Fowler (Michael Caine) su questo disegno a capo del quale sta Pyle (Brendan Fraser) trovano conferma quando assiste all'esplosione di una bomba in una piazza di Saigon che causerà la morte di circa 50 persone tutte civili.
E' praticamente così che ebbe inizio il devastante intervento militare americano che porterà allo scoppio della guerra nel '65 e che provocherà 58.000 morti tra i soldati americani.
Fowler e Pyle sono i portatori di due culture e due filosofie politiche differenti. Fowler, non è posseduto da grandi ideali, poiché in linea con la cultura politica del suo paese, ha maturato una sorta di scetticismo rispetto a ogni progetto politico che è comunque portatore di un'uguale percentuale di positivo e negativo, ed è convinto dell'inutilità di battersi per risolvere tutti i problemi di una realtà troppo sfaccettata e complessa. L'americano invece, più limitato nella capacità di lettura della realtà, la semplifica e, non ancora toccato dal sano tarlo del dubbio, ritiene di possedere chiavi risolutorie così certe da giustificare anche l'inevitabile perdita di vite umane che l'imposizione del proprio modello di democrazia inevitabilmente provoca. Nel libro, più che nel film viene sottolineata la pericolosità di questo atteggiamento che Greene paragona "a un lebbroso istupidito che ha perso il campanello e che vaga per il mondo senza l'intenzione di fare del male a nessuno".
Stupisce la lungimiranza di Greene nell'interpretare la realtà vietnamita (il romanzo fu pubblicato nel '55) e nell'individuare in modo così limpido un disegno politico che gli USA stanno portando avanti da un secolo nel Sud Est Asiatico così come in America Latina, in Iraq e che, con facile profezia, presumibilmente tenteranno di imporre anche alla Corea e all'Iran. Numerose altre sono le tematiche toccate nel film: il fine che giustifica i mezzi, la necessità e il dovere di scegliere da che parte stare, il senso dell'amicizia, il sentimento della vendetta e della gelosia, che comunque vengono sviluppati da P. Noyce sempre sotto una latente logica di dilemma politico e di decadentismo spirituale.
Il film sarebbe dovuto uscire nelle sale già dal settembre 2001, ma lo sgomento provocato dalla strage delle Twin Towers ha fatto ritardare di un anno la sua distribuzione. In realtà la troppo esplicita attività della CIA nel Sud Est Asiatico, l'ingerenza americana nella politica interna e il ricorso brutale alla pratica collaudata degli attacchi terroristici evidenziata nel film appaiono motivazioni più plausibili per spiegare le pressioni censorie che hanno motivato il ritardo.


direi non male come film
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Lui ha visto la luce !!!!
LUI HA VISTO LA LUCE !!!!!!!!!!!!

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denisuccia

Reg.: 14 Apr 2002
Messaggi: 16972
Da: sanremo (IM)
Inviato: 19-06-2005 21:37  
L'altra sera l'ho rivisto in tv e ribadisco che il doppiaggio è stato in mano a dei cani!!!
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