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FilmUP Forum Index > Cinema > Attori, Attrici e Registi > STANLEY KUBRICK   
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Autore STANLEY KUBRICK
AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 10-10-2004 04:03  
Già che ci sono.., anche in Arancia Meccanica (come in Barry Lyndon e 2001 O.n.S., due opere in cui la musica la fa da protagonista più che in altre), Kubrick fa uso eccellente delle musiche. La parodia del “corale” della nona sinfonia beethoveniana è ovviamente voluta, a fini ironico-espressivi, dissacratori e sberleffeggianti, dove in altri momenti filmici suona invece secondo la partitura originale. Efficacissima la funzione dialogica ed icastica di tale elemento musicale durante la scena che prelude al tentato suicidio di Alex. La potenza espressiva di quella musica resta inalterata ed è“protagonista” assoluta, al pari dell’immagine e delle valenze narrative, e sottolinea e concretizza in maniera fenomenale la disperazione di Alex, in una scena altamente drammatica ma anche sottilmente e malignamente crudele e ripresa con spietato distacco(Bunuel).
Anche durante la scena in cui la madre di Alex cerca di svegliare il figlio che deve andare a scuola.., il contrasto tra quella musica “eroica” ed il sordido ambiente familiare, diventa gioco beffardo e denso di surrealità. Insomma, in Kubrick la musica non è un ammennicolo, un artificio a se stante, un mero, occasionale riempitivo, “una facilità troppo grande” (Bunuel.., quante affinità con K!). Al contrario K. fa uso della musica in maniera significante e strettamente legata sia all'immagine che al plot, come un vero e proprio leitmotiv che funge anche da collegamento tra i vari “movimenti” della partitura filmica. Con tutte le musiche è così; arrivano sempre al momento giusto, a completare il quadro ed alimentare l’afflato lirico espressivo. Accade anche con la “Ouverture” rossiniana, utilizzata per stemperare (in realtà per esaltarne le valenze figurative)le scene più efferate, ma anche e soprattutto con la struggente “marcia funebre” tratta dal “Funeral Sentences” di Herny Purcell (17° secolo, brano semplicemente sublime, modernissimo!). Stranamente, incomprensibilmente, forse ingiustamente, tale brano non viene citato nei titoli di coda, almeno non nel DVD “ufficiale” della W.B., salvo eventuale svista. Quel tema apre il film; inizia con i titoli di testa, e serve a sottolineare, anzi, a rappresentare il mortifero “languore” che regna nel bar del “lattuccio speciale”, perfetto contrappunto della la voce narrante, musicalissima nell’idioma originale, che è di Alex. Quel tema ricorre spesso in scene analoghe, ancora nel bar ed anche mentre Alex subisce la prova della “redenzione”, dopo la cura ludovico. Prima c’è l’uomo che lo insulta, di sottofondo un “saltarello” medievale a sottolineare il carattere grottesco, “guittesco”, da dileggio piazzaiolo, di tale scena. Poi arriva la bella ragazza seminuda che lo provoca, e la musica cambia, e si riascoltano le tragiche note della marcia funebre. Ed è il colpo di genio: siamo di fronte all’abusato binomio “amore thanatos”, al meta-significato sotto forma di scena banale, esplicita, scontata, che invece si insinua direttamente nell’inconscio dello spettatore “sognante". Anche grazie alla musica. Genio assoluto!
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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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Zenzero

Reg.: 13 Ago 2004
Messaggi: 243
Da: trento (TN)
Inviato: 10-10-2004 15:18  
Tu si che sei un vero esperto...

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 10-10-2004 19:09  
Lo prendo come un complimento..?


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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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Zenzero

Reg.: 13 Ago 2004
Messaggi: 243
Da: trento (TN)
Inviato: 11-10-2004 23:20  
Si, era un post un po' ironico ma era per vedere come reagivi!

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DottorDio

Reg.: 12 Lug 2004
Messaggi: 7645
Da: Abbadia S.S. (SI)
Inviato: 12-10-2004 17:01  
quote:
In data 2004-10-10 19:09, AlZayd scrive:
Lo prendo come un complimento..?





Te li volevo fare io i complimenti per i tuoi ottimi commenti alla musica utilizzata da Kubrick (complimenti per conoscere Ligeti, le cui musiche sono state utilizzate anche per Eyes Wide Shut).
Davvero complimenti per l'illuminazione musicale, arte di cui spesso la massa è ignorante (a proposito, ti sei scordato di citare i pezzi di Bartok e Ligeti in Shining!)
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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 12-10-2004 21:58  
Mi sono venute in mente due cose...
Ve le elenco di seguito...
La prima riguarda Kubrick, la seconda Renoir.
Kubrick a proposito di Arancia Meccanica nell'intervista che su questo film fece Micheal Ciment nel 1980.
Kubrick, alla domanda che chiedeva come facesse a preparare un certo tipo di inquadrature, risponde:
"Salvo rarissime eccezioni, io penso che sia importante tenere da parte le proprie idee di regia fino all'ultimo momento, e utilizzare come base per quello che si girerà la scenografia e l'azione prescelte. Chiaramente, quando si è già girata una scena in un determinato modo, si ha la possibilità di adattare il resto, ma la cosa più importante è provare con grande cura le scene, e assicurarsi che ci sia qualcosa di interessante da riprendere. Solo dopo ci preoccuperà del "come": il "come" deve sempre seguire il "cosa". Prima di tutto vengono il contenuto e le idee, poi ci si potrà preoccupare del modo di girare. Le idee di regia non compaiono quasi mai sulla sceneggiatura. Per quanto pensiate una scena, e la prepariate accuratamente, quando arriva il momento di girarla, con gli attori già in abiti da scena, guardate la scenografia tenendo presente ciò che avete già fatto, e ogni volta vedrete un quadro diverso da tutti i possibili progetti precedenti, da quello che avete pensato di fare. Di solito bisogna rielaborare internamente la scena, e spessissimo bisogna anche cambiare il dialogo"
Con questo Kubrick ovviamente non aveva intenzione di stabilire un/il metodo obbligatorio, nonché unico, di seguire e sviluppare la messa in scena di una sceneggiatura., al contrario, credo, che questa sua affermazione apra una buona strada sulla riflessione metodologica della nascita di un film. Con questa spiegazione Kubrick afferma, magari solo inconsciamente, di fare parte di una certa, chiamiamola così, scuola che ha le sue origini nel cinema muto, e in particolare nel metodo renoriano. Ovviamente vale anche, volendo e credo che ci stia tutto, un discorso opposto da quello offerto da Kubrick. Perché se è vero che solo sulla scena (della messa in scena) si possono davvero stabilire i primi punti “costruttivi” di una regia, vale anche però, su un piano pratico ma anche stilistico, seguire quel flusso mentale che spesso nei cineasti, cinefili, sceneggiatori, registi e critici trasforma le parole in immagini chiusi dentro ad un rettangolo…e che, per una serie di automatismi che richiamano alla mente cultura, memoria, regole morali ecc. ecc, fa visualizzare inquadrature, movimenti di macchina, stringhe di montaggio ecc. ecc. Perché è vero che questo succede. Succede ogni giorno, non fosse altro che per quella nostra propensione (acquisita con l’era tecnologica) di volere registrare o vedere registrati i momenti più particolari o importanti della nostra esperienza..
E a proposito di esperienza, Kubrick, nel suo metodo di lavoro, lo dice nel testo citato, ne fa un elemento assolutamente importante.
Ma se fosse solo una questione di esperienza nessuno inizierebbe mai. Kubrick quindi suggerisce, per corollario, che è assolutamente importante avere sotto controllo la scena, dove per scena si intende tutto: scenografia, attori e loro movimenti, luce, macchina da presa e sui possibili posizioni. Nonché, credo, una buona dose di entusiasmo che riesca a superare tutti gli intoppi e le modifiche del momento. Per questo, leggendo Kubrick, si può desumere che si possa anche decidere di sviluppare il proprio lavoro di messa in scena intorno a quelli che si vuole che siano i punti cruciali o importanti del film, a livello proprio di regia e non di storia narrata e da narrare. Scegliere dei perni di azione, su cui poi costruire il terreno connettivo. E non mi riferisco solo a stabilire quelle inquadrature che vengono chiamate estabilishing shot o master, ma proprio a quel tipo di inquadrature, a cui mi riferivo poco sopra, che nascano dalla mente e visualizzano il film, al di là di storia e scena.
Detto questo ecco allora la questione Renoir.
Renoir aveva un modo tutto particolare di girare i film. Come Kubrick non pensava mai alla regia fino a cui non arrivava il momento delle riprese, ma più di Kubrick, se non altro in maniera molto più stilistica che metodologica (sta anche qui la grandezza di Renoir, in questo suo essere intrinsecamente dominato da una sua visione piuttosto che da una regola di sviluppo) faceva della regia una questione quasi interamente processuale. E questo unicamente perché la sua messa in scena era veramente più un luogo in atto che un’idea in mente. Una vera e propria messa in scena della scena. E in particolare delle posizioni e movimenti dei personaggi, nonché del loro essere quello che la sceneggiatura delineava. Non a caso le sue sceneggiature apparivano “come un caso evidente del processo di costruzione del testo[…]: il suo rapporto con l’attore è decisivo fin dal primo delinearsi del personaggio nella fase di scrittura del copione”. Renoir infatti diceva (a proposito di ‘La regle du Jeu’): “Ancora una volta partivo dall’esterno per arrivare alla creazione di un personaggio o di un intreccio […]. Si parte da ciò che ci circonda per arrivare all’io”. E questo vale per la definizione di un personaggio, come la costruzione di una scena e l’articolazione delle inquadrature, dentro il quadro e con altre inquadrature.
Per questo il suo set diventava il luogo di attivazione della regia, ed è soprattutto per questo che si parlava, apposta, di messa in scena della scena.
“Renoir trova girando: trova l’inquadratura, l’attore, il personaggio, trova in fondo la stessa storia, che non coincide necessariamente con il plot del film, ma che ne è il senso profondo”…
In sostanza apertura del testo nei confronti dei suoi materiali. Materiali di varia natura appunto, (per chiudere il cerchio del concetto): visioni di inquadrature, segnalazioni della sceneggiatura di ferro, punti cardine di regia, il set che cambia la storia (perché inizia a visualizzarla) e che diventa luogo di sperimentazione e prassi.

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"C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 13-10-2004 02:33  
quote:
In data 2004-10-12 17:01, DottorDio scrive:
quote:
In data 2004-10-10 19:09, AlZayd scrive:
Lo prendo come un complimento..?





Te li volevo fare io i complimenti per i tuoi ottimi commenti alla musica utilizzata da Kubrick (complimenti per conoscere Ligeti, le cui musiche sono state utilizzate anche per Eyes Wide Shut).
Davvero complimenti per l'illuminazione musicale, arte di cui spesso la massa è ignorante (a proposito, ti sei scordato di citare i pezzi di Bartok e Ligeti in Shining!)




Beh..,grazie. Con la musica ho un rapporto "privilegiato" per una serie di motivi che non sto a dire. Non ho parlato delle musiche di Shining, neanche della parodia del "dies irae" gregoriano, utilizzato nei titoli di testa in maniera geniale, perchè non avevo ancora parlato di quel film.

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 13-10-2004 02:39  
quote:
In data 2004-10-12 21:58, Tristam scrive:
Per questo, leggendo Kubrick, si può desumere che si possa anche decidere di sviluppare il proprio lavoro di messa in scena intorno a quelli che si vuole che siano i punti cruciali o importanti del film, a livello proprio di regia e non di storia narrata e da narrare. Scegliere dei perni di azione, su cui poi costruire il terreno connettivo. E non mi riferisco solo a stabilire quelle inquadrature che vengono chiamate estabilishing shot o master, ma proprio a quel tipo di inquadrature, a cui mi riferivo poco sopra, che nascano dalla mente e visualizzano il film, al di là di storia e scena.
Detto questo ecco allora la questione Renoir.
Renoir aveva un modo tutto particolare di girare i film. Come Kubrick non pensava mai alla regia fino a cui non arrivava il momento delle riprese, ma più di Kubrick, se non altro in maniera molto più stilistica che metodologica (sta anche qui la grandezza di Renoir, in questo suo essere intrinsecamente dominato da una sua visione piuttosto che da una regola di sviluppo) faceva della regia una questione quasi interamente processuale.



Ottimo intervento! Quoto solo in parte per dire rapidamente, non vorrei appesantire e andare fuori tema, che tale metodo di lavoro era seguito anche da Luis Bunuel, che amava improvviare sul set, ovvero cogliere quegli atimi d'intuizione creativistica "che nascano dalla mente e visualizzano il film, al di là di storia e scena."


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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 13-10-2004 02:49  
Insomma è stato deciso, quindi, quanto Kubrick valga.
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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 13-10-2004 03:08  
quote:
In data 2004-10-13 02:49, Tristam scrive:
Insomma è stato deciso, quindi, quanto Kubrick valga.




Deciso!
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Ayrtonit
ex "ayrtonit"

Reg.: 06 Giu 2004
Messaggi: 12883
Da: treviglio (BG)
Inviato: 13-10-2004 20:48  
“Prima di tutto vengono il contenuto e le idee, poi ci si potrà preoccupare del modo di girare.”.
Questa frase esemplifica tutto il cinema di Kubrick. Leggendola ho capito il motivo più profondo per cui amo K. : la sua capacità di dire sempre molto, di avere grandi idee da mettere in scena, e al contempo il suo talento nel saperle comunicare attraverso finezze espressive che rasentano la perfezione.
Keir Dullea, il protagonista di 2001, disse che se k. fosse stato una piovra, avrebbe curato contemporaneamente ogni aspetto dei suoi film. Sono d accordo con Alzayd, il metasignificato è un aspetto chiave di ogni film di k. E la polisemanticità dei suoi film emerge anche grazie alla musica, insieme ad altri aspetti filmici controllati da k.
Shining è forse l esempio più lampante di questo discorso, forse anche perché k. Era particolarmente legato a questa sua opera. A mio avviso è il suo film nel quale più a fondo è stata sviscerata la mente umana. Questo è il tema che emerge più evidentemente: la follia , la mente che sragiona.
La cosceneggiatrice di Shining sostiene che originariamente si voleva dar rilievo al tema della rivendicazione dei diritti degli indiani. Ad inizio film infatti viene detto che l overlook hotel fu costruito su un cimitero indiano. Questo aspetto poi è apparentemente tralasciato nel film, o meglio nella sceneggiatura. Ma la scenografia interna dell albergo richiama iconografie tipiche degli indiani pellerossa, sia nei colori che nei disegni soprattutto di tappeti e moquettes, sulle quali il piccolo danny passa più volte a bordo del suo triciclo..(li calpesta?)
Steven King si è aspramente lamentato del risultato ottenuto da k. con Shining, che a suo avviso non è un film dell orrore.
Credo invece che S. sia un film terrificante, e il fatto di creare orrore attraverso i personaggi stessi, e non attraverso le presenze di fantasmi, sia un colpo di genio di k.
L unico vero mostro è Jack. L uomo deve aver paura solo di se stesso. Un altro tema fondamentale, o meglio chiave del film, è il tempo: non tanto il suo scorrere, quanto il suo ripresentarsi. Il tempo non ha un ordine logico in S.
Il passato ritorna: danny vede le bimbe morte, jack parla con lloyd al bar e con grady, vede una festa anni 20. E il futuro si anticipa, nello shining di danny e del cuoco. E un artificio che k. usa per trasmetterci l importanza del tema del tempo è la suddivisione in capitoli:passa un mese, poi una settimana, poi giorni. Non c’è una scansione regolare e armonica del tempo.
Altro tema chiave è la famiglia, o meglio i problemi di comunicazione della famiglia Torrance. Ma ciò che racchiude questi temi facendoli convergere è la DISTORSIONE. La mente di Jack è distorta. Il tempo, nel suo non essere lineare, è distorto. La famiglia, i rapporti coniugali e filiali sono distorti. I dialoghi stessi lo sono: a un certo punto danny non parla più del tutto, jack parla solo coi fantasmi, wendy urla e piange. Murder diventa redrum, la voce di danny cambia, il viso stesso dei personaggi subisce una macabra distorsione.
La musica è ancora protagonista. Anzitutto in più di una scena si tratta di musica disturbante, nel senso che disturba i dialoghi stessi , soprattutto quando parla jack. In molte altre parti la musica è piatta, sostenuta dalla potenza ritmica dei tamburi, quasi fosse rituale, e nella quale improvvisamente si insinuano, come violenti strappi, acuti disarmonici. E soprattutto, quale effetto sonoro rende più dell’eco l idea di distorsione?
Molto spesso dialoghi e musica echeggiano. L’eco si crea nel vuoto, e certo l albergo lo è. K. mostra come il vuoto, quello vero , interiore distorce la mente e i sentimenti. Questo tema si moltiplica, si snoda. Tutto è distorto in Shining: il tempo, la mente, i dialoghi , la musica, i personaggi. Si ha la chiara percezione di stordimento vedendo s. e ciò è dovuto almeno in parte alla moltiplicazione. Il labirinto è il simbolo più lampante del potere della moltiplicazione e della distorsione della percezione e della memoria. Ma anche la produzione di jack scrittore, il mattino ha l oro in bocca , ripetuto all infinito, cosi come le stanze e i corridoi dell albergo. E persino i disegni dei tappeti e dei pavimenti del overlook richiamano celle periodiche. Dunque molti, dalla musica alla scenografia , dalla sceneggiatura alla fotografia, sono i mezzi espressivi con cui k. esprime la ricchezza e la struttura complessa dei suoi contenuti, che son sempre il nucleo dal quale nascono i suoi film.

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"In effetti la degenerazione non è mai divertente, bisogna saperla mantenere su livelli tollerabili.
Non è tanto una questione di civiltà, ma di intelligenza."
DEMONSETH

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Marco82

Reg.: 02 Nov 2003
Messaggi: 924
Da: Lodi (LO)
Inviato: 14-10-2004 13:13  
quote:
In data 2004-10-13 02:49, Tristam scrive:
Insomma è stato deciso, quindi, quanto Kubrick valga.



ma infatti, dillo un po'!!
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"1..2..3..4..5..e 6...sei...numero perfetto..."
"ma non era 3, il numero perfetto?"
"sì, ma io ho sei colpi quì dentro..."

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alessio984

Reg.: 10 Mar 2004
Messaggi: 6302
Da: Napoli (NA)
Inviato: 25-10-2004 02:48  
Non so fino a che punto 2001: ODISSEA NELLO SPAZIO possa essere considerato un film alla portata di tutti!
E non so fino a che punto Kubrick possa essere considerato un regista commerciale non avendo lui mai vinto un Oscar: il migliore e più affidabile indice di commericalità.
_________________
Preferiremmo volare sulla luna piuttosto che dire le parole giuste quand'è tempo di dirle

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Calpurnia

Reg.: 08 Apr 2008
Messaggi: 317
Da: Roma (RM)
Inviato: 23-06-2008 12:14  
Insieme a Welles uno dei più grandi geni che il cinema abbia avuto.

Qualsiasi parola sarebbe sprecata...il maestro rimane l'unico e il solo.
_________________
La sostanza degli ambiziosi è l'ombra di un sogno.
Un sogno non è che un'ombra.
Davvero e l'ambizione la ritengo di natura così aerea e leggera da essere soltanto l'ombra di un'ombra.

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Tenenbaum

Reg.: 29 Dic 2003
Messaggi: 10848
Da: cagliari (CA)
Inviato: 10-12-2008 20:17  
ho trovato su youtube la bella trasmissione andata in onda su Rai 3 dopo la morte di Kubrick

per chi ha il piacere di rivederla o vederla per la prima volta


Speciale Kubrick onda anomala 1°parte

Speciale Kubrick onda anomala 2°parte

Speciale Kubrick onda anomala 3°parte

Speciale Kubrick onda anomala 4°parte
_________________
For relaxing times make it Suntory time

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