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Guerre attualmente in corso |
Quilty
 Reg.: 10 Ott 2001 Messaggi: 7637 Da: milano (MI)
| Inviato: 16-10-2003 12:57 |
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Credo che un problema sia questo:
che cosa possiamo fare noi per le guerre?
Possiamo iscriverci ad associazioni umanitarie,ok.
Possiamo avere influenza come cittadini ed elettori sul nostro Parlamento facendo sentire la nostra voce.Questo avviene con le manifestazioni in piazza.
Di solito le manifestazioni in piazza sono segno di protesta.
Protesta contro un intervento in guerra che ci vede coinvolti,eccetera.
Protesta contro le decisioni dei politici,come ci sono scoperi e manifestazioni contro i tagli delle pensioni,eccetera.
E' molto più difficile che ci sia una manifestazione propositiva.
Se qualcuno vuole che il nostro Parlamento si impegni diplomaticamente in Angola per la pace scriverà lettere,si appellerà alle associazioni umanitarie. Difficilmente porterà in piazza la gente perchè usualmente (non so se sia giusto o meno) si manifesta contro qualche decisione dei nostri rappresentanti politici e non per favorirne una.
Per favorirne una si fa riferimento all'Unicef o Amnesty o chiunque altro.
[ Questo messaggio è stato modificato da: Quilty il 16-10-2003 alle 12:58 ] |
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xander77
 Reg.: 12 Ott 2002 Messaggi: 2521 Da: re (RE)
| Inviato: 16-10-2003 13:56 |
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quote: In data 2003-10-16 12:45, MikesAngel scrive:
Che ci siano associazione e/o missionari che si occupano di questo lo sapeva anche l'asino ( cioè io)
La mia domanda si rivolgeva a me te e tutti quelli che sono la stramaggioranza, che parlano e si incazzano solo per poche guerre ma non per tutte, questo è lo scopo del topic: PARLANE, ma soprattutto capire il perchè non se ne parla, anche tra noi.
Parto dal basso dall'uomo della strada, molti saranno indottrinati dai media come dice Quilty, ma gli altri?
Tu per esempio perchè non ne hai mai parlato nei topic precedenti? Perchè non ti è mai venuto in mente di parlarne?
Perchè non hai tirato fuori i nomi delle associazioni? Perchè le associazioni rimagono nell'ombra
PERCHE'???
Attenzione voglio solo capire non cominciamo aprenderla sul personale ok?
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Non ti ho dato della "somara" Mikes, era solo un modo di dire e non la butto sul personale.
Credo che dire che certe guerre ci riguardano più di altre anche se fastidoso non possa essere preso unicamente come un discorso superficiale ed egoista.
Si tratta di una questione di potere, possibilità e fattibilità. Mi piacerebbe fermare tutte le guerre nel mondo, ma è difficile maledettamente difficile fare qualcosa nel nostro piccolo anche solo per un "piccolo" e unico conflitto fra tutti quelli che hai citato. Però ci si prova lo stesso, come don Chisciotte contro i mulini a vento, nei limiti appunto delle nostre possibilità e del potere che noi gente comune abbiamo: anche alzare la voce a questo punto è importante, mi spaventerebbe il silenzio/assenso, la bieca delega allo status quo della ragion di stato.
E allora perchè contro gli Stati Uniti? Perchè la loro politca è quella che tira le redini del mondo, perchè incarnano ideali che poi vengono smentiti nei fatti, ideali che ogni uomo, ripeto, OGNI uomo nel mondo non può non riconoscere come alti, nobili, civili: hanno una costituzione in cui si parla di uguaglianza, di libertà, di ricerca di felicità, e mi incazzo quando vedo una nazione che si basa su tali principi, una nazione che AMO, decide di imbracciare le armi e di imbarcarsi in un'impresa che gratta gratta nasconde interessi economici enormi (si perchè la guerra, le guerre si combattono per soldi).
E allora se l'America ci è sempre stata così vicina, certe guerre non possono riguardarci generando consenso alle operazioni militari oppure ferma opposizione: non è che una guerra in un mare di sangue, una goccia nel mare,ma è comunque un tentativo, come si dice:" Salva una vita e avrai salvato il mondo", é così ipocrita provarci?
_________________ "Quando sarò grande non leggerò i giornali e non voterò. Così potrò lagnarmi che il governo non mi rappresenta. Poi quando tutto andrà a scatafascio, potrò dire che il sistema non funziona e giustificare la mia antica mancanza di partecipazione" |
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gatsby
 Reg.: 21 Nov 2002 Messaggi: 15032 Da: Roma (RM)
| Inviato: 16-10-2003 14:35 |
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quote: In data 2003-10-16 12:57, Quilty scrive:
Credo che un problema sia questo:
che cosa possiamo fare noi per le guerre?
Possiamo iscriverci ad associazioni umanitarie,ok.
Possiamo avere influenza come cittadini ed elettori sul nostro Parlamento facendo sentire la nostra voce.Questo avviene con le manifestazioni in piazza.
Di solito le manifestazioni in piazza sono segno di protesta.
Protesta contro un intervento in guerra che ci vede coinvolti,eccetera.
Protesta contro le decisioni dei politici,come ci sono scoperi e manifestazioni contro i tagli delle pensioni,eccetera.
E' molto più difficile che ci sia una manifestazione propositiva.
Se qualcuno vuole che il nostro Parlamento si impegni diplomaticamente in Angola per la pace scriverà lettere,si appellerà alle associazioni umanitarie. Difficilmente porterà in piazza la gente perchè usualmente (non so se sia giusto o meno) si manifesta contro qualche decisione dei nostri rappresentanti politici e non per favorirne una.
Per favorirne una si fa riferimento all'Unicef o Amnesty o chiunque altro.
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Credo comunque che tu abbia tralasciato l'opzione più banale, derivata dal semplice voto, e dal rispetto della maggioranza.
Come è normale che sia, all'estero siamo rappresentati dalle nostre cariche istituzionali che prima di farsi eleggere fanno una buona propaganda di come sarebbe la loro politica estera in determinate circostanze.
Credo che buona parte ad esempio dell'elettorato della Casa delle Libertà trovi quasi scontato l'appoggio dell'Italia a guerre come quella in Iraq e Affghanistan.
E così l'appoggio dell'Italia agli Usa è inidrettamente, ma senza dubbio, conseguenza delle scelte della maggioranza degli elettori.
Cosa si potrebbe fare in futuro?
Eleggere personaggi che abbaino la nostra stessa visione nei riguardi della politica estera e delle situazioni sociali di interesse mondiale.
Ma se ad esempio un partito come i Verdi che è sempre contrario a tutte le guerre, non raggiunge neanche il 3%, tra le molte cause vi è anche quella che sono più quelli che la pensano diversamente.
Chi è contraio potrà certamente manifestare, ,ma non certo pretendere di imporre il proprio pensiero.
Questa sarebbe davvero un'azione impositiva.
_________________ Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è |
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Quilty
 Reg.: 10 Ott 2001 Messaggi: 7637 Da: milano (MI)
| Inviato: 16-10-2003 15:02 |
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Certo c'è l'opzione voto,ma quella dipende dall'informazione della gente.
Quanta gente è veramente informata?
Pochissima.
Hitler prese il potere democraticamente,col voto della gente.
Fu premiato per la sua propaganda.
Se la gente fosse stata veramente informata, la sua scalata al potere non avrebbe avuto vita cos' facile.
Le cosiddette democrazie si sono evolute, non c'è più bisogno di picchiare la gente per piegarla al voto favorevole,basta una semplice omissione,nella propaganda ,di fatti importanti a favore di altri cento volte più insignificanti. |
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Quilty
 Reg.: 10 Ott 2001 Messaggi: 7637 Da: milano (MI)
| Inviato: 16-10-2003 15:07 |
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Vorrei fare una domanda a Mikes Angel: secondo te è così scandaloso che la gente si indigni di più per le guerre che vedono la nostra partecipazione attiva,con nostro esercito italiano, le nostre basi italiane,il nostro spazio aereo italiano concesso a missioni di guerra,piuttosto che a guerre tra Etiopia e Eritrea altrettanto drammatiche ma che almeno non ci riguardano, nel senso che non ci vedono ,noi italiani, con le mani nel sangue? |
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Quilty
 Reg.: 10 Ott 2001 Messaggi: 7637 Da: milano (MI)
| Inviato: 16-10-2003 15:54 |
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Prendiamo l'esempio A e quello B.
A/ Etiopia e Eritrea si combattono.
B/ Etiopia e Eritrea si combattono,l'Italia appoggia l'Etiopia a sua volta contro l'Eritrea.
Mi pare logico che desti molta più indignazione il caso B, pur essendo tutti e due fatti gravi.
Nel secondo caso non solo c'è di mezzo una guerra , ma ci vede direttamente coinvolti.
Vengono toccati aspetti che riguardano la nostra Costituzione (articolo 11: l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa o di risoluzione delle controversie internazionali).
E' in ballo non solo un conflitto ma anche la nostra democrazia;quando l'Italia concede le basi da cui partono i caccia,non è certo un paese neutro in un conflitto.
Credo che la maggior forma di democrazia possibile parta proprio da una critica del proprio sistema.
Se non rispettiamo nemmeno la nostra Costituzione difficilmente potremo risultare credibili agli occhi di chi ci vede impegnati in proteste contro altri conflitti.
_________________ E' una storia che è successa ieri, ma io so che è domani. |
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xander77
 Reg.: 12 Ott 2002 Messaggi: 2521 Da: re (RE)
| Inviato: 16-10-2003 15:57 |
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quote: In data 2003-10-16 14:35, gatsby scrive:
quote: In data 2003-10-16 12:57, Quilty scrive:
Credo che un problema sia questo:
che cosa possiamo fare noi per le guerre?
Possiamo iscriverci ad associazioni umanitarie,ok.
Possiamo avere influenza come cittadini ed elettori sul nostro Parlamento facendo sentire la nostra voce.Questo avviene con le manifestazioni in piazza.
Di solito le manifestazioni in piazza sono segno di protesta.
Protesta contro un intervento in guerra che ci vede coinvolti,eccetera.
Protesta contro le decisioni dei politici,come ci sono scoperi e manifestazioni contro i tagli delle pensioni,eccetera.
E' molto più difficile che ci sia una manifestazione propositiva.
Se qualcuno vuole che il nostro Parlamento si impegni diplomaticamente in Angola per la pace scriverà lettere,si appellerà alle associazioni umanitarie. Difficilmente porterà in piazza la gente perchè usualmente (non so se sia giusto o meno) si manifesta contro qualche decisione dei nostri rappresentanti politici e non per favorirne una.
Per favorirne una si fa riferimento all'Unicef o Amnesty o chiunque altro.
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Credo comunque che tu abbia tralasciato l'opzione più banale, derivata dal semplice voto, e dal rispetto della maggioranza.
Come è normale che sia, all'estero siamo rappresentati dalle nostre cariche istituzionali che prima di farsi eleggere fanno una buona propaganda di come sarebbe la loro politica estera in determinate circostanze.
Credo che buona parte ad esempio dell'elettorato della Casa delle Libertà trovi quasi scontato l'appoggio dell'Italia a guerre come quella in Iraq e Affghanistan.
E così l'appoggio dell'Italia agli Usa è inidrettamente, ma senza dubbio, conseguenza delle scelte della maggioranza degli elettori.
Cosa si potrebbe fare in futuro?
Eleggere personaggi che abbaino la nostra stessa visione nei riguardi della politica estera e delle situazioni sociali di interesse mondiale.
Ma se ad esempio un partito come i Verdi che è sempre contrario a tutte le guerre, non raggiunge neanche il 3%, tra le molte cause vi è anche quella che sono più quelli che la pensano diversamente.
Chi è contraio potrà certamente manifestare, ,ma non certo pretendere di imporre il proprio pensiero.
Questa sarebbe davvero un'azione impositiva.
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Sarebbe vero se le campagne elettorali non si trasformassero nel gran valzer delle promesse, o se la gente votasse i partiti dopo aver letto accuratamente i loro programmi.Ma la maggioranza (il cui potere legittimo tu invochi) vota seguendo altri percorsi: credi davvero che la manciata di voti che raccolgono i verdi sia dovuto alla loro linea di politica estera?
Ti faccio notare poi come il cambiamento in ogni aspetto della vita umana nel corso dellla storia è spesso risultato di una spinta innovatrice di minoranze attive che con la loro tenacia e la loro voglia di rompere i coglioni sono riusciti a volte a cambiare il mondo (Galileo,Martin Luther King, Gandhi,ecc...). Invece in nome del popolo spesso si sono commessi i peggiori crimini che l'umanità abbia mai conosciuto.
_________________ "Quando sarò grande non leggerò i giornali e non voterò. Così potrò lagnarmi che il governo non mi rappresenta. Poi quando tutto andrà a scatafascio, potrò dire che il sistema non funziona e giustificare la mia antica mancanza di partecipazione" |
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MikesAngel ex "MissRigth"
 Reg.: 09 Gen 2002 Messaggi: 7725 Da: Firenze (FI)
| Inviato: 16-10-2003 16:02 |
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quote: Non ti ho dato della "somara" Mikes, era solo un modo di dire e non la butto sul personale.
| Tranquillo xander l'avevo capito, voleva solo essere un frase autoironica visto che un pò somara la sono sul serio
quote: Vorrei fare una domanda a Mikes Angel: secondo te è così scandaloso che la gente si indigni di più per le guerre che vedono la nostra partecipazione attiva,con nostro esercito italiano, le nostre basi italiane,il nostro spazio aereo italiano concesso a missioni di guerra,piuttosto che a guerre tra Etiopia e Eritrea altrettanto drammatiche ma che almeno non ci riguardano, nel senso che non ci vedono ,noi italiani, con le mani nel sangue?
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Non ho mai trovato scandoloso che la gente si indigni per una qualsiasi guerra.
Sono un pò perplessa di fronte al fatto che nessuno si interessi anche di guerre in cui non siamo direttamente coinvolti, non ci sarebbe bisogno di fare chissà che , ma solo ricordarle di tanto in tanto, anche durante le manifestazioni, o nei comizi o nei bar o dove cavolo capita, magari sarà di un'utopia imbarazzante però sarebbe bello.
Hai detto bene tu, iscriviamoci alle associazioni, informiamoci, magari potresti farlo anche tu che sei una fucina inesauribile di informazioni.
Credo che parlarne civilmente così come ne facciamo oggi sia una bella cosa.
Nessuno di voi però mi ha risposto elencandomi quante tra queste guerre conosceva.
_________________ "... ' fanculo a quelli che credono di capire un film, quando invece si fermano solo ad alcuni aspetti tecnici, credendo di essere dei grandi cineasti..." |
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pibedeoro
 Reg.: 26 Giu 2003 Messaggi: 1866 Da: Carrara (MS)
| Inviato: 16-10-2003 16:05 |
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quote: In data 2003-10-16 15:54, Quilty scrive:
Prendiamo l'esempio A e quello B.
A/ Etiopia e Eritrea si combattono.
B/ Etiopia e Eritrea si combattono,l'Italia appoggia l'Etiopia a sua volta contro l'Eritrea.
Mi pare logico che desti molta più indignazione il caso B, pur essendo tutti e due fatti gravi.
Nel secondo caso non solo c'è di mezzo una guerra , ma ci vede direttamente coinvolti.
Vengono toccati aspetti che riguardano la nostra Costituzione (articolo 11: l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa o di risoluzione delle controversie internazionali).
E' in ballo non solo un conflitto ma anche la nostra democrazia;quando l'Italia concede le basi da cui partono i caccia,non è certo un paese neutro in un conflitto.
Credo che la maggior forma di democrazia possibile parta proprio da una critica del proprio sistema.
Se non rispettiamo nemmeno la nostra Costituzione difficilmente potremo risultare credibili agli occhi di chi ci vede impegnati in proteste contro altri conflitti.
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Ma vedi mikesangel ha provato poi mi corregge se sbaglio, a far notare come non ci sono stati cortei di pacifisti o cmq di protesta per le altre guerre... vedi anche inpassato il Kossovo dove noi li c'eravamo attivamente peresempio, e tralasciando la discriminante politica la pace è ugualeper tutti, onde per cui i pacifisti dovrebbero lottare per tutte leguerre indistintamente, credo che fosse questo il concetto...
_________________ Non può piovere per sempre |
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Quilty
 Reg.: 10 Ott 2001 Messaggi: 7637 Da: milano (MI)
| Inviato: 17-10-2003 12:38 |
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Di tutti i conflitti elencati sono a conoscenza di una buona parte ma non in maniera dettagliata.
In ogni caso ci sono manifestazioni per la pace contro le guerre come quella di Perugia di domenica scorsa,magari fanno meno notizia però ci sono e si fanno. |
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xander77
 Reg.: 12 Ott 2002 Messaggi: 2521 Da: re (RE)
| Inviato: 17-10-2003 13:52 |
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quote: In data 2003-10-16 11:29, MikesAngel scrive:
Visto che in più di un anno che sono iscritta non lo ha mai fatto nessuno lo faccio io.
Queste sono le guerre attualmente in corso nel mondo. Da quelle di serie A a quelle di serie B fino a quelle di serie Z.
Lo scopo di questo topic??? Capire il perchè la stragrande maggioranza di esse sono opportunamente ignorate da tutti.
Perchè nessuna bandiera ha sventolato per loro? Perchè nessun corteo a sfilato per loro, ma soprattutto PERCHE' nessuno parla di loro?
TUTTI siamo contro la guerre giusto?
Ma siamo contro la GUERRA (di turno politicamente utile)? o le GUERRE ( intese come risoluzioni inaccettabili qualunque sia la motivazioni che le ha scatenate)?
Vi esorto PER UNA VOLTA ad essere sinceri e a lasciare da parte la politica e l'ipocrisia che ci accompagna tutti compresa la sottoscritta, e a fare un'analisi del perchè ci si scandalizza solo a comando o solo di determinate guerre.
Questo è il testo da me raccolto:
Non solo Iraq. Nel mondo sono in corso decine di altri conflitti - il sito http://www.warnews.it ne enumera 36, altre fonti ne contano. fino a 50 - e pochissimi rispondono ai criteri classici della Guerra, come la raccontano i vecchi manuali di strategia militare. Si combattono perlopiù all'interno di un unico Stato, spesso con le rimanenze di arsenali dismessi dalle grandi potenze - niente missili hi-tech più o meno intelligenti, bensì machete, kalashnikov e vecchi tank - ma anche con metodi apertamente terroristici come sequestri, autobombe e agguati kamikaze. Le chiamano guerre dimenticate o conflitti striscianti. Oppure, in termini tecnici “a bassa Intensità”, anche se provocano milioni di morti, al 90% civili. Le abbiamo suddivise, semplificando, in gruppi tematici. Con un'avvertenza: dietro le motivazioni ideologiche, separatiste o, religiose c'è quasi - sempre la lotta per il controllo di una risorsa economica, sia essa i diamanti dell'Angola, la coca della Colombia o il petrolio del Sudan.
INTERNAZIONALI
In teoria dovrebbero essere queste le guerre classiche, quelle combattute fra due o più Stati. generalmente confinanti. In realtà soltanto il conflitto fra Eritrea ed Etiopia - conelusosi nel2000 con un fragile accordo, di pace e una frontiera imbottita di mine - ricade a pieno titolo in questa categoria. Decisamente meno convenzionale è l'interminabile crisi fra Israele ed Autonomia Palestinese, con la molteplicità dei suoi fronti e lo stillicidio di attentati, ritorsioni, e morti civili. In questo gruppo rientrano anche le “guerre di polizia internazionale” lanciate da Washington e dai suoi alleati sia in Afghanistan, contro il regime talebano e il terrorismo di Al Qaeda, sia in Iraq. Un caso a sé è la “guerra mondiale afficatia” che ha visto combattersi sul territorio della Repubblica democratica del Congo gli eserciti di ben cinque Paesi vicini (Angola, Namibia, Zimbabwe, Uganda e Ruanda): alla firma degli accordi di pace nel dicembre 2002 si contavano 2,8 milioni di vittime. E il massacro continua, come dimostrano le ultime notizie.
CIVILI
In Africa si tratta, perlopiù, di lotte fra clan rivali che si risolvono con accordi di pace spesso molto precari. E' successo in Sierra Leone, dove nell’ultimo anno l'Onu è riuscita a disarmare parzialmente il Fronte rivoluzionario unito, famigerato per la pratica delle amputazioni di gambe, braccia, orecchie e naso, e in Congo Brazzaville pochi giorni fa con un’intesa accettata anche,dai ribelli “Ninja”. In Angola, che dall'indipendenza nel 1975 non aveva conosciuto un solo giorno di pace, il cessate il fuoco fra il governo di Luanda e i ribelli dell'Unita è stato decretato nell’aprile del 2002 (il tragico “saldo” è di 1 milione di morti e 4 milioni di profughi), ma il conflitto continua nella provincia di Cabinda. Si combatte ancora ferocemente in Liberia la più antica repubblica d'Africa oggi governata con il terrore da Charles Taylor. E si combatte, sporadicamente, in Costa d'Avorio dopo l'insurrezione militare del settembre scorso che ha costretto il presidente Gbagbo a formare un governo di unità nazionale. Nella Repubblica Centrafriacana si è appena insediato con un golpe il generale “ribelle” Francois Bozizé dopo mesi di scontri intorno alla capitale Bangui. È in Colombia la guerra civile più “antica” della storia, contemporanea: da 39 anni le Farc, di ideologia marxista/leninista, combattono il governo di Bogotà senza disdegnare l'alleanza tattica con i narcotrafficanti. Un conflitto complicato dai massacri compiuti dagli squadroni paramilitari di estrema destra. E le stragi restano all'ordine del giorno in Algeria (gli estremisti islamici hanno ucciso almeno 100.000 persone dal 1992). In Nepal una “guerra del popolo” è stata lanciata dal Partito comunista/maoista contro la monarchia costituzionale. Infine la Birmania: il Paese è allo sbando, sconvolto da 50 anni di conflitti interni sia. etnici sia politici. La nuova, giunta militare, insediatasi nel 1988 dopo la feroce repressione delle manifestazioni per la democrazia, continua a tenere in carcere decine di oppositori politici e a reprimere nel sangue i movinienti indipendentisti delle etnie Karen e Shan.
SEPARATISTE
In continuo aumento. Si va dagli ormai storici conflitti europei – in Irlanda del Nord il processo di pace è ormai avviato anche se alcune frange dell'Ira non hanno aderito al cessate il fuoco, nei Paesi Baschi spagnoli l'Eta sembra invece aver. Definitivamente scelto il terrorismo – alla devastante invasione russa in Cecenia, 150 mila morti dal 1999, con il conseguente risveglio di un sanguinario terrorismo indipendentista. Per arrivare alle rivendicazioni armate in angoli sperduti come l'Aceh, regno nel Nord dellisola di Sumatra, o la Papuasia occidentale, che rivendicano l'indipendenza dall’Indonesia; la regioneidiCasamance nel Senegal mendionale, infestata di mine anti-uomo; o l’Abkhazia nell’ex repubblica sovietica della Georgia. Il più alto numero di movimenti separatisti è in India (il più antico, in Nagaland) mentre il popolo curdo, 30 milioni di persone, non smette di lottare per il riconosci mento del Kurdistan che si estende in Turchia, Iraq, Iran, Armenia e Siria.
ETNICO TRIBALI
Sono concentrate quasi tutte in Africa. Dall’Uganda - dove sono costretti a combattere 10 mila bambini - al Ruanda e Burundi, teatro dei periodici genocidi fra le etnie Hutu e Tutsi. Dalla Somalia, devastata da una faida fra clan che neppure l'intervento dei marines e dell'Onu è riuscito a fermare, alla Nigeria attraversata da fortissime tensioni fra le etnie Ibo, cristiano-animisti, gli Hausa-Fulani, musulmani, e, gli Yoruba, metà cristiani e metà musulmani. Resta latente il conflitto nel Chiapas messicano: il subcomandante Marcos non combatte più e parla sempre meno, il governo non ha mai voluto riconoscere le rivendicazioni degli indigeni. A rischio resta anche la Macedonia che ha trovato un fragile equilibrio fra la maggioranza slavo-macedone e la consistente minoranza albanese concentrata nel Nord.
RELIGIOSE
Le più feroci. L'esercito del Sudan, dove vige la legge islamica, è responsabile di innumerevoli massacri di civili anche con armi chimiche, nei villaggi del Sud cristiano-animista dove operano i ribelli dello Spla. Fino ad oggi si contano un milione e mezzo di morti dal 15 ottobre è in vigore un cessate il fuoco. Guerre ancora aperte in Asia: nell'isola di Mindanao, musulmana, contro il governo cristiano delle Filippine, (le trattative di pace avviate nel 1987 sono state subito respinte dalla fazione estremista di Abu Sayaf vicina ad Al Qaeda); a Sri Lanka, tra i guerriglieri Tamil (indù) e la maggioranza cingalese (buddista) e anche tra i cristiani e i musulmani dell'arcipelago indonesiano delle Molucche. La situazione più pericolosa è in Kashmir, a maggioranza musulmana, dove è attivo un forte movimento armato che rivendica l'Indipendenza dall'India. Dal 1948 India e Pakistan si contendono con le armi la regione e i combattimenti sulla linea di confine continuano senza sosta.
Tratto da FRONTI DIMENTICATI
Una curiosità quante ne conoscevate???
A voi la parola
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per quanto mi riguarda:
internazionali: sapevo della guerra civili fra etipia ed eritrea. Dalla morte di Kabila non si sente più parlare del Congo, non sapevo che la guerra avesse coinvolto anche i paesi confinanti. Inoltre, chi non conosce la situazione in Israele?
Civili: Sierra Leone e Liberia sono stati al centro (brevemente e colpevolmente) della cronaca estera di recente.
Non sapevo che in Angola si fosse combattuto fino a poco tempo fa.
la situazione colombiana l'ho scoperta leggendo "la mano negra in Colombia" (consiglio n.1), la birmania attraverso "oltre rangoon" di John Boorman(consiglio n.2).
Il nepal era salito all'onore delle cronaca con la strage al palazzo reale qualche anno fa, in quell'occasione i media avevano fatto qualche breve accenno alla guerriglia maoista che da anni infiamma il piccolo stato.
Civili: ETA e IRA sono ahimè note, della Cecenia da un po' di tempo a questa parte poco è dato a sapersi. Il sud-est asiatico (Aceh, dopo Timor Est) è tutto da scoprire: nella puntata di Report di un paio di settimane fa si parlava anche degli "affari" americani con il dittatore indonesiano Suharto.
Etniche: il chiapas e il sub-comandante Marcos sembra che tutti se li siano dimenticati. Per le tensioni in Macedonia, vedere come punto di partenza "prima della pioggia" di Manchevski (consiglio n.3).
Ruanda e Burundi sono orrori indicibili ancora da raccontare, con una grande responsabilità della comunità internazionale che proprio nel momento di maggior tensione ha ritirato i caschi blu dando via ad una delle più grandi carneficine che l'umanità abbia mai conosciuto (vd. a questo proposito una vecchia puntata de "l'altra storia",LA7, seconda serata).
_________________ "Quando sarò grande non leggerò i giornali e non voterò. Così potrò lagnarmi che il governo non mi rappresenta. Poi quando tutto andrà a scatafascio, potrò dire che il sistema non funziona e giustificare la mia antica mancanza di partecipazione" |
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pibedeoro
 Reg.: 26 Giu 2003 Messaggi: 1866 Da: Carrara (MS)
| Inviato: 17-10-2003 17:47 |
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quote: In data 2003-10-17 12:38, Quilty scrive:
Di tutti i conflitti elencati sono a conoscenza di una buona parte ma non in maniera dettagliata.
In ogni caso ci sono manifestazioni per la pace contro le guerre come quella di Perugia di domenica scorsa,magari fanno meno notizia però ci sono e si fanno.
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Infatti su questi argomnti di forum ne hai aperti ad ecine...
A no forse sbaglio erano tutti sul g8...
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Quilty
 Reg.: 10 Ott 2001 Messaggi: 7637 Da: milano (MI)
| Inviato: 17-10-2003 21:21 |
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vorresti forse stabilire tu di cosa devo parlare?
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Matthew
 Reg.: 07 Set 2003 Messaggi: 1164 Da: Reggio Emilia (RE)
| Inviato: 18-10-2003 01:20 |
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Matthew
 Reg.: 07 Set 2003 Messaggi: 1164 Da: Reggio Emilia (RE)
| Inviato: 18-10-2003 01:20 |
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Guarda sinceramente..ti do atto che a parole sei abile...li rigiri bene i discorsi.
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