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Autore l'inquadratura
aguirre

Reg.: 07 Ott 2001
Messaggi: 8325
Da: Reggio Calabria (RC)
Inviato: 14-11-2002 08:34  
Sbaglio o è laprima volta che si cita B.Keaton in quanto a tecnica? Complimenti

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DemonSeth
ex "Phibes"

Reg.: 27 Feb 2002
Messaggi: 2048
Da: Catania (CT)
Inviato: 14-11-2002 10:51  
quote:
In data 2002-11-13 21:24, Rivole scrive:
e infatti le inquadrature di Greenaway sono talmente leziose e pesanti (mi viene in mente il ladro e il cuoco, in cui tutto l'apparato scenico è giustificato dal giochetto della simmetria e della teatralità), da diventare superficiali e noiose.
l'inquadratura di Hitchcock o Keaton, ad esempio, trasmette invece una precisa etica del fare cinema, una posizione da cui derivare le successive scelte formali.
le inquadrature di Greenaway sono fini a se stesse, si compiacciono della loro stessa ridondanza.
nell'uomo invisibile di Whale c'è, proprio all'inizio, nella locanda, un bellissimo movimento di camera. la camera si alza, non mi ricordo precisamente se è una panoramica o una specie di carrello verticale, traballa, cerca di trovare il punto in cui il personaggio verrebbe a trovarsi nella posizione corretta all'interno del quadro e poi si assesta. la prima impressione può essere quella di inaccuratezza, un movimento poco preciso ed eseguito tecnicamente male. il punto è che in questo caso, l'inquadratura, il movimento, non è altro che una questione ideale, la messa in pratica di una scelta ben precisa: la camera deve arrivare da qui a lì. l'inquadratura, nella sua imprecisione formale, non fa altro che rivelare e mettere in mostra il processo e la necessità che la hanno determinata. quest'inquadratura, nel contesto filmico, cioè tra le altre due inquadrature che la precedono e seguono, ha un senso che non risiede nella sua bellezza formale, nella sua costruzione superficialmente visiva. la necessità dell'inquadratura precede la sua realizzazione, proprio come dice mattia, e non si riduce al suo dato esteriore.
la stessa cosa succede ad esempio nelle brutte inquadrature di dettagli del Decalogo 1. lo schermo del pc con la scritta lampeggiante è un'inquadratura ridotta all'essenzialità della sua funzione, non ha alcun bisogno di essere leccata. il Decalogo è pieno di questo tipo di inquadrature, ora mi viene in mente il rubinetto che sgocciola, e proprio nel loro carattere di semplice affermazione, anche di rigore formale e disciplina, sono tutte bellissime.
in questo senso intendo etica, nell'onestà che una concezione di cinema come quello di Whale o Hitchcock dimostrano.
Greenaway è solo un decoratore di inquadrature e un pessimo regista.


[ Questo messaggio è stato modificato da: Rivole il 13-11-2002 alle 22:55 ]



Tirare fuori in questo post James Whale (grazie Rivole), mi fa davvero un infinito piacere, soprattutto perchè troppo spesso dimenticato e bistrattato.
A mio avviso Whale può essere considerato uno dei migliori registi di tutti i tempi, mai un'indecisione, tutto fila a dovere nei suoi film. Credo che l'emblema del suo cinema possa identificarsi con The Old Dark House del 1932, (naturalmente inedito in Italia), è una black comedy che nel corso degli anni penso sia stata copiata un migliaio di volte, la cosa interessante per quel periodo sono dei movimenti di camera arditi, con delle soggettive ancora impensabili. L'inquadratura è importante quando riesce a inserirsi in un contesto narrativo, mi spiego meglio, se all'interno di una storia, all'improvviso ti fermi a pensare "cazzo che bell'inquadratura"...e poi alla fine del film ti rimane solo quello, beh credo che questo non abbia alcuna rilevanza artistica, ma se le inquadrature per belle che siano non si distaccano dall'insieme (es. in Strangers on a train - l'altro uomo - ci sono delle bellissime inquadrature, ma alla fine quello che resta è tutto il film) il regista può considerarsi un "grande regista".

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Alessandro

Reg.: 12 Nov 2002
Messaggi: 1274
Da: Milano (MI)
Inviato: 14-11-2002 11:26  
Esattamente, "Strangers on a train" è proprio l'apice di quel primo periodo americano di Hitch di cui ho parlato, in quanto a sintesi tra bellezza delle singole inquadrature e soluzione di montaggio.
Assolutamente un film magistrale.
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mallory

Reg.: 18 Feb 2002
Messaggi: 6334
Da: Genova (GE)
Inviato: 14-11-2002 17:27  
quote:
In data 2002-11-13 21:24, Rivole scrive:
e infatti le inquadrature di Greenaway sono talmente leziose e pesanti (mi viene in mente il ladro e il cuoco, in cui tutto l'apparato scenico è giustificato dal giochetto della simmetria e della teatralità), da diventare superficiali e noiose.
l'inquadratura di Hitchcock o Keaton, ad esempio, trasmette invece una precisa etica del fare cinema, una posizione da cui derivare le successive scelte formali.
le inquadrature di Greenaway sono fini a se stesse, si compiacciono della loro stessa ridondanza.
nell'uomo invisibile di Whale c'è, proprio all'inizio, nella locanda, un bellissimo movimento di camera. la camera si alza, non mi ricordo precisamente se è una panoramica o una specie di carrello verticale, traballa, cerca di trovare il punto in cui il personaggio verrebbe a trovarsi nella posizione corretta all'interno del quadro e poi si assesta. la prima impressione può essere quella di inaccuratezza, un movimento poco preciso ed eseguito tecnicamente male. il punto è che in questo caso, l'inquadratura, il movimento, non è altro che una questione ideale, la messa in pratica di una scelta ben precisa: la camera deve arrivare da qui a lì. l'inquadratura, nella sua imprecisione formale, non fa altro che rivelare e mettere in mostra il processo e la necessità che la hanno determinata. quest'inquadratura, nel contesto filmico, cioè tra le altre due inquadrature che la precedono e seguono, ha un senso che non risiede nella sua bellezza formale, nella sua costruzione superficialmente visiva. la necessità dell'inquadratura precede la sua realizzazione, proprio come dice mattia, e non si riduce al suo dato esteriore.
la stessa cosa succede ad esempio nelle brutte inquadrature di dettagli del Decalogo 1. lo schermo del pc con la scritta lampeggiante è un'inquadratura ridotta all'essenzialità della sua funzione, non ha alcun bisogno di essere leccata. il Decalogo è pieno di questo tipo di inquadrature, ora mi viene in mente il rubinetto che sgocciola, e proprio nel loro carattere di semplice affermazione, anche di rigore formale e disciplina, sono tutte bellissime.
in questo senso intendo etica, nell'onestà che una concezione di cinema come quello di Whale o Hitchcock dimostrano.
Greenaway è solo un decoratore di inquadrature e un pessimo regista.





sono ancora incredibilente colpita da questo messaggio...non posso fare a meno di rispondere...

Greenaway e le sue inquadrature pianificate minuziosamente,tese a suggellare il decorso della coerenza narrativa,momento per momento,scena dopo scena,forse interpretabile come un cedimento al compiacimento visivo o al tentativo di depredare l'attenzione dello spettatore con un aritmico visionamento di diapositive...
ma sono più dell'idea che gli obiettivi di Greenaway non derivino da un ostentato egocentrismo,equivocamente rilevabile nella rappresentazione dell'inquadratura;bensì da un'ambita rivoluzione nel linguaggio cinematografico,che si adatta ad una modernità;che non si accontenti di raccontare con l'uso della consequenzialità immaginifica,della linearità e del montaggio,forse anche per la paura di vanificare un cinema irriproducibile come quello del passato(come può essere quello di Buster Keaton...)
ma di approdare a nuovi sistemi di rappresentazione che sappiano avvalersi di un archetipo d'espressione a 360 gradi...
purtroppo il suo cinema non ha ancora raggiunto quella meta alla quale Greenaway ambisce...

sinceramente non lo amo particolarmente,perchè conservo un gusto del cinema che si accosta agli schemi del passato;ma sono convinta che i suoi metodi non rispecchino l'incapacità tecnica che scade nell'eccessiva attenzione dei particolari,bensì la sperimentazione di un nuovo modo di fare cinema...

per questo trovo ingiusto e alquanto inutile metterlo a confronto con cineasti del calibro di Whale o Keaton.........

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aguirre

Reg.: 07 Ott 2001
Messaggi: 8325
Da: Reggio Calabria (RC)
Inviato: 15-11-2002 08:09  
Ma siete impazziti? un post in cui si parla solo di cinema..guardate che mi sbatteranno fuori xchè nn so fare il moderatore...
ps nn mi toccate Greenway...
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"Se io non ci fossi
mi mancherei un casino"
Aguy

http://ondedinchiostro.splinder.com/

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mallory

Reg.: 18 Feb 2002
Messaggi: 6334
Da: Genova (GE)
Inviato: 15-11-2002 22:24  
quote:
In data 2002-11-15 08:09, aguirre scrive:

ps nn mi toccate Greenway...




arrivi tardi aguirre....

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aguirre

Reg.: 07 Ott 2001
Messaggi: 8325
Da: Reggio Calabria (RC)
Inviato: 16-11-2002 08:12  
quote:
In data 2002-11-15 22:24, mallory scrive:
quote:
In data 2002-11-15 08:09, aguirre scrive:

ps nn mi toccate Greenway...




arrivi tardi aguirre....


Ho un'età Mall
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mario54

Reg.: 20 Mar 2002
Messaggi: 8838
Da: nichelino (TO)
Inviato: 06-12-2002 12:50  
quote:
In data 2001-11-08 22:28, aguirre scrive:
Uno degli aspetti piu' imporatnti nelle risprese e' la composizione dell'inquadratura, potrebbe sembrare banale, ma il rapporto fra le cose , i piani che si creano sono essenziali per la piacevolezza di un'immagine.
Pare che Eisenstain in Alexander Nievsky aspettasse intere giornate affinche' una nuvoletta comparisse su un determinato punto dell'inquadratura( voleva fosse nella sezione aurea del campo inquadrato)



---------------------------------------------Tale regista è possibile che abbia già cento anni. All'Epoca divenne famosa per i documentari nazzisti
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Vivien Leigh - Non voglio realismo, voglio magia!

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Alessandro

Reg.: 12 Nov 2002
Messaggi: 1274
Da: Milano (MI)
Inviato: 06-12-2002 12:56  
quote:
In data 2002-12-06 12:50, mario54 scrive:
quote:
In data 2001-11-08 22:28, aguirre scrive:
Uno degli aspetti piu' imporatnti nelle risprese e' la composizione dell'inquadratura, potrebbe sembrare banale, ma il rapporto fra le cose , i piani che si creano sono essenziali per la piacevolezza di un'immagine.
Pare che Eisenstain in Alexander Nievsky aspettasse intere giornate affinche' una nuvoletta comparisse su un determinato punto dell'inquadratura( voleva fosse nella sezione aurea del campo inquadrato)



---------------------------------------------Tale regista è possibile che abbia già cento anni. All'Epoca divenne famosa per i documentari nazzisti




Scusa, non l'ho capita. A chi ti riferisci?
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mario54

Reg.: 20 Mar 2002
Messaggi: 8838
Da: nichelino (TO)
Inviato: 06-12-2002 15:52  
Naturalmente alla regista tedesca Eisenstain
Almeno credo che si chiama cosi uno dei suoi film fu: la montagna malledetta; Olimpia.
Da giovane era veramente bellissima, si narra anche che abia avuto al tempo una tresca amorosa con il cancelliere tedesco Hittler

_________________
Non voglio realismo, voglio magia!

[ Questo messaggio è stato modificato da: mario54 il 06-12-2002 alle 15:55 ]

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mario54

Reg.: 20 Mar 2002
Messaggi: 8838
Da: nichelino (TO)
Inviato: 06-12-2002 15:59  
Scusami, intendevo dire Leni Riefentah. Chi sa perche mi sono sbagliato
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Vivien Leigh - Non voglio realismo, voglio magia!

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Alessandro

Reg.: 12 Nov 2002
Messaggi: 1274
Da: Milano (MI)
Inviato: 06-12-2002 16:07  
quote:
In data 2002-12-06 15:52, mario54 scrive:
Naturalmente alla regista tedesca Eisenstain
Almeno credo che si chiama cosi uno dei suoi film fu: la montagna malledetta; Olimpia.
Da giovane era veramente bellissima, si narra anche che abia avuto al tempo una tresca amorosa con il cancelliere tedesco Hittler

_________________
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[ Questo messaggio è stato modificato da: mario54 il 06-12-2002 alle 15:55 ]


Ok, adesso mi è chiaro. C'è un equivoco, Aguirre ha scritto male Ejzenstein, che però si può scrivere anche Eisenstein (ma certo non Eisenstain... ). Sergei Ejzenstein, il regista sovietico più importante del '900. l'Alexander Nevskij è probabilmente (secondo me) il suo più bel film.
Chiarito l'equivoco?
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mallory

Reg.: 18 Feb 2002
Messaggi: 6334
Da: Genova (GE)
Inviato: 07-12-2002 01:07  
...non ancora...
se vogliamo essere pignoli si scrive Sergej Ejzenstejn...

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Rivole

Reg.: 02 Lug 2002
Messaggi: 729
Da: Londra (es)
Inviato: 07-12-2002 02:43  
mallore ha ragione, ejzenstejn sarebbe più corretto, ma anche questa traduzione non è del tutto accurata. se si volesse essere davvero pignoli, e utilizzare la traduzione scientifica dei caratteri russi, allora anche scrivendo ejzenstejn mancherebbe sempre qualcosa, perchè sulla "s" andrebbe quell'accento che è come l'accento circonflesso ma capovolto, e che serve a distinguerla dalla "s" dura (che in russo è "C" e in italiano si traduce "s"), e da quella dolce (che in russo è "3" e si traduce "z"). la prima "s" di ejzenstejn è dolce, mentre la seconda è un suono particolare: "sc", come in "sciare". tra l'altro un russo probabilmente ejzenstejn lo pronuncerebbe ejziensctiejn, visto che le ultime due "e", per come sono scritte in cirillico, si pronunciano "ie".


[ Questo messaggio è stato modificato da: Rivole il 07-12-2002 alle 02:46 ]

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Alessandro

Reg.: 12 Nov 2002
Messaggi: 1274
Da: Milano (MI)
Inviato: 07-12-2002 11:19  
Grazie delle precisazioni
_________________
Io sono tutti.

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