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Autore Lo sgravio fiscale di Prodi al Soviet
MARQUEZ

Reg.: 23 Feb 2006
Messaggi: 2117
Da: Firenze (FI)
Inviato: 09-07-2006 11:58  
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In data 2006-06-25 19:02, Hamish scrive:
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In data 2006-06-25 12:10, MARQUEZ scrive:
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In data 2006-06-24 12:04, Hamish scrive:
Perchè continuate a non far differenza tra libero mercato e mercato di concorrenza?Sembra quasi che siano la stessa cosa,mentre così non è.

Se vi riferite al secondo è facilmente appurabile che il mercato di concorrenza è il più meritocratico dei vari sistemi economici,ma in effetti lo è anche il fantomatico "libero mercato" di cui spesso ci si riempie la bocca senza sapere di che accidenti si sta parlando.


dimostralo saputello. e però per dimostrarlo devi anche dimostrare che ci sono degli errori nella mia dimostrazione, o meglio, nel mio esempio.


Esempio?Quale esempio?


come volevasi dimostrare sei anche tarato. ho fatto l'esempio del passaggio di padre in figlio delle aziende. questo è uno dei tanti limiti della società capitalista, non fondata sul merito ma sull'ereditarietà e sulla politica del denaro.

comunque quello che scrive quilty è completamente corretto. le risposte tue hamish sono da figlio di papà che non sa cosa sia il lavoro.mi sempbra che vivi in un mondo fatto senza difetti, invece caro mio apri gli occhi e guardati intorno. che dopo 30-40 anni di lotte sociali ci sia qualcuno che viene a dire come è successo in altri topic che la pensione è solo una istituzione socialista, assistenzialista e sbagliata mi fa venire da pensare che non siate mai stati né a lavoro né che lo siano stati i vostri parenti.
_________________
«E' vietato fare la cacca per terra, giusto? Bene, la pubblicità è come la cacca: puzza e fa schifo…».
Piergiorgio Odifreddi

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Hamish

Reg.: 21 Mag 2004
Messaggi: 8354
Da: Marigliano (NA)
Inviato: 09-07-2006 11:58  
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In data 2006-07-09 10:04, Quilty scrive:
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In data 2006-07-07 20:14, Hamish scrive:

In base a questo tuo ragionamento:

1)perchè le imprese dovrebbero versare dei contributi assistenziali da cui essi non traggono alcun beneficio?Le imprese pagano i lavoratori anche per quando essi non produrranno più ricchezza per l'impresa,sostengono un "costo sociale" (espressione tua) di cui non sono i beneficiari.

2)Se io invensto i miei soldi e fondo un'impresa e tale impresa fallisce con chi dividerò le mie perdite?Perchè se devo dividere i guadagni devo dividere anche le perdite,questo mi pare ovvio.



Le domande sono molto interessanti, al contrario di quelle di Tenenbaum che sono assolutamente off topic.

1/L'impresa paga i contributi per la pensione dei suoi lavoratori.Mi chiedi perchè dovrebbe pagarli, visto che non ne trae alcun beneficio.
Premesso che con questo taglio del cuneo contributivo ne pagheranno sempre di meno,e le pensioni dei lavoratori saranno ridotte al lumicino; ciò che rende vincente un'impresa è dato in maniera determinante anche dalla sua forza lavoro. Senza gli operai la Fiat non sarebbe una multinazionale di successo. Una persona che ha lavorato tutta la vita ha contribuito al benessere del suo imprenditore e lo ha sistemato per intere generazioni future.
L'impresa quindi non dovrebbe avere alcun corrispettivo vincolo nei riguardi dei suoi operai ma dovrebbe semplicemente scaricarli per strada senza nulla una volta che non sono più utili al mantenimento del suo profitto?



[ Questo messaggio è stato modificato da: Quilty il 09-07-2006 alle 10:05 ]

Alt,aspetta un secondo.

Tu cerchi di dare una risposta razionale ad una domanda volutamente retorica.

Tu hai detto che,sostanzialmente,il lavoratore è costretto a sopportare dei sacrifici senza ottenere nulla in cambio e senza avere possibilità decisionale.Giusto?Ok...A tal proposito io ti ho detto che non è vero quello che dici perchè se così fosse l'impresa non sarebbe costretta a mantenere un lavoratore anche per quando egli non sarà più in grado di lavorare.

Una piccola precisazione:taglio del cuneo contributivo NON VUOL DIRE,taglio degli oneri previdenziali e quindi delle pensioni.Un'impresa non paga solo i contributi per le pensioni,quelli sono solo una parte degli oneri a carico delle imprese.Dire che il taglio del cuneo fiscare provocherà una riduzione automatica delle pensioni è falso e tendenzioso.

Certo è che se entrano meno soldi nelle casse dello Stato lo Stato stesso potrà effettuare minori spese (anche se qui occorrerebbe precisare...).Ma diciamo pure che sia così.Questo però non comporta un taglio per forza delle pensioni,ci sono tantissime voci nel bilancio di uno stato che possono essere tagliate senza toccare le pensioni.Un esempio?La missione in Iraq.Tutto questo senza contare la lotta all'evasione...
_________________
IO DIFENDO LA COSTITUZIONE. FIRMATE.

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Hamish

Reg.: 21 Mag 2004
Messaggi: 8354
Da: Marigliano (NA)
Inviato: 09-07-2006 12:17  
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In data 2006-07-09 11:58, MARQUEZ scrive:
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In data 2006-06-25 19:02, Hamish scrive:
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In data 2006-06-25 12:10, MARQUEZ scrive:
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In data 2006-06-24 12:04, Hamish scrive:
Perchè continuate a non far differenza tra libero mercato e mercato di concorrenza?Sembra quasi che siano la stessa cosa,mentre così non è.

Se vi riferite al secondo è facilmente appurabile che il mercato di concorrenza è il più meritocratico dei vari sistemi economici,ma in effetti lo è anche il fantomatico "libero mercato" di cui spesso ci si riempie la bocca senza sapere di che accidenti si sta parlando.


dimostralo saputello. e però per dimostrarlo devi anche dimostrare che ci sono degli errori nella mia dimostrazione, o meglio, nel mio esempio.


Esempio?Quale esempio?


come volevasi dimostrare sei anche tarato. ho fatto l'esempio del passaggio di padre in figlio delle aziende. questo è uno dei tanti limiti della società capitalista, non fondata sul merito ma sull'ereditarietà e sulla politica del denaro.

comunque quello che scrive quilty è completamente corretto. le risposte tue hamish sono da figlio di papà che non sa cosa sia il lavoro.mi sempbra che vivi in un mondo fatto senza difetti, invece caro mio apri gli occhi e guardati intorno. che dopo 30-40 anni di lotte sociali ci sia qualcuno che viene a dire come è successo in altri topic che la pensione è solo una istituzione socialista, assistenzialista e sbagliata mi fa venire da pensare che non siate mai stati né a lavoro né che lo siano stati i vostri parenti.


No,non sono tarato.E' solo che non reputo i tuoi post tanto interessanti da andarmeli a cercare e rileggere...
In effetti,non meriteresti nemmeno risposta,ma voglio accontentarti perchè mi fai pena.

L'ereditarietà sarebbe un limite della società capitalista...Caro il mio bel saputello,devi sapere che il benessere di tutti si fonda sull'innovazione e sul progresso.Innovazione e progresso richiedono investimenti e ,quindi,rischi.Se faccio un investimento sbagliato perdo i miei soldi,se ci azzecco ho la possibilità di guadagnare.Ma nessuno rischierebbe nulla se non avesse la possibilità di guadagnare per sè e per la sua famiglia.Un requisito essenziale per gli investimenti è quello della certezza della proprietà.Se io ho dei soldi li investo solo se so che poi l'azienda alla mia morte passerà alla mia famiglia.Se non ho questa certezza mi tengo i miei soldi e lascio quelli alla mia famiglia.Ma se nessuno investe,non si progredisce,da qui il bisogno di garantire la certezza della proprietà e il principio dell'ereditarietà.

Uno dei motori della prima rivoluzione industriale in Inghilterra è stata la cosidetta rivoluzione dell'enclosure,ossia delle recinzioni,che sostituì il sistema vigente dell'epoca,quello degli open fields (campi aperti) causando un grande aumento nelle derrate alimentare,motore indispensabile per mantenere e sostenere l'incremento demografico,imprescindibile per la rivoluzione industriale.

Studiati un pò di economia e di storia economica e poi casomai ne riparliamo...

Ah,un ultimo appunto.Non tirare sempre in ballo me e la mia famiglia.Non mi conosci,non sai cosa faccio,non sai che lavoro fanno i miei genitori e quindi non puoi permettermi di chiamarmi figlio di papà.Ti comporti come un bambino e ragioni come tale.Sostenere una converazione seria con te è impossibile dato che vai sempre sul personale.Ma vabbè,non fa niente.Peggio per te che ti qualifichi per quello che sei...

Ah,quasi dimenticavo.Riguardo alla storia dei contributi previdenziali,se non sei capace di leggere tra le righe e di cogliere una provocazione la colpa non è mia.Del resto l'arguzia non è un dono che tutti posseggono...

_________________
Control Arms

EMERGENZA PAKISTAN

"Carraro non è nè lento nè rock...è INFAME!"

[ Questo messaggio è stato modificato da: Hamish il 09-07-2006 alle 12:25 ]

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 09-07-2006 14:03  
Che un'impresa sia costretta a mantenere il suo dipendente pagando i suoi contributi (attraverso il cuneo contributivo )mi sembra il minimo indispensabile! Persino nel medioevo il signore del feudo assicurava un tenore minimo di vita a coloro che lavoravano sotto la sua protezione!
Sul resto hai semplicemente rifiutato di affrontare l'argomento.

Che è sempre lo stesso: lo sgravio del cuneo che, mi spiace se non hai letto i quotidiani, è il taglio fiscale (irap ad esempio) e contributivo (cioè i contributi che l'impresa e il lavoratore versa per la sua previdenza),un favore alla grande impresa , un sussidio pesantissimo che comporta meno entrate. E meno entrate, Repubblica di oggi, vale a dire tagli alla sanità , oltre al già citato taglio cointributivo (ed è per questo che la busta paga aumenta, poichè non versi più le tasse sulla tua pensione ma ti vengono addebitate subito sul tuo stipendio).

Quindi per favorire la competitività e i profitti di qualche miliardario tutti devono fare sacrifici, e la politica economica è volta a questo socialismo di stato per ricchi, quale è il capitalismo dagli albori fino ad oggi. Pochi vengono assistiti statalmente e il resto della popolazione lavora per i loro profitti. Lo scriveva persino Adam Smith nei suoi brillanti saggi.

In effetti più che una paura di mettere in discussione poteri consolidati,come diceva Julian,credo si tratti di terrore per la democrazia. Ci si rifugia dietro a pesanti indottrinamenti che non hanno alcun riscontro con la realtà. Sembra che il discorso sia tra chi sostiene il sistema vigente e il benessere e chi vi si oppone e voglia tornare all'età della pietra.

Il benessere è desiderabile ma deve basarsi su un sistema democratico, non su regni feudali o soviet supremi.

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 09-07-2006 14:05  
quote:
In data 2006-07-09 12:17, Hamish scrive:


L'ereditarietà sarebbe un limite della società capitalista...Caro il mio bel saputello,devi sapere che il benessere di tutti si fonda sull'innovazione e sul progresso.Innovazione e progresso richiedono investimenti e ,quindi,rischi.Se faccio un investimento sbagliato perdo i miei soldi,se ci azzecco ho la possibilità di guadagnare.Ma nessuno rischierebbe nulla se non avesse la possibilità di guadagnare per sè e per la sua famiglia.Un requisito essenziale per gli investimenti è quello della certezza della proprietà.Se io ho dei soldi li investo solo se so che poi l'azienda alla mia morte passerà alla mia famiglia.Se non ho questa certezza mi tengo i miei soldi e lascio quelli alla mia famiglia.Ma se nessuno investe,non si progredisce,da qui il bisogno di garantire la certezza della proprietà e il principio dell'ereditarietà.

Uno dei motori della prima rivoluzione industriale in Inghilterra è stata la cosidetta rivoluzione dell'enclosure,ossia delle recinzioni,che sostituì il sistema vigente dell'epoca,quello degli open fields (campi aperti) causando un grande aumento nelle derrate alimentare,motore indispensabile per mantenere e sostenere l'incremento demografico,imprescindibile per la rivoluzione industriale.




Innanzitutto io non conosco nessuna persona che apre un'attività senza indebitarsi.
Chiunque voglia gestire un'azienza con qualche operaio va in banca e si fa concedere un prestito. I soldi che poi recupera grazie alla sua attività imprenditoriale sono il contributo che tutta la sua impresa ha versato nel progetto. Quindi partiamo dal principio che la fortuna di un'azienda è lo sforzo di tutti. Solo uno però hA il potere desicionale, gli altri sono l'equivalente di schiavi salariati. Se questo uno opera male, pagano tutti quanti senza che questi sia chiamato ad alcun tipo di responsabilità nei confronti altrui.
Inoltre le principali imprese di successo sui mercati godono dell'assistenzialismo statale e di politiche economiche a loro favorevoli(tema del topic il Dpef di Prodi),un altro motivo dell'assurdità di una proprietà che di privato ha solo i profitti.
Si dovrebbe poi considerare che le risorse di questo pianeta sono di tutti: nessuno può affermare che la foresta amazzonica è di proprietà privata. Il legno che ne deriva è una risorsa comune che viene gestita però privatamente senza che i proprietari di un bene pubblico siano chiamati in alcun modo a rispondere del loro operato, a mettere in mostra uno siluppo economico sostenibile che non alteri l'ambiente. Siamo di fronte a un vero e proprio furto quando un bene collettivo viene usato a scopi privati per produrre profitti privati.
In tutto questo le persone che fanno semplicemente parte della catena non hanno alcun potere decisionale,come avveniva nella vecchia Urss, il più grande nemico del socialismo: non eleggono i dirigenti aziendali, non sono chiamati ad approvare la politica imprenditoriale, a vedere il piano operativo e votare se questo va bene oppure no:non sono coinvolti in nulla. Si tratta di istituzioni totalitarie che non hanno alcuna legittimità. O meglio la hanno tanto quanto il feudatario nel Medioevo.

In tutto questo il progresso non c'entra proprio un bel nulla. Si tratta di scegliere tra una difesa di illegittimi privilegi, irresponsabili e iniqui, e una società moderna, democratica,meritocratica, a partecipazione e coinvolgimento pubblico volta al miglioramento e all'innovazione dove le persone sono responsabili del loro operato e pienamente coinvolte nel processo produttivo del quale fanno parte.
Un'impresa dove i lavoratori sono tutti chiamati a essere parte integrante del processo produttivo rappresenta uno stimolo enorme alla competizione piuttosto che un "capitalismo" dove uno comanda,viene statalmente assistito e tutti gli altri eseguono e si sacrificano e pagano per i suoi eventuali errori.


[ Questo messaggio è stato modificato da: Quilty il 09-07-2006 alle 14:20 ]

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Hamish

Reg.: 21 Mag 2004
Messaggi: 8354
Da: Marigliano (NA)
Inviato: 09-07-2006 17:30  
quote:
In data 2006-07-09 14:03, Quilty scrive:
Che un'impresa sia costretta a mantenere il suo dipendente pagando i suoi contributi (attraverso il cuneo contributivo )mi sembra il minimo indispensabile! Persino nel medioevo il signore del feudo assicurava un tenore minimo di vita a coloro che lavoravano sotto la sua protezione!
Sul resto hai semplicemente rifiutato di affrontare l'argomento.


Quilty,non far finta di non capire.Io non ho messo in dubbio la legittimità dei contributi previdenziali,ci mancherebbe!!Io,con quella che voleva essere una provocazione ma che vedo non è stata colta,ho voluto solo mettere in evidenza l'insussistenza della tua tesi quando asserisci che le imprese prendono tutto e non danno nulla,che i lavoratori sostengono dei costi senza averne alcun beneficio etc.Tu hai detto "perchè un lavoratore dovrebbe sostenere dei disagi economici senza avere voce in capitolo?".Al che ti ho risposto "perchè allora un'impresa deve avere disagi economici (contributi previdenziali) senza ottenere alcun beneficio?".Ho solo voluto mostrare come fosse fallace il tuo ragionamento nel momento in cui venisse applicato da chi sta dall'altra parte della barricata.Tutto qui.

Per il resto,andiamo con ordine.
_________________
IO DIFENDO LA COSTITUZIONE. FIRMATE.

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Hamish

Reg.: 21 Mag 2004
Messaggi: 8354
Da: Marigliano (NA)
Inviato: 09-07-2006 17:46  
quote:
In data 2006-07-09 14:03, Quilty scrive:

Che è sempre lo stesso: lo sgravio del cuneo che, mi spiace se non hai letto i quotidiani, è il taglio fiscale (irap ad esempio) e contributivo (cioè i contributi che l'impresa e il lavoratore versa per la sua previdenza),un favore alla grande impresa , un sussidio pesantissimo che comporta meno entrate. E meno entrate, Repubblica di oggi, vale a dire tagli alla sanità , oltre al già citato taglio cointributivo (ed è per questo che la busta paga aumenta, poichè non versi più le tasse sulla tua pensione ma ti vengono addebitate subito sul tuo stipendio).

Quindi per favorire la competitività e i profitti di qualche miliardario tutti devono fare sacrifici, e la politica economica è volta a questo socialismo di stato per ricchi, quale è il capitalismo dagli albori fino ad oggi. Pochi vengono assistiti statalmente e il resto della popolazione lavora per i loro profitti. Lo scriveva persino Adam Smith nei suoi brillanti saggi.


1)non so quali in quale saggio Smith abbia mai detto una cosa del genere,anche perchè il principio cardine della scuola di Smith è quello del "lasseiz faire" ossia una totale assenza di intervento statale nell'economia.Non vedo come questo possa mai conciliarsi con l'assistenzialismo di stato di cui parli tu.

2)mi spiace,ma non ho letto la Repubblica in questi giorni,quindi non so di preciso in cosa consisterà il taglio del cuneo fiscale.Però posso dirti che ho appena letto questo su "Il sole 24 ore" : "Si parte dal taglio al cuneo fiscale sul lavoro (dove un elemento di selettività è stato indicato in favore del tempo indeterminato). Il ministro ha sottolineato che non si toccherà il sistema dei contributi pensionistici. " Più chiaro di così...Certo,ti dico a priori,che se il tagli del cuneo dovesse coincidere con un abbassamento delle pensioni non sarei d'accordo,anche se bisogna vedere di quali pensioni si tratta...Ma ,fino ad ora,mi sembra chiaro che di questo non si parla.

3)Meno entrate non vuole dire necessariamente tagli alla Sanità.Meno entrate può voler dire:A)Fine della missione di Iraq (cosa già avvenuta);B)Riduzione degli sprechi che comunque ci sono;C)Ripristino dei ticket per i redditi alti(a tal proposito sempre da 24 ore:"Sul fronte della sanità ritorna il ticket sui redditi alti") forse intendevi questo per tagli alla sanità?;D)Tassazione delle rendite e mille altre cose...
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IO DIFENDO LA COSTITUZIONE. FIRMATE.

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Hamish

Reg.: 21 Mag 2004
Messaggi: 8354
Da: Marigliano (NA)
Inviato: 09-07-2006 17:56  
quote:
In data 2006-07-09 14:05, Quilty scrive:
quote:
In data 2006-07-09 12:17, Hamish scrive:


L'ereditarietà sarebbe un limite della società capitalista...Caro il mio bel saputello,devi sapere che il benessere di tutti si fonda sull'innovazione e sul progresso.Innovazione e progresso richiedono investimenti e ,quindi,rischi.Se faccio un investimento sbagliato perdo i miei soldi,se ci azzecco ho la possibilità di guadagnare.Ma nessuno rischierebbe nulla se non avesse la possibilità di guadagnare per sè e per la sua famiglia.Un requisito essenziale per gli investimenti è quello della certezza della proprietà.Se io ho dei soldi li investo solo se so che poi l'azienda alla mia morte passerà alla mia famiglia.Se non ho questa certezza mi tengo i miei soldi e lascio quelli alla mia famiglia.Ma se nessuno investe,non si progredisce,da qui il bisogno di garantire la certezza della proprietà e il principio dell'ereditarietà.

Uno dei motori della prima rivoluzione industriale in Inghilterra è stata la cosidetta rivoluzione dell'enclosure,ossia delle recinzioni,che sostituì il sistema vigente dell'epoca,quello degli open fields (campi aperti) causando un grande aumento nelle derrate alimentare,motore indispensabile per mantenere e sostenere l'incremento demografico,imprescindibile per la rivoluzione industriale.




Innanzitutto io non conosco nessuna persona che apre un'attività senza indebitarsi.
Chiunque voglia gestire un'azienza con qualche operaio va in banca e si fa concedere un prestito. I soldi che poi recupera grazie alla sua attività imprenditoriale sono il contributo che tutta la sua impresa ha versato nel progetto. Quindi partiamo dal principio che la fortuna di un'azienda è lo sforzo di tutti. Solo uno però hA il potere desicionale, gli altri sono l'equivalente di schiavi salariati.

[ Questo messaggio è stato modificato da: Quilty il 09-07-2006 alle 14:20 ]

Cioè fammi capire,ma si indebita uno o si indebitano tutti?!

Tu fai il caso dell'impresa che va bene,parli di indebitamento,di produttività ed altre cose ma non dici una cosa fondamentale.

Se l'impresa va male chi paga?

Il lavoratore può sempre trovare un altro impiego,ma chi ha investito tutto indebitandosi,come hai detto tu,che fine fa?Questa è la domanda chiave.

Tu dici che non conosci nessuno che investe senza indebitarsi.Benissimo,ma io non conosco nessuno che investe senza avere idea di come far fruttare il suo investimento,di come gestire un'impresa.Non conosco nessuno che si prende un rischio del genere per poi far decidere ad altri come far fruttare quell'investimento.

Poi un punto non mi è chiaro.Tu parli di decisioni collegiali,ma chiarisci bene cosa intendi su questo punto.Chi deve prendere le decisioni?Secondo te tutti hanno le capacità e le conoscenze economiche per guidare un'impresa?Perchè va bene criticare il sistema,ma bisogna essere più chiari quando si propone l'alternativa.
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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 09-07-2006 17:57  
Meno entrate e tagli alla spesa sono due cose differenti...
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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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Hamish

Reg.: 21 Mag 2004
Messaggi: 8354
Da: Marigliano (NA)
Inviato: 09-07-2006 18:01  
Ah,comunque ti faccio notare che non mi hai risposto sul punto fondamentale del post di prima.Ossia perchè qualcuno dovrebbe investire se non vi fosse la proprietà privata.E di conseguenza di dimostrarmi che non c'è una connessione tra investimento e innovazione e progresso.

Ti sei messo a parlare di cose che non c'entrano nel discorso,tipo gli alberi dell'Amazzonia.Oddio,ne possiamo anche parlare,ma tutto ciò non c'entra nulla col post di prima.
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IO DIFENDO LA COSTITUZIONE. FIRMATE.

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Hamish

Reg.: 21 Mag 2004
Messaggi: 8354
Da: Marigliano (NA)
Inviato: 09-07-2006 18:04  
quote:
In data 2006-07-09 17:57, gatsby scrive:
Meno entrate e tagli alla spesa sono due cose differenti...


Non quando bisogna raggiungere un surplus di bilancio per ridurre il debito pubblico.E comunque la spesa può anche essere tagliata,purchè lo si faccia con criterio.
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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 12-07-2006 19:42  
Mi dispiace che non ci capiamo.
Prometto di andare al più presto a lezione di italiano; nel frattempo occorre un breve riepilogo.
Dunque, secondo Hamish il "disagio" che l'impresa sostiene è quello di dover pagare i contributi ai suoi dipendenti per garantirgli la pensione futura. Ho capito che sei favorevole su questo punto e che non era in discussione. Ma guardiamo un attimino oltre?
Questo "disagio" è ampiamente compensato dal fatto che i dipendenti lavorano anche loro per la pensione futura del dirigente dell'azienda, facendogli fare un sacco di soldi, ma veramente tanti, tanti quanto bastano per intere generazioni a venire.Senza di loro il capo non fa alcuna strada.L'avevo già scritto ma si vede che era scritto molto male.
Siamo quindi in parità.
Quali sono allora gli elementi di troppo che mi hanno fatto affermare che le imprese private,così come sono strutturate, sono organizzazioni totalitarie, disumane, antidemocratiche, che si prendono tutto e non danno nulla e sono l'equivalente del sistema sovietico o di quello medioevale?


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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 12-07-2006 19:44  
1/ La politica economica del governo è finalizzata a sostenere le esigente di pochi cittadini privati a discapito della maggioranza.
Lo Stato vara in continuazione leggi volte a sostenere l'economia tagliando le tasse alle aziende (ma non taglia le tasse di cinque punti ai commercialisti o ai dentisti perchè evidentemente la priorità è sostenere il mercato); lo stato (riforma dello scalone pensionistico di Berlusconi) aumenta l'attività lavorativa fino a 60 anni- lavori di più perchè le imprese ne hanno bisogno. Lo Stato vara leggi che introducono il lavoro precario ,perchè un operaio non fisso costa meno soldi all'impresa (legge Biagi).
Lo Stato taglia gli stessi contributi che l'azienda è tenuta a versare .Quel poco che dava è sempre di meno.I soldi li recupera tagliando -tar le altre cose-sanità e pensioni (Repubblica scrive così, ed è il giornale di sostegno del governo).
Lo Stato ha una serie continua di spese e un deficit che ripiana tagliando in continuazione lo stato sociale , sanità,pensioni, istruzione, introduce i ticket quando anni fa era tutto gratis.
Lo Stato non ha la stessa premura e le stesse attenzioni nei riguardi di tutti i cittadini, ma privilegia il sistema economico e taglia dove ha sempre tagliato, verso quella parte di popolazione meno abbiente.Questo perchè è il "capitalismo" che richiede che l'economia privata sia assistita statalmente per non essere spazzata via dalla concorrenza. Ovviamente questo assistenzialismo permette di ridurre la recessione economica e quindi salvaguarda l'interesse di tutti, ma le proporzioni tar chi viene assistito e chi no sono del tutto evidenti. Se devi essere assistito non sei più un cittadino privato come tutti, sei un privilegiato. Io lo chiamerei un parassita comunque.
Per questo se tutti dobbiamo fare dei sacrifici per garantire la nostra sopravvivenza e il trionfo in borsa di un miliardario che si avvale di questo assistenzialismo ,perchè il sistema non può essere costruito in modo che egli condivida non solo i suoi soldi ma anche le sue scelte con chi lo assiste?


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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 12-07-2006 19:50  
2/Se vado in banca e mi faccio prestare soldi per il mio progetto, ma poi non sono io da solo che recupero il denaro ma è lo sforzo di tutti che mi premia, io sono solo un prestanome. Non ho corso alcun rischio da solo-da solo-, ma assieme a tanti altri che se va male perdono il lavoro.
Un'impresa è un gruppo di persone. E ripago il debito non di certo da solo!
E' mai possibile che non sia concepita la possibilità che un gruppo di persone abbia un progetto? Lo deve avere solo e per forza un singolo il progetto per lo sviluppo, altrimenti tutto si ferma?
Su un progetto possono investire anche 50, 100 persone. Da cosa deriva questa rigidità di pensiero che noto in Hamish? E' veramente inconcepibile!

Tra l'altro io non ho fatto alcun esempio di imprese che vanno bene. Questa volta non ho scritto male io,al contrario: ho speso una decina di righe facendo l'esempio di un'azienda in recessione. I primi che pagano sono i lavoratori. Il punto è che queste persone pagano gli errori di qualcun altro, e non hanno possibilità di interferire con il processo produttivo. Ora, indipendentemente dal fatto che puoi trovare o meno un altro lavoro (a 50 anni credo che si faccia un pò fatica comunque), ma in che pianeta, in che universo esistono strutture dove tu lavori e non hai alcuna responsabilità nel progetto al punto che sei escluso da ogni opinione su come deve funzionare la produzione della ditta? In quale buco nero dell'iperspazio esiste un luogo dove uno ha la decisione su tutto e se operi male certo paghi anche tu, ma pure tutti quelli che ti sei portato dietro e che non hanno la possibilità di dire nulla?
Non esiste alcun posto , solo su questa terra con una storia di massacri alle spalle,uno dietro l'altro,proprio perché le scelte sono basate su tirannie . Nessuno vuole la guerra, ma se comandano in pochi e le risorse le hanno loro la guerra è un affare che riguarda tutti, ma ridotto a una penosa controversia privata.

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Quilty

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Da: milano (MI)
Inviato: 12-07-2006 19:52  

Certo che non ci sarebbe alcun pazzo che investirebbe da solo sapendo di dover condividere i suoi progetti e i suoi soldi. Per come è strutturato questo sistema non potrebbe esistere. Ma ci sarebbero invece migliaia di persone che metterebbero assieme un'idea comune se sapessero che i loro sforzi e il loro contributo valgono tanto quanto la responsabilità che ognuno di loro ha sulla questione.Migliaia di migliaia, al confronto con uno!
In effetti è un pò buffo sostenere che il "capitalismo " è sinonimo di progresso. Io direi che i costi che occorre affrontare in termini di denaro pubblico, democrazia sul lavoro e limitazioni spaventose dell'ingegno comune danno come risultato un lento avanzamento di pochi privilegiati che sbaffano alle spalle altrui, del tutto illegittimamente e in alcuni casi, quando si tratta di risorse comuni (legno, minerali,combustibili) a tutti un vero e proprio furto.

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