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Autore Il concetto di morte nei malati terminali.
gmgregori

Reg.: 31 Dic 2002
Messaggi: 4790
Da: Milano (MI)
Inviato: 21-01-2004 08:27  
Ecco sentite ieri. Io non sono nulla, ma:

Giacchè ieri ho umiliato, con mia grande felicità, la terribile relatrice di una conferenza sulla psiconcologia, vorrei porvi il problema, che non riguarda nè l'oncologia nè la psicologia.
La collega dopo un'ora di narcisistica relazione con tanto di disegnini word ecc, proiettati al tachitoscopio, ci ha illustrato, il concetto che i malati terminali debbano essere.
1) supportati
2) psicoeducati alla morte
3) intervento(correre nel caso ci siano paure circa la morte che causini agitazione) sulla crisi, utilizzando il setting e le mura come parte di Noi operatori e della loro angoscia di morte
4) psicoterapia addizzionale(?)

Dopo un bel po' ho espresso io mio personale scettiscisimo, dicendo che questo metodo supportava il narcisismo dell'operatore, senza prendere minimamente in considerazione che il concetto di consapevolezza di morte e di angoscia di morte ha così tante connotazioni, che l'etnocentrismo di questo intervento strutturale mi lasciava fortemente dubbioso e critico verso l'irrispettosa attività diella scienza positivista ambulatoriale sull'inerme malato. Dato che il concetto "Angoscia di morte" non ha alcun senso in alcune culture, così come il suo senso e la sua elaborazione, suggerivo che il ritiro anticipatorio( il desiderio del pz di non voler essere supportato, causa sue filosofie circa il senso della morte non consone con l'intusività dell'operatore e della teoria) dovesse essere rispettato. La collega sosteneva che in quesi casi si dovesse comunque attivare un'"attività" comunicativa che spingese il malato sia a parlare che a sperimentare la morte.
Ancora decisi, impudente, a ostentare lo scetticismo che mostravo verso lo struttularismo impietoso del camice bianco, il cui tema fobdamentale era IO, IO, IO.
A quel punto portai l'esempio di un mio viaggio in paesi lontani e parlai del concetto di morte nel Dogon, di Yapilu, e di aspettativa salvivfica nelle culture animiste.
La risposta della collega mestruata fu che anche lei scrisse una tesi sui problemi dell'etnocentrismo scientifico.
A quel punto dovetti uscire dicendo.
"Scusate a tutti se mi sono permesso di confutare l'enorme sforzo, verso il quale io porto grande rispetto, per la vostra teroria riferendomi al responsabile del Dipartimento di Salute mentale ma finchè non avrò delle riprove circa l'effettiva "Non so che" produzione della teoria, accadrà, o che morirò suicida perchè nessuno di voi mi darà più lavoro, o che l'idea che non si è parlato nè di oncologia, nè di morte venga presa seriamente in considerazione da voi.

Cosa ne pensate?

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La verità è che la maggior parte dei rapinatori sono emeriti coglioni

[ Questo messaggio è stato modificato da: gmgregori il 21-01-2004 alle 08:31 ]

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gmgregori

Reg.: 31 Dic 2002
Messaggi: 4790
Da: Milano (MI)
Inviato: 21-01-2004 08:30  
Ovviamente, c'è stata molta solidariatà verso la mia "non tesi" perchè nel 2004 si dovevano aspettare una risposta del genere.
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la bruttura del vuoto è tanto profonda fin quando, cadendo, non ti accorgi di poterti ripigliare. I ganci fanno male, portano ferite, ma correre e faticare per poi giorie è un obbiettivo per cui vale la pena soffrire.
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danysil

Reg.: 29 Ott 2003
Messaggi: 864
Da: roma (RM)
Inviato: 21-01-2004 09:15  
si...xò l'appellativo "collega mestruata" da te non me l'aspettavo!!!
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LeLLa
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Se esprimi un desiderio è perché vedi cadere una stella, se vedi cadere una stella è perché stai guardando il cielo, se stai guardando il cielo è perché credi ancora in qualcosa.

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aralis

Reg.: 18 Ott 2003
Messaggi: 3151
Da: bolzano (BZ)
Inviato: 21-01-2004 09:43  
quote:
In data 2004-01-21 09:15, danysil scrive:
si...xò l'appellativo "collega mestruata" da te non me l'aspettavo!!!




Stavo per scrivere esattamente la stessa cosa, poi ho visto il tuo post.

A GM posso solo dire che sono tutte belle parole, le sue, ma al malato terminale, per quello che ne so, e ne so,di tutte le teorie psicologiche che riguardano l'affrontare la morte, non gliene frega un tubo. La maggior parte di loro quando si rende conto di essere alla fine della vita non vuole parlare proprio con nessuno, il più delle volte tendono ad " odiare " chi li assiste, l'unica cosa che chiedono è terapie che funzionino contro il dolore, e purtroppo non sempre negli ospedali ne ricevono di adeguate. Questa è la realtà, il resto sono parole. Le tue, le mie, quelle della " collega mestruata "

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Ondina
ex "Plumett"

Reg.: 24 Apr 2003
Messaggi: 2205
Da: Padova (PD)
Inviato: 21-01-2004 14:12  
concordo totalmente..
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seanma

Reg.: 07 Nov 2001
Messaggi: 8105
Da: jjjjjjjj (MI)
Inviato: 21-01-2004 14:31  
Bene ha fatto il nostro Gm a puntualizzare un fatto di capitale importanza:non tutti vedono la morte come la interpreta la cultura materialistico-nichilista del Secolo Ventunesimo...certamente lodevole è il tentativo di fornire un approccio consolatorio ai pazienti più sensibili,ma questo non deve diventare ,come ha già anche detto Gm stesso,una manifestazione di egoistico(narcisistico)altruismo,del tipo "Aggrappati a me,che ti condurrò immacolato dalla Grande Signora Nera" .

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ginestra


Reg.: 02 Mag 2003
Messaggi: 8862
Da: San Nicola la Strada (CE)
Inviato: 21-01-2004 15:32  
Infatti, da quando ogni sofferenza si vuole trasportare in un campo psico-pedagogico,si dicono solo grandi cazzate, a fiumi......
A prescindere dal concetto che ogni popolo ha della morte, vuoi per cultura, vuoi per accettazione religiosa,la morte rimane sempre un grande ostacolo all'esplicazione e all'attuazione dell'istinto di conservazione.
Quando poi essa porta a immense sofferenze, il malato, in verità, se ne sbatte altamente della psicoterapia o di qualche altro aggeggio infernale partorito dalla mente dell'uomo, l'unico suo scopo è quello di non provare dolore, dato che quest'ultimo, purtroppo, diventa il suo abituale compagno.
Una cara amica mi raccontò del fratello, morto per cancro alle ossa,egli, quando gli somministravano la morfina, diceva che i suoi pochi attimi addirittura di godimento, erano quelli.
Cmq, Gregori, non te la prendere più di tanto, questi corsi "inventati" dai ministeri o da chi altro, sono spesso inutili ma utili ai relatori che vengono pagati profumatamente per venire ad indottrinare i malcapitati.
Un po' come succede nella scuola, corsi di aggiornamento che non servono ad un bel niente,ma intanto i relatori prendono soldi e soldi, lasciandoti insoddisfatta e , sinceramente con le p... piene.Tu pensa a quanti corsi mi son dovuta sorbire sulla "valutazione", al punto che ho schifato questa parola al solo nominarla.
Si cercano teorie e teorie, quando si potrebbero trascinare corsi e conferenze su un aspetto piuttosto pratico e, soprattutto reale.
_________________
E tu, lenta ginestra,che di selve odorate queste campagne dispogliate adorni, anche tu presto alla crudel possanza soccomberai del sotterraneo foco, che ritornando al loco già noto, stenderà l'avaro lembo su tue molli foreste.......

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gmgregori

Reg.: 31 Dic 2002
Messaggi: 4790
Da: Milano (MI)
Inviato: 21-01-2004 17:11  
quote:
In data 2004-01-21 09:43, aralis scrive:
quote:
In data 2004-01-21 09:15, danysil scrive:
si...xò l'appellativo "collega mestruata" da te non me l'aspettavo!!!




Stavo per scrivere esattamente la stessa cosa, poi ho visto il tuo post.

A GM posso solo dire che sono tutte belle parole, le sue, ma al malato terminale, per quello che ne so, e ne so,di tutte le teorie psicologiche che riguardano l'affrontare la morte, non gliene frega un tubo. La maggior parte di loro quando si rende conto di essere alla fine della vita non vuole parlare proprio con nessuno, il più delle volte tendono ad " odiare " chi li assiste, l'unica cosa che chiedono è terapie che funzionino contro il dolore, e purtroppo non sempre negli ospedali ne ricevono di adeguate. Questa è la realtà, il resto sono parole. Le tue, le mie, quelle della " collega mestruata "

ma è quello che tico io, avete letto bene?

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aralis

Reg.: 18 Ott 2003
Messaggi: 3151
Da: bolzano (BZ)
Inviato: 21-01-2004 17:19  
quote:
In data 2004-01-21 17:11, gmgregori scrive:
quote:
In data 2004-01-21 09:43, aralis scrive:
quote:
In data 2004-01-21 09:15, danysil scrive:
si...xò l'appellativo "collega mestruata" da te non me l'aspettavo!!!




Stavo per scrivere esattamente la stessa cosa, poi ho visto il tuo post.

A GM posso solo dire che sono tutte belle parole, le sue, ma al malato terminale, per quello che ne so, e ne so,di tutte le teorie psicologiche che riguardano l'affrontare la morte, non gliene frega un tubo. La maggior parte di loro quando si rende conto di essere alla fine della vita non vuole parlare proprio con nessuno, il più delle volte tendono ad " odiare " chi li assiste, l'unica cosa che chiedono è terapie che funzionino contro il dolore, e purtroppo non sempre negli ospedali ne ricevono di adeguate. Questa è la realtà, il resto sono parole. Le tue, le mie, quelle della " collega mestruata "

ma è quello che tico io, avete letto bene?



certamente,infatti ho scritto che sono belle parole, hai letto bene? Rimane il fatto che sono solo parole, purtroppo, alla fine i malati terminali chiedono soprattutto morfina, morfina, morfina.E non parole.
Quel passaggio sulla collega, per rispetto alle signore e signorine, forse te lo potevi anche risparmiare.
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danysil

Reg.: 29 Ott 2003
Messaggi: 864
Da: roma (RM)
Inviato: 21-01-2004 18:39  
anche io volevo dire lo stesso.
sono assolutamente d'accordo su tutto quello che hai scritto, facevo solo l'appunto "alla signorina mestruata" perchè non l'ho trovata un'espressione ... carina, o almeno, non me l'aspettavo da te!
_________________
LeLLa
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