gmgregori
 Reg.: 31 Dic 2002 Messaggi: 4790 Da: Milano (MI)
| Inviato: 26-05-2003 20:12 |
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Il film ha tutte le prerogative per essere annoverato nella storia di tutti quei film che ben descrivono la contraddizione tra volere e potere, dove il destino e il paesaggio rompono la strada verso un qualcosa per incedre in catastrofi più o meno morbose.
L’elemento fondamentale di questo film, come anche il celebre di Scorsese(ricordo che Bonelli ci ha fatto un numero di Dylan Dog) o Duel di Spielberg, piuttosto che Un Tranquillo Weekend di Paura, è la tensione di essere braccati su rilievi territoriali lunghi, in grado di offrire oggettive su larga scala, come a rappresentare la fragilità dei confini del nostro corpo e del mondo in cui viviamo.
Impossibilità di programmare, di rendere leggibili gli spazi di vita. Dietro la suspence regna l’ignoto.
Ricordate La Macchina Nera?
In questi film, il silenzio, la regolarità delle giornate distruggono il concetto di normatività, aprendo la strada alle certezze fittizie che si traducono in una patatina con un bel dito mozzato. Sembra un particolare simpatico, ma non lo è affatto. Vi siete mai persi nella nebbia? Bè, se la risposta è si siete stati fortunati.
Di nuovo, perché questi film, “duellanti” col nostro destino si aprono a spazi aperti, senza delimitazioni o contorni?
Forse perché li creiamo noi!
Da qui, di nuovo, il LUOGO lo possiamo delimitare ma rimane una nicchia creata da noi che una volta aperta entra in un Black Hole da cui è difficile uscire!
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non c'è niente di peggio di una ragazza che la pusher del proprio corpo
[ Questo messaggio è stato modificato da: gmgregori il 26-05-2003 alle 20:13 ]
[ Questo messaggio è stato modificato da: gmgregori il 26-05-2003 alle 23:12 ] |
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