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Autore killing zoe
gmgregori

Reg.: 31 Dic 2002
Messaggi: 4790
Da: Milano (MI)
Inviato: 05-04-2003 07:16  
Film atipico, sulle srade di Parigi, il rosso fuoco domina .
Eric Stolze semplicemente perfetto nel ruolo aggancia un film aggressivo, dove tutto finisce nell'anarchia dell'irrazionalità di un colpo degenerato. Ma L'happy end di Stoltze era azzeccato.
In più il film ci da delle chicche fantastiche, localini underground, violenza Trarantniana degenarata in chissà cosa e battute come:
"Cazzo ho un maldistesta..."
"Sarà stato il vino spagnolo di ieri sera"
E poi il rosso. Quel rosso vivo , forte. Il rosso è il coloro schok, evoca aggressività, pulsioni sessuali, frammantazione.
Consiglio a tutti il film!
Cosa migliore? Il dialogo in taxi tra Stolze e il guidatore, emblematico per capire il film!
Anche la Delphy non scherza, carina e impaurita fa quasi pena!

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" I woul' say i'm sorry if I thought that you woul' change your mind"
The cure.
Boys don'y cry

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gmgregori

Reg.: 31 Dic 2002
Messaggi: 4790
Da: Milano (MI)
Inviato: 05-04-2003 07:33  
Un debutto non male per il co sceneggiatore di Tarantino!
Però staccatevi da lui.
Punto forte: ironia
Punto debole: La Dephy, ma ci può stare.
Chicca: le note musicali immaginate da stolze sotto effeto di qualche diavoleria datagli da Eric il diavolo.
Fotogramma impercettibile di un qualcosa di abominevole che commette Eric.
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la bruttura del vuoto è tanto profonda fin quando, cadendo, non ti accorgi di poterti ripigliare. I ganci fanno male, portano ferite, ma correre e faticare per poi giorie è un obbiettivo per cui vale la pena soffrire.
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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 07-08-2006 14:12  
KILLING ZOE di Roger Avary (imitation of Pulp) 1995

“la sicurezza è fondamentale per raggiungere l’orgasmo”

Contemporaneamente al travolgente tsunami del successo di Pulp Fiction, uno degli sceneggiatori, Roger Avary, si mette dietro la macchina da presa e decide di descrivere una sanguinosa rapina in una banca di Parigi, il giorno della presa della Bastiglia.
Dopo un preambolo per le vie di Parigi vediamo il rapinatore americano Zed (esperto scassinatore di casseforti) e l’accompagnatrice Zoe (aspirante artista) amarsi mentre sul televisore va in onda Nosferatu di Murnau.
Eric è il francese capo banda paranoico e sieropositivo che ha progettato il colpo alla Banca Internazionale di Parigi il giorno della presa della Pastiglia (drug) (ma sembra la brutta copia del maniaco paranoico Gary Oldman in Leon di Luc Besson).
Tra fiumi di droga e alcol, in riprese al rallentatore che sembrano sottolineare la dannazione di queste anime infernali, con un sottofondo jazzistico da falso contrappunto, questa banda di disperati sembra discendere direttamente da Toby Dammit. La rapina si rivela un disastro al cubo e alla fine l’amicizia verrà travolta dall’istinto di sopravvivenza e dall’amore. Pur sfruttando un tema abbastanza avvincente e con qualche soluzione stilistica abbastanza azzeccata (il tema del sangue: da quello succhiato dal vampiro a quello infetto che si sparge abbondantemente sulle ferite dei due protagonisti) il film lascia un senso di insoddisfazione, di coito non consumato per troppa carne al fuoco. In bilico tra efferatezze sadomasochistiche e scarsi tentativi di sdrammatizzazione, il film si inabissa trascinato giù soprattutto da attori che non mi sembrano molto convinti di quello che stanno facendo (a parte Eric Stolz) e con cambi di tono improvvisi e a volte fastidiosi.
Il film è prodotto da Quentin Tarantino ma onestamente non c’è un solo fotogramma o dialogo in cui si sente la sua mano.
Appena sufficiente.


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L'uomo vive di ragione, ma sopravvive di sogni.

[ Questo messaggio è stato modificato da: Schizobis il 07-08-2006 alle 14:13 ]

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