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Autore la scala a chiocciola
ilaria78

Reg.: 09 Dic 2002
Messaggi: 5055
Da: latina (LT)
Inviato: 22-03-2003 19:13  
Un film di Robert Siodmak del 1946.
La trama in due parole:
un serial killer affligge una cittadina americana,uccidendo donne che hanno diverse infermità.
La protagonista è una ragazza muta(per via di uno choc subito da bambina),scopre che il serial killer è l'uomo per cui lavora,assistendone la matrigna,che tenta di ucciderla,ma riesce a salvarsi e a superare lo choc,grazie all'aiuto dell'anziana donna e ad una serie di impreviste scoperte.



Siodmak, tedesco emigrato in America durante la seconda guerra mondiale,è naturalmente influenzato dal cinema del suo paese e lo si vede nell'uso delle luci,degli specchi e anche nell'apertura stessa del film con questa scala a chiocciola che ci rimanda dritti all'espressionismo tedesco.
Siodmak fa riferimento alla psicanalisi,forse è uno dei primi a mettere in scena il logorio,le motivazioni che spingono ad operare un serial killer,certo sempificando i meccanismi,ma ci fa vedere come il protagonista vuole punire le donne che hanno delle imperfezioni,vuole essere colui che "domina la debolezza e annienta le imperfezioni",rifacendosi continuamente al motto che ha accompagnato suo padre(figura di cui è sicuramente vittima,insieme al fratellastro):"il forte sopravvive il debole muore",interpretandola chiaramente in modo distorto,si rammarica che il genitore non possa vederlo ora che è potente e dispensatore di pace per quelle poverette sofferenti.
Il suo delirio e la sua pazzia ci sono mostrati in maniera magistrale,con soggettive in cui le immaggini sono distorte,e il "difetto"delle vittime è messo in risalto,anche con una mancanza,infatti quando il professore,osserva la nostra protagonista,la vede senza bocca.
Quindi tra complessi edipici,deliri di onnipotenza,il professore uccide le sue vittime,e per poco non riesce a far ricadere la colpa sul fratellastro.
Il film racconta tutta una notte nella casa del professore,con un eliminare in maniera fortuita o forzata tutti gli ostacoli che si frappongono tra lui e Helen:
-il dottore che ama la ragazza(e cerca di farla tornare a parlare,provando a farle rivivere i momenti che l'hanno choccata -ritorna la psicoanalisi )deve andare via perchè un paziente sta molto male.
-il marito della cuoca è mandato in città per una commissione "urgente"
-la cuoca si ubriaca e si addormenta come un sasso
-la segretaria viene uccisa,un po' per gelosia(ha lasciato il professore per mettersi col fratello)e un po' per far incriminare il fratello
-il fratello viene chiuso da Helen in cantina proprio perchè crede sia lui il maniaco.
Non fa i conti con la matrigna che immagina che l'assassino sia uno dei due figli,che ha coperto per tanti anni,e che decide di fermare,sparandogli.
Lo choc aiuterà Helen a ritrovare la voce e finalmente a condurre una vita normale e felice.

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...quando i morti camminano signori..bisogna smettere di uccidere...

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gmgregori

Reg.: 31 Dic 2002
Messaggi: 4790
Da: Milano (MI)
Inviato: 22-03-2003 19:24  
si trova facilmente?
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la bruttura del vuoto è tanto profonda fin quando, cadendo, non ti accorgi di poterti ripigliare. I ganci fanno male, portano ferite, ma correre e faticare per poi giorie è un obbiettivo per cui vale la pena soffrire.
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ilaria78

Reg.: 09 Dic 2002
Messaggi: 5055
Da: latina (LT)
Inviato: 22-03-2003 19:28  
bo..io l'ho registrato su rai uno qualche tempo fa....qualsiasi film passa in tv il mio videoregistratore lo accaparra...
penso che in un videoteca che ha anche i classici sia facile trovarlo
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mallory

Reg.: 18 Feb 2002
Messaggi: 6334
Da: Genova (GE)
Inviato: 22-03-2003 20:14  
Brava Ila...
ora sono di fretta,ma risponderò presto....
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ilaria78

Reg.: 09 Dic 2002
Messaggi: 5055
Da: latina (LT)
Inviato: 23-03-2003 15:05  
ops ops...tra le tante cose che non ho detto di questo film...non mi pare il caso di tralasciare la suspence che in ogni momento è palpabile,dall'episodio della chiave che Helen lascia cadere nella pozzanghera quando il killer la segue nel giardino,alle varie "discese"in cantina,alla inquietante signora Warren ecc
e anche la buona recitazione della protagonista, Dorothy McGuire,che non proferisce parola per tutto il film ma nonostante questo riesce ad essere espressiva e coinvolgente!

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Daniel


Reg.: 14 Feb 2003
Messaggi: 4301
Da: Nuoro (NU)
Inviato: 23-03-2003 15:10  
Ho provato a noleggiarlo ma è sempre fuori ... appena riesco a visionarlo ti rispondo ... cmq interessante
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Natalie

Reg.: 24 Dic 2002
Messaggi: 464
Da: S.pietro (VR)
Inviato: 23-03-2003 19:32  
Yesssss! davvero interessante

Natalie+Apocalypse
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mallory

Reg.: 18 Feb 2002
Messaggi: 6334
Da: Genova (GE)
Inviato: 24-03-2003 00:25  
I rimandi della pellicola in questione all'espressionismo cinematografico si limitano ad una tipologia di rappresentazione registica che va da un forte contrasto di luci ed ombre alla fusione tra realtà e sogno,mentre l'astrattismo viene invece reintegrato da una costruzione filmica più coerente al cinema di genere,fatto di perpendicolarità visive e concatenazioni didascaliche della fruzione immagine-tematica.
Rimane quindi la potenzialità espressiva della corrente tedesca,ma la pellicola assume caratteristiche più simboliche che artistico-espressioniste,le caratteristiche,che lo stesso Siodmak converge metaforicamente con la rappresentazione canonica del giallo,non sono altro che richiami alle teorie estremiste sulla purezza della razza;ecco quindi che lo psicopatico che assassina le donne handicappate,non solo è un rimando all'incipit del filone dei serial killer di cui è padre Fritz Lang,ma è il chiaro traslato del Nazismo.

Prima con La donna fantasma,poi con La scala a chiocciola,Siodmak,segna il netto passaggio da un filmografia prettamente filoespressionista ad un'introduzione al meccanismo cinematografico Hollywoodiano degli anni '40.
E la stessa natura natura dell'espressionismo viene quasi stravolta da una metodologia di rappresentazione,dove la trama assume un ruolo significativo,sostenuta non solo dalla messa in scena ma anche dalla lettura psicologica che i personaggi offrono allo spettatore,scrollandosi di dosso l'univoca immagine stereotipata.

Per questi motivi,La scala a chiocciola,è uno dei film che sento di dover elogiare per la sua completezza,per la sua minuziosa fattura,che non tralascia alcun aspetto al caso.Già dai titoli di testa si ha la senzazione di trovarsi di fronte ad un prodotto "ibrido" di differenti culture cinematografiche...Basti pensare alla ripresa dall'alto della scala a chiocciola a inizio film,che ricorda un occhio,quello stesso grande occhio che durante il film ci viene mostrato come unico dettaglio dell'assassino,un occhio scrutante le debolezze dell'uomo pronto ad infliggere la sofferenza,esattamente come il grande occhio discriminante del regime dittatoriale nazista.
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ilaria78

Reg.: 09 Dic 2002
Messaggi: 5055
Da: latina (LT)
Inviato: 24-03-2003 18:35  
quote:
In data 2003-03-24 00:25, mallory scrive:


titoli di testa si ha la senzazione di trovarsi di fronte ad un prodotto "ibrido" di differenti culture cinematografiche...Basti pensare alla ripresa dall'alto della scala a chiocciola a inizio film,che ricorda un occhio,quello stesso grande occhio che durante il film ci viene mostrato come unico dettaglio dell'assassino,un occhio scrutante le debolezze dell'uomo pronto ad infliggere la sofferenza,esattamente come il grande occhio discriminante del regime dittatoriale nazista.



e questo inizio di film,con la scala che sembra un occhio non ci ricorda anche l'inizio di vertigo?

complimentissimi,ottimo il riferimento al nazismo che avevo dimenticato!!!!
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fuzzi5

Reg.: 30 Set 2004
Messaggi: 314
Da: Recco (GE)
Inviato: 18-03-2005 09:24  
The spiral staircase (b\n, Usa, 1946) regia di Robert Siodmak
con Dorothy McGuire, George Brent, Ethel Barrymore
Nel New England di inizio secolo, in un piccolo paesino di provincia, un serial killer ante litteram sta facendo strage di tutte le donne con menomazioni fisiche. Helen, diventata muta in seguito allo shock per la morte dei genitori, dovrà vedersela con l'assassino, che è più vicino d quanto lei stessa creda...
Un piccolo capolavoro del cinema classico hollywoodiano. Il meglio delle regole classiche applicate al cinema horror. Un thriller che nn ha niente da invidiare a film + recenti, e che anzi riesce ad essere godibile nonostante la sua età. Perfetta la coordinazione degli eventi, in ottima sintesi da tragedia aristotelica (le regole su spazio, tempo e vicenda...)e la tempistica horror che da davvero un senso di inquietudine e mistero fino alla fine.
Il film risente sicuramente anche del clima della guerra appena conclusa: l'assassino che cerca di liberare l'umanità da
esseri imperfetti (le donne menomate) ricorda molto la folle ideologia nazista.
bella fotografia, bravissimi gli attori (la protagonista su tutti, ma anche la vecchia signora malata) e grande Siodmak: ottimo soprattutto nel girare a proprio favore i limiti imposti dalla censura (il famigerato codice Hayes che vietava di mettere in scena assassinii): gli omicidi avvengono sempre tra un "vedo/nn vedo" che li rende affascinanti.
davvero un caplavoro che forse meriterebbe di più in quanto film di terrore e in quanto film classico.

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non accettate le provocazioni dei perbenismi

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