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una riflessione sul cinema |
mallory
![](/forum/images/star_06a.gif) Reg.: 18 Feb 2002 Messaggi: 6334 Da: Genova (GE)
| Inviato: 02-03-2003 03:05 |
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Si parla da molto tempo di una presunta morte del cinema,presunta perchè questa morte è causata da un pubblico che non si accorge che il prodotto che gli viene posto davanti agli occhi non è più cinema,bensì una sorta di intrattenimento che specula su un'arte ormai vanificata.
Sempre più spesso lo spettatore si accosta a quella concezione cinematografica retorica,che le majors della cinematografia mondiale,hanno apportato al cinema contemporaneo;limitando ordinariamente le pratiche di interpretazione del pubblico,in maniera lucrosa e tendenzialmente apatica.
E lo fanno attraverso l'inconsapevolezza di un pubblico affamato,che ingurgita qualsiasi prodotto gli venga proposto,perchè assolutamente incapace di giudicare senza quei parametri di giudizio sottrattigli ormai decenni addietro.
Eppure sono convinta che,se la produzione cinematografica trae profitti dai propri subdoli mercati dell'arte,veri e propri "centri commerciali" di cinema;succede solo perchè si avvale di una sommaria ignoranza che ottenebra le menti dei consumatori cinefili.
Basterebbe davvero una previa conoscenza della settima arte,per rindirizzare le sorti del cinema?
Non più verso una morte certa,ma un rinvigorimento,grazie ad una selezione più attenta effettuata da un pubblico più esigente...
Ricordo che di morte del cinema si parlò anche nel 1929,durante il passaggio dal muto al sonoro;ma questo non avvenne,semplicemente perchè il cinema,attraverso questa rivoluzione crebbe e si reinventò in mille modi differenti,in mille luoghi differenti,attraverso le ripercussioni di una realtà storica che forgiò l'espressione cinematografica dal di fuori,dando un nuovo significato alla fruizione dell'immagine in movimento.
Ed è proprio attraverso vere e proprie dittature da parte delle case di produzione,che si affermò,non affermandosi affatto,un regista del calibro di David Wark Griffith,che introdusse il linguaggio filmico nella costruzione del film,espresso dal montaggio;da considerarsi la bibbia per coloro che saranno gli artefici dei film d'autore,liberi interpretatori e manipolatori di conoscenze,in grado di plasmare le nozioni teoriche in vere e proprie forme d'arte.
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gmgregori
![](/forum/images/star_06a.gif) Reg.: 31 Dic 2002 Messaggi: 4790 Da: Milano (MI)
| Inviato: 02-03-2003 05:49 |
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Vedi, soprattutto nel centro e nella costa occidentale(USA), i film sono proiettati nei MALL che sarebbero dei centri commerciali grossi come città e questa la dice tutta.
Non credo si possa parlare di morte del cinema, quanto piuttosto di una crisi di idee. Finita la guerra fredda e con la conseguente perdita del demonio per eccellenza i film di spionaggio hanno lasciato il tempo che trovano. A prescindere dal fatto che ci sono film d'autore di notevole qualità il mercato commerciale ha perso il controllo propinandoci di tutto tranne originalità, tanto che forse anche la Praderio fa fatica a recensire.
Sia chiaro ci sono tante eccezzioni, ma la vedo così.
Dal punto di vista tecnico anche se non ho una grande conoscenza del campo non saprei che dire, anche se il mopntaggio ha fatto passi da gigante.(così mi dicono)
Bye!
_________________ la bruttura del vuoto è tanto profonda fin quando, cadendo, non ti accorgi di poterti ripigliare. I ganci fanno male, portano ferite, ma correre e faticare per poi giorie è un obbiettivo per cui vale la pena soffrire.
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Tristam ex "mattia"
![](/forum/images/star_06a.gif) Reg.: 15 Apr 2002 Messaggi: 10671 Da: genova (GE)
| Inviato: 02-03-2003 06:55 |
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[ Questo messaggio è stato modificato da: Tristam il 27-09-2007 alle 03:16 ] |
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aderus
![](/forum/images/star_04a.gif) Reg.: 30 Dic 2002 Messaggi: 113 Da: Bologna (BO)
| Inviato: 02-03-2003 10:55 |
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Il cinema che sperimenta, racconta grandi storie, si rinnova e s'interroga esiste ancora, ma è riservato solo ad un pubblico molto limitato, e non riesce ad andare oltre ad una distribuzione invisibile oppure in certi Paesi non esce nemmeno (leggi Italia)...
Trionfa, invece, il cinema sciatto e mediocre, che non racconta nulla di interessante o di innovativo, prodotti costruiti a tavolino per incantare il pubblico più ingenuo.
Il grande pubblico (e in particolare i più giovani, che sono i maggiori frequentatori delle sale) ha - salvo casi eccezionali - una cultura cinematografica molto ridotta (o addirittura assente), con conoscenze limitate agli ultimi blockbuster hollywoodiani. Pochissimo si sa del cinema europeo, niente di quello orientale, certi autori di alto livello non sono mai stati sentiti nominare.
Finché al cinema si andrà per vedere l'ultima buffonata strombazzata dalla tv, la settima arte dovrà continuare il suo processo di auto-distruzione.
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gmgregori
![](/forum/images/star_06a.gif) Reg.: 31 Dic 2002 Messaggi: 4790 Da: Milano (MI)
| Inviato: 02-03-2003 11:33 |
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quote: In data 2003-03-02 06:55, Tristam scrive:
per me il cinema è morto. sono mesi che lo ripeto e giusto adesso lo ricordo a tutti.
il cinema è morto esattamente quando è diventato di dominio pubblico, esattamente quando si è iniziato a credere che in quanto arte facilmente accessibile fosse altrettanto facile capire i film...
da quando il pubblico ha iniziato a dimostrare il proprio gradimentio verso film via via sempre più stupidi il cinema lentamente è diventato un'idiozia per molti.
nessuno conosce la storia del cinema.
nessuno ha visto un film di walsh, quando poi qualcuno sa chi sia. come di siegel, karson, boetticher per citare qualche americano... ma basta chiedere di Keaton....
credo cher la gente che pretende di amare e venerare il cinema senza conoscerlo o avere l'intenzione seria di conoscerlo sia quella stessa gente che spinge ler case di produzione e poi di distribuzione a cercare di farci passare per idioti.
personalmente finchè resterò in vita non smetterò di ripetere che il cinema va investigato e smontato dal dentro. chi non fa una cosa del genere non ama il cinema, è solo confuso.
| Scusami, il cinema va investigato. Sono d'accordo. Ma non si può pretendere che diventi una forma d'arte elitaria. Scusami ma trovo il tuo post estremo. Come puoi dire che chi non "investiga" non ama il cinema! la trovo un'esagerazione!
Inoltre, e questo vale per tutto, non si pretende di amare, al massimo si ama!
_________________
Ponyboy scopre che giudice e udienza sono diversi da come si aspettava, che Darry e Soda provavano sentimenti che non conosceva, e che forse un certo tema non è impossibile da descrivere.
[ Questo messaggio è stato modificato da: gmgregori il 02-03-2003 alle 11:35 ] |
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gmgregori
![](/forum/images/star_06a.gif) Reg.: 31 Dic 2002 Messaggi: 4790 Da: Milano (MI)
| Inviato: 02-03-2003 11:42 |
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comunque per chi è interessato alle Pubblicazioni di carattere generale
Albano, Lucilla (a cura di) - Il racconto tra letteratura e cinema, Roma, Bulzoni, 1997
Bacon, Henry - Continuity and Transformation: the Influence of Literature and Drama on Cinema as a Process of Cultural Continuity and Renewal, Helsinki, Suomalainen Tiedeakatemia, 1994
Bragaglia, Cristina - Il piacere del racconto. Narrativa italiana e cinema: 1895-1990, Firenze, La Nuova Italia, 1993
Brancaccio, Lorenzo - Storia di due amori: cinema e letteratura, Grafica Anselmi, 2000
Branigan, Edward - Narrative comprehension and film, London-New York, 1992
Brooker-Bowers, Nancy - The Hollywood Novel and other Novels about Film, 1912-1982: an Annotated Bibliography, New York, Garland, 1985
Brunetta, Gian Piero (a cura di) - Letteratura e cinema, Bologna, Zanichelli, 1976
Brunetta, Gian Piero - Nascita del racconto cinematografico: Griffith 1908-1912, Padova, Patron, 1974
Bussi, G. Elisa e Salmon Kovarski, Laura (a cura di) - Letteratura e cinema: la trasposizione. Atti del Convegno su Letteratura e cinema: Forlì dicembre 1995 - Bologna gennaio 1996, Bologna, CLUEB, 1996
Bussi, G. Elisa e Chiaro, Delia (a cura di) - Letteratura e cinema: il remake, Bologna, CLUEB, 1999
Cancalon, Elaine D. e Spacagna, Antoine (a cura di) - Intertextuality in Literature and Film: Selected Papers from the Thirteenthannual Florida State University Conference on Literature and Film, Gainesville (Florida), University press of Florida, 1994
Cardillo, Massimo - Pagine di celluloide: appunti, saggi e riflessioni su cinema e letteratura, Cassino, Litotip. Ciolfi, 1999
Cavalluzzi, Raffaele - Cinema e letteratura, Bari, B. A. Graphis, 1997
Chatman, Seymour - Storia e discorso: la struttura narrativa nel romanzo e nel film, Parma, Pratiche, 1984
Chatman, Seymour - Coming to Terms: the Rhetoric of Narrative in Fiction and Film, London, Ithaca, 1990
Cohen, Keith - Cinema e narrativa: le dinamiche di scambio, Torino, ERI, 1982
Cohen, Keith - Writing in a Film Age: Essays by Contemporary Novelists, Niwot (Colorado), University press of Colorado, 1991
Cormagi, Carlo - Il dionisiaco tra cinema e letteratura, Genova, Arti grafiche San Giorgio, 1966
Cortellazzo, Sara e Tomasi, Dario - Letteratura e cinema, Roma, Laterza, 1998
Costa, Antonio - Immagine di un'immagine: cinema e letteratura, Torino, UTET libreria, 1993
Costa, Antonio (a cura di) - Attraverso il cinema: semiologia, lessico, lettura del film, Milano, Longanesi, 1978
Costello, Tony (a cura di) - International Guide to Literature on Film, London, Bowker Saur, 1994
D'Avack, Massimo - Cinema e letteratura, Roma, Canesi, 1964
Dotoli, Giovanni (a cura di) - Musica, cinema e letteratura. Atti del Convegno internazionale: Martina Franca, 29-30 luglio 1996, Fasano, Schena, 1997
Durrenmatt, Friedrich - Lo scrittore nel tempo: scritti su letteratura, teatro e cinema, Torino, Einaudi, 1982
Egan Welch, Jeffrey - Literature and Film: an Annotated Bibliography, 1978-1988, New York-London, Garland, 1993
Gaudreault, André - Dal letterario al filmico: sistema del racconto, Torino, Lindau, 2000
Gimferrer, Pere - Cine y Literatura, Barcelona, Seix Barral, 2000
Heller, Heinz-B - Literarische Intelligenz und Film: Zu Veranderungen der aesthetischen Theorie und Praxis unter dem Eindruck des Films 1910-1930 in Deutschland, Tubingen, Niemeyer, 1985
Jost, François - L' Oeil-camera: Entre film et roman, Lyon, Presses Universitaires, 1989
Lacalamita, Michele - Cinema e narrativa, Roma, Ediz. di "Bianco e nero", 1959
Larson, Randall D. - Films into Books: an Analytical Bibliography of Film Novelizations, Movie, and TV tie-ins, Lanham, Md.
Lo Giudice, Anna - L'automatica del vero: saggi di letteratura e cinema, Roma, Bulzoni, 1996
Lu, Shenghui - Transformation et Reception du Texte par le Film: pour une Nouvelle Problematique de l'Adaptation, Bern, P. Lang, 1999
Masson, Alain - Le recit au cinema, Paris, Editions de l'Etoile, 1994
Metz, Christian - Linguaggio e cinema, Milano, Bompiani, 1977
Millicent, Marcus - Filmmaking by the Book: Italian Cinema and Literary Adaptation, Baltimore-London, The John Hopkins university, 1993
Moscariello, Angelo - Cinema e/o letteratura, Bologna, Pitagora, 1982
Museo Nazionale del Cinema di Torino (a cura del) - Cinema e letteratura, S. Mauro Torinese, Berrino, 1989
Napolitano, Antonio - Cinema e narrativa, Napoli, A cura degli Incontri internazionali del cinema, 1965
Pellow, C. Kenneth - Films as critiques of novels: transformational criticism, Lewiston, E. Mellen, 1994
Peucker, Brigitte - Incorporating Images: Film and the Rival Arts, Princeton (New Jersey), Princeton University Press, 1995
Pesce, Alberto - Ciak si legge: film come lettura, Roma, Ente dello spettacolo, 1987
Phillips, Gene D. - Conrad and Cinema: the Art of Adaptation, New York, P. Lang, 1995
Prieur, Jerome - Le spectateur nocturne. Les ecrivains au cinema: une anthologie, Paris, Cahiers du cinema, 1993
Quaresima, Leonardo (a cura di) - Il cinema e le altre arti, Venezia, La Biennale di Venezia, Marsilio, 1996
Rosen, Philip (a cura di) - Narrative, apparatus, ideology: a film theory reader, New York, Columbia University press, 1986
Ross, Harris - Film as Literature, Literature as Film: an Introduction to and Bibliography of Film's Relationship to Literature, New York, Greenwood Press, 1987
Simons, John D. (a cura di) - Literature and Film in the Historical Dimension: Selected Papers from the Fifteenth Annual Florida State University Conference on Literature and Film, Gainesville (Florida), University Press of Florida, 1994
Spiegel, Alan - Fiction and the Camera Eye: Visual Consciousness in Film and the Modern Novel, Charlottesville (Virginia), University press of Virginia, 1976.
Taggi, Paolo - Storie che guardano: andare al cinema tra le pagine dei romanzi, Roma, Editori riuniti, 2000
Tartarini, Osvaldo - L'influenza del cinema nella narrativa contemporanea, Roma, ERS, 1958
Tomasi, Dario (a cura di) - Il personaggio: tra cinema e letteratura, Torino, A.I.A.C.E., 1983
Vacca, Antonio - I trascrittori dell'arte perduta: riflessioni sul cinema di trascrizione letteraria, Fisciano, G. Sessa, 1986
Vanoye, Francis - Recit ecrit, recit filmique, Paris, Nathan, 1989
Verdone, Mario - Gli intellettuali e il cinema: saggi e documenti, Roma, Bulzoni, 1982
Welle John P., - Film and Literature, Notre Dame, University of Notre Dame
_________________ la bruttura del vuoto è tanto profonda fin quando, cadendo, non ti accorgi di poterti ripigliare. I ganci fanno male, portano ferite, ma correre e faticare per poi giorie è un obbiettivo per cui vale la pena soffrire.
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Daniel
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![](/forum/images/avatar/premio Oscar.gif) Reg.: 14 Feb 2003 Messaggi: 4301 Da: Nuoro (NU)
| Inviato: 02-03-2003 12:07 |
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Il problema del cinema è che tutte le idee sono state esaurite, sono logore utilizzate e riutilizzate che il cinema girasse intorno al business non è una cosa nuova ... sin dai primordi è sempre stato così ... quando le case di produzione biograph, edison etc... si contendevano la distribuzione dei film e fecero la famosa 'guerra dei brevetti' ... cercavano tutti di assecondare i gusti del pubblico (erano famosi i melodrammi di Grffith come Giglio infranto e le due orfanelle; o i film d'avventura lo stupendo Il ladro di Bagdad di Walsh) questo quando il cinema era diventato un fenomeno urbano ... si era trasferito dalle fiere e veniva proiettato nelle città sopratutto nel dopolavoro dove i lavoratori andavano per puro spirito di intrattenimento ...
Il cinema sin da quei tempi lì è stato comunque un fenomeno commerciale ... ma cosa vi era di diverso? ... C'era il primo approcio con una materia vergine e fertile (la genialità di Griffith di porre degli accordi tra immagini, l'invenzione del montaggio alternato o parallelo e in seguito le analisi strutturaliste degli anni 20 in Russia da parte di Eisensteijn, Vertov e Pudovkin che hanno preso il montaggio e ne hanno fatto il linguaggio cinematografico per eccellenza) ... C'era la passione dello sperimentare ... ma sopratutto la passione era condivisa dal pubblico ...
Nell'era delle immagini a semplice consumazione televisiva, dove il pubblico viene bombardato in continuazione ... quella passione ma sopratutto quella materia una volta così fertile si sono deteriorate, proscigate sino all'invero simile e aparte qualche autore di tutto rispetto capace di reinventarsi e crearsi poetiche sue (vedi Lynch, Von Trier e perchè no anche i Movie Bratz i 'Bravi ragazzi del Cinema' DePalma, Scorsese, Spelberg, Lucas e Coppola)mancano quei talenti e quelle menti eccellenti che possono 'rifare' o meglio 'continuare' la storia del cinema ...
Quindi a mio avviso la colpa di questa decadenza non è di nessuno ... o meglio è di tutti. Tutti quegli eventi della modernità che ci hanno portato sino a qua nel nostro tempo. Il cinema non è diventato ignorante perchè il pubblico è diventato ignorante nè viceversa, ma lo sono diventati insieme ...
Ma finchè ci saranno persone che contempleranno il cinema in tutte le sue parti, lo analizzeranno, lo sviscereranno nella sua interezza e finche ci saranno registi e autori con una passione fervente (e che sappiano almeno chi fossero Griffith e Porter ) il cinema non potrà morire ... MAI
_________________
...E' mai possibile o porco di un cane che le avventure in codesto reame debban risolversi tutte con grandi puttane ... [F.De Andrè]
[ Questo messaggio è stato modificato da: Daniel il 02-03-2003 alle 15:58 ] |
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Dubliner
![](/forum/images/star_06a.gif)
![](/forum/images/avatar/premio Oscar.gif) Reg.: 10 Ott 2002 Messaggi: 4489 Da: sanremo (IM)
| Inviato: 02-03-2003 13:48 |
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Il cinema è accessibile a tutti e quindi è di tutti, e chi non vuole o non è interessato a conoscere la sua storia non è detto che non lo ami. Ognuno prende dal cinema quello che gli interessa, chi lo prende tutto, lo sviscera e lo smonta,lo analizza fin dalla sua nascita e chi lo prende così com'è adesso, vedendosi i blockbuster degli ultimi anni e basta.
Solo perché ci hanno insegnato a leggere non è detto che tutti andiamo a leggerci i capolavori della storia della letteratuta, al primo posto delle vendite ci sarà sempre King e allora? Come al primo posto delle classifiche cinematografiche ci sarà Armageddon.
La cosa iportante è la consapevolezza, ognuno di noi sa che rapporto ha con il cinema e sa che cosa è disposto a dare in cambio. E' solo la pretesa di conoscerlo che da fastidio, quella si. ma non quella di amarlo.
Il fatto che tutti facciano quello che dice Mattia è un utopia, si ritroverebbe immerso in un mare di espertoni/amanti veri/svisceratori di cinema e si renderebbe conto di quanto è brutto non poter ostentare la propria superiorità.
_________________ Io sono grande. E' il cinema che è diventato piccolo.
I miei dvd |
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Deeproad
![](/forum/images/star_06a.gif) Reg.: 08 Lug 2002 Messaggi: 25368 Da: Capocity (CA)
| Inviato: 02-03-2003 15:46 |
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quote: In data 2003-03-02 13:48, Dubliner scrive:
Il cinema è accessibile a tutti e quindi è di tutti, e chi non vuole o non è interessato a conoscere la sua storia non è detto che non lo ami. Ognuno prende dal cinema quello che gli interessa, chi lo prende tutto, lo sviscera e lo smonta,lo analizza fin dalla sua nascita e chi lo prende così com'è adesso, vedendosi i blockbuster degli ultimi anni e basta.
Solo perché ci hanno insegnato a leggere non è detto che tutti andiamo a leggerci i capolavori della storia della letteratuta, al primo posto delle vendite ci sarà sempre King e allora? Come al primo posto delle classifiche cinematografiche ci sarà Armageddon.
La cosa iportante è la consapevolezza, ognuno di noi sa che rapporto ha con il cinema e sa che cosa è disposto a dare in cambio. E' solo la pretesa di conoscerlo che da fastidio, quella si. ma non quella di amarlo.
Il fatto che tutti facciano quello che dice Mattia è un utopia, si ritroverebbe immerso in un mare di espertoni/amanti veri/svisceratori di cinema e si renderebbe conto di quanto è brutto non poter ostentare la propria superiorità.
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Concordo pienamente. Io non conosco molti dei classici del cinema, ma non per questo mi sento confuso. Semplicemente non mi considero un esperto, né un profondo conoscitore. Il cinema non è la mia passione per eccellenza.
Faccio un esempio concreto: io adoro la musica, forse la mia passione più grande, e posso dire di conoscere in maniera piuttosto approfondita tutta la storia del rock. Ma non per questo ritengo che tutti debbano essere necessariamente appassionati come me, per essere capaci di apprezzare la musica. Dipende tutto da quanto un argomento è capace di suscitare interesse in noi.
_________________ Le opinioni espresse da questo utente non riflettono necessariamente la loro immagine allo specchio. |
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mallory
![](/forum/images/star_06a.gif) Reg.: 18 Feb 2002 Messaggi: 6334 Da: Genova (GE)
| Inviato: 02-03-2003 15:51 |
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Lo sviluppo vero e proprio del cinema come linguaggio avvenne intorno agli anni 20,un'evoluzione introdotta dalle teorie di Griffith,che con il suo Intolerance ispirò l'espressività degli autori a seguire,grazie al'uso metodico del montaggio.
Allora non bisogna dimenticare il cammino che ha compiuto il cinema,e gli esponenti che ne hanno scritto la storia,
del cinema americano di Griffith,Keaton,Flaherty,Hawks,Ford,Welles,Hitchcock,Wilder;
del cinema francese di Melies,Clair,Renoir,Carnè,Bresson,Tati,Truffaut,Godard,Rohmer;
del cinema tedesco di Wiene,Lang,Murnau;
del cinema italiano di Blasetti,Camerini,De Sica,Rossellini,Antonioni,Comencini,Pasolini;
del cinema sovietico di Vertov,Ejzenstein,Pudovkin,Dovzenko;
del cinema danese di Dreyer;
del cinema inglese di Korda,Olivier,Reed,Powell,Reisz;
del cinema svedese di Siostrom(?)e Bergman;
del cinema spagnolo di Berlanga e Bunuel,
del cinema giapponese di Mizoguchi,Ozu,Kurosawa,Oshima...
analizzare e ricordare,o come diceva qualcuno sviscerare da dentro,perchè "un film è fatto più per pensare,che per raccontare storie",...che esso lo voglia o meno(potremmo aggiungere oggi);mettersi nella condizione di avere abbatanza nozioni cinematografiche,tecniche e non solo,per riconoscere effettivamente l'originalità,il significato,la regia di un film,mettersi in condizione insomma di far propri quei parametri di giudizio che con il tempo ci sono venuti a mancare,primo fra tutti la "politica degli autori",ma anche "la politica dei non autori",che al giorno d'oggi segna il netto distacco che c'è tra il cinema blockbuster e il cinema impegnato,come può essere quello di Kitano,Loach,Polansky...ma anche Shyamalan,Carpenter,Raimi...
Bisognerebbe parlare di ogni corrente storico-cinematografica,dei suoi componenti e delle tipologie registiche adottate...
sono certa che molti utenti comincerebbero ad apprezzare un cinema diverso,affrontandolo più maturamente,e accostandolo più all'arte che all'intrattenimento.
insomma,imparare ad amarlo davvero. |
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Daniel
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![](/forum/images/avatar/premio Oscar.gif) Reg.: 14 Feb 2003 Messaggi: 4301 Da: Nuoro (NU)
| Inviato: 02-03-2003 15:57 |
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quote: In data 2003-03-02 15:51, mallory scrive:
Lo sviluppo vero e proprio del cinema come linguaggio avvenne intorno agli anni 20,un'evoluzione introdotta dalle teorie di Griffith,che con il suo Intolerance ispirò l'espressività degli autori a seguire,grazie al'uso metodico del montaggio.
[cut]
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Iniziò prima ... con 'The Birth of a Nation' (1915) Griffith ... mette a punto e affina il linguaggio cinematografico (sopratutto il montaggio alternato)
_________________ ::M:: cineForum |
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mallory
![](/forum/images/star_06a.gif) Reg.: 18 Feb 2002 Messaggi: 6334 Da: Genova (GE)
| Inviato: 02-03-2003 15:59 |
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Si Daniel,non fare il pignolo,ho scritto <intorno agli anni venti>,non ricordavo la data precisa e me ne scuso... |
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Daniel
![](/forum/images/star_06a.gif)
![](/forum/images/avatar/premio Oscar.gif) Reg.: 14 Feb 2003 Messaggi: 4301 Da: Nuoro (NU)
| Inviato: 02-03-2003 16:01 |
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quote: In data 2003-03-02 15:59, mallory scrive:
Si Daniel,non fare il pignolo,ho scritto <intorno agli anni venti>,non ricordavo la data precisa e me ne scuso...
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No non era mia intenzione fare il pignolo ^.* puntaualizzavo perchè adoro Griffith (anche se era un po' xenofobo)
_________________ ::M:: cineForum |
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denisuccia
![](/forum/images/star_06a.gif) Reg.: 14 Apr 2002 Messaggi: 16972 Da: sanremo (IM)
| Inviato: 02-03-2003 16:06 |
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Spesso, guardando un film, ascoltando una sonata o una canzone, leggendo un libro o una poesia, mi capita di pensare che stò sbagliando qualcosa perchè, purtroppo, oltre al domandarmi il significato principale e i mezzi attraverso i quali è stato trasmesso non amo pormi particolari domande sul resto.
Quindi non mi sono mai posta la domanda "Il cinema è morto?" per questo motivo: ho visto parecchi film, mi sono fatta diverse domande riguardo questi, ma mai riguardo l'esistenza in sè del Cinema.
Ho sempre sbagliato, quindi, o almeno, fino ad ora perchè, visto che hai tirato fuori questo argomento, è giusto che ci rifletta un pò anche io.
Come ti avevo già parlato, Mall, ho letto pochi giorni fà un articolo molto interessante nel quale si parlava di cosa, al giorno d'oggi, smuovesse la "massa" e la facesse andare al cinema.
"Perché oggi spesso il cinema, anche quello italiano, non è molto più di un'operazione commerciale ben orchestrata per conquistare il pubblico. E' lui, il pubblico con la p maiuscola, a stabilire la misura esatta della rappresentazione, con i suoi umori e i suoi codici abituali di comportamento. Ma per smuoverne la proverbiale pigrizia bisogna smuovere gli antichi meccanismi del far ridere e del far piangere, che è prerogativa del cinema hollywoodiano e di quello di genere (anche italiano) diventati ormai i soli termini con cui misurarsi"
Avevo intenzione di aprire un topic al riguardo ma poi ci ho ripensato.
Ed eccomi a rispondere.
Il significato del cinema e la sua vita/morte stessa è strettamente collegato, penso, e, proprio in base a questo collegamento, mi viene da fare un piccolo ragionamento, forse un pò confuso, ma del quale vi dò un piccolo riassunto qua sotto...
Il cinema è, sostanzialmente, trama e immagine.
Agli esordi questo era, fondamentalmente, lo scopo di chi faceva cinema: trasporre su pellicola un prodotto interessante (e questo essere interessante variava a secondo dei gusti del regista e non necessariamente del pubblico) e figurativamente piacevole.
Più volte il mio professore di Storia dell'arte ha utilizzato alcune inquadrature tratte da film più o meno famosi della prima metà del 1900 per paragonarli ad alcuni quadri. Questo fà pensare che, almeno all'inizio, la pittura o la scultura e il cinema erano arti strettamente collegate.
La ricerca di una buona sceneggiatura, di dialoghi interessanti, di determinate immagini che, talvolta, nel caso di una narrazione ambientata in un'altra epoca storica (vedi infondo* gli esempi ) faceva del cinema una vera e propria creazione artistica.
Oltretutto bisogna anche dire che, anni fà, uscivano molti meno film, ogni regista o attore o sceneggiatore, prendeva tutto il tempo di cui aveva bisogno, si era meno legati al fattore economico (al giorno d'oggi escono tantissimi film, la metà dei quali sono banali, poco curati e pubblicizzati in base all'attore protagonista o, al massimo, al cast tecnico).
Sostanzialmente, quindi, si può dire che il livello qualitativo dei film è andato in parte diminuendo proprio a causa del business che ne è nato dietro e della vasta scelta che ha iniziato a crearsi.
Ci sono sempre più scelte, sempre più competitività e questo non sarebbe un male se invogliasse a migliorare, ma è un male quando invoglia gli attori a fare sempre più film, o i registi a "dare spettacolo".
Forse, a volte, non bisognerebbe preoccuparsi di ciò che il pubblico vuole, ma di ciò che si vuole dare al pubblico.
Un buon film rimane un buon film, un film richiesto in quel momento, la maggior parte delle volte è solo di passaggio.
In questo caso mi verrebbe da dire che i gusti cambiano ma il bello rimane.
Perchè un tempo, che si facevano meno film e ci si preoccupava poco di ciò che potesse piacere, uscivano nelle sale prodotti che ancora adesso guardiamo, mentre stentiamo a ricordare per la qualità (e non per il cast tecnico o artistico o altro) un film, che ne sò, degli anni '80?
Perchè, al giorno d'oggi, è raro trovare film che riuniscono una buona trama e belle immagini.
Ci si preoccupa di altro, purtroppo.
Si è commercializzato tutto, si può scegliere, come ad un supermercato, come se si avesse il telecomando anche nelle sale cinematografiche...
peccato!
Quindi, forse, il cinema è davvero morto, si spera in una rinascita, in una resurrezione o, almeno, in un nuovo vero artista...
E' chiaro che questa è la mia personale considerazione!
*avevo promesso degli esempi e ora li faccio.. anche se non c'entrano molto, però li faccio! (non sia mai detto che Denise parla a vanvera!)
1. "L'età di Cosimo de' Medici" di R. Rossellini ha ripreso la civiltà fiorentina del 1400. I costumi sono ripresi dalle opere d'arte dell'epoca, si può oltretutto notare la somiglianza di un'inquadratura in cui si rifà al ritratto "Federico da Montefeltro" dipinto da Piero della Francesca.
2.Un fotogramma di Barry Lyndon di S. Kubrick è quasi identico al quadro "Il matrimonio alla moda" di William Hogart.
3.Per realizzare una scena de "Il decamerone" P.P.Pasolini ha riprodotto la visione di Giotto del "Giudizio universale"
4.Sempre Pasolini ne "La ricotta" ha riprodotto totalmente la "Deposizione" del Pontormo
dai penso bastino
_________________ L'improvviso rossore sulle guance di Thérèse, identificato immediatamente come il segno dell'Amore, quando io avevo sperato in una innocente tubercolosi. |
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mallory
![](/forum/images/star_06a.gif) Reg.: 18 Feb 2002 Messaggi: 6334 Da: Genova (GE)
| Inviato: 02-03-2003 16:11 |
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Ah forse ti riferivi a Intolerance;bè Intolerance fu il film ispirazione vero e proprio per i più grandi cineasti;gli stessi Pudovkin e Ejzenstein conclamarono questo film come fonte maggiore di riflessioni e idee;perchè Intolerance,più di The birth of a nation,estrapola dal montaggio il significato dei concetti affrontati.
[ Questo messaggio è stato modificato da: mallory il 02-03-2003 alle 16:16 ] |
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