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Respiro - emanuele crialese |
Petrus
 Reg.: 17 Nov 2003 Messaggi: 11216 Da: roma (RM)
| Inviato: 19-09-2006 21:55 |
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Il bianco.
Bianco colore della pace, della speranza. Il colore rassicurante dei panni dei bambini. Il bianco che nella simbologia comune è il colore per eccellenza del bene, della bontà. L'antidoto al nero che inquieta, una luce nel buio.
Il film di Emanuele Crialese è bianco. Un bianco fotografato seccamente, senza ammorbidimenti di sorta. Un bianco, che viene sublimato, grazie anche a una terra, quella di Lampedusa, dai sapori siciliani, che si offre in tutto il suo splendore di mare e di sassi. Una sublimazione che porta il vivido colore del film ad essere insieme pacificante e fastidiosamente abbacinante, emblema di una terra fatta di gente semplice, pulita, bianca, eppur così troppo semplice dal rifiutare la più piccola diversità in nome di una impossibilità a relazionarsi con qualcosa che vada al di là dei propri, elementari, schemi.
Crialese dipinge un film in bilico tra il più sano realismo di scuola italiana, e il metaforismo ricco della sua terra e dei suoi personaggi.
La storia che il regista, tutto pieno di un solido orgoglio siciliano, racconta è attuale, figlia dei nostri tempi, ma affonda le proprie radici in dinamiche antiche, nei sapori millenari della propria isola.
Grazia, una giovane madre di famiglia, viene considerata da tutta l'isola, e dai propri familiari, una pazza. E' la sua gioia di vivere, la sua voglia di andare al di là di quella vita minimalista che la sua piccola realtà può offrire, che la fa mettere all'indice dalla comunità familiare e paesana. Una novella lettera scarlatta, rifiutata per un semplice porsi al di fuori degli schemi, andare al di là di quel che è abituale.Crialese racconta una storia di incomunicabilità, di emarginazione, stringendo l'inquadratura su un microcosmo, ma restituendole un senso globale grazie al luogo scelto, Lampedusa, l'isola delle migliaia di sbarchi clandestini l'anno, l'isola emblema del diverso, del rifiutato. La realtà descritta è consona alle strettezze di vita in cui Grazia è costretta, ma i rimandi e le metafore che vi si applicano rimandano a qualcos'altro, allargandone l'orizzonte.
La forma del film, dunque, si mantiene in bilico tra una descrizione rosselliniana degli spazi e della scena, e il tentativo di riportare sullo schermo quella carica metaforica di cui la protagonista si fa carico.
E' forse questa la parte meno riuscita della pellicola, che sporca quella sua rigida costruzione formale con qualche inserto di montaggio poco riuscito. Bastava una splendida interpretazione di Valeria Golino, forse, per restituirci quella carica di ribellione di cui il film si fa portatore.
Ma d'altronde, Crialese sembra percorrere una lettura più conservatrice, non lasciando intendere se sposandola o meno. Quella di una comunità i cui vincoli di sangue e di tradizione riescono a combattere qualsiasi fonte di disgregazione, anche se proveniente dal proprio seno, pur rilanciando tutto il senso del film nelle mani dello spettatore con un finale che sconvolge qualunque delle letture possibili costruite precedentemente.
Il progetto di Crialese è ambizioso e rischioso, mescolando sensazioni e toni lontanissimi fra loro, innestandoli su un impianto solidamente realista che, qua e là, va a scontrarsi con la verve creativa del regista. Respiro è un film che, pur impuro e imperfetto, si discosta mirabilmente dall'andamento generale del recente cinema italiano, ambendo alla costruzione di simboli e sottotesti all'interno di un impianto logico e progettuale, ambizione che oggi, in Italia, non viene nemmeno sfiorata.
pubblicata anche qui
_________________ "Verrà un giorno in cui spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate" |
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HistoryX
 Reg.: 26 Set 2005 Messaggi: 4234 Da: cagliari (CA)
| Inviato: 20-09-2006 10:29 |
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Ottimo Petrus.
Questo film è il meglio del cinema italiano degli ultimi vent'anni.
Strano non ci fosse già un topic...
_________________ [ Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo. (Johann Wolfgang Göethe) ] |
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Katina
 Reg.: 13 Set 2006 Messaggi: 25 Da: napoli (NA)
| Inviato: 20-09-2006 11:09 |
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Bel film. Ottiima analisi.
Il personaggio della protagonista mi ricorda molto quello di "Una Moglie" di Cassavetes.
Mi colpí molto l'inquadratura dei ragazzini che sgambettano in acqua ripresi dal basso.
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HistoryX
 Reg.: 26 Set 2005 Messaggi: 4234 Da: cagliari (CA)
| Inviato: 20-09-2006 11:46 |
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Ma anche nel richiamo della scena finale, dove in un "battesimo" collettivo tutti sgambettano come bambini attorno al miracoloso...
_________________ [ Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo. (Johann Wolfgang Göethe) ] |
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sandrix81
 Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 20-09-2006 12:17 |
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ma che merda sto film
_________________ Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina. |
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gatsby
 Reg.: 21 Nov 2002 Messaggi: 15032 Da: Roma (RM)
| Inviato: 20-09-2006 12:40 |
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HistoryX
 Reg.: 26 Set 2005 Messaggi: 4234 Da: cagliari (CA)
| Inviato: 20-09-2006 12:46 |
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quote: In data 2006-09-20 12:17, sandrix81 scrive:
ma che merda sto film
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palloso o pietoso?
_________________ [ Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo. (Johann Wolfgang Göethe) ] |
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sandrix81
 Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 20-09-2006 12:51 |
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pallosissimo
_________________ Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina. |
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HistoryX
 Reg.: 26 Set 2005 Messaggi: 4234 Da: cagliari (CA)
| Inviato: 21-09-2006 11:09 |
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Mi riferivo a te.
_________________ [ Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo. (Johann Wolfgang Göethe) ] |
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kaladj
 Reg.: 24 Giu 2003 Messaggi: 2365 Da: Roma (RM)
| Inviato: 21-09-2006 11:59 |
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Si me lo ricordo.
film discreto, ma nulla di più.
_________________ Quante gioie Troppo dolore
d |
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sandrix81
 Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 21-09-2006 12:30 |
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quote: In data 2006-09-21 11:09, HistoryX scrive:
Mi riferivo a te.
| appunto, sono la persona più pallosa che conosca.
_________________ Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina. |
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Schizobis
 Reg.: 13 Apr 2006 Messaggi: 1658 Da: Aosta (AO)
| Inviato: 22-01-2007 18:07 |
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quote: In data 2006-09-19 21:55, Petrus scrive:
Il bianco.
Bianco colore della pace, della speranza. Il colore rassicurante dei panni dei bambini. Il bianco che nella simbologia comune è il colore per eccellenza del bene, della bontà. L'antidoto al nero che inquieta, una luce nel buio.
Il film di Emanuele Crialese è bianco. Un bianco fotografato seccamente, senza ammorbidimenti di sorta. Un bianco, che viene sublimato, grazie anche a una terra, quella di Lampedusa, dai sapori siciliani, che si offre in tutto il suo splendore di mare e di sassi. Una sublimazione che porta il vivido colore del film ad essere insieme pacificante e fastidiosamente abbacinante, emblema di una terra fatta di gente semplice, pulita, bianca, eppur così troppo semplice dal rifiutare la più piccola diversità in nome di una impossibilità a relazionarsi con qualcosa che vada al di là dei propri, elementari, schemi.
Crialese dipinge un film in bilico tra il più sano realismo di scuola italiana, e il metaforismo ricco della sua terra e dei suoi personaggi.
La storia che il regista, tutto pieno di un solido orgoglio siciliano, racconta è attuale, figlia dei nostri tempi, ma affonda le proprie radici in dinamiche antiche, nei sapori millenari della propria isola.
Grazia, una giovane madre di famiglia, viene considerata da tutta l'isola, e dai propri familiari, una pazza. E' la sua gioia di vivere, la sua voglia di andare al di là di quella vita minimalista che la sua piccola realtà può offrire, che la fa mettere all'indice dalla comunità familiare e paesana. Una novella lettera scarlatta, rifiutata per un semplice porsi al di fuori degli schemi, andare al di là di quel che è abituale.Crialese racconta una storia di incomunicabilità, di emarginazione, stringendo l'inquadratura su un microcosmo, ma restituendole un senso globale grazie al luogo scelto, Lampedusa, l'isola delle migliaia di sbarchi clandestini l'anno, l'isola emblema del diverso, del rifiutato. La realtà descritta è consona alle strettezze di vita in cui Grazia è costretta, ma i rimandi e le metafore che vi si applicano rimandano a qualcos'altro, allargandone l'orizzonte.
La forma del film, dunque, si mantiene in bilico tra una descrizione rosselliniana degli spazi e della scena, e il tentativo di riportare sullo schermo quella carica metaforica di cui la protagonista si fa carico.
E' forse questa la parte meno riuscita della pellicola, che sporca quella sua rigida costruzione formale con qualche inserto di montaggio poco riuscito. Bastava una splendida interpretazione di Valeria Golino, forse, per restituirci quella carica di ribellione di cui il film si fa portatore.
Ma d'altronde, Crialese sembra percorrere una lettura più conservatrice, non lasciando intendere se sposandola o meno. Quella di una comunità i cui vincoli di sangue e di tradizione riescono a combattere qualsiasi fonte di disgregazione, anche se proveniente dal proprio seno, pur rilanciando tutto il senso del film nelle mani dello spettatore con un finale che sconvolge qualunque delle letture possibili costruite precedentemente.
Il progetto di Crialese è ambizioso e rischioso, mescolando sensazioni e toni lontanissimi fra loro, innestandoli su un impianto solidamente realista che, qua e là, va a scontrarsi con la verve creativa del regista. Respiro è un film che, pur impuro e imperfetto, si discosta mirabilmente dall'andamento generale del recente cinema italiano, ambendo alla costruzione di simboli e sottotesti all'interno di un impianto logico e progettuale, ambizione che oggi, in Italia, non viene nemmeno sfiorata.
pubblicata anche qui
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Questa è davvero una bella recensione.
Proprio bella.
_________________ True love waits... |
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Schizobis
 Reg.: 13 Apr 2006 Messaggi: 1658 Da: Aosta (AO)
| Inviato: 22-01-2007 18:16 |
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La Ragazza Selvaggia
Opera seconda sorprendente di Emanuele Crialese, girata nell’isola di Lampedusa, una sorta di oasi alternativa ai percorsi civili e alle regole della moderna società occidentale. Lo sguardo del regista è originale nella sua duplicità: da un lato una rappresentazione rigorosa, neorealista, quasi documentaristica dell’ambiente e dei personaggi che dentro vi nuotano. La follia primitiva di una ragazza ribelle alle convenzioni (interpretazione altalenante di Valeria Golino) che si scontra con il pregiudizio, la ipocrisia della calunnia popolare, protetta in parte dall’amore incondizionato dei figli (che assumono paradossalmente il ruolo di guida morale) e del marito (il solito impeccabile Vincenzo Amato) che la protegge da un mondo spietato che cerca di punire ogni deviazione dalla norma. Ma accanto a questa narrazione intessuta di sguardi, di visi olivastri bruciati da un sole incessante, di frasi in dialetto che fanno davvero sorridere teneramente, di incomprensibilità culturale tra un Nord carabiniere e un Sud mariuolo, il regista romano inserisce la principale delle sue caratteristiche: la deviazione visionaria e onirica, con uno scarto deciso verso una rappresentazione trasfigurata dalla poesia, come nelle scene subacquee in cui l’essere primitivo torna al brodo primordiale che lo ha generato, in cui trattiene il Respiro sott’acqua nuotando libero e senza vincoli, abbandonandosi totalmente alla Natura, via dalla pazza folla della società civile. Crialese è romano (classe 1965) ma riesce magnificamente a tratteggiare il Mistero Glorioso di un’isola ricca di contraddizioni, fatta di siciliani di “scoglio” (chiusi, duri, orgogliosi, introversi), ma anche di siciliani da mare aperto (generosi, solidali, eclettici e profondi). Metaforicamente la ragazza selvaggia libera i cani e rompe il circuito invisibile della normalità (“tu mi fai girar come fossi una bambola…”): la gente civile non può che abbatterli perché spaventata da qualcosa che non può più controllare. Il rifugio nella grotta primordiale, la scomparsa simulata rappresentano una sorta di avvertimento: avete comunque bisogno di me e sentite la mancanza della mia diversità. Il finale del film, in un equilibrato connubio tra immagini e musica, va proprio in questa direzione ed è davvero emozionante e suggerisce una positiva e catartica contaminazione della follia ed un profondissimo inno alla tolleranza. Il cerchio dei piedi sott’acqua si chiude attorno alla folle bambola. Adesso non scapperai più?
[ Questo messaggio è stato modificato da: Schizobis il 22-01-2007 alle 18:20 ] |
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Petrus
 Reg.: 17 Nov 2003 Messaggi: 11216 Da: roma (RM)
| Inviato: 22-01-2007 23:58 |
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Petrus
 Reg.: 17 Nov 2003 Messaggi: 11216 Da: roma (RM)
| Inviato: 23-01-2007 22:07 |
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