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Autore Alexander di O.Stone
gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 11-01-2005 12:33  
Fare un film su Alessandro Magno non è certo impresa facile. Ai fatti si è mischiata la leggenda, al destino le divinità, ai pensieri la filosofia. Quello che c’è giunto fino a noi, quello che tutt’oggi studiamo è la storia del più grande condottiero greco, un uomo contraddittorio, colto e barbaro come i macedoni, il suo popolo. Che seppe unificare la Grecia senza sottometterla, ma che non si faceva tanti scrupoli a ridurre in schiavitù o commettere veri e propri eccidi. Coraggioso e avventuriero, quanto insicuro negli affetti. Non poteva esser certo semplice raccogliere il tutto e farne una struttura organica e interessante. Stone, nonostante molte pecche, c’è riuscito.
Non voglio fare qui sfoggio della mia ignoranza, non sono in grado di scrivere un testo articolato e compatto. Mi limiterò a fare delle considerazioni sulla quali, quando avrete visto il film, sarà piacevole discutere. Mi soffermerò soprattutto sulla sceneggiatura per cercare di capire i perché di certe scelte opinabili si, ma prese con moltedifficoltà.
Vediamole un po’.
Il film è biografico e questo imponeva una decisione di impostazione: seguire una narrazione lineare che partisse dalla nascita fino ad arrivare alla morte dell’eroe lasciandoci percepire la sua grandezza dalle sue gesta, o fare un’operazione più didascalica e esemplificativa, ovvero scegliere un narratore (Tolomeo) che ci parlasse di Alessandro facendo da introduttore e collante alle vicende.
Nonostante abbia vissuto 33 anni Alessandro ha avuto una vita che non basterebbe una trilogia per riporcela tutta.Tutte le guerre che ha combattuto, tutti i mondi che ha conosciuto e tutti i suoi travagli interiori devono essere solo intuiti e rappresentati da scene emblematiche. La difficoltà della rappresentazione ha portato Stone a scegliere quindi per il narratore. Sarà Tolomeo a parlarci del re macedone e a dirci ciò che non vedremo. Si perde in termini di linguaggio scenico, ma si guadagna in scorrevolezza ed inoltre si va a creare quell’atmosfera di leggenda che ormai fa d’Alessandro più un mito “epico” che un personaggio realmente esistito.
La seconda, grandissima difficoltà risiedeva nella notorietà della vicenda. Come e quando muore Alessandro lo sappiamo tutti (o quasi). Come mantenere vivo l’interesse dello spettatore fino alla fine? A questa grande problematica Stone (e intendo sempre anche gli altri sceneggiatori) cerca di risolvere (debolmente) fin dall’inizio cercando di attirare la nostra attenzione sull’anello che cade. “Cosa significa?” dovrebbe essere il nostro dubbio fino alla fine. Una soluzione che purtroppo non basta, e non a caso nel film verranno cercati altri espedienti per non allontanare troppo il pubblico.
Una terza difficoltà era riuscire a motivare sempre e comunque le scelte ( fatti storici) di Alessandro, anche quando queste apparivano contraddittorie con il personaggio tratteggiato. Le affermazioni in merito di Tolomeo sono una dichiarazione di incapacità di Stone & Co, di dare un senso ad alcuni frangenti della storia.
E’ nell’infanzia che si forma il carattere di un uomo, ed è qui che Stone inserisce tutte le tematiche che ritroveremo nel resto del film. Di Alessandro “principe” abbiamo sette scene madri (più una di cui dirò dopo), in cui si affronta: il burrascoso rapporto col padre, quello ambiguo con la madre, la sua omosessualità, la sua correttezza e bontà d’animo, il suo coraggio e la sua insicurezza, e vengono introdotti quei “ miti” epici cui si farà spesso riferimento. In queste scene dovremmo trovare tutte le risposte alle domande sull’Alessandro interiore. Stone si dimentica però di un rapporto fondamentale, quello con Aristotele, ovvero la sua educazione. E da qui discernono i tanti dubbi che lo spettatore non molto preparato sul personaggio si porrà a fine film, e cioè: “Ma perché Alessandro è ricordato come un eroe?” Sembrerà strano, ma è proprio questo che manca. Che Alessandro fosse grande ce lo dice solo Tolomeo, visto che nel film abbiamo modo di vedere la sua cultura e spirito elevato solo in un paio di scene (la figlia di Dario a cui viene concessa clemenza e il discorso al suo primo matrimonio). La sua grandezza non la percepiamo, ci viene solo detta. Non avendo inserito nel background del personaggio l’educazione di Aristotele (ma poteva essere di chiunque, il fatto è che mancano proprio i germogli della sua grandezza intellettuale), non si è poi assolutamente affrontato ciò che Alessandro fece di grande anche in Grecia. Non a caso dopo un litigio di grande tensione col padre Filippo, ci ritroviamo Alessandro già re e soprattutto adulato per la sua grandezza(?), nella battaglia di Gagamela. Se non abbiamo visto la sua incoronazione e le su guerre greche è per la falsità degli autori, che sperando che ci si distragga con la battaglia hanno così risolto (o meglio evitato, o meglio rimandato in parte) situazioni e storie invece imprescindibili per capire il mito. Il fatto sta che ad un certo punto (?) l’incoronazione ce la fanno vedere, non risolve il problema. E’ un momento di alta tensione e solo per questo è stato spostato ( o meglio, “buttato a caso”) nella narrazione.Sarebbe questa l’altra scena madre per capire Alessandro, sprecarla prima non aveva “senso”, e così ne assistiamo gli sviluppi in un momento di stanca della pellicola, quando ormai l’interesse è abbastanza scemato. Solo cercando di capire ciò si può giustificare questa scelta visto che i racconti come quello di Tolomeo non si fanno con i flashback…Purtroppo tutto ciò non basta a ridestare l’attenzione e nell’ultima mezz’ora è si prende la ricorsa per il finale.
Queste a grandi linee sono le grandi pecche che ho trovato nel film e che sicuramente mineranno l’approvazione del prodotto ai più (più bravi, più intelligenti, più superficiali, più profondi, ecc ecc). Io sono tra i meno. Io il film lo trovo, nonostante tutto, positivo.
Quella stessa introspezione che ho detto mancare per molte sfaccettature del personaggio, è per altri aspetti profonda e interessante da seguire. Ripeto: fare perfettamente un film del genere è impossibile. La ricerca verteva sul limitare i danni.

Il punto focale per Stone era il rapporto fra Alessandro e i suoi genitori Olimpiade e Filippo, non a caso anche loro vere e proprie leggende classiche. Due personalità fortissime che fin dalla prima (per la storia, non in senso assoluto)scena si fronteggiano. Filippo è un bruto che mette paura ad Alessandro (che, infatti, si nasconde), Olimpiade è una mezza strega che quasi amoreggia con il figlio. Questa ambiguità intima non a caso ritornerà negli affetti amorosi di Alessandro….Il “conflitto”, che si conclude con un intervento esterno, rimane in sospeso.
Esaurito quest’inizio carico di tensione, Alessandro non apparirà più assieme ad entrambi i genitori, con entrambi litigherà e si riappacificherà. Di entrambi subirà il fascino, ma allo stesso tempo vorrà rifuggirne come se fossero fantasmi. E’ questa duplice e contrastante dicotomia il malessere di Alessandro. Dubbi che non ha il coraggio di risolvere ed ai quali preferisce sostituire figure chiare e individuabili (Dario). Insegue, fugge ed esplora ben oltre l’immaginazione di tutti. Il suo subconscio gli farà sposare una donna che le ricorda la madre, il suo negarsi gli farà dare l’unico bacio omesex rappresentato ad un ballerino qualsiasi invece che al suo amato Efistione. Il suo coraggio è ben rappresentato come uno sfogo della sua anima verso quei turbamenti che non lo fanno viver bene.
Tanta è la sua voglia di andare oltre che ben si percepisce nel finale la stanchezza con cui il suo esercito lo segue, la desolazione della sua anima errante che non trova pace. Come i suoi soldati ci ritroviamo a sperare che non si attraversi quel fiume e che si possa dire fine. Sembrerà strano ma seppur quella trasmessa è una sensazione negativa (sperare che si finisca lì), segue un percorso di immedesimazione riuscitissimo (non con il protagonista però!). Proprio lì si avverte come Alessandro fosse oltre tutti noi, come i suoi limiti doppiassero quelli dei nostri avi allora, e nostri oggi. Certo, le motivazioni nel film sembrano essere soprattutto quelle della fuga (non sembra che fu veramente così), ma tanto basta a dare un senso al tutto. Se il padre si rifaceva ad Eracle (un semidio) e la madreDioniso e Zeus, lui sceglie Prometeo, l’unico “umano” realmente grande. Come lui, Alessandro osa sfidare le conoscenze e il limiti imposti dalla natura(divinità), come lui viene corroso dentro dalla sua ribellione alle imposizioni e al normale accontentarsi dell’uomo.
Il suo falso ritorno rende giustizia poi al mito, di un uomo che non lasciò nulla in sospeso e che se non conquistò ancora fu solamente per scelta.
Altro avrei da dire sulla battaglia di Gagamela (magnifica), su altri riferimenti ai miti classici nella storia, sull’atteggiamento mutante degli amici e dei “cospiratori”, sulla figura di Olimpiade(resa perfettamente da Anjelina Jolie) e del padre (un altrettanto bravo Val Kilmer), forse lo farò, ma per adesso sono già stato abbastanza noioso (sempre che mi abbiate letto) e ridondante ( non mi va di fare un lavoro di taglia e cuci, scusatemi). Aspetto, nel frattempo, le vostre considerazioni sul film e sulle sue tematiche.



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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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DianeJ

Reg.: 04 Gen 2005
Messaggi: 318
Da: Venezia (VE)
Inviato: 11-01-2005 14:23  
Interessante analisi Gatsby, che fosse un compito difficile per Stone lo avevo già immaginato, i buchi narrativi probabilmente sono inevitabili.
Lo andrò a vedere sabato (stò week-end ho una botta di cinema, venerdì mi attende the grudge) poi commento

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 11-01-2005 14:30  
Ci sarebbero da fare anche alcuni accostamenti tra il viaggio ad est di Alessandro e la politica statunitense americana (lo stesso Stone lo ha detto ieri durante la coneferenza stampa), e sul perchè non sia stato appprezzato dagli statunitensi e a mio avviso non piacerà tanto neanche qui.
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DianeJ

Reg.: 04 Gen 2005
Messaggi: 318
Da: Venezia (VE)
Inviato: 11-01-2005 15:16  
Ma facendo accostamenti con la politica statunitense attuale non si rischia di innestare il festival dell'aria fritta attorno a questo film? parlo da ignorante non avendolo visto ancora, ma gli accostamenti film storico-politica attuale personalmente non mi sono mai piaciuti, nemmeno se avvalorati dal regista stesso. Staremo a vedere

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MaratSafin

Reg.: 17 Ott 2004
Messaggi: 831
Da: trafalmadore (CO)
Inviato: 11-01-2005 15:28  
quote:
In data 2005-01-11 15:16, DianeJ scrive:
Ma facendo accostamenti con la politica statunitense attuale non si rischia di innestare il festival dell'aria fritta attorno a questo film? parlo da ignorante non avendolo visto ancora, ma gli accostamenti film storico-politica attuale personalmente non mi sono mai piaciuti, nemmeno se avvalorati dal regista stesso. Staremo a vedere



BRAVA BRAVA BRAVA.


E ancora BRAVA.
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MaratSafin

Reg.: 17 Ott 2004
Messaggi: 831
Da: trafalmadore (CO)
Inviato: 11-01-2005 15:31  
Oltretutto mi sembra che Gatsby abbia già messo abbastanza carne al fuoco. Per cui non capisco che interesse possano avere eventuali ammiccamenti alle questioni politiche attuali.

Cazzo è un film su millemila anni fa.
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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 11-01-2005 15:47  
no, non ce ne è bisogno, però se è lo stesso regista in fase di scrittura li ha pensati non vedo perchè non poterne parlare. Lo faremo,comunque se è, in un secondo momento visto che è una parte molto marginale della pellicola.
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DianeJ

Reg.: 04 Gen 2005
Messaggi: 318
Da: Venezia (VE)
Inviato: 11-01-2005 16:12  
Avete ragione, di cose da parlare ce ne sono fin troppe senza scomodare la politica. Ma generalmente se dai il la ad un certo tipo di conversazione non è più finita, soprattutto se non si riesce ad argomentare il film in altro modo. comunque stò parlando di aria fritta pure io visto che il film non l'ho visto
ciao e a domenica

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Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
Messaggi: 11216
Da: roma (RM)
Inviato: 11-01-2005 19:36  
Presupponendo che la pellicola non l'abbia vista, l'articolo di gatsby ma soprattutto pg 39 del corsera di oggi stimolano qualche (divertita) riflessione.
E' divertente vedere affiancati un giudizio (come al solito) rozzo e figlio dell'approssimazione socio-culturale di un regista così pesante, a fianco di una critica sottile e precisa di Kezich.
La "dottrina Stone" è pacchiana e grossolana:"Gli americani non studiano la storia, non la conoscono, se non per alcuni titoli di libri e giornali letti con ignoranza.....E' questa una delle prime cause per il rifiuto per il mio Alexander".
Affermazioni divertenti e cabarettistiche, sfogo evidente del passivo di 114 milioni di dollari registrato dal film dopo l'uscita Usa.
Se la conoscenza della storia determinasse il successo al botteghino, l'Olmi del Mestiere delle armi sarebbe ricco, lo Scott del Gladiatore, mendicherebbe tra i docks di Los Angeles.
Il flop di Alexander, tentando di dare una chiave di lettura pur non avendo visto il film, è dato da una lettura mista e incompiuta del "mito" di un uomo.
Mi ricordavo giusto un pò di tempo fa di Ejzenstein (e oggi Kezich mi ha ricordato che era a proposito di Ivan il terribile) che enormi erano i rischi della lettura cinematografica di un uomo in chiave storica, partendo dalla sua intimità.
Moloch di Sokurov dà un quadro grandioso e tremendo di Hitler scarnificando esclusivamente una sua ipotetica intimità.
D'altra parte il Gladiatore parte da una lettura intima, ma non intimista, di un personaggio dandogli una rilevanza storico-oggettiva. E l'operazione riesce perchè il personaggio storico non lo è.
Probabilmente Alexander riesce male perchè tenta un connubio dei due aspetti, che rimane in potenza ma che nell'atto si mischia senza soluzione di continuità.
Ma il flop va anche registrato alla luce del fatto che un colossal, in quanto tale, non ha presa se non narra di una vicenda cementata e consolidata nell'immaginario collettivo (soprattutto in quello statunitense).
Forse anche per questo il mondo ellenistico di un Alessandro conquistador dell'oriente non ha presa come quella che hanno avuto le gesta di eserciti dell'impero romano o gladiatori.
Per quanto riguarda i riferimenti politici attuali, mi pare che in una vicenda simile ci sia poco da dire.
Stone è abile a muoversi da pachiderma in una cristalleria riferendosi a malcelati (o meno) dietrologismi nei suoi film.

Scusate per quello che ho scritto finora, perchè, ripeto, il film non l'ho visto



_________________
"Al plauso del pubblico antepongo sempre la mia coscienza artistica"
Carl Theodor Dreyer

[ Questo messaggio è stato modificato da: Petrus il 11-01-2005 alle 19:43 ]

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simboy

Reg.: 20 Set 2002
Messaggi: 1603
Da: grugliasco (TO)
Inviato: 11-01-2005 20:50  
quote:
In data 2005-01-11 16:12, DianeJ scrive:
Avete ragione, di cose da parlare ce ne sono fin troppe senza scomodare la politica. Ma generalmente se dai il la ad un certo tipo di conversazione non è più finita, soprattutto se non si riesce ad argomentare il film in altro modo. comunque stò parlando di aria fritta pure io visto che il film non l'ho visto
ciao e a domenica



E' assolutamente giustificato fare raffronti politici e confrontare una realta di due millenni fa all'odierna , se non altro per far notare quanto una situazione assolutamente inaccettabile al giorno d'oggi possa venire graduatamente assimilata , addirittura elogiata e giustificata semplicemente con parafrasismi letterari e romantici levigati dal semplice prolungato passare del tempo.
Gli interessi per la guerra e l'espansionismo imperiale di allora sono esattamente gli stessi di adesso , per quanto possa negarlo Oliver Stone e per quante scuse possa elargirci al fine di farlo.
Poi , se vogliamo parlare di inquadrature e di piani sequenza è tutto un altro discorso.
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Qualunque impressione faccia su di noi , egli è un servo della legge , quindi appartiene alla legge e sfugge al giudizio umano.

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DianeJ

Reg.: 04 Gen 2005
Messaggi: 318
Da: Venezia (VE)
Inviato: 11-01-2005 21:09  
secondo me invece non c'entra una ceppa, e chi lo fa di solito lo fa in modo qualunquistico. non si possono raffrontare situazioni distanti 2300 anni senza cadere nella retorica più becera. Dalla storia si può imparare, ma solo se la si guarda con testa, poi concludo dicendo una cosa abusata da me in questo topic
Aria fritta!!!!

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Michi81

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 3120
Da: Lugano (es)
Inviato: 11-01-2005 21:23  
Visto che abbiamo fatto 4 interventi senza aver visto il film e parlando appunto di aria fritta, perché non ne parliamo dopo averlo visto?
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"Mi esposa era al fiume, a lavare, un gringo l'aggredì e la voleva.."

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 11-01-2005 23:36  
Si, infatti. Anche perchè non è quello che avete inteso voi il parallelismo tra il film e la situaione d'oggi.Magari, ne parleremo in un altro topic quando avremo vsito tutti quanti il film.
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zagofra


Reg.: 06 Ott 2004
Messaggi: 3492
Da: parabiago (MI)
Inviato: 12-01-2005 17:46  
Già alla fine il film vale la pena di essere visto o è una ciofega clamorosa?!
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Le donne non sono mai quello che sembrano:
c'è una donna che vedi e una che si nasconde.

Uma Thurman

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 12-01-2005 17:49  
sicuramrnte prima da vedere (il discorso storico è sempre e comunque affascinante), e poi da criticare cercando di capire il perchè di tante scelte.
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