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Morte a Venezia |
kaladj
 Reg.: 24 Giu 2003 Messaggi: 2365 Da: Roma (RM)
| Inviato: 13-08-2003 08:57 |
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Ieri ho rivisto questa pellicola di Visconti.
E' uno dei pochi film che non ho ancora capito se mi piace parecchio oppure no.
In certi punti è di una lentezza esaperante me in altri grazie anche all'ottima recitazione di Dirk Bogarde mi ha comunicato delle emozioni davvero forti. Ci sono delle situazioni (vedi i vari incontri tra il protagonista e Tadzio) che pur essendo apparente statiche sono davvero intensissime.
Il ragazzo non sembra nemmeno umano per quanto è perfetto, mentre la Venezia colpita dal colera di cui nessuno vuol parlare ha un qualcosa di inquietante...
In definitiva, forse si, mi è piaciuto parecchio...
PS unica nota negativa la versione del Corriere della sera con personaggi tagliati fuori dalle scene per far entrare l'immagine nel formato televisivo (senza bande nere sopra e sotto per intenderci o 16:9).
Ma per 3,5 euro cosa ci si poteva aspettare...
_________________ Quante gioie Troppo dolore
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ginestra

 Reg.: 02 Mag 2003 Messaggi: 8862 Da: San Nicola la Strada (CE)
| Inviato: 13-08-2003 16:28 |
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A me Visconti piace, rappresenta quella parte del cinema classico italiano, dal quale non si può prescindere. Per quanto riguarda la lentezza in alcune scene, e non poche, ti capisco, è vero; a volte sembrano indugiare fino all'esaperazione.Questo vizio lo tengono molti registi italiani, tra cui Bertolucci, Antonioni, Pasolini. Personalmente, tra i suoi film preferisco Il Gattopardo, ugualmente lento ma più vivo da un punto di vista storico.Se però pensiamo a quella palla infinitesimale della Bibbia di Huston,siamo salvi.
_________________ E tu, lenta ginestra,che di selve odorate queste campagne dispogliate adorni, anche tu presto alla crudel possanza soccomberai del sotterraneo foco, che ritornando al loco già noto, stenderà l'avaro lembo su tue molli foreste....... |
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kaladj
 Reg.: 24 Giu 2003 Messaggi: 2365 Da: Roma (RM)
| Inviato: 13-08-2003 16:38 |
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Il Gattopardo...
Ho letto il libro ma ancora non ho visto il film. Cercherò di provvedere...
Per quanto riguarda Morte a Venezia ho letto anche il libro di Mann e a differenza del film è molto breve. Onestamente non so dirti cosa prefrisco tra i due ma forse avendo visto prima il film e poi letto il libro alla fine il film mi ha conquistato di più...senza un motivo ben preciso...solo questione d'istinto.
Non so come descrivere la sensazione che m'ha dato, ma a parte la lentezza di alcune scene che condividiamo, mi è sembrata una storia molto vera, molto espressiva, per nulla teatrale e costruita con molto garbo. Insomma più ci penso e più sono convinto che è proprio un bel film...ma naturalmente non potrei non condividere opinioni contarie...
_________________ Quante gioie Troppo dolore
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ginestra

 Reg.: 02 Mag 2003 Messaggi: 8862 Da: San Nicola la Strada (CE)
| Inviato: 13-08-2003 17:42 |
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Visconti, già, l'ho sempre considerato il Signore del cinema italiano, oltre che un maestro.
_________________ E tu, lenta ginestra,che di selve odorate queste campagne dispogliate adorni, anche tu presto alla crudel possanza soccomberai del sotterraneo foco, che ritornando al loco già noto, stenderà l'avaro lembo su tue molli foreste....... |
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badlands
 Reg.: 01 Mag 2002 Messaggi: 14498 Da: urbania (PS)
| Inviato: 13-08-2003 18:02 |
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vifi questo film tempo fa,probabilmente non ero abbastanza grande,ma mi annoiò in maniera devastante.vidi poco tempo dopo anche gruppo di famiglia e l'innocente e,dopo rocco,senso e il gattopardo,mi feci l'idea,certa,che gli ultimi 10 anni di carriera di questo glorioso regista son maniera clichè e autocompiacimento.difficilmente rimetterò mani al film.
sulla qualità vhs edicola,meglio stendere il tradizionale velo pietoso,specie se si pensa che a quei prezi si compran tranquillamente vhs nuove originali.
ciao! |
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TINTOBRASS
 Reg.: 25 Giu 2002 Messaggi: 5081 Da: Roma (RM)
| Inviato: 13-08-2003 19:31 |
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Per me, il miglior film del Maestro Visconti, resta l'imprescindibile e straordinario "Bellissima", interpretato da Anna Magnani e Walter Chiari.
_________________ "La giovinezza è una conquista dello spirito che si raggiunge solo ad una certa età" (Proust)
Il sito della mia personalissima rivoluzione: http://www.vueling.com |
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kaladj
 Reg.: 24 Giu 2003 Messaggi: 2365 Da: Roma (RM)
| Inviato: 14-08-2003 07:57 |
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quote: In data 2003-08-13 18:02, badlands scrive:
sulla qualità vhs edicola,meglio stendere il tradizionale velo pietoso,specie se si pensa che a quei prezi si compran tranquillamente vhs nuove originali.
ciao!
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Veramente! Vhs a meno di 4 euro. Io è un po che non entro in una videoteca ma sono rimasto a quando le videocassette costavano non meno di 20.000 lire...
_________________ Quante gioie Troppo dolore
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badlands
 Reg.: 01 Mag 2002 Messaggi: 14498 Da: urbania (PS)
| Inviato: 14-08-2003 11:56 |
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eh beh,allora ti conviene ripasare in qualche negozio.certo,le noità le paghi ancora sui 10 euro,o pure più,ma film un poco passati li trovi a prezzi ridicoli e in buonissima qualità.questo soprattutto se finisci nei grnadi centri commerciali,ancora ubissati di vhs,che,causa dvd,non san più dove mettere.facci un salto,vedrai che conviene.
ciao!
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kaladj
 Reg.: 24 Giu 2003 Messaggi: 2365 Da: Roma (RM)
| Inviato: 14-08-2003 12:03 |
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Ok, ci andrò...Grassie!
_________________ Quante gioie Troppo dolore
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naly01
 Reg.: 26 Nov 2001 Messaggi: 2248 Da: Rignano Sull'Arno (FI)
| Inviato: 14-08-2003 23:43 |
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E' un film stupendo. Ho letto il libro e visto il film per la mia tesina, quest'anno, e alla prima visione anche io ero rimasta sconcertata dalla lentezza. Poi l'ho rivisto e...come dire..."mi ha presa", ho colto tutto ciò che avevo perso, il senso di quella lentezza, i grandi contenuti NONOSTANTE i pochissimi brani di dialogo...
Ciò che penso del film si capisce meglio da quello che ho scritto nella tesina, specialmente nelle parti riguardanti il libro/film/scena. Magari lo posto!
_________________ Sono impossibile da dimenticare
e difficile da ricordare.
IOMA 2007 |
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naly01
 Reg.: 26 Nov 2001 Messaggi: 2248 Da: Rignano Sull'Arno (FI)
| Inviato: 15-08-2003 14:14 |
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Il Libro
La morte a Venezia è una celebre opera dello scrittore tedesco Thomas Mann, conosciuto anche per scritti come I Buddenbrook, Tristano e La montagna incantata. Il protagonista del romanzo è lo scrittore di mezza età Gustav Von Aschenbach, che in preda ad una crisi creativa decide di tornare in una città che ama: Venezia. Qui s’innamora del giovane Tadzio, un bellissimo ragazzo polacco in villeggiatura con la famiglia. Venezia però non è più il luogo ideale per Aschenbach: il caldo lo affatica e lo stanca, e quindi decide di ripartire per la Germania. Alla stazione però inviano la sua valigia nella destinazione sbagliata, e sceglie di restare a Venezia ancora qualche giorno. Intanto l’amore per la bellezza di Tadzio cresce, lo segue sempre e diventa l’oggetto dei suoi pensieri: lo scrittore dominato da autocontrollo e disciplina viene colto dalla passione più sfrenata e dal turbamento. Nel frattempo il segreto che circonda l'amore per Tadzio viene raffigurato dal segreto che circonda Venezia: in città è scoppiata una terribile epidemia di colera che le autorità continuano a tenere segreta per evitare danni economici. E nonostante l'epidemia (come d'altronde la bellezza stessa è una sorte di nonostante: "nasce nonostante il dolore, la sofferenza, la debolezza fisica, la passione e mille altri ostacoli"), Aschenbach resta a contemplare la splendore del giovane ragazzo, trasformando la sua permanenza in un viaggio attraverso pensieri che riguardano vita e arte, bellezza e verità: questi grandi temi, che confluiscono nell’opposizione tra le prime, sono simboleggiate dalla trama: Tadzio rappresenta la bellezza che scompiglia l'ordine di Aschenbach, e la passione così grande che prova per lui lo porta alla morte, dove la conoscenza della bellezza assoluta porta via con sé l'artista.
_________________ Sono impossibile da dimenticare
e difficile da ricordare.
IOMA 2007 |
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naly01
 Reg.: 26 Nov 2001 Messaggi: 2248 Da: Rignano Sull'Arno (FI)
| Inviato: 15-08-2003 14:14 |
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Il FilmLa versione cinematografica de La morte a Venezia è opera di un grande regista italiano, Luchino Visconti, autore di film come Senso e Ossessione. La trasposizione del libro si può dire che sia perfetta: i temi e i pensieri sulla bellezza e sull'ordine, la perdita di equilibrio che colpisce Aschenbach e lo splendore di Tadzio, sono riportati con grande fedeltà e capacità di approfondimento. Eliminata la parte iniziale del lungo racconto di Mann, dove Aschenbach si trova ancora in Germania, il film si apre direttamente sul viaggio a Venezia, mantenendo intatti gli episodi che costituiscono il libro. Visconti si è però preso una piccola libertà: Aschenbach non è più uno scrittore come nel libro, ma è un musicista. Questa differenza non cambia però i contenuti e anzi, trova una valorizzazione del significato: come il libro è formato da parole e Aschenbach è quindi uno scrittore, il film fa largo uso di immagini accompagnate da una bellissima musica tratta dalla quinta sinfonia di Mahler, facendo dell'artista un musicista. La difficoltà più grande nel riportare La morte a Venezia su pellicola è sicuramente il rendere con la stessa capacità i grandi temi e i grandi pensieri affrontati da Mann. Visconti sceglie di ridurre al minimo indispensabile i dialoghi, donando un'importanza estrema non solo alla struggente musica che accompagna tutto il film, ma anche ad una descrizione del protagonista puntuale e precisa in tutte le fasi del suo innamoramento e completata dalla toccante interpretazione di Dick Bogarde. I pochi dialoghi, indispensabili, sono concisi e pieni di bellezza, e sono ritratti soprattutto tramite la tecnica del flashback: durante il soggiorno Aschenbach ricorda alcune conversazioni avute con l'amico Alfred. Il primo è incentrato sulla bellezza, e non riporta solo i pensieri del libro, ma spiega e delinea perfettamente la personalità del protagonista: per Aschenbach la bellezza scaturisce da una rigida disciplina, dalla razionalità, dall'autocontrollo; per Alfred invece la bellezza può scaturire solo dalla passione, dai sensi, da una perdita di sé che dà vita alla bellezza stessa. Un dialogo seguente invece ha luogo dopo un'esibizione di Aschenbach, non apprezzata, ed è l'occasione per Alfred di rendere esplicito il fallimento dell'artista razionale, che inseguendo armonia, equilibrio e rigorosità, fallisce miseramente. E questo verrà provato da Aschenbach sulla sua pelle: a Venezia conosce Tadzio e durante il soggiorno se ne innamora, perdendo ragione e lucidità e affidandosi solo ai sensi. L'artista trova la Bellezza, la conosce attraverso una perdita completa di tutta quella razionalità che Aschenbach aveva sempre inseguito durante la sua carriera. La passione verso Tadzio lo rende sempre più schiavo, se ne impadronisce, lo porta alla perdita completa della dignità, evidenziata dalla scelta di usare un trucco posticcio. La scoperta dell'epidemia che ha colpito Venezia, e che è stata nascosta dall'autorità per evitare una perdita economica (la città vive di turismo), un tempo lo avrebbe subito costretto ad allontanarsi. Ma l'amore verso la bellezza, l'ossessione che prova verso il giovane ragazzo, gli fa perdere la ragione, e nonostante il rischio che corre e l'aria di morte e distruzione che coglie Venezia, egli resta a contemplare Tadzio. Non si rende conto che la desolazione della città è il simbolo della sua distruzione: l'artista convinto della necessità di armonia, di coerenza, di ordine, sta conoscendo la distruzione dell'essere annientato dalla diretta visione della Bellezza. Una bellezza che Aschenbach aveva sempre inseguito tramite la disciplina e che gli si rivela solo attraverso la perdita di controllo dei sensi, una conoscenza che lo porta alla morte per l'irraggiungibilità di essa.
_________________ Sono impossibile da dimenticare
e difficile da ricordare.
IOMA 2007 |
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naly01
 Reg.: 26 Nov 2001 Messaggi: 2248 Da: Rignano Sull'Arno (FI)
| Inviato: 15-08-2003 14:21 |
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Scena Rappresentativa
SCENA DELLA MORTE DI ASCHENBACH
Nel film la morte di Aschenbach è ripresa con la massima fedeltà dagli eventi scritti nel libro. Mann scrive che l'artista si trova seduto su una poltrona in spiaggia a contemplare nuovamente l'oggetto dei suoi desideri, quando d'un tratto Tadzio sembra indicargli una via verso l'immensità, verso l'infinito. Aschenbach, ormai stremato e al culmine della conoscenza della Bellezza, si accascia morente su un fianco della poltrona, soccorso solo alcuni minuti dopo.
Nel film la morte di Aschenbach diviene una scena drammatica e meravigliosa, carica di sofferenza e splendore. L'immagine di Tadzio che indica una via verso l'assoluto è valorizzata dal mare, simbolo per antonomasia dell'infinito e dell'eternità, in un'inquadratura completata da un leggero riflesso del sole che ben rappresenta la bellezza vista da Aschenbach. Egli, indebolito e esausto, abbandonato sulla poltrona, dopo essersi arreso alla superiorità dei sensi e desideroso di inseguire la via indicatagli da Tadzio, perde la maschera del trucco artificioso, che si scioglie in un massimo simbolo di decadimento e perdita di dignità che rivela il fallimento dell'uomo e dell'artista. Il tutto è sottolineato dalla bellissima musica, in una scena molto rappresentativa per come il libro è stato portato sullo schermo: attraverso immagini suggestive e splendide, una fedeltà agli eventi e la sottolineatura di una colonna sonora che valorizza e precisa tutti i contenuti di Morte a Venezia.
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IOMA 2007 |
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kaladj
 Reg.: 24 Giu 2003 Messaggi: 2365 Da: Roma (RM)
| Inviato: 18-08-2003 08:40 |
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Stavo proprio per chiederti cosa pensavi di quest'ultima scena...ma mi hai anticipato con quest'ultimo post...molto interessante la tua tesina, grazie di averla postata...
_________________ Quante gioie Troppo dolore
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naly01
 Reg.: 26 Nov 2001 Messaggi: 2248 Da: Rignano Sull'Arno (FI)
| Inviato: 18-08-2003 20:51 |
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quote: In data 2003-08-18 08:40, kaladj scrive:
Stavo proprio per chiederti cosa pensavi di quest'ultima scena...ma mi hai anticipato con quest'ultimo post...molto interessante la tua tesina, grazie di averla postata...
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Grazie del complicemento!!!
Beh, questa è una aprte, poi ho scritto anche riguardo al sonoro di Morte a Venezia e un tema su Nietzsche (che ispirò Mann).
E tutto questo l'ho fatto anche per Ragione e Sentimento, Therese Raquin e Il Gattopardo!
Un lavorone...ma molto soddisfacente!
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e difficile da ricordare.
IOMA 2007 |
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