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la dimensione statica trasformativa nel cinema moderno |
gmgregori
 Reg.: 31 Dic 2002 Messaggi: 4790 Da: Milano (MI)
| Inviato: 24-04-2003 18:22 |
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Mi sono chiesto più volte se c’è un elite unificata nel cinema moderno. E se esiste, è veramente efficace? No so rispondere.
Sono sicuro però che esiste una sorta di rapporto di dipendenza rispetto alla varietà e alla variabilità dei contesti sociali, siano essi rappresentanti del più acerbo potere consumistico siano essi accomodanti verso le visioni più riflessive della nostra natura.
E’ mai possibile gerarchizzare delle pellicole per criteri?. Obbiettivamente si. Ma le trasformazioni spesso avvengono da conflitti, da un insieme di processi di trasformazione che passano per quello che il senso comune chiama trash..
Se nel 1994 Tarantino è riuscito ad accodare una sorta di nuova realtà dello screenplay, forse un processo di trasformazione c’è stato. Non che Tarantino fosse o è un rivoluzionario, ma è stato lui ad applicare nuove forme di manierismo e di omaggio che col tempo ha creato proseliti e fenomeni cult. Un Film come Three Kings vede gli attori configgenti all’interno dello stesso sistema Istituzionale, come la guerra, ironizzando con tanto di genio l’assurdità del concetto di assenso collettivo passando ad una presa in giro mirata alle nuove tecnologie(telefonate satellitari improbabili) ad un’altrettanta cinica rappresentazione della forza distruttrice delle armi.
La filmografia è comunque persuasiva, la dove Billy Elliot rompeva gli schemi domestici con ironia a tratti nervosa a tratti calma. là dove Buttefly Kiss, ha conseguito l’obbiettivo di entrare nelle personalità più bastarde e perverse dimostrando chiaramente l’esistenza di subculture mentali che vediamo solo rappresentate nei fatti di cronaca.
Credo che ogni film sia un divenire percettivo, qualsiasi sia l’argomento trattato, che si o meno figlio dell’economia di mercato.
Mi chiedo quanto il cinema possa entrare e influenzare l’opinione pubblica e la sfera privata.
Dal punto di vista dello spazio architettonico dove la presunzione è diventata realtà possiamo asserire che ha avuto il suo potere.
A volte credo anche che la continua prevedibilità di certi film creino una stasi che a suo modo influisce continuamente sui processi di trasformazione.
Se non riesco più a vedere film d’azione degni nota, nel mio ottimismo, credo che da qui a poco ci sarà una nuova fase Tarantino dove il concetto di azione verrà meno virtualizzato e inquadrato in un nuova/ vecchia dimensione prolifica ed efficace!
Forse!
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Trovo una difficoltà grandissima a congiungere gli estremi della vita e immettere Mallory in centro di gravità permanente, costruire un sogno cinefilo dove tutti siam d'accordo, e si dice: "bello, brutto, fa schifo"
[ Questo messaggio è stato modificato da: gmgregori il 24-04-2003 alle 18:23 ]
[ Questo messaggio è stato modificato da: gmgregori il 25-04-2003 alle 19:34 ]
[ Questo messaggio è stato modificato da: gmgregori il 26-04-2003 alle 09:39 ] |
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gmgregori
 Reg.: 31 Dic 2002 Messaggi: 4790 Da: Milano (MI)
| Inviato: 25-04-2003 19:33 |
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svendo anche questa!
_________________ la bruttura del vuoto è tanto profonda fin quando, cadendo, non ti accorgi di poterti ripigliare. I ganci fanno male, portano ferite, ma correre e faticare per poi giorie è un obbiettivo per cui vale la pena soffrire.
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Rivole
 Reg.: 02 Lug 2002 Messaggi: 729 Da: Londra (es)
| Inviato: 26-04-2003 02:24 |
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quote: In data 2003-04-24 18:22, gmgregori scrive:
Mi chiedo quanto il cinema possa entrare e influenzare l’opinione pubblica e la sfera privata.
Enormemente dal punto di vista dello spazio architettonico dove la presunzione è diventata realtà possiamo asserire che ha avuto il suo potere.
[ Questo messaggio è stato modificato da: gmgregori il 25-04-2003 alle 19:34 ]
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ma cosa vuol dire? |
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Tristam ex "mattia"
 Reg.: 15 Apr 2002 Messaggi: 10671 Da: genova (GE)
| Inviato: 26-04-2003 04:08 |
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in verità io, già ieri volevo scrivertelo, non ho capito assolutamente niente. escluso l'ultima parte, non sono riuscito a capire cosa hai detto...
_________________ "C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"
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gmgregori
 Reg.: 31 Dic 2002 Messaggi: 4790 Da: Milano (MI)
| Inviato: 26-04-2003 09:28 |
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posso capire, purtroppo a volte do per scontate molte cose.
il tutto è nato da una discussione con un eminente psicologa di Torino.
In sostanza lei sostiene, e io anche, che l'innovazione, la staticità, il luogo tempo e spazio sono sempre in divenire,secondo la teoria di accomodamento Piagetiana. Il cinema è stato preso ad esempio come parametro per capire che eventi negativi o poco innovativi, generano sempre una sorta di conflitto senza il quale non sarebbe possibile rinnovare o richiamare le categorie precedenti adeguandole alla realtà.
_________________ la bruttura del vuoto è tanto profonda fin quando, cadendo, non ti accorgi di poterti ripigliare. I ganci fanno male, portano ferite, ma correre e faticare per poi giorie è un obbiettivo per cui vale la pena soffrire.
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Tristam ex "mattia"
 Reg.: 15 Apr 2002 Messaggi: 10671 Da: genova (GE)
| Inviato: 26-04-2003 12:06 |
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eppure sono anni che non è così...
aspettiamo tutti una seconda e più violenta nouvelle vague...
speriamo.
_________________ "C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"
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Rivole
 Reg.: 02 Lug 2002 Messaggi: 729 Da: Londra (es)
| Inviato: 26-04-2003 16:03 |
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eppure ancora non ho capito cosa faccia la presunzione nello spazio architettonico. |
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denisuccia
 Reg.: 14 Apr 2002 Messaggi: 16972 Da: sanremo (IM)
| Inviato: 26-04-2003 16:07 |
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quote: In data 2003-04-26 16:03, Rivole scrive:
eppure ancora non ho capito cosa faccia la presunzione nello spazio architettonico.
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eheheh...
_________________ L'improvviso rossore sulle guance di Thérèse, identificato immediatamente come il segno dell'Amore, quando io avevo sperato in una innocente tubercolosi. |
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gmgregori
 Reg.: 31 Dic 2002 Messaggi: 4790 Da: Milano (MI)
| Inviato: 26-04-2003 17:42 |
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ma vallo a capire sto Gian Marco!
_________________ la bruttura del vuoto è tanto profonda fin quando, cadendo, non ti accorgi di poterti ripigliare. I ganci fanno male, portano ferite, ma correre e faticare per poi giorie è un obbiettivo per cui vale la pena soffrire.
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