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| Autore |
Frank Miller's Sin city, ovvero il cinema al servizio del fumetto |
sandrix81
 Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 22-05-2005 19:24 |
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quote: In data 2005-05-22 19:23, 8ghtBall scrive:
provedo subito ha coreggermi
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_________________ Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina. |
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Hawke84
 Reg.: 08 Giu 2004 Messaggi: 5586 Da: Cavarzere (VE)
| Inviato: 27-05-2005 13:49 |
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Sin City non è un allettante fumetto black&white portato sullo schermo da una coppia di sprovveduti.
Sin City è l’esempio di un’America che, in questo nuovo millennio, fa un passo avanti con la testa rivolta all’indietro.
Sin City è un fenomeno molto più grande di quello che può sembrare al primo impatto.
Sin City è il cinema che sfrutta a pieno le sue nuove tecnologie per dar finalmente vita a quello, che per molti anni, è rimasto solo sottinteso in molto cinema americano: l’armonico connubio tra PulpArt e Noir.
Mi sto buttando in affermazioni sicuramente molto avventate…per le quali non mancherò di essere lapidato da molti, ma davvero questa è stata la mia prima impressione alla visione del film e proverò ad argomentare meglio.
La storia del pulp non nasce con Tarantino e il suo Pulp Fiction, ancora una volta il regista onnivoro non ha fatto altro che succhiare avidamente nettare dal cinema da lui preferito rigurgitandolo in un film che rende omaggio ai cento anni di corteggiamento tra Pulp e cinema, e lo ha fatto in maniera sublime grazie alla sua innata padronanza del mezzo cinematografico.
Tarantino con Pulp fiction ha dato un senso al non-sense, ha immortalato la progressiva perdita di senso della società americana allora contemporanea: gli anti-eroi che uccidono per sbaglio acquistano di colpo il senso di una vita che ha perso ogni punto di riferimento e acquista una falsa morale. Ma il Pulp non è genere ma meta-genere e ha le sue radici ancorate agl’inizi del secolo.
Il Pulp nasce a cavallo tra ‘800 e ‘900 con le Dime Novels e poco dopo con i Pulp Magazines, pochi fogli di carta grossolana, ruvida e sporca, venduti a bassissimo prezzo che offrivano al loro pubblico (per lo più operai assetati di distrazione) nient’altro che racconti popolari, divertimento economico.
In sé queste rozze pubblicazioni, denigrate dalla critica colta, contenevano il germe di una cultura che si stava pian piano allargando facendosi popolare e, forse per questo, pericolosa.
Il successo cresceva in maniera esponenziale e il cocktail sembrava perfetto: amore, avventura mistero e, soprattutto, trasgressione.
Questa non è una formula fredda e univoca ma saprà adattarsi alle esigenze del pubblico e soprattutto andrà sempre a braccetto con l’evolvere della società nella quale si impone prima di tutto come oggetto di evasione (proprio come il cinema di Tarantino) e poi come riflesso delle sue preoccupazioni, incertezze, contraddizioni magari esorcizzandole (attraverso un humor nero ad esempio).
Non è un caso che il rapporto tra pulp e cinema sia di amore a prima vista, non mi dilungherò inutilmente sulla questione ma basta rendersi conto che il sensazionalismo e le storie dei Pulp Magazine daranno vita ai serial che accompagnavano la proiezione dei film “colti” nel muto e saranno, dopo l’avvento del sonoro, linfa vitale per gran parte dei B-Movie anni 30-40.
Quello che è più interessante, tornando in ottica Sin City, è il passaggio di testimone a cui si assiste alla fine degl’anni 40 quando i Pulp Magazine sono costretti a chiudere causa l’esplosione dei più attraenti e “tascabili” comic book e paperback book. L’eredità degl’antieroi Pulp è nelle mani di supereroi come Superman e Barman.
Il Pulp con i suoi mondi eccitanti fatti di trasgressione e fantasticherie proibite non muore ma si trasferisce “su altri formati” diventa un meta-genere che sporca vita, cultura e arte americana. S’insidia sotto ogni piega del cinema sottolineando il più delle volte il cartattere onirico e fantastico delle immagini cinematografiche e sfociando poco a poco nel comico/deprimente.
Altro passo fondamentale, e penso ancora a Sin City, è il legame tra cinema Noir e cultura Pulp. Il Pulp riflette in effetti gran parte delle preoccupazioni stilistiche e culturali dalle quali emerge il film noir e contiene in sé elementi come mistero, crimine, passione, incertezza. Il Noir sembra appropriarsi quindi dell’identità del pulp, oltre che di buona parte delle sue storie, per costruire la propria.
Da questa miscela di pulp e noir classico nasce questa città del peccato, dove la violenza, la passione, la corruzione, amore e tradimento s’intrecciano e prendono vita sotto una forma che è insieme novità e deja vu.
La teconologia, il croma key, il digitale permettono al cinema di riappropriarsi dei vecchi contenuti sotto una forma che è contemporanemamente vecchia (si rifà ad un celebre albo di fumetti che richiama l’atmosfera di un neo-noir) e nuova ( perché mai vista prima sul grande schermo e, quindi, assolutamente stimolante).
Sin city è un neo-pulp o neo-noir, impossibile individuare un termine preciso; i temi del primo si mescolano alle atmosfere del secondo (come d’altra parte accadde in passato). Ritroviamo le vene di disagio e angoscia, l’ambiguità psicologica che non permette una netta separazione tra giusto e ingiusto, erotismo ed ossessione di origine sessuale, obliquità e, difficile a dirsi, amore.
Ecco che la città del peccato pullula di donne intelligenti, potenti seducenti, seduttrici e soprattutto pericolose! Le donne sono il cuore pulsante di tutte e tre le storie narrate in Sin City , che siano dark lady, femme fatale, prostitute o poco più che adolescenti.
Sin city non risente mai della staticità o bidimensionalità del fumetto, e già questo fattore lo allontana dalla critica che sembra oggi andare per la maggiore: “Sin city è il fumetto di Frank Miller e poco ha a che spartire con il cinema di Rodriguez”.
Io invece non posso che stare dalla parte del texano (che non mi stimolava più dai tempi de Dal tramonto all’alba) e sostenere che non c’era forse regista migliore per dirigere la pellicola.
Uno spirito vicino al Pulp tarantiniano fatto di violenza riletta con distacco ironico e visceralità, regista folle votato all’azione, alla bastardata, ma tanto intelligente da lasciar spazio alla profonda identità Noir del fumetto.
Sin City è da vedere tutto d’un fiato da gustare con tutti i suoi contrasti e spruzzate di colore, non come nuova tendenza ma come ritorno al passato in grande stile, come si “bevevano” in America agli inizi del secolo quei vecchi Pulp Magazines da pochi centesimi.
_________________
vado a tirar sassi da un cavalcavia
provate a fermarmi col sarcasmo se ci riuscite
[Petrus]
[ Questo messaggio è stato modificato da: Hawke84 il 01-06-2005 alle 00:03 ] |
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gatsby
 Reg.: 21 Nov 2002 Messaggi: 15032 Da: Roma (RM)
| Inviato: 27-05-2005 15:15 |
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Ottimo Hawke, come al solito sono d'accordo con te, e grazie per le delucidazioni sulla nascita del Pultp.
Questo è un mio pensiero sul film:
Solo un uomo così off-Hollywood come Robert Rodriguez poteva riuscire in un progetto tanto ambizioso come Sin City. Da una parte la difficoltà di convincere il possessivo Frank Miller, l’autore dell’omonimo fumetto, ad accettare una versione sul grande schermo della propria opera, dall’altra il problema di convincere la Buenavista (Disney) ad investire una bella cifra su di un lavoro da girare in un particolarissimo bianco e nero, modalità che spesso scoraggia il grande pubblico. Se adesso siamo qui a parlarne però significa che Rodriguez le sue buone ragioni le avrà portate, e in qualche modo, fatte condividere a chi di dovere.
Sin City è un film corale, come del resto già il titolo dovrebbe far intuire. Non si parla di eroi, non di cattivoni malvagi, ma di una città. Una metropoli di nome Basin City, chiamata però dalla sua stessa gente nella più appropriata abbreviazione Sin City (Sin in inglese significa peccato).
Nei suoi quartieri, nelle sue strade, nei suoi locali, vivono le storie di uomini e donne, eroi e puttane, assassini e bambine. Tutti sono allo stesso tempo causa e vittime dell’ambiente che li circonda, tutti sono sporchi di quel rosso sangue che è proprio della città. Le tre storie che seguiamo, quelle di Hartigan, Marv e Dwight sono solo gli emblemi di una comunità scesa ormai a compromessi con la violenza.
Mentre in Gangs of NewYork la brutalità gettava le basi dell’urbe, qui ne è ormai il simbolo della decadenza, una situazione ineluttabile alla quale si devono abituare tutti. Persone sole che vivono di sprazzi, di folate, di istinti.
Impulsività che Miller e Rodriguez trovano ragionevole identificare con le donne. Sono loro, il gentil sesso, a muovere tutto il sistema. E’ per Nancy che Hartigan si sacrifica, è per Goldie che Marv diventa giustiziere, è per salvaguardare le prostitute della città vecchia che Dwight si impegna in un difficile occultamento di cadaveri. Non è amore, né compassione, ma semplice consapevolezza che si è nulla se non si prova alcun sentimento. Si vive di momenti…
Solo così possiamo leggere il perché certe volte il sangue ci venga mostrato realisticamente nella sua crudezza ed altre volte semplicemente in bianco e nero, come se fosse l’acqua che sgocciola da un rubinetto. Perdere sangue significa perdere parte di se stessi, e quando non è così, si può dire che è sangue sprecato. Si al sacrificio; il resto è nulla.
E’ quindi un film cromatico questo di Rodriguez, colorato, o incolore, come lo sono i fumetti di Miller. Ho avuto la fortuna di intervistare Jessica Alba, e una delle cose più interessanti che ha detto (ma che già immaginavo, dato il personaggio in questione) è che Rodriguez pensa a Sin City come di un’opera esclusivamente di Frank Miller. A detta del regista di El Mariachi, il disegnatore già aveva operato tutte le scelte che un director si trova a dover affrontare. Nelle tavole già vi erano costumi, luci, dialoghi, soggetto, scenografie. Tutto era già stato fatto nei disegni. Potremmo credere a questo eccesso di modestia, e lasciare che i meriti vadano solo da una parte, ma sarebbe giusto? Il cinema non è solo un aggregato di aspetti, ma un insieme che vive indivisibile. Non una coesione di elementi, da valutare come se si stesse vedendo la pagella di uno scolaro, ma un’unita difficile da frazionare.
Rodrigeuz dà vita a questi personaggi statici, li fa muovere in un mondo che esisteva, ma solo come insieme di angoli bidimensionali, crea atmosfere che richiamano il noir (e quale genere è più cinematografico del noir?) e proprio da qui parte per la sua indagine non tanto verso il fumetto, quanto su di un mondo che era e che probabilmente sarà. Sim City è quindi un film politico ( il bastardo giallo, il più schifoso dei personaggi, ha “stranamente” il volante a destra come gli inglesi; i preti sono i peggiori dei malvagi, la polizia è sporca e corrotta…) che vive in ogni tempo. Dove su automobili degli anni quaranta la gente utilizza il cellulare, dove non è il tempo e la violenza a passare, ma lo sono gli uomini.
_________________ Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è |
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Davil89
 Reg.: 29 Dic 2003 Messaggi: 6581 Da: Soliera (MO)
| Inviato: 27-05-2005 22:29 |
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non resisto più, lo voglio vedere !!!
_________________ "Non smettere mai di sorridere, nemmeno quando sei triste, perché non sai chi potrebbe innamorarsi del tuo sorriso" |
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Kieslowski
 Reg.: 09 Mag 2005 Messaggi: 1754 Da: Reykjavik (es)
| Inviato: 27-05-2005 22:35 |
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Dai report di Cannes su sky non lo esaltavano molto, parlavano di una sceneggiatura vaga che fa affidatemento a figure femminili molto...aperte diciamo!
Comunque sono anch'io molto curioso di vedermi questo Sin City, anche perchè Frank Miller è stato un grande fumettista, spero che la mia opinione possa essere diversa da quella del critico di sky.
In genere le trasposizioni perdono un pochino...staremo a vedere. |
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Kieslowski
 Reg.: 09 Mag 2005 Messaggi: 1754 Da: Reykjavik (es)
| Inviato: 27-05-2005 22:42 |
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| Sono anche molto incuriosito dalla scelta di un bianco e nero con sprazzi di giallo e rosso, se ben ricordo |
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Petrus
 Reg.: 17 Nov 2003 Messaggi: 11216 Da: roma (RM)
| Inviato: 27-05-2005 23:22 |
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Nel traboccare di bianchi neri rossi (e gialli), chi si accinge ad approcciarsi a Sin City, si trova di fronte ad una messa in scena sicuramente innovativa.
Un’attenta analisi della prima sequenza basterebbe ad inquadrare il mondo descritto nel film. Un incrocio di noir, pulp, amori senza futuro, bellezze mozzafiato e killer senza (o con troppo) cuore. Il tutto descritto con una meccanica che ricorda i grandi film d’un tempo ed insieme gli eroi perdenti di un certo cinema di trent’anni fa. L’omaggio palese ad uno stacco in negativo che ricorda tanto (l’inquietante) quiete prima della tempesta di un Nosferatu di tanti e tanti anni fa, dà quel tocco di cinico autocompiacimento che, appena partiti i titoli di testa, fa scorrere quel lieve brivido lungo la spina dorsale.
L’ultimo lavoro di Robert Rodriguez attinge a piene mani dal fumetto. Anzi, va oltre, fin ad arrivare ad affiancarsi alla regia proprio chi quel fumetto l’ ha ideato, Frank Miller.
Il connubio Rodriguez/Miller ha ottenuto l’effetto desiderato. L’effetto che, con quella prima sequenza, girata a proprie spese, il regista di “Spy Kids” voleva trasmettere al titubante fumettista, ma che è bastata per tirarlo totalmente addentro al progetto.
Sullo schermo vive quella (Ba)sin City che viene così sapientemente tratteggiata nelle pagine dei comics, fatta di vicoli bui e donne assassine, killer cannibali ed eroi perdenti. Dal punto di vista del mero impatto visivo Sin City è un prodotto notevolissimo.
Le perplessità sorgono a livello di narrazione, di tenuta d’insieme. Il film è costruito su tre storie diverse, accomunate dall’ambiente cupo e poco più, tre storie di tre antieroi diversissimi tra di loro, latori di messaggi e rimandi simbolici lontani e profondi. Questa bella (sulla carta) differenziazione dei punti di vista su una realtà che tanto aveva da rispondere, se adeguatamente sollecitata, viene notevolmente appiattita da scelte registiche e narrative assolutamente piatte e banali. La mancanza di coralità è evidente, eppure si ricercano richiami furbetti con assonanze di luoghi e personaggi, assonanze elementarmente costruite che il film di certo non meritava. A fronte di un fumetto interamente basato sui dialoghi, poi, lo script si adagia per una buona metà sulla voce narrante. Operazione che ha una resa sulla carta, tutt’altra sullo schermo.
Vero orrore da questo punto di vista è l’assoluta omogeneità di messa in scena dei tre microcosmi diversi, che adottano identiche soluzioni fotografiche e registiche, ma soprattutto che mantengono lo stesso stile e tono narrativo. In un film così disomogeneo, cantato a tre voci, un discontinuità narrativa sarebbe stata d’obbligo. Considerando che chi ci parla non è nemmeno una fantomatica “voce della città”, soluzione di compromesso che avrebbe giovato, ma i protagonisti in prima persona.
Sin city, che ha visto anche la presenza di Tarantino come direttore di una sequenza, è dunque un gran film a metà. Visivamente sorprendente, costruito a partire da ombre, fisiche e spirituali, narrativamente mostra il fianco a una monotonia e una scarsezza di verve che ne minano la buona riuscita immaginifica. Un buon esperimento, un’ottima prova probabilmente, che alla fine dei conti, però, manca l’obiettivo.
_________________ "Verrà un giorno in cui spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate" |
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tigro7
 Reg.: 09 Feb 2004 Messaggi: 1171 Da: Lanciano (CH)
| Inviato: 27-05-2005 23:40 |
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scusate ma non ho capito se è pesante o no! lo vorrei sapere perchè sono molto interessato a questo film!
_________________ Dietro la fatica c'e la magia di combattere una battaglia.La magia di rischiare tutto per un sogno che nessuno vede tranne te.
<<Non ho nessuno tranne te Frankie>>
<<Io ci sono almeno>>
<<Mi lascerai?>>
<<Mai...>>
Million Dollar Baby |
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8ghtBall
 Reg.: 04 Feb 2004 Messaggi: 6807 Da: Cesena (FO)
| Inviato: 29-05-2005 19:46 |
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quote: In data 2005-05-27 23:40, tigro7 scrive:
scusate ma non ho capito se è pesante o no! lo vorrei sapere perchè sono molto interessato a questo film!
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pesante?
_________________ Altri spazi di cinema:
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hal9000
 Reg.: 13 Set 2004 Messaggi: 1519 Da: treviglio (BG)
| Inviato: 29-05-2005 20:03 |
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quote: In data 2005-05-27 23:40, tigro7 scrive:
scusate ma non ho capito se è pesante o no! lo vorrei sapere perchè sono molto interessato a questo film!
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nel senso della violenza?
_________________ "Anche i pomodori sanno che non si sfugge al passato" |
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tigro7
 Reg.: 09 Feb 2004 Messaggi: 1171 Da: Lanciano (CH)
| Inviato: 29-05-2005 20:15 |
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no! se annoia lo spettatore o lo tien il continua suspance.
_________________ Dietro la fatica c'e la magia di combattere una battaglia.La magia di rischiare tutto per un sogno che nessuno vede tranne te.
<<Non ho nessuno tranne te Frankie>>
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8ghtBall
 Reg.: 04 Feb 2004 Messaggi: 6807 Da: Cesena (FO)
| Inviato: 29-05-2005 20:29 |
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quote: In data 2005-05-29 20:15, tigro7 scrive:
no! se annoia lo spettatore o lo tien il continua suspance.
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io ancora non l'hi visto . Esce MErcoledì.
ma non credo che la noia , sia una delle cose che possa trasmettere...
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tigro7
 Reg.: 09 Feb 2004 Messaggi: 1171 Da: Lanciano (CH)
| Inviato: 29-05-2005 21:14 |
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quote: In data 2005-05-29 20:29, 8ghtBall scrive:
quote: In data 2005-05-29 20:15, tigro7 scrive:
no! se annoia lo spettatore o lo tien il continua suspance.
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io ancora non l'hi visto . Esce MErcoledì.
ma non credo che la noia , sia una delle cose che possa trasmettere...
| bene allora.....
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hal9000
 Reg.: 13 Set 2004 Messaggi: 1519 Da: treviglio (BG)
| Inviato: 30-05-2005 15:33 |
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io ci vado domani a vederlo, vi faccio sapere
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Davil89
 Reg.: 29 Dic 2003 Messaggi: 6581 Da: Soliera (MO)
| Inviato: 31-05-2005 23:00 |
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adesso riesco a dire solo una cosa, STRABILIANTE domani, che avrò + tempo, posterò un commento migliore
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