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Children of men di Alfonso Cuaron. Il futuro è passato, il cinema è qui |
AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 20-11-2006 10:06 |
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quote: In data 2006-11-20 07:58, Petrus scrive:
vabbè peppe
ma se la metti su sto piano qualsiasi discussione diventa perlomeno sgradevole
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Su quale piano, Pietro? La sgradevolezza, se c'è, viene da lontano, ha una sua origine anche nella superficialità con cui si affrontanto certi argomenti e confronti, e non da una sola parte. Se ti riferisci alla mia battuta finale, voleva essere ironica, come da apposito smile. |
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mescal
 Reg.: 22 Lug 2006 Messaggi: 4695 Da: napoli (NA)
| Inviato: 20-11-2006 11:24 |
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quote: In data 2006-11-20 07:58, Petrus scrive:
quote: In data 2006-11-20 01:24, AlZayd scrive:
quote: In data 2006-11-20 01:10, gatsby scrive:
bah...
a mio avviso sei tu che in quetso caso ti stai limitando a non parlare del film, ma dicendo a cosa si rifà (cosa che ancora non ho capito perchè dovrebbe essere sbgaliata). Dici che è stato già fatto, ma boh, io non credo hce trent'anni fa si girasse col digitale, i sequestri fossero mediatici, e le guerriglie si riprendessero in quel modo. Ma sicuramente mi sbaglio.
A questo punto aspetto di leggere da qualche altra persona qualche considerazione valida, con te proprio non mi ci prendo su questo film, ma non solo per gusti, ma proprio per modo in cui impostare una critica ad un film. Sicuramente solo l'unico, ma davvero non ti ho capito, scusami.
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Io ho parlato del film, in proprio e in risposta alle ipotesie altrui. Leggi bello! Il fatto è che non vuoi essere contraddetto, che bisogna parlare del film nei modi coincidenti alle tue aspettative e limitate percepizioni, alle tante cose, non solo filmiche che ti sfuggono. Io invece ne parlo a modo mio, ma restando nel giusto tracciato. Puoi condividere o meno, ma per favore non rigirare la frittata. Mi hai invitato con forza a parlare del film, ti ho risposto punto per punto, ed ora accomodati.., se credi, se hai argomenti, a parte le tue incertezze con le quali professi anche un'arroganza ed un'ostinazione alquanto manifesta e rischiosa. Il formato digitale, come tutte le tecniche, è uno strumento dell'espressione, della poesia, non un fine, il fine dell'espressione e della poesia stessa! Andrea mi dispiace doverti dire che non capisci un cazzo di cinema!
Maccarone, m'hai provocato, e mo me te magno!
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vabbè peppe
ma se la metti su sto piano qualsiasi discussione diventa perlomeno sgradevole
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Spiegati meglio. |
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GionUein
 Reg.: 20 Mag 2003 Messaggi: 4779 Da: taranto (TA)
| Inviato: 20-11-2006 16:28 |
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L'ho visto e mi ha entusiasmato.
Sono pertanto in completa sintonia con Gatsby ( e molto meno con Alzayd ).
Tra un po provo ad argomentare.
_________________ U N I T A C I N E F I L A |
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 20-11-2006 21:24 |
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quote: In data 2006-11-20 16:28, GionUein scrive:
L'ho visto e mi ha entusiasmato.
Sono pertanto in completa sintonia con Gatsby ( e molto meno con Alzayd ).
Tra un po provo ad argomentare.
| Ottimo Gion, leggerò volentieri la tua opinone e non sarà questa dissonanza a minare la stima e la simpatia che nutro per te. |
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utopia

 Reg.: 29 Mag 2004 Messaggi: 14557 Da: Smaramaust (NA)
| Inviato: 20-11-2006 21:42 |
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{'A' sono io}
A: "Stavolta il film tocca sceglierlo a me"
B: "Noooo!!!"
A: "Sì, invece... Flags of our fathers!"
B: "Ah, ah! L'unico spettacolo è alle 22.45!"
A: "... Ok, te che vuoi vedere?"
B: "I figli degli uomini!"
A: "Ma che cosa!!! La trama mi pare troppo stupida... "
B: "E allora che proponi?"
A: "Un film di cui tutti parlano... aspè... come si chiama... 'Children of men'!"
Giuro che ero seria.
_________________ Tutto dipende da dove vuoi andare... Non importa che strada prendi!
Happiness only real when shared. |
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gatsby
 Reg.: 21 Nov 2002 Messaggi: 15032 Da: Roma (RM)
| Inviato: 21-11-2006 11:50 |
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Ho riordinato molti dei pensieri fatti, in una forma più comprensibile:
Alla base di ogni discorso riguardante “Children of men” bisogna partire dal cosa ci voleva narrare Cuaron.
Un film sull’umanità, sul mondo di oggi. Il suo futuro, il 2027, è in realtà il nostro presente. Un mondo in cui Bush e l’amministrazione americana spendono milioni di dollari per predicare l’astinenza sessuale fino ai 30 anni, dove gli attentati sono all’ordine del giorno, dove la guerra non fa più notizia perché sempre da qualche parte si combatte, dove i giornalisti vengono sequestrati e torturati, dove immigrati pakistani e afgani di seconda e terza generazione fanno attentati nella capitale cosmopolita per eccellenza: Londra, dove molti governi occidentali adottano sempre più norme restrittive su immigrazione e sicurezza, dove i dissidenti interni valgono le brigate rosse di un tempo e perseguono i propri fini senza alcun scrupolo morale. Un mondo che se non è in crisi adesso, ha tutti i presupposti per esserlo in un futuro prossimo, dove l’inquinamento atmosferico porta a squilibri dei nostri organismi.
Situazioni che allo stesso tempo sono cause e conseguenze di una divisione sempre più marcata tra etnie e classi sociali. Abitiamo tutti lo stesso pianeta, ma non ce ne ricordiamo, anche se (e qui si entra nel film) da 18 anni non nasce un bambino. E continuiamo a farci la guerra.
Problemi enormi, che però hanno un’unica matrice: siamo tutti figli di qualcuno, tutti discendiamo da quella prima coppia (che sia Adamo ed Eva o Mohamed e Nadia o chiunque altro) che mise al mondo un figlio.
Cuaron sceglie di partire dalla soluzione, dalla gravidanza, per affrontare tutte queste altre problematiche. Lui prende il bambino, il “centro”, la possibile soluzione di ogni situazione, perché sa che avendolo tra le braccia parlerà di tutto il resto. Parlerà di come il mondo potrà diventare, ma ricordando anche come gli uomini nel fondo del loro cuore continueranno ad essere uomini, persone con un cuore che si fanno da parte e lasciano che i vagiti di un bambino risuonino al silenzio, come una messa su di un carro armato.
Ecco quindi un film sull’umanità, un film in cui di qualsiasi “razza” si sia, ci si dà da fare per aiutare il bambino a venire alla luce: zingari, russi, inglesi, neri, bianchi….anche nella situazione più impossibile, l’umanità resiste. Questo è il “centro” di Cuaron. Un film sugli uomini, che non si preoccupa di dare una soluzione per ognuno dei tanti problemi, ma di dare “la” soluzione: ricordiamoci che siamo tutti uomini.Una considerazione così banale, ma che si perde speso di vista e che basterebbe mettere in pratica (seppur utopistica) per avere buona parte dei problemi, se non tutti, risolti. Lei è nera e immigrata, ma tutto passa in secondo piano dal momento che ha un figlio, il primo dopo 18 nani.
E’ chiaro che Cuaron si rifaccia in tal senso alla simbologia cristiana, seppur con delle importanti distinzioni.
L’annuncio della gravidanza è fatta in una stalla, ma stavolta non ci sono bue e asinello, ma mucche (si preannuncia così che il nuovo “Gesù” sarà femmina). La madre non una vergine, non Maria, ma una prostituta, Maria Maddalena. La fuga non è nel deserto in mezzo al controllo romano, ma in un ambiente sempre disastratoin cui ognuno cerca di adattarsi o fuggire da chi governa.
Questo contenuto, ed è qui che Cuaron entra davvero in gioco, è reso nel “nostro” linguaggio. Come vediamo la guerra oggi? La vediamo dalla televisione, dai reportage di guerra di tanti operatori.
E Cuaron così fa una scelta: sceglie di essere (o sceglie che lo spettatore diventi) quell'operatore/giornalista che riprende ciò che succede. Non è mai inquadrato, è un personaggio invisibile, è i dieci, cento, mille giornalisti che con una videocamera digitale che ogni giorno documentano la guerra in Afghanistan, in Iraq, in Darfur (qui saranno due però al massimo).Loro sono la telecamera, quelli che non fanno montaggio perché hanno un unico punto di vista per ogni scena, che non scelgono cosa far vedere, ma che guardano e basta (ecco la spiegazione concettuale dei tanti e magnifici piani sequenza). Tu non li vedi ma sai che stanno lì. Ogni giorno entrano nelle nostre case con quelle immagini e ci raccontano quello che succede a qualche centinaia di kilometri da noi. E così le soggettive non sono quelle di Owen, ma quelle di questo operatore, che si gira quando vede i lanci di oggetti dalla finestra, si allontana dal divano quando capisce che il dialogo tra Clive Owen e Micheal Caine non è interessante per il suo reportage, ma poi si riavvicina di scatto quando sente nominare “progetto umanitario” (però era solo una barzelletta…)Il suo scopo è seguire quel che succede, la ragione del suo “reportage” è capire che succede non nella vita di un uomo, ma nella vita di tutti gli uomini. Lui riprende la “Storia” , quella che scopriremo dopo sarà l’inizio di un nuovo mondo. E così gli può capitare del sangue sull’obiettivo, può scansarsi se ha paura di essere sotto tiro. E’sempre lì, accanto a Clive Owen, ma non ne prende mai il posto se non nell’ultima scena, sulla braca, quando ormai “la” storia è arrivata a conclusione. E non è sempre lo stesso operatore, certe volte rimane sul ciglio di una strada dopo un lunghissimo piano sequenza (dopo l’assassinio della Moore, scende dalla macchina quando i due poliziotti fanno fermare la macchina, e non ci risale dopo l’uccisione dei due), altre volte è l’operatore di “Al Qaeda” che punta luci gialle negli occhi di un Clive Owen sequestrato dai Pesci. Lui è l’operatore, lui è le immagini che conosciamo, è il mondo che siamo abituati a vedere in tv, è le immagini che vedremmo in un telegiornale nel 2027 o, chi lo sa, nel 2008.
Cuaron ce lo dice fin dall’inizio. Le prime immagini infatti sono quelle di un telegiornale. Il film inizia con la notizia della morte del ragazzo più giovane sulla Terra. In quel lungo piano sequenza, che si conclude con l’esplosione del bar, Cuaron condensa già buona parte delle tematiche del film, portando lo straordinario nell’ordinario. La tv, strumento mediatico per eccellenza di cui tutti si fidano (tant’è che Cuaron inizia dalla televione anche altre due scene prima della rivelazione della gravidanza), una collettività che si riunisce sotto ad apprendere con gli occhi lucidi la tragedia (c’è quindi l’umanità delle persone, e la consapevolezza di un problema comune), l’attentato (che non ha bisogno di spiegazioni, visto che già è stato capito il clima che regna). Tutto condensato in un’unica scena: tutto è unito, da una cosa dipende l’altra.
Certo, dire come si è detto prima, che non viene scelto cosa far vedere è un’esagerazione, un “trucco” con cui Cuaron cerca di aggirare quella possibile critica di virtuosismo fine a se stesso che qualcuno potrebbe rivolgergli. Lui sa sempre cosa far vedere, e dietro c’è sempre una ragione. Per quanto pomposo e spettacolare, non sovrappone mai i mezzi a disposizione. La fotografia ci dice uno stato d’animo, il sonoro un’esplosione, o la visione di un bambino che piange e che viene fuori da un palazzo “zeppo di guerra”. Di spalle infatti seguiamo i due protagonisti uscire,Sappiamo cosa hanno in mano, sappiamo perché i soldati si fermano, ma non lo vediamo. Ci basta il pianto del piccolo e gli occhi di chi abbiamo frontale rispetto a noi, un’apertura delle acque (che poi si richiudono dopo poco) di quel Mar rosso, che qui è rosso sangue.
E così il finale,con quella scritta ,"Tomorrow" della nave, che non è solo la speranza, ma anche una didascalia, un "dieci anni dopo" che viene riempito dalle voci dei bambini fuori campo che chiudono la pellicola, è un altro esempio di secchezza narrativa. Tomorrow+ voci di bambini= il domani sarà roseo, almeno se la gente si ricorderà, come il titolo riproposto sottolinea, che siamo tutti “figli degli uomini”.
E così, dire che I figli degli uomini è un capolavoro, non è un azzardo e’ capolavoro perchè parla più che mai dell'oggi (senza tralasciare nulla), nella forma più incisiva e comprensibile con cui si può parlare dell'oggi. E' perfetta fusione tra contenuto e forma, in un momento in cui parlare di questo “contenuto” è difficile se non impossibile. Eppure Cuaron, presuntuoso quanto si voglia, ma senza dubbio efficace, esce fuori dalle ideologie spicciole per fare un film universale, che tocca tutti, nessuno escluso.
ps:(il film comunque non è girato in digitale, anche se Cuaron fa di tutto perchè sembri così)
_________________
E la nuvola chiese alla pioggerellina: "E tu, cosa farai da grandine?".
Il "peggior" blog di cinema: Ammazza la vecchia!!!
[ Questo messaggio è stato modificato da: gatsby il 04-12-2006 alle 23:43 ] |
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Marko84
 Reg.: 14 Apr 2001 Messaggi: 124 Da: Torino (TO)
| Inviato: 21-11-2006 18:45 |
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Sono stato spinto a vedere questo film unicamente dal trailer. Di solito Filmup è il mio punto di riferimento per capire se vale la pena guardare un certo film, ma in questo caso la sezione "Opinioni" è miseramente vuota e in questo post ho visto solo discorsoni illeggibili da criticoni cinematografici (li lascio fare a voi, io mi limito a dire come mi è parso il film). Essendo il film appena uscito e non avendo quindi recensioni, ho fatto da cavia.
Non ho tempo né voglia per dilungarmi; toccherò solo alcuni punti che mi hanno colpito.
1) Ho voluto fortemente vedere questo film perché dal trailer sembrava un film "FIGO, MA PROPRIO FIGO!". Purtroppo in questo caso ti aspetti un film e te ne ritrovi un altro. Il film sarà anche bello e avvincente così, ma assolutamente non all'altezza delle aspettative.
Mi sembrava dovesse essere un mezzo thriller con molta azione e anche un po' di filosofia moralistica, del tipo "Urca! Chissà come mai non si fanno più figli! Ma da cosa devono salvare quella partoriente?" e invece c'è guerriglia, denuncia sociale, scappa-scappa e ...vedi punto 2
2) E' incredibile l'impressione di trovarsi dall'inizio alla fine in un videogioco. Gli appassionati di Half-Life ritroveranno lo stesso identico ambiente: proclami pubblicitari ovunque, polizia ultra-repressiva, gruppi reazionari che agiscono nell'ombra, ecc.
3) Se c'è da fare un applauso, è sicuramente per la splendida scena in cui tutti i soldati all'improvviso smettono di sparare: uno straordinario inno alla bellezza della vita.
4) Veniamo ai punti dolenti che mi hanno fatto più irritare.
A me fanno terribilmente incazzare i film che non finiscono. Per più di un'ora e mezza me l'hanno menata con 'sta "alleanza umana" (o come si chiamava? non me lo ricordo più) e quando finalmente siamo prossimi all'epilogo (la nave sta arrivando e sta per portarli in salvo (evito spoiler)) all’improvviso appare il titolo "I figli degli uomini". Che delusione...
5) Vorrei sapere chi sono quei cani dei cameraman. Se voi dovete girare un film, chiamatemi: anche se non ho alcuna esperienza chiedo la metà della paga e sicuramente ho la mano più ferma!
Incredibile! In ogni scena in cui la telecamera non è agganciata a un braccio o su un treppiede c'è un tremolio che io ho trovato evidentissimo e fastidiosissimo. Probabilmente ci sono stato molto attento visto che l'episodio di questo tipo più scellerato è all'inizio del film: se vi capita, guardate la scena in cui i "rapitori" escono dalla stanza tappezzata di giornali e Clive Owen e Julianne Moore si parlano. C'è da avere il mal di mare. A ogni passo indietro che fa il cameraman ci sono delle fluttuazioni enormi. Ma non potevano usare un carrello? Ma è possibile che nessuno ha riguardato quelle immagini per dire "questa la rifacciamo"?
Bah, comunque, a parte queste ultime annotazioni, il film è piuttosto godibile e se all'inizio è un po' lento, poi il ritmo accelera.
Ad ogni modo, se, come me, eravate incerti tra "I figli degli uomini" e "La gang del bosco", andate a vedere il secondo (mi dicono che fa ridere ed è realizzato benissimo).
_________________ Scusi, ma per chi mi ha preso? Per un umano?
(Matrix Revolutions) |
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nicola777
 Reg.: 07 Gen 2004 Messaggi: 413 Da: Sestu (CA)
| Inviato: 21-11-2006 18:54 |
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quote: In data 2006-11-21 18:45, Marko84 scrive:
criticoni cinematografici
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si dice cinematografì |
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GionUein
 Reg.: 20 Mag 2003 Messaggi: 4779 Da: taranto (TA)
| Inviato: 21-11-2006 19:13 |
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quote: In data 2006-11-20 21:24, AlZayd scrive:
quote: In data 2006-11-20 16:28, GionUein scrive:
L'ho visto e mi ha entusiasmato.
Sono pertanto in completa sintonia con Gatsby ( e molto meno con Alzayd ).
Tra un po provo ad argomentare.
| Ottimo Gion, leggerò volentieri la tua opinone e non sarà questa dissonanza a minare la stima e la simpatia che nutro per te.
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Denghiù Al, ho quasi partorito ( x restare in tema ... )
_________________ U N I T A C I N E F I L A |
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kubrickfan
 Reg.: 19 Dic 2005 Messaggi: 917 Da: gessate (MI)
| Inviato: 21-11-2006 23:15 |
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un parere contro , con gats ho gia' avuto modo di farmi massacrare un po' ( scherzo ovviamente)
...dopo leggo tutte le pagine che avete vergato...
trama. 2027 , il mondo da diciotto anni non vede la nascita di nuovi esseri umani , e in questo giorno il piu' giovane del pianeta e' morto .La cosa sembra essere la soglia della fine e della mancanza di qualsiasi speranza di futuro e prosecuzione...un gruppo di reazionari chiamati "pesci" cerca di sconvolgere la chiusura in cui la gran bretagna si chiude e isola qualunque rifugiato che cerca di sfuggire al caos.Quando pero' a un certo punto succede un evento inaspettato che potrebbe lasciare qualche speranza...
Sunto del commento: un film da vedere per pensare ai pericoli del futuro snaturato da concetti umani e di affetto verso la prole che non puo' esserci , girato con stile cupo e buon mestiere da Cuaron.Un buon Clive Owen pero' non basta a rendere un film come questo completo il cui messaggio rimane solo di base e poi si perde nei meandri di una trama che poco sviluppa e poco dice oltre all'assunto da cui prende genesi il girato.Una occasione in fondo perduta mentre le componenti fotografiche sono di buon livello e l'astmosfera resa molto bene.Mancando di completezza si fallisce il bersaglio e si rimane un po' delusi alla fine della visione.solo una comparsata per julianne moore.
Osservazioni : Cuaron dopo il terzo capitolo di Harry Potter si cimenta con questo lavoro tratto da un libro di P.d.james ( a me ha ricordato molto anche un fumetto non molto famoso della vertigo-dc comics "y" dove un unico uomo sopravvissuto doveva teoricamente ripopolare un mondo di sole donne ) , e lo fa impostando tutto il girato verso una visione cupa e con una fotografia molto scura nell'incupire le colorazioni , introducendo lo spettatore a una visione decisamente pessimistica come d'altronde l'argomento impone.Le fasi migliori del film pero' si limitano all'inizio, quando dobbiamo ancora calarci nell'atmosfera e dobbiamo ancora cercare bene il bilanciamento delle emozioni per leggerne le chiavi di racconto .Ma dopo una buonissima mezz'ora con lo sgomento per la morte dell'essere piu'giovane, gli attentati e la visione di una citta' lager con gli infiltrati che vengono rinchiusi come bestie per essere deportati ,tutto si sgonfia in un film loffio e scontato , dove il grande colpo di scena e' assolutamente prevedibile e le situazioni del tutto prive di originalita'.Ci si ritrova quasi in una grande " Fuga di logan al contrario" ,dove invece della vita che finisce a trenta anni qua la vita proprio non comincia neppure.e tutti questi inseguimenti , i personaggi assolutamente privi di spessore ( uno addirittura lo fanno uscire di scena perche' non sanno che farsene e altri sono assolutamente mossi nella scena con delle azioni assurde e senza senso,come l'amico del protagonista ) .E tra botti e sparatorie , inseguimenti e macchiette fascistoidi ci si incammina verso il finale del tutto inconcludente e che lascia il messaggio a meta' e senza effettiva reale conclusione narrativa ma solo di chimerica condizione.
Un peccato perche' Cuaron si e' impegnato parecchio a livello tecnico , ma avendo lavorato sopratutto sulle parti visive ha tralasciato di rendere le meccaniche narrative interessanti e pregne di interesse.Insomma un incipt di grande fascino che pero' non e' completo,deciso e funzionale.Affossato da recitazioni pessime ( esculso owen , la moore e' solo una comparsata ) si trascina stancamente e alla fine si resta con un senso di incompiuto e di non soddisfatto.Non e' una colpa del film ma del doppiaggio italiano ,la voce della nera e' a dir poco assurda con quel suo accento da " si buana " che ormai e' stanziabile solo in film dei tempi andati.
_________________ non solo quentin ma nel nome di quentin...quentin tarantino project
QUENTIN TARANTINO PROJECT |
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ines49
 Reg.: 15 Mag 2004 Messaggi: 376 Da: PADOVA (PD)
| Inviato: 22-11-2006 00:45 |
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Che se ne fosse parlato tanto non me n’ero accorta, mi ha incuriosito il trailer: visto stasera.
Non l'ho trovato affatto un pessimo film. Sarà perchè già oggi ci sono le premesse del mondo che ci sarà domani, quello rappresentato in questo film, ma durante tutta la durata dello stesso ho provato un senso di oppressione. Mi è piaciuto comunque il finale a metà tra la speranza e la tristezza per la sorte del protagonista
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 22-11-2006 01:01 |
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quote: In data 2006-11-21 11:50, gatsby scrive:
Per quanto pomposo e spettacolare, non sovrappone mai i mezzi a disposizione. La fotografia ci dice uno stato d’animo, il sonoro un’esplosione, o la visione di un bambino che piange e che viene fuori da un palazzo “zeppo di guerra”.
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Per me è pomposo e spettacolare, e pochissimo altro ancora. E' un film d'intrattenimento ben confenzionato, furbo, accattivante, per acuni, per altri no, non siamo al suffraggio universale, per quel che vale, e potrebbe valere che non siamo al cospetto di un capolavoro come, ad esempio, "Quarto Potere", dove tutti rimasero a bocca aperta e senza parole, perfino i pesci... Ecco, i capolavori, oggi, nel cinema mainstream, sono rari come la parola nei pesci. Di sicuro questo polpetto non si rimangia la sera se dovesse avanzare...
Questa cosa sulla fotografia, in particolar modo, non si capisce... A parte il fatto che è di un bluastro virato al livido, quasi monocromatico, dall'inizio alla fine, che rimanda a un fottio di film di genere risalenti ad almeno 30 anni fa, se non anche a certe pagine patinate di moda tipo "Io donna" inserto di un noto quotidiano italiano, ai videogiochi, ai fumetti (in questo al pari delle tecniche di ripresa forsennate e monoritmiche, meccaniche, automatiche), ecc, ma come fa a dirci del pianto di un bambino se quel pianto si vede in quanto filmato, azione cinetica, inquadratura, e non come gradazione del colore mutevole, che si adatti agli stati d'animo, alle varie scene, allorchè è sempre uguale, dall'inizio alla fine del film, nelle sequenze violente come in quelle "affettuose"? In questi casi di clamorosi abbagli bisognerebbe consigliare la visione di qualche film di Renoir, in bianco e nero, magari "Une partie de campagne", per capire cosa sia il "colore dell'anima" e le mutevoli e infinite sfumature, vibrazioni, passaggi d'ombre e luci. E c'entra questo esempio, e come se c'entra, anche si tratta di due mondi solo apparententemente distanti ed opposti. I capolavori dell'arte, di tutte le arti (ma nel cinema, diventata ormai la cenerentola delle arti, tendiamo a dimenticare tale verità), servono a questo, ad indicare quali siano le vie maestre per i registi di tutte le generazioni, presenti e future, a fare un po' da cartina tornasole, per vedere se si è copiato o se ci si è ispirati al modello di riferimento. Perchè l'arte, e il cinema, è sempre un riproporre se stesso (nelle modalità e finalità di cui più volte abbiamo discusso, evitiamo di tronare su quanto già dovremmo sapere). Se poi supponessimo di trovarci, con un film come questo, al post-moderno, al meta/anti... e qualcosa, e prendete pure le etichette che più vi aggradano per dire che siamo in un nuovo pianeta cinema, che siamo oltre e di poterci staccare completamente dalla tradizione, allora certi giudizi basati su analisi critiche di tipo tradizionale - come quella del colore di cui sopra, e molte altre ancora - non si dovrebbero neanche ipotizzare. In un modo o nell'altro, nella prima o seconda ipotesi, saresti comunque completamente fuori centro.
quote: [i]E così, dire che I figli degli uomini è un capolavoro, non è un azzardo e’ capolavoro perchè parla più che mai dell'oggi (senza tralasciare nulla), nella forma più incisiva e comprensibile con cui si può parlare dell'oggi. E' perfetta fusione tra contenuto e forma, in un momento in cui parlare di questo “contenuto” è difficile se non impossibile. Eppure Cuaron, presuntuoso quanto si voglia, ma senza dubbio efficace, esce fuori dalle ideologie spicciole per fare un film universale, che tocca tutti, nessuno escluso.
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Un momento, scusa Andrea, tu hai parlato di tutto, lungamente in preda a personali suggestioni/evasioni di natura filosofica-sociopolitica-storica-cronachistica-fantasciantifica-letteraria.., hai raccontato la sinossi e le situazioni (che di per se non dicono niente, se non si dice anche come sono state realizzate, e non lo hai detto, hai confuso le tue suggestioni con la realtà linguistico-filmica) ecc, toccando raramente il cuore della questione propriamente cinematografica, e dove lo hai fatto a mio avviso sei stato superficiale e approssimativo, e pretenderesti di ufficializzare, oggettivare senza il minimo dubbio, una verità incontrovertibile, visto il tono e la sostanza del tuo dire, ovvero che questo film ha da essere un capolavoro? Questo film è un monumento alle ideologie più spicciole e tronfie, velleitarie, perfino ridicole e a tratti involontariamnte comiche.
Poi.., potrei restare anche più possibilista di quanto non lo sia tu, ma dire che è un capolavoro... e ce ne passa!
[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 22-11-2006 alle 01:17 ] |
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 22-11-2006 01:15 |
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quote: In data 2006-11-21 23:15, kubrickfan scrive:
E tra botti e sparatorie , inseguimenti e macchiette fascistoidi ci si incammina verso il finale del tutto inconcludente ...
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Concordo con la tua visione, abbastanza solo perchè la mia è ancor più severa, in particolare mi ha sopreso la frase che quoto. Non mi usciva coscientemente fuori la sensanzione che provavo di un film "fascistoide". Ora, nel leggerti mi ci ritrovo in questa ipotesi che per quanto suggestiva o iperbolica sia, contiene sicuramente un po' di verità.
_________________ "Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel |
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 22-11-2006 01:19 |
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Andrea, ciò che ho scritto prima, quotando te, è in pratica il riassunto delle cose che ci dicemmo a Venezia.
_________________ "Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel |
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 22-11-2006 01:23 |
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quote: In data 2006-11-21 19:13, GionUein scrive:
quote: In data 2006-11-20 21:24, AlZayd scrive:
quote: In data 2006-11-20 16:28, GionUein scrive:
L'ho visto e mi ha entusiasmato.
Sono pertanto in completa sintonia con Gatsby ( e molto meno con Alzayd ).
Tra un po provo ad argomentare.
| Ottimo Gion, leggerò volentieri la tua opinone e non sarà questa dissonanza a minare la stima e la simpatia che nutro per te.
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Denghiù Al, ho quasi partorito ( x restare in tema ... )
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Ti ho preceduto, ho depositato il mio "malloppo"...
_________________ "Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel |
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