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STALKER |
13Abyss
![](/forum/images/star_06a.gif) Reg.: 20 Lug 2003 Messaggi: 7565 Da: Magliano in T. (GR)
| Inviato: 23-05-2007 18:22 |
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quote: In data 2007-05-23 17:14, AlZayd scrive:
Se vuoi il mio parere Star Wars è metafisica in "blister" usa e getta, acquistabile nei migliori supermercati...
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suvvia, piano con i dispregiativi Al...
vada per il "blister", per la semplice fruizione, ma da qui a gettarlo dopo l'uso...
è Star Wars checcazzo!
...e ovviamente mi riferisco alla prima (seconda cronologicamente) saga.
_________________ Rubare in Sardegna è il Male. |
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AlZayd
![](/forum/images/star_06a.gif) Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 23-05-2007 23:27 |
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quote: In data 2007-05-23 18:22, 13Abyss scrive:
quote: In data 2007-05-23 17:14, AlZayd scrive:
Se vuoi il mio parere Star Wars è metafisica in "blister" usa e getta, acquistabile nei migliori supermercati...
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suvvia, piano con i dispregiativi Al...
vada per il "blister", per la semplice fruizione, ma da qui a gettarlo dopo l'uso...
è Star Wars checcazzo!
...e ovviamente mi riferisco alla prima (seconda cronologicamente) saga.
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Ok, conserviamolo pure. Capisco che la s(e)aga abbia intrattenuto e/o infiammato alcune generazioni di spettori, che ancora si vende molto, che dunque merita maggior rispetto, ma per quanto mi riguarda mi spaccai così tanto i coglioni durante la visione del primo episodio appena uscito nelle sale (lo trovai vecchio sul nascere), che decisi di non prendere, per cui non ho avuto in seguito nulla da lasciare. Idiosincrasia privata, la mia, non ho mai amato la fantascienza fine a se stessa, non faccio testo, esprimo un'opinione personale, non una verità assoluta, ma ci tengo ugualmente a prendermi la libertà di dire che questo, sempre a mio avviso, è cinema del cazzo.
[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 23-05-2007 alle 23:29 ] |
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Thomwitt
![](/forum/images/star_04a.gif) Reg.: 29 Dic 2006 Messaggi: 394 Da: Treviso (TV)
| Inviato: 25-05-2007 18:40 |
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Se bollo Stalker come un film di "fanta-co-scienza" spero di non sollevare altri polveroni...
_________________ “...Ogni istante dei nostri incontri lo festeggiavamo come un’epifania, soli a questo mondo...Quando il destino ci seguiva passo a passo, come un pazzo col rasoio in mano. ” |
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DaveNet
![](/forum/images/star_04a.gif) Reg.: 23 Giu 2006 Messaggi: 138 Da: Piemonte (PS)
| Inviato: 26-05-2007 22:19 |
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quote: In data 2007-05-25 18:40, Thomwitt scrive:
Se bollo Stalker come un film di "fanta-co-scienza" spero di non sollevare altri polveroni...
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hihihihi e ricordate cari che il primo effetto speciale del cinema è la macchina da presa stessa !
_________________ "Il cervello è il mio secondo organo preferito " (W.Allen) |
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TomThom
![](/forum/images/star_06a.gif) Reg.: 07 Giu 2007 Messaggi: 2099 Da: Mogliano Veneto (TV)
| Inviato: 26-07-2007 21:34 |
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Ah ah riapro la querelle stalkeriana non per prendermi di nuovo a pugni con Abyss e Alzayd, ma semplicemente per postare pure qui il mio quesito: c'è qualcuno che abbia una versione del film nella quale siano sottotitolati i versi iniziali in cirillico e che mi sappia dire cosa significano? Sento che mi manca qualcosa...
Grazie...!
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13Abyss
![](/forum/images/star_06a.gif) Reg.: 20 Lug 2003 Messaggi: 7565 Da: Magliano in T. (GR)
| Inviato: 26-07-2007 22:49 |
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cosa intendi per "versi iniziali"?
i titoli di testa in cirillico, oppure ho capito male io? |
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Jerry88
![](/forum/images/star_06a.gif) Reg.: 12 Mar 2007 Messaggi: 2130 Da: L'Aquila (AQ)
| Inviato: 26-07-2007 23:35 |
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[ Questo messaggio è stato modificato da: Jerry88 il 09-12-2007 alle 12:32 ] |
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TomThom
![](/forum/images/star_06a.gif) Reg.: 07 Giu 2007 Messaggi: 2099 Da: Mogliano Veneto (TV)
| Inviato: 27-07-2007 08:47 |
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quote: In data 2007-07-26 22:49, 13Abyss scrive:
cosa intendi per "versi iniziali"?
i titoli di testa in cirillico, oppure ho capito male io?
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Dopo i titoli di testa in cirillico (quelli in giallo per intenderci) compare un ulteriore serie di versi (un sonetto? un passo di vangelo? boh) pure quelli in cirillico, che precedono l'inizio del film...Posso ipotizzare sia anche una poesia del padre...?
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Skizotrois
![](/forum/images/star_04a.gif) Reg.: 12 Nov 2007 Messaggi: 275 Da: Aosta (AO)
| Inviato: 09-12-2007 08:41 |
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LA ZONA COME ATTO DI FEDE (gli ultimi saranno i primi)
“ Cosa è stato? La caduta del meteorite? Una visita di abitanti degli abissi cosmici?
In un modo o nell’altro,nel nostro piccolo paese, si è creato il miracolo dei miracoli, la Zona. Ci abbiamo subito mandato l’esercito e non ha fatto ritorno. Allora abbiamo circondato la Zona di cordoni di polizia…Forse abbiamo fatto la cosa giusta. Non so….” Frasi in cirillico all’inizio di Stalker
Ingmar Bergman aveva una grande venerazione di Tarkovskij e invidiava molto il suo modo di fare cinema, la grande abilità del cineasta russo di muoversi agevolmente in territori e zone metafisiche nelle quali la maggior parte dei cineasti sta al massimo sulla soglia, con timore riverenziale. Stalker rappresenta il momento nel quale si compie il miracolo dell’equilibrio perfetto tra dimensione fantascientifica e afflato spirituale, compiendo una perfetta fusione tra forza visiva e densità filosofico-metafisica. E appunto il cinema di Tarkovskij è pienamente metafisico e religioso nel senso più profondo del termine: è un percorso che dalla realtà visibile si innalza verso il trascendente. Si parte dalla natura, dall’acqua, dalla povertà contigente,dalle miserie di civiltà in decadenza per poi arrivare all’ isola utopistica sospesa in mezzo al cosmo (Solaris), alla Zona dove si esaudiscono i desideri, dove ammiriamo stupefatti l’abolizione della dimensione spazio temporale e vediamo avverarsi fenomeni di telecinesi e lievitazione. E’ difficile penetrare questi territori mantenendo la padronanza del mezzo espressivo, è complicato trattare il magma bollente dell’inconscio con il perenne pericolo della deriva esistenziale, della pagina bianca, dello stallo visivo e narativo. Un esempio evidente è il lungo piano sequenza iniziale su una stanza angusta e poverissima, con le pareti rigonfie d’umidità, dove giace una famiglia che di sacro ha veramente poco: lui uno Stalker (una guida clandestina dentro i segreti della Zona) già stato cinque anni in prigione, lei la moglie che rinfaccia al marito una vita d’attesa e di stenti (“maledetto il giorno che ti ho incontrato, anche Dio ti ha maledetto con questa figlia”) e infine Matriska, la figlia handicappata che è l’unica che sembra dormire il sonno del giusto mentre il passaggio del treno fa tremare uomini e cose.
La lentezza e le decellerazioni di Tarkovskij sono sempre funzionali a catalizzare l’attenzione dello spettatore verso un percorso pedagogico e di redenzione, fino al trionfo della catarsi finale, dove il dato reale si trasfigura in una neorealtà fantastica nata principalmente dal protagonista che, ripiegatosi su sé stesso, coglie un senso e una finalità altrimenti oscure. Il silenzio (a volte rotto da rumori echeggianti che sembrano provenire da un’altra dimensione) e la meditazione favoriscono la riesumazione della voce della coscienza, il riaffiorare di suoni provenenti dall’abisso. Il triangolo Stalker-scienziato-scrittore è un tentativo di coniugare la razionalità artistica e l’intuizione poetica in un percorso di Fede. Lo Stalker crede sinceramente di potere fare del bene, di potere guidare due uomini in crisi dentro il Mistero taumaturgico della Zona. Rischia di finire in prigione, di venire ucciso dagli spari della polizia e dell’esercito, rischia di perdere definitivamente moglie e figlia. Questa Zona è l’unica testimonianza della trasfigurazione dell’umano in altro da sé, dell’eterno che irrompe nel finito per obbligarlo alla speranza. Stalker è da questo punto di vista, un’opera che differisce da Solaris proprio nella rivalutazione del percorso umano rispetto all’ambiente circostante. Non ci sono più astronavi, ambientazioni iper tecnologiche, paesaggi urbani futuristici. Si parte da un ambiente domestico, scarno, denso di muffa, pieno di pozzanghere di detriti post bellici, di tabula rasa esistenziale. Su queste rovine decadenti, su questa apologia dell’abiezione si innesta la ricerca di un Senso, lo sguardo oltre il contorno delle cose visibile per cercare l’essenza stessa dell’esistenza. I grandi quesiti filosofici si scontrano con la paura dell’ignoto, con lo spettro di una morte incombente che proietta liquide ombre e rumori angoscianti in amplificazioni infinite. Ma la Zona è proprio il simbolo stesso di una spiritualità possibile solo a patto di dimenticarsi di sé stessi, rischiando ad ogni passo l’annientamento. Chi arriva alla porta della Zona deve abbandonare pistole difensive o bombe sovversive, fiale di veleno o pretese di spiegazione razionale.
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Skizotrois
![](/forum/images/star_04a.gif) Reg.: 12 Nov 2007 Messaggi: 275 Da: Aosta (AO)
| Inviato: 09-12-2007 08:43 |
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Questo senso di sfiducia e di disillusione, di incompletezza e di inadeguatezza è ben sottolineato dalla poesia del padre di Tarkovskij (fra l’altro citata da Bellocchio nel suo “L’Ora di religione”):
E’ fuggita l’estate
Più nulla rimane
Si sta bene al sole
Eppure questo non basta
Quella che poteva essere
Una foglia dalle cinque punte
Mi si è posata sulla mano
Eppure questo non basta
Né il bene né il male
Sono passati invano
Tutto era chiaro e luminoso
Eppure questo non basta
La vita mi prendeva sotto l’ala
Mi proteggeva, mi salvava
Ero davvero fortunato
Eppure questo non basta
Non sono bruciate le foglie
Non si sono spezzati i rami
Il giorno è terso come cristallo
Ma tutto questo non basta
Come colmare questa divergenza tra sentirsi in armonia con l’universo e fare i conti con la finitezza e vanità delle cose terrene? Un mondo avido, degradato, agnostico, freddo non ci lascia più lo spazio per un atto di fede. Lo scrittore ha perso la sua ispirazione e lo scienziato vede nella Zona l’essenza stessa della sua rovina. La sacra famiglia si riunisce in una illusione di miracolo deambulante: scienziati e intellettuali non credono più a niente, hanno gli occhi vuoti, si fanno pagare tutto e si vendono al migliore offerente. Dio mio, dio mio perché mi hai abbandonato?
Lo Stalker sfinito si accascia in un letto di disfatta accudito dalla moglie paziente, con il peso insopportabile di una ennesima missione incompiuta. Diventa un condannato a morte, fonte di amarezza per chi gli sta attorno, travolto dalla sua stessa inquietudine, crocefisso dalla sua stessa diversità. Incompreso, emarginato, la sua mitezza e bontà scambiata per dabbenaggine, il suo misticismo scambiato per segno di debolezza di carattere.
Tarkovskij chiude il film con un Inno alla Gioia che un piccolo segnale di fiducia per quello che verrà, magari un agnello sacrificale che porta su di sé tutti i peccati del mondo e li cancella. Dai detriti post atomici e dalle icone travolte da fiumi d’acqua rinasce un simbolo di Verità, che incarna l’essenza stesa dell’assoluto, l’ideale e il reale che combaciano, l’ultimo che diventa primo. E proprio dentro l’ultimo degli uomini, proprio dentro l’innocenza di una bambina apparentemente menomata, risiede quell’amore che “move il sole e l’altre stelle”.
E anche tre bicchieri.
ULTERIORE APPROFONDIMENTO QUI
_________________ "Saremmo voluti rimanere nella spensieratezza della nostra età, ma la vita ci fece crescere in fretta" |
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TomThom
![](/forum/images/star_06a.gif) Reg.: 07 Giu 2007 Messaggi: 2099 Da: Mogliano Veneto (TV)
| Inviato: 09-12-2007 11:46 |
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Grazie, Schizo.
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Skizotrois
![](/forum/images/star_04a.gif) Reg.: 12 Nov 2007 Messaggi: 275 Da: Aosta (AO)
| Inviato: 09-12-2007 19:50 |
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Prego.
E' a mio giudizio, uno dei migliori film di Tarkovskij. Un'altra cosa da sottolineare è la fotografia che passa dal grigio post atomico ai colori accesi della Zona.
Su questo sito c'è una bella analisi
QUI APPROFONDIMENTO |
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Skizotrois
![](/forum/images/star_04a.gif) Reg.: 12 Nov 2007 Messaggi: 275 Da: Aosta (AO)
| Inviato: 15-12-2007 11:08 |
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Stanotte è il Piatto Forte di Fuori Orario di Enrico Ghezzi. Vi invito a vederlo.
_________________ "Saremmo voluti rimanere nella spensieratezza della nostra età, ma la vita ci fece crescere in fretta" |
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Elpida
![](/forum/images/star_02a.gif) Reg.: 20 Dic 2007 Messaggi: 40 Da: Genova (GE)
| Inviato: 20-12-2007 21:20 |
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Stalker? Non ho capito tìpota che nella lingua di mia madre vuol dire una mazza, io e il mio ragazzo ci siamo addormentati davanti allo schermo questo coso non finiva mai era peggio di un viaggio in treno per 1200km
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RICHMOND
![](/forum/images/star_06a.gif) Reg.: 03 Mag 2003 Messaggi: 13089 Da: genova (GE)
| Inviato: 21-12-2007 16:29 |
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Tutte cazzate per turisti.
Stalker è fantascienza perché parla ed introduce un controlinguaggio all'interno dell'idioma filmico stesso.
Il paragone con 2001 ci sta solamente per sottlinearne la totale antitesi. L'opera di Kubrick penetra nel film ma, soprattutto, oltre che filosofeggiare - pur con palesi intenti pragmatici - sulla vita, riesce anche a narrare ulteriormente fra le righe qyalcosa che rinnova la concezione di Cinema. Il Cinema di Kubrick, qui, elimina gli scarti, seppur quello stacco millenario iniziale possa erroneamente indurre a sostenere il contrario. Continui salti nel tempo, materializzazione di dimensioni impossibili, evidenti sfalamenti della percezione che, però verranno puntualmente riepmpiti in conclusione d'opera. Perché lì'occhio inteso come essere autopensante ed autonomamente vivo, riesce ad ininuarsi fra un fotogramma e l'altro, riempie davvero gli scarti, elimina le differenze, conferisce al film una solo apparente sensazione di preconfezionato, di previamente allestito. In realtà è, a mio avviso, l'annientamento della consueta percezione visiva dello spettatire, per cui lo staccoo fra un'inqyuadratura e l'altra racchiude, come in un sincronismo melodico, tutto ciò che nell'opera toveremo dopo, una vera sovversione dki tempo, spazio, un penetrare da parte dell'occhio (cinefilo) in un'altra dimensione del reale, con la scoperta di tutto ciò che vi sta dentro (ed anche la forma dell'astronave, come una palla unita da un "filo" al cervello che viaggia nella non materia....dimostra questo).
In Tarkowskij, invece, accade l'esatto contrario: si amplifica lo scarto. Citando Ghezzi, potrei dire anche che è un film giocato totalmente sulla non concretezza della vera dimnsione che viviamo. Una sorta di zona morta, poi ripresa da Cronemberg. Ma soprattutto rappresentata ne I giorni dell'eclisse di Sokurov. Come un tabù cinematografici. Una zona siderale invalicabile, uno sfalsamento dei livelli reali. Qualcosa di impercettibile. Forse, in particolare in Stalker si tratta della doppia valenza e dei confini incontaminati dell'Io. Si ricordino le parole dello scrittore, riguardo alla volontà e alla non volontà. Con tutto ciò che di ignoto vi corre in mezzo. Con quanto di contradditorio vi si frappone. ma in corso d'opera simili scarti non vengono riempiti, bensì amplificati.
Per queste ragioni, sia Stalker che 2001 sono fantascienza. Ma nel secondo la mdp entra nella zona violata. Non solo palesemente attraverso la stroai narrata. Proprio a livello concettuale.
Nel primo, invece, c'è un obiettivo che si tira fuori, che si tiene lontano dal concepire e comprendere il vuoto che c'è fra un'immagine e l'altra. E per omogeneizzare tutto, ci si pennella sopra un bel po' di verde marcio.
_________________ L'amico Fritz diceva che un film che ha bisogno di essere commentato, non è un buon film . Forse, nella sua somma chiaroveggenza, gli erano apparsi in sogno i miei post. |
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