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avatar - james cameron |
Tenenbaum
Reg.: 29 Dic 2003 Messaggi: 10848 Da: cagliari (CA)
| Inviato: 18-03-2010 10:34 |
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Tenenbaum
Reg.: 29 Dic 2003 Messaggi: 10848 Da: cagliari (CA)
| Inviato: 18-03-2010 10:36 |
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15/02/2010
COMUNICATO STAMPA
Codacons
AVATAR: ULTIMA GRANDE BUFALA AMERICANA, DISEDUCATIVA, CONFUSA E COSTATA MOLTO… MA CON SCARSI RISULTATI
Mi chiedo come mai tanti uscendo dal cinema delusi dopo aver visto AVATAR non hanno poi il coraggio di prendere posizione per quella che appare una grandissima bufala in 3D…!?
Non solo la confusione regna sovrana mettendo insieme americani buoni e indiani della riserva, e americani cattivi con la sindrome del Vietnam e la nuova politica Obamiana, ma per di più il 3D distrae al punto che, insieme con il chiasso e rumore insopportabile che accompagna tutto il film, nemmeno i giovani di cervello, e che si recano a vederlo con tutte le buone intenzioni, riescono ad andare al di là delle figure e dei colori, schiacciati come sono dagli effetti speciali.
Il tutto con una salsa da fumetto in cui le pandoriane femmine hanno gli occhi dolci come nella migliore tradizione disneyana, e portano reggiseni ad uncinetto nelle grandi occasioni, mentre i culetti delle stesse insieme alla striminzita foglia di fico dei maschietti servono sicuro a solleticare i pruriti adolescenziali degli spettatori specie dopo la più che opportuna censura della scena di sesso spinto inserita in un primo tempo nel copione.
E lasciamo da parte gli sciamani, i simboli delle "radici' che ossessionano la peggior cultura americana, per dedicarci un attimo al messaggio politico: insomma ‘sti invasori di Pandora sono repubblicani Bushiani o democratici Obamiani, visto che una buona parte poi, quella anti militarista ottusa, si schiera con i Sioux con la coda da gattino disneyano?
Secondo me il film non voleva prendere posizione chiara, anche per non perdere fette intere di spettatori, e alla fine si salvano tutti: i distruttori animati dal bisogno di reperire il minerale raro e irrinunciabile per garantire la sopravvivenza del pianeta Terra…anzi no dell'America …visto che il pianeta in questo film non esiste e a Pandora si schiera solo la bandiera a stelle e strisce con la solita arroganza di chi ritiene di essere unico al mondo investito di missioni utili a salvare l'umanità…come a distruggerla…ma si salvano anche i buoni che vogliono sì anche loro il prezioso minerale, ma con paternalistica politica di "spostamento' pacifico degli indigeni nella riserva.
Insomma il messaggio finale è che comunque sia è giusto distruggere la natura e i pianeti (si avverte benissimo che la vittoria della natura pandoriana sulle macchine infernali è una cosa provvisoria, e che presto arriveranno altre macchine meglio armate…), ma che ciò si può fare in due modi:
1- seminando morte e distruzione come in Iraq;
2- concordando con gli indigeni il loro pacifico ritiro nelle riserve insieme a qualche americano "gattato' artificialmente, e troppo buono, che è meglio perdere tra gli indigeni che trovare e conservare a Washington D.C.….
Insomma in ambedue i casi un messaggio venefico e malizioso che, ovvio, porta ad accettare e introiettare come giusto il metodo numero 2 e a sentirsi imperialisti gentili e buoni d'animo e perciò da accettare nel Profondo dell'IO.
Ma ancora più grave forse è l'illusione che si genera nei giovani che pensano che si possa guarire dalla paralisi alle gambe collegandosi con il mondo virtuale o che, addirittura, ci si possa trasferire con una miracolo dal mondo umano a quello dei videogiochi semmai sparando e ammazzando chi capita e viceversa.
Una bufala mai vista: con una aggravante specifica. Questi occhiali da 3D non sembra abbiano il marchio CE e tantissimi spettatori hanno segnalato al CODACONS di avere avvertito stanchezza agli occhi e nausea.
E nel caso vi siano rischi allora sequestriamoli, blocchiamo il film e forse avremo fatto un bene all'umanità della Terra e di Pandora.
Carlo Rienzi
Presidente CODACONS
_________________ For relaxing times make it Suntory time |
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Tenenbaum
Reg.: 29 Dic 2003 Messaggi: 10848 Da: cagliari (CA)
| Inviato: 18-03-2010 10:39 |
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ho sempre pensato che il CODACONS fosse un punto di riferimento per i cittadini
ma dopo aver letto questo delirio degno di una persona che è entrata in sala in stato di ebbrezza mi viene il dubbio che questa persona abbia tutte le capacità di gestire l'associazione in questione e che forse sarebbe il caso che si metta da parte per dar spazio a una mente più fresca
_________________ For relaxing times make it Suntory time |
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gatsby
Reg.: 21 Nov 2002 Messaggi: 15032 Da: Roma (RM)
| Inviato: 25-03-2010 07:45 |
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ines49
Reg.: 15 Mag 2004 Messaggi: 376 Da: PADOVA (PD)
| Inviato: 02-04-2010 23:34 |
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quote: In data 2010-03-18 10:36, Tenenbaum scrive:
Una bufala mai vista: con una aggravante specifica. Questi occhiali da 3D non sembra abbiano il marchio CE e tantissimi spettatori hanno segnalato al CODACONS di avere avvertito stanchezza agli occhi e nausea.
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Sarà forse un caso, ma ad oltre metà della proiezione del film ho assistito ad un attacco epilettico di un ragazzo con conseguente stop del film, arrivo dell'ambulanza etc. etc.
Mah!
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HaroldKid
Reg.: 11 Gen 2009 Messaggi: 4589 Da: milano (MI)
| Inviato: 03-04-2010 00:15 |
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il cinema è bello, ma morirci?
pfffffffffff |
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Lucamax
Reg.: 29 Apr 2010 Messaggi: 3 Da: Latina (LT)
| Inviato: 30-04-2010 10:18 |
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grande film, sul piano tecnico-tecnologico sarà considerato uno spartiacque nella storia del cinema. La storia non è niente di nuovo, ma l'innesto di questioni come l'antimilitarismo e l'ecologismo, oltre che la chiara volontà di spingere lo spettatore a parteggiare per gli alieni, fanno anche del plot un punto di forza di questo film.
_________________ http://cinemagnolie.blogspot.com/ |
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Jerry88
Reg.: 12 Mar 2007 Messaggi: 2130 Da: L'Aquila (AQ)
| Inviato: 30-04-2010 22:41 |
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soprattutto ne costituiscono la novità assoluta
_________________ Questo non è un lavaggio del cervello, questo non è un lavaggio del cervello, questo non è un lavaggio del cervello, questo non è un lavaggio del cervello, questo non è un lavaggio del cervello, questo non è un lavaggio del cervello, questo non è un lavag |
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vietcong
Reg.: 13 Ott 2003 Messaggi: 4111 Da: roma (RM)
| Inviato: 26-07-2010 16:12 |
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polpettone tardivo
La differenza fra vedere Avatar in 3d con gli occhialini o nel più tradizionale 2d è la stessa che passa fra fare sesso col preservativo o senza. Solo che nel caso del film è la mediazione tecnologica a garantire la maggiore stimolazione e quindi il maggior piacere. Né più né meno. Uno scarto quantitativo dunque, più che un’esperienza qualitativamente diversa. Non che sia poco, ma indubbiamente mi aspettavo qualcos’altro.
Il fatto è che sono andato a vedere Avatar da buon ultimo dopo che era già stato detto e scritto (di) tutto. Ci sarei andato comunque, parliamo di James Cameron, anzi di Cameron che non fa un film da dieci e passa anni, ma c’era tutto un filone di commenti che in particolar modo mi aveva fatto gola. Mi riferisco ai tanti che hanno evidenziato la centralità del problema della visione all’interno di Avatar, che da tema del film in sé (ci sta; sapevo già che la frase finale è Io ti vedo), si riflette nella stessa esperienza spettatoriale, grazie all’espediente del 3d che consente al pubblico un’immersione nel mondo di Pandora analoga a quella provata dal marine Jake tramite appunto il suo avatar.
A sostegno di questa aspirazione starebbe un impianto visivo tutto costruito intorno alla visione tridimensionale: non un 3d naif fatto di oggetti scagliati verso la macchina da presa in vista di facili sussulti, ma un sapiente uso della profondità per creare un’esperienza immersiva e totale. Insomma, una vera rivoluzione dello sguardo.
Tutto molto bello, ma non particolarmente vero. Senza dubbio il mondo di Pandora risulta estremamente coinvolgente per l’occhio, che anzi non si stancherebbe mai di ammirarlo, ma questo risultato è da attribuire all’inventiva e alla bellezza intrinseca di un mondo ricostruito ad arte al computer, più che a una strategia registica. La tridimensionalità dell’immagine conferisce un surplus di piacere fisico alla visione, ma non è sostenuta da particolari innovazioni o accorgimenti visivi. Certo, si sfrutta la possibilità di staccare primo piano e sfondo e lavorare sulla profondità, ma non siamo dalle parti di un’emancipazione dell’immagine come poteva esserlo la profondità di campo utilizzata per la prima volta in Quarto Potere. Godiamo piuttosto di un regime di visione tradizionale, come tradizionale è l’aspetto narrativo del film (dove si conferma la tendenza ad amplificare piuttosto che a dare spessore…). Trattandosi per lo più di animazione 3d, Avatar gode di grande libertà nel muovere una macchina da presa virtuale, e non mancano i piani sequenza ad addentrarsi nelle foreste di Pandora. La sensazione però, è che anche al lordo degli occhialini, ci sia molto più tridimensionalità in analoghe scorribande dei film Pixar o anche negli esasperati spostamenti sull’asse verticale dei film di Peter Jackson.
Diciamolo, il tema della visione è un abbocco. Una volta ricacciato alla periferia del testo, mi vengono in mente suggestioni più centrali, ispirandomi alle cose che più mi hanno colpito del film.
In primo luogo la caratterizzazione della natura di Pandora come una grande cosa vivente interconnessa, alla cui coscienza ci si può interfacciare come fosse un gigantesco server. Biologia e informatica si incontrano conciliando l’arcaico con il futuribile. Che è un po’ il programma ideologico del film, allo stesso tempo saggio della potenza tecnologica digitale ed esaltazione della saggezza tribale contro l’avidità degli abitanti della Terra.
A proposito di tribalismo, un altro aspetto sorprendente del film mi è parsa la scena del grande rituale collettivo. E’ una sequenza in cui si respira una potente atmosfera di rito pagano, e dove si celebra un ritorno a una dimensione collettiva e comunitaria insolita in un film americano. Ritengo che sia proprio qui che l’elemento del 3d entra nel testo, indicando quali aspettative e speranze siano state riposte su questo espediente.
Si tratta in fondo dell’aspettativa di tutta l’industria cinematografica in un periodo in cui il consumo del film in sala era in calo e veniva dato per spacciato: riportare la gente al cinema. La scena del rituale riecheggia questo desiderio, questa promessa fatta dal 3d di ritornare ad emozionarsi insieme, di fronte a uno spettacolo unico, che richiede la presenza. È anche il modo in cui Avatar si è proposto al pubblico: il film-evento destinato a incassi stellari. Non bisogna pensare però che Avatar si arrocchi in posizioni di retroguardia: piuttosto, è animato da una contraddizione, quella fra il passato dello spettacolo – irriducibilmente legato alla visione in sala – e il suo futuro digitalizzato e disseminato fra i vari canali mediatici, internet in testa. Il cerimoniere del rito è infatti un avatar, quindi qualcuno che è allo stesso tempo presente e in un altro luogo; Pandora stessa, abbiamo detto, è una specie di rete. In Avatar si avverte la consapevolezza che il futuro della condivisione è nella tecnologia e nella rete, rappresentata però come qualcosa di naturale, in quanto tecnologia che non aliena, ma che unisce.
Il nodo centrale di Avatar non è dunque lo status della visione, ma il destino della fruizione cinematografica. Una riflessione allo stesso tempo nostalgica e futuristica; da una parte gli spettatori che riempiono la sala cinematografica, dall’altra il marine isolato nel lettino iperbarico della stazione spaziale, ma presente grazie all’Avatar (io ti vedo, o anche, “Jake è ora online”).
_________________ La realtà è necessaria a rendere i sogni più sopportabili |
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kagemusha
Reg.: 17 Nov 2005 Messaggi: 1135 Da: roma (RM)
| Inviato: 26-07-2010 21:04 |
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azz
tutto ben detto
questa è la prima critica ad avatar che mi dia un senso di soddisfazione
[ Questo messaggio è stato modificato da: kagemusha il 26-07-2010 alle 21:05 ] |
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vietcong
Reg.: 13 Ott 2003 Messaggi: 4111 Da: roma (RM)
| Inviato: 27-07-2010 14:10 |
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grazie!
_________________ La realtà è necessaria a rendere i sogni più sopportabili |
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Marienbad
Reg.: 17 Set 2004 Messaggi: 15905 Da: Genova (GE)
| Inviato: 27-07-2010 16:56 |
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Tutto bello e condivisibile, ma solo in parte e ti dico subito perchè.
Le riflessioni che fai le ho fatte anche io, a suo tempo, e alla fine sono giunta alla conclusione che il 3D, in questo film, attraverso la sua strumentalizzazione, non si è limitato a corredare un buon impianto contenutistico, affermandone solo le tesi, ma si è piuttosto emancipato a tal punto da fondarne gli stessi contenuti, e questo al massimo delle sue possibilità tecnologiche. Il 3D di cui possiamo godere oggi è un 3D ancora poco potente, diciamo, a livello narrativo. E' sicuramente più forte sul piano estetico, ed è lì che gioca la sua sfida. L'abilità di Cameron è stata proprio quella di proporre una coordinazione "teoria tecnologia-metafora" impigando quella stessa tecnologia, piuttosto che proporre una coordinazione "tecnologia-narrazione" sfruttandone la "semantica". Il film è per questo molto molto semplice e immediato, superficiale nel senso Jamesoniano del termine. Stimola i sensi e da questi parte per costruire i perchè di quella rappresentazione, non si sogna assolutamente di partire dal senso per indagarlo attraverso la profondità della terza dimensione, e questo semplicemente perchè da un lato non esistono le possibilità, ma solo le potenzialità, e dall'altro perchè oggi è solo questo il tipo di riflessione che i media restituiscono all'umanità (e che l'umanità accetta), una riflessione che vive a ridosso della virtualità e dell'incertezza. Una riflessione non più a priori, ma a ridosso della mutabilità, mutabilità che ha superato in velocità la comprensione dei fenomeni. Le posizioni di pensiero non allettano più nessuno, i solidi sono stati rigirati per tutti i versi e le loro facce sono state mostrate tutte e possono solo apparire, attraverso il cinema, come obsoleti tableaux vivants. Oggi ci si trova a maneggiare liquidi e come tali vanno saputi incanalare senza poterli davvero maneggiare.
Per questo non avrebbe avuto senso cercare qualcos'altro con il 3D, usarlo in altro modo. Quello che è stato fatto da Cameron mi pare sia stato ciò che di meglio si poteva fare.
Non so se sono stata chiara eh, sono appena tornata dal lavoro e sono morta.
Baci Viet
[ Questo messaggio è stato modificato da: Marienbad il 27-07-2010 alle 17:02 ] |
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vietcong
Reg.: 13 Ott 2003 Messaggi: 4111 Da: roma (RM)
| Inviato: 28-07-2010 10:39 |
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quote: In data 2010-07-27 16:56, Marienbad scrive:
Tutto bello e condivisibile, ma solo in parte e ti dico subito perchè.
Le riflessioni che fai le ho fatte anche io, a suo tempo, e alla fine sono giunta alla conclusione che il 3D, in questo film, attraverso la sua strumentalizzazione, non si è limitato a corredare un buon impianto contenutistico, affermandone solo le tesi, ma si è piuttosto emancipato a tal punto da fondarne gli stessi contenuti, e questo al massimo delle sue possibilità tecnologiche. Il 3D di cui possiamo godere oggi è un 3D ancora poco potente, diciamo, a livello narrativo. E' sicuramente più forte sul piano estetico, ed è lì che gioca la sua sfida. L'abilità di Cameron è stata proprio quella di proporre una coordinazione "teoria tecnologia-metafora" impigando quella stessa tecnologia, piuttosto che proporre una coordinazione "tecnologia-narrazione" sfruttandone la "semantica". Il film è per questo molto molto semplice e immediato, superficiale nel senso Jamesoniano del termine. Stimola i sensi e da questi parte per costruire i perchè di quella rappresentazione, non si sogna assolutamente di partire dal senso per indagarlo attraverso la profondità della terza dimensione, e questo semplicemente perchè da un lato non esistono le possibilità, ma solo le potenzialità, e dall'altro perchè oggi è solo questo il tipo di riflessione che i media restituiscono all'umanità (e che l'umanità accetta), una riflessione che vive a ridosso della virtualità e dell'incertezza. Una riflessione non più a priori, ma a ridosso della mutabilità, mutabilità che ha superato in velocità la comprensione dei fenomeni. Le posizioni di pensiero non allettano più nessuno, i solidi sono stati rigirati per tutti i versi e le loro facce sono state mostrate tutte e possono solo apparire, attraverso il cinema, come obsoleti tableaux vivants. Oggi ci si trova a maneggiare liquidi e come tali vanno saputi incanalare senza poterli davvero maneggiare.
Per questo non avrebbe avuto senso cercare qualcos'altro con il 3D, usarlo in altro modo. Quello che è stato fatto da Cameron mi pare sia stato ciò che di meglio si poteva fare.
Non so se sono stata chiara eh, sono appena tornata dal lavoro e sono morta.
Baci Viet
[ Questo messaggio è stato modificato da: Marienbad il 27-07-2010 alle 17:02 ]
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dopo tre letture forse inzio a capire qualcosa.. ad ogni modo considera che il mio intervento non e' tanto sull\Avatar di Cameron, ma sull'avatar visto da coloro che hanno voluto evidenziare una certa corrispondenza fra impianto del film e visione 3d. e', purtroppo, metacritica.
quanto al film in se', come al solito mi sono concentrato di piu' su quello che dice pur non volendolo dire, sul contenuto latente diciamo del testo (e in minima parte del fenomeno, elemento in questo caso imprescindibile).
interessanti comunque le tue conclusioni, ricorda che quando vuoi siamo qui.
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Jerry88
Reg.: 12 Mar 2007 Messaggi: 2130 Da: L'Aquila (AQ)
| Inviato: 28-07-2010 15:28 |
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quote: In data 2010-07-27 16:56, Marienbad scrive:
sono morta.
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si vede da quello che dici contro il pensiero in generale. Come se il pensiero fosse un'altro concetto estetico. Persino avatar, che è orientato verso il nulla del pensiero, ha come nodo non centrale, ma unico, una (vuota) filosofia che cerca ossessionatamente di dimostrare in ogni fotogramma, senza la quale l'intero film, col 3d e tutto il resto, sarebbe un videogioco o un documentario sulla natura. E l'unico punto apparente di dignità che ha il film è proprio quello di variare un minimo gli argomenti per esporre la sua tesi, e lo perde alla fine quando l'idea diventa definitivamente uno schieramento, illudendosi per l'appunto di potersi reggere sulla potenza dei mezzi espressivi, che non gli impediscono di essere pagliaccesco e imitativo come non gli avrebbero impedito di essere interessante se avesse avuto un'ispirazione seria.
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Marienbad
Reg.: 17 Set 2004 Messaggi: 15905 Da: Genova (GE)
| Inviato: 29-07-2010 11:22 |
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quote: In data 2010-07-28 10:39, vietcong scrive:
interessanti comunque le tue conclusioni, ricorda che quando vuoi siamo qui.
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Finchè ci sei tu è un piacere...
_________________ Inland Empire non l'ho visto e non mi piace |
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