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il mestiere dell'attore |
Marienbad
 Reg.: 17 Set 2004 Messaggi: 15905 Da: Genova (GE)
| Inviato: 14-01-2007 16:34 |
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Apunto, l'espressività dell'attore è quella data dalla regia, non dalla sua interpretazione. O almeno dovrebbe essere così.
La scelta di un attore piuttosto che un altro è del tutto relativa, anche perchè questa su cosa dovrebbe ricadere? Sulla bravura? E in cosa consisterebbe?
Alcuni registi si servono di attori non professionisti, talvolta presi dalla strada, questo proprio per non compromettere quel realismo interpretativo di cui parlavo.
Un attore cinematografico non deve recitare, deve comportarsi naturalmente davanti alla macchina da presa, la bravura non centra.
Il cinema muto migliore è quello dei registi che hanno saputo prima di altri staccarsi completamente da quella visione teatrale che si aveva dell'attore; usarlo e indagarlo con la macchina da presa, non renderlo fulcro d'espressione del cinema, non appiccicargli l'obiettivo addosso delegandogli tutto il peso della resa filmica.
Ci sono infatti film muti assolutamente indecenti, che funzionano come un impianto teatrale e lì falliscono.
Prendi un mostro sacro come Pabst, usava la Brooks per mostrare la sua verità, la indagava esattamente come faceva con un paesaggio, una situazione, ma non ne faceva mai il mezzo per esprimere la realtà del suo cinema.
Per questo dico che si potrebbero tranquillamente utilizzare i manichini, perchè il film funzionerebbe comunque. Il mio era solo un discorso tecnico-linguistico. E' chiaro che se si fanno film sugli uomini, si devono usare gli uomini, ma non per la loro abilità recitativa, piuttosto per la loro entità materiale e psichica.
Esistono film sugli animali, per esempio. Documentari splendidi sugli animali. In base a cosa vengono scelti secondo te?
Perchè vengono mostrati sullo schermo?
Ecco, il cinema dovrebbe mostrare gli attori alla stessa maniera.
E allora si che funzionerebbe. O non funzionerebbe affatto nel caso dietro la macchina ci fosse un regista incapace...
E questo la dice lunga.
Oggi molti film sono fatti a misura d'attore e non dicono nulla, sono pubblicità pura e lì mi chiedo dove sia andato a finire il cinema.
Pagherei per vedere sullo schermo facce sempre nuove, gente sconosciuta, come quella che incontri per la strada, sarebbe senza dubbio molto più emozionante. Trovarsi le solite facce nel grande cinema hollywoodiano, a mio avviso, spesso ci costringe ad afibbiare all'attore un'identità precostituita che potrebbe nuocere alla volontà registica. Non ha senso.
Meno male che poi ci sono film come Viale del tramonto che fanno satira proprio su questo, e allora tutto ci va giù con meno fatica...
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 14-01-2007 16:46 |
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quote: In data 2007-01-14 16:34, Marienbad scrive:
Apunto, l'espressività dell'attore è quella data dalla regia, non dalla sua interpretazione. O almeno dovrebbe essere così.
La scelta di un attore piuttosto che un altro è del tutto relativa, anche perchè questa su cosa dovrebbe ricadere? Sulla bravura? E in cosa consisterebbe?
Alcuni registi si servono di attori non professionisti, talvolta presi dalla strada, questo proprio per non compromettere quel realismo interpretativo di cui parlavo.
Un attore cinematografico non deve recitare, deve comportarsi naturalmente davanti alla macchina da presa, la bravura non centra.
Il cinema muto migliore è quello dei registi che hanno saputo prima di altri staccarsi completamente da quella visione teatrale che si aveva dell'attore; usarlo e indagarlo con la macchina da presa, non renderlo fulcro d'espressione del cinema, non appiccicargli l'obiettivo addosso delegandogli tutto il peso della resa filmica.
Ci sono infatti film muti assolutamente indecenti, che funzionano come un impianto teatrale e lì falliscono.
Prendi un mostro sacro come Pabst, usava la Brooks per mostrare la sua verità, la indagava esattamente come faceva con un paesaggio, una situazione, ma non ne faceva mai il mezzo per esprimere la realtà del suo cinema.
Per questo dico che si potrebbero tranquillamente utilizzare i manichini, perchè il film funzionerebbe comunque. Il mio era solo un discorso tecnico-linguistico. E' chiaro che se si fanno film sugli uomini, si devono usare gli uomini, ma non per la loro abilità recitativa, piuttosto per la loro entità materiale e psichica.
Esistono film sugli animali, per esempio. Documentari splendidi sugli animali. In base a cosa vengono scelti secondo te?
Perchè vengono mostrati sullo schermo?
Ecco, il cinema dovrebbe mostrare gli attori alla stessa maniera.
E allora si che funzionerebbe. O non funzionerebbe affatto nel caso dietro la macchina ci fosse un regista incapace...
E questo la dice lunga.
Oggi molti film sono fatti a misura d'attore e non dicono nulla, sono pubblicità pura e lì mi chiedo dove sia andato a finire il cinema.
Pagherei per vedere sullo schermo facce sempre nuove, gente sconosciuta, come quella che incontri per la strada, sarebbe senza dubbio molto più emozionante. Trovarsi le solite facce nel grande cinema hollywoodiano, a mio avviso, spesso ci costringe ad afibbiare all'attore un'identità precostituita che potrebbe nuocere alla volontà registica. Non ha senso.
Meno male che poi ci sono film come Viale del tramonto che fanno satira proprio su questo, e allora tutto ci va giù con meno fatica...
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Ottimo, siamo d'accordo, se stamo a rincorre. L'idea sull'interpretazione nel cinema muto, sulla sua supeirorità al sonoro, la sosteneva anche Hitchcock.
A propositi di film, o documentari, sugli animali, cito vari L'Uomo di Aran e Nanuk l'esquimese, in cui l'uomo non attore, potremmo dire "di tutti i giorni", viene "messo in scena" con l'animale.
E si parla pure poco.., o niente.
_________________ "Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel |
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 14-01-2007 16:51 |
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Altro splendido, contemporaneo film sull'uomo e gli animali, quasi in simbiosi, con attori non protagonisti, è La storia del cammello che piange
Le vie delle interpretazioni, nel cinema, sono infinite.
_________________
"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel
[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 14-01-2007 alle 16:53 ] |
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Marienbad
 Reg.: 17 Set 2004 Messaggi: 15905 Da: Genova (GE)
| Inviato: 14-01-2007 17:09 |
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Esatto.
Mi hai tolto le parole di bocca (o dalle dita).
Che poi ci sarebbe da citare anche un filmetto come Il disprezzo per affrontare il discorso sulla sua interezza. Nessuno più di Godard si è preso gioco degli aspetti tangenziali al cinema, toccandoli tutti, con una mano da vero chirurgo della regia...
Ma poi hai chiamato in causa Flaherty, e ti voglio bene.
Rilancio con un guru del cinema dove l'espressività attoriale è ridotta al minimo per delegare tutto all'occhio meccanico: A.Kiarostami e il suo Il sapore della ciliegia.
E poi Ki Duk dove lo lasciamo? Quasi toglie la parola ai suoi interpreti, ma non solo, gli toglie anche l'espressione mimica. Essi sono sempre impassibili, lievi. L'espressività è tutta giocata sui tagli di inquadratura, sul montaggio sugli erotici spostamenti della mdp.
Scappo.
A più tardi
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quentin84
 Reg.: 20 Lug 2006 Messaggi: 3011 Da: agliana (PT)
| Inviato: 14-01-2007 17:17 |
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A proposito di attori "inespressivi" che in realtà esprimono tutto si può ricordare il grande Buster Keaton e venendo a tempi più recenti Bill Murray specie in Lost in Traslation e Broken Flowers, riesce a esprimere un'incredibile gamma di emozioni solo stando zitto o sdraiato sul divano.
Ma anche l'apparente "imbambolamento" di Tom Cruise in Eyes Wide Shut è assolutamente funzionale al tipo di storia che Stanley voleva raccontare.
Si potrebbe dire che Cruise è un po' il contraltare della Kidman che, a volte, tende a gigioneggiare un po' anche se Eyes Wide Shut rimane, a mio giudizio, una delle prove migliori di Nicole.
[ Questo messaggio è stato modificato da: quentin84 il 14-01-2007 alle 17:21 ] |
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 14-01-2007 17:44 |
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quote: In data 2007-01-14 17:09, Marienbad scrive:
Esatto.
Mi hai tolto le parole di bocca (o dalle dita).
Che poi ci sarebbe da citare anche un filmetto come Il disprezzo per affrontare il discorso sulla sua interezza. Nessuno più di Godard si è preso gioco degli aspetti tangenziali al cinema, toccandoli tutti, con una mano da vero chirurgo della regia...
Ma poi hai chiamato in causa Flaherty, e ti voglio bene.
Rilancio con un guru del cinema dove l'espressività attoriale è ridotta al minimo per delegare tutto all'occhio meccanico: A.Kiarostami e il suo Il sapore della ciliegia.
E poi Ki Duk dove lo lasciamo? Quasi toglie la parola ai suoi interpreti, ma non solo, gli toglie anche l'espressione mimica. Essi sono sempre impassibili, lievi. L'espressività è tutta giocata sui tagli di inquadratura, sul montaggio sugli erotici spostamenti della mdp.
Scappo.
A più tardi
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Tutto vero. Adoro Il Disprezzo(anche se questa accoppiata verbo sostantivo suona curiosa...), lo vidi da ragazzo, quando non avevo il più pallido elemento critico a seguito (e così con tanti altri film), mi segnò profondamente, mi resi intuitivamente conto di come il cinema stesse cambiando, di come quei volti, quelle interpretazioni, si collocassero oltre il cinema, non solo hollywoodiano, che solitamente vedevamo nelle sale. Star come la Bardot e Piccoli non sembravano loro.., anzi, lo sembravano ancora di più in quella sorta di annullamento dell'immagine canonica, a £servizio" di un concetto altro di fare cinema, più unitario e profondamente aderente all'essenza di quest'arte.
Non ho voltuo far cenno a Godard, e alla novella onda, perchè sapevo che prima o poi ci avresti pensato tu...
Non perdiamoci per strada neppure Tsai Ming-Liang, che con il suo "rivoluzionario", estremo Hei yanquan - sempre sperando che esca in Italia - si colloca nella rosa dei più grandi registi orientali. Ma forse al momento è a mio avvisio il più grande in assoluto.
Aggiungo alla lista dei registi che "piegano" le interpretazione alle ragioni intrinseche della messinscena, a suo modo anch'egli "bressoniano", Kaurismaki.
Ulteriore esempio, l'ultimo film appena uscito Le luci della sera
Sto forse abusando con i linkaggi.., ma potrebbe tornare utile...
Ora ciao anch'io, forse vado a vedere Eucalypto.., ho voglia di litigare con te! |
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 14-01-2007 18:14 |
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quote: In data 2007-01-14 17:17, quentin84 scrive:
A proposito di attori "inespressivi" che in realtà esprimono tutto si può ricordare il grande Buster Keaton
Ma anche l'apparente "imbambolamento" di Tom Cruise in Eyes Wide Shut è assolutamente funzionale al tipo di storia che Stanley voleva raccontare.
Si potrebbe dire che Cruise è un po' il contraltare della Kidman che, a volte, tende a gigioneggiare un po' anche se Eyes Wide Shut rimane, a mio giudizio, una delle prove migliori di Nicole.
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E allora mi fai inevitabilmente venire in mente (poi non ditemi che ribatto spesso sui sempiterni nomi) che nel 1927, altro esempio di pensiero critico/intuitivo/letterario anticipatore, modernissimo, profetico, una feconda risposta, "nuova" di circa un secolo, ai temi ancora oggi dibattuti, che capita a fagiuolo in questa discussione, il giovane Luis Bunuel si espresse in tal modo recensendo The College di Buster Keaton:
"... Vedremo sempre in contrapposizione, nel cinema, l'espressione monocorde di un Keaton e quella infinitesimale di uno Jannings [Emil, il professore marionetta di L'Angelo azzurro - ndr]. I cineasti sfuttano esageratamente le risorse di quest'ultimo, moltiplicando indefinitamente la più lieve contrazione dei suoi muscoli facciali. Il dolore, in Jannings, è un prisma a cento facce. Partanto è capace di recitare in un primo piano di cinquanta metri e, se gli si chiede "ancora di più", arriverà a dimostrarci che soltanto col suo volto si può fare un intero film, che dovrebbe intitolarsi: "L'espressione di Jannings o le combinazioni di M rughe elevate alle n".
In Buster Keaton l'espressione è modesta come, ad esempio, quella di una bottiglia: per quanto, attraverso la pista rotonda e chiara delle sue pupille piroetta la sua anima asettica. Ma la bottiglia e il volto di B. K. hanno punti di vista infiniti".
Interpreti come la Kidman e Cruise, a me ricordano - ma solo nell'approccio, che per il resto lui, nonostante tutto, era mille volte meglio - Jannings.
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pkdick
 Reg.: 11 Set 2002 Messaggi: 20557 Da: Mercogliano (AV)
| Inviato: 14-01-2007 20:19 |
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basta pensare a come sapeva usarlo murnau, jannings... un vecchio portiere d'albergo perseguitato dalla sorte ne l'ultima risata, il mefistofele tentatore in faust... due ruoli talmente differenti, nella mimica, nel linguaggio del corpo... sbalorditivo. |
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nboidesign
 Reg.: 18 Feb 2006 Messaggi: 4789 Da: Quartu Sant'Elena (CA)
| Inviato: 14-01-2007 21:08 |
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clap clap clap.. a tutti voi.
metto in saccoccia il tutto. |
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 14-01-2007 22:29 |
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quote: In data 2007-01-14 20:19, pkdick scrive:
basta pensare a come sapeva usarlo murnau, jannings... un vecchio portiere d'albergo perseguitato dalla sorte ne l'ultima risata, il mefistofele tentatore in faust... due ruoli talmente differenti, nella mimica, nel linguaggio del corpo... sbalorditivo.
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Come dicevo in qualche post fà, una buona interpretazione dipende essenzialmente dal manico del regista. E Murnau era Murnau...
Per tornare all'oggi, Michael Mann in Collateral "controlla" alla grande Tom (bambolotto) Cruise e riesce a cucirgli addosso un'interpretazione davvero misurata ed efficace, come non mai. Poi, lo rivediamo in La guerra dei mondi di Spielberg e ritroviamo quel "Jannings" lì...
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Marienbad
 Reg.: 17 Set 2004 Messaggi: 15905 Da: Genova (GE)
| Inviato: 14-01-2007 23:20 |
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Concordo con quanto detto da tutti voi. Murnau volevo citarlo anch'io, proprio per gli stessi motivi di cui avete parlato, ma magari citando anche Aurora e la splendida contrapposizione che fa tra la ragazza dolce di campagna e quella spregiudicata di città. Nulla a che vedere con le relative interpretazioni delle attrici, ma tutto nelle mani sapienti del regista: i costumi, la fotografia, il montaggio... Tutto calibratissimo affinchè le attrici assumessero connotazioni relative alla loro indole, mantenendo la naturalezza di una non recitazione.
E poi si, tutta la nouvelle vague e quella saga di attori non attori, Leaud su tutti, indagato per tutta la vita dall'occhio delicatissimo di Truffaut.
Il cinema europeo poi è senza dubbio il più attento alla non celebrazione delle prove attoriali e alla metodica registica dedita alla catalogazione di inquadrature efficaci e altamente espressive.
Che poi si diceva qualcosa su Hitchcock prima. Badate bene, la sua scelta non ricadeva su brave attrici, ma su simboli. Se poi quei simboli avevano un'identità profondissima, non è certo per la bravura delle attrici, ma per un uso sapiente della mdp...
Tra l'altro proprio Hitch, è risaputo, trattava le sue algide eroine come oggetti... Sessuali.
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sandrix81
 Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 14-01-2007 23:36 |
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quote: In data 2007-01-14 23:20, Marienbad scrive:
Che poi si diceva qualcosa su Hitchcock prima. Badate bene, la sua scelta non ricadeva su brave attrici, ma su simboli.
| che poi è quanto fa Godard nel Disprezzo. tanto per chiudere il cerchio.
_________________ Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina. |
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roccomedia
 Reg.: 15 Lug 2005 Messaggi: 3829 Da: Bergamo (BG)
| Inviato: 15-01-2007 00:21 |
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quote: In data 2007-01-14 16:02, Ayrtonit scrive:
che in un film si possan metter manichini al posto degli attori è una provocazione troppo grossa.
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Bava lo ha fatto in modo esplicito nei titoli di testa di "Sei donne per l'assassino", presentando i suoi attori come tanti manichini, funzionali a nient'altro che a diventare oggetto su cui riversare una sempre più sadica e truce violenza. |
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pkdick
 Reg.: 11 Set 2002 Messaggi: 20557 Da: Mercogliano (AV)
| Inviato: 15-01-2007 00:24 |
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quote: In data 2007-01-14 23:20, Marienbad scrive:
Concordo con quanto detto da tutti voi. Murnau volevo citarlo anch'io, proprio per gli stessi motivi di cui avete parlato, ma magari citando anche Aurora e la splendida contrapposizione che fa tra la ragazza dolce di campagna e quella spregiudicata di città.
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direi che nello specifico con janet gaynor compie qualcosa di mirabile, esponendola a tutta una gamma di sentimenti violentissimi e contrastanti (dal terrore cieco alla gioia dell'idillio amoroso) e restituendoci in questo modo un personaggio meravigliosamente caratterizzato. |
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Marienbad
 Reg.: 17 Set 2004 Messaggi: 15905 Da: Genova (GE)
| Inviato: 15-01-2007 01:03 |
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quote: In data 2007-01-14 23:36, sandrix81 scrive:
quote: In data 2007-01-14 23:20, Marienbad scrive:
Che poi si diceva qualcosa su Hitchcock prima. Badate bene, la sua scelta non ricadeva su brave attrici, ma su simboli.
| che poi è quanto fa Godard nel Disprezzo. tanto per chiudere il cerchio.
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Giaaaaaaaaaa. Prafo.
_________________ Inland Empire non l'ho visto e non mi piace |
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