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Toro scatenato |
Giordan0
 Reg.: 22 Gen 2008 Messaggi: 12 Da: Roma (RM)
| Inviato: 05-02-2008 09:39 |
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Secondo me, opionione personalissima, se fosse stato a colori avrebbe perso molto del suo fascino, risultando anche quasi essere un film ''normale''.
I titoli di testa ci fanno assaggiare il capolavoro, con quella musica che ti trascina insieme a un De Niro danzante sul ring, gasato dai flash e dalla folla.
I monologhi sono splendidi. E lui è un grande, quando vedo lui (De Niro) mi sembra di vedere una persona della vita quotidiana, con le sue smorfie e i suoi sorrisetti a mezza bocca.
Bellissimo quando lui dice alla moglie ''mi porti il caffè'' oppure quando Joey dice ''se muore non può organizzarti l'incontro'' e Jake ''e grazie al cazzo''. Ho rimandato indietro la battuta per quanto questa fosse diciamo ''reale''.
Di film di boxe ho visto questo e ''Hurricane'', ma credo proprio che questo sia imbattibile. Perfetto.
E poi c'è Bob...
_________________ Billionaire Boys Club |
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Hegel77
 Reg.: 20 Gen 2008 Messaggi: 298 Da: Roma (RM)
| Inviato: 20-02-2008 23:00 |
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quote: In data 2006-03-28 11:15, Schizo scrive:
ATTO SECONDO TORO SCATENATO
La parabola discendente di Jack inizia proprio nel momento in cui è costretto a vendere il suo primo incontro a Cosa Nostra. Da quel momento in poi Jack perde completamente il controllo di stesso, perché ha venduto se stesso. Vincerà il suo mondiale, indosserà la tanto sognata corona, ma si rende conto del retrogusto amaro di questo successo: in fondo lui ha vinto perché i mammasantissima hanno dato via libera. Non basta il talento, jack, a questo mondo. Adesso la paranoia diventa delirio maniacale, vedi nemici ovunque, tua moglie, tuo fratello. I tuoi pugni colpiscono a vuoto, jack, perché stai sbagliando bersaglio. Sei solo adesso, non puoi più continuare ad essere pugile, cerchi di inventarti una seconda carriera aprendo uno squallido locale e intrattenendo gli avventori con battutine da avanspettacolo. In questo delirio autodistruttivo e masochistico riesci a farti beccare dalla polizia per corruzione di minorenne e ti sbattono pure in galera. Il grande Jack La Motta in galera, grasso come un bue (trasformazione straordinaria di DeNiro, ingrassato per davvero di 25 chili!!!!), preso per il culo dai secondini.
Una fine ingloriosa, una trasfigurazione indecente come indecente è staccare a martellate le pietre preziose dalla cintura iridata per ricavarne un po’ di quattrini.
Ma proprio nel buio della cella avviene la conversione dell’ uomo La Motta, in una delle scene più toccanti del film. Quella serie impressionante di pugni rivolti verso il muro sono in realtà diretti verso sé stesso, nella lucida coscienza di avere gettato tutta la sua vita alle ortiche come uno stupido. Stupido stupido stupido ripetuto all’infinito. Il finale è un altro colpo di genio Scorsesiano, un nuovo duello allo specchio (modello Taxi Driver) dell’antieroe, ma stavolta il sorriso teatrale di Jack (con citazione dotta da “Fronte del Porto”) sottende la rassegnata accettazione della sconfitta (that’s entairtment, anche questo fa parte dello spettacolo), questa volta sappiamo benissimo di chi è la colpa. It’s you, Jack (o Charlie).
Martin Scorsese ha avuto una seconda possibilità per salvare la sua vita e lo ha fatto.
Sarebbe bello dopo essere stati ciechi per così tanto tempo, potere avere una seconda possibilità per apprezzare meglio la vita.
A mio giudizio il miglior film di Scorsese. Si sentono moltissimo le influenze del nostro cinema (il Fellini de “La Strada”, Il Visconti di “Rocco e i suoi fratelli”)
Oscar a De Niro come miglior attore protagonista (era impossibile non darlo!).
Oscar a Thelma Schoonmaker per il miglior montaggio
Naturalmente i giurati degli Academy Awards bocciano Scorsese e Lynch (The elephant man!) e danno il premio di miglior film e miglior regia (sic!!!!) a Robert Redford con il pasticciaccio melenso di Ordinary people (Gente Comune).
Bocciato pure Joe Pesci a favore di Timothy Hutton in Ordinary People come miglior attore non protagonista.
Uno scandalo, insomma!
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Una recensione molto coinvolgente e coinvolta.
Credo sia davvero il miglior film di Scoesese ed anche quello più personale.
Da ricordare il commento musicale della Cavalleria Rusticana di Mascagni che rende le scene davvero toccanti e poetiche.
Stupendi i duetti De Niro - Joe Pesci e davvero realistici gli improvvisi scoppi di violenza del pugile
10 e lode
_________________ Dare un senso alla vita può condurre a follie,
ma una vita senza senso è la tortura dell’inquietudine e del vano desiderio |
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 21-02-2008 02:16 |
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quote: In data 2008-02-20 23:00, Hegel77 scrive:
Credo sia davvero il miglior film di Scoesese ed anche quello più personale.
Da ricordare il commento musicale della Cavalleria Rusticana di Mascagni che rende le scene davvero toccanti e poetiche.
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Film davvero fantastico, lo amo in maniera particolare! Citi Mascagni e mi torna in mente un breve commento che scrissi al riguardo nel mio blog parecchio tempo fà.
Rispolveratina...
I titoli di testa sovraimpressi sull'inquadratura fissa hanno la stessa durata dell'ineffabile score musicale che li accompagna. Tra i più felici, suggestivi, trasognati e toccanti sposalizi tra immagini e musica dell’intera storia del cinema.
Vediamo un ring ripreso frontalmente, a tutto schermo. In primo piano, le tre corde del ring dividono “filosoficamente” in quattro il quadro. Dentro ogni spazio (sorta di split screen da "poveracci", però, che immaginazione!) ci capita una scritta. Rossa, la più grande, quella del titolo, campeggia nel secondo spazio, contando dall’alto… Sullo sfondo, immerse in una sorta di bruma grigiastra, s’intravedono appena le teste del pubblico che occupa il lato del ring contrapposto al lato in cui siede lo spettatore in carne ed ossa, nel buio della sala cinematografica. Di tanto in tanto un flash di macchina fotografica fende quel diaframma diafano catturando la nostra attenzione per ricordarci che qualcuno ci sta a sua volta osservando, spiando, nascostamente, dall’interno dei fotogrammi.
Ribattezzato: Martin Geniale!
Tra lo spettatore in sala, le corde del ring - sbarre di una prigione da abbattere (?) - e il pubblico che assisterà all’incontro pugilistico, a sinistra dell’inquadratura campeggia la sagoma di Jake La Motta/De Niro intento a riscaldarsi. E’ lui il centro della scena, in quel gioco del duplice “guardare” dove il campione guarda esclusivamente dentro di sé.
Ripresa al ralenty. La musica contribuisce e rendere ancora più denso il silenzio che regna intorno alla solitaria figura del protagonista. Vestito per combattere, prima che l’incontro abbia inizio.
La Motta indossa un “mantello” con un cappuccio appuntito. Le sue movenze al rallentatore ricordano quelle di un ballerino, o di un demonietto sulfureo lanciato in una pantomima beffarda e grottesca, tragicomica. Eppure c’è grazia ed eleganza nel suo intimo, quasi "fetale", patetico-plastico ripiegamento; forse grida represse di orgoglio ferito, un anelito/fremito di libertà, di riscatto, di vittoria. Sentimenti potenti che diventano fasci di muscoli che si contraggono e si sciolgono, pronti a colpire.
Questa breve sequenza è pura sospensione onirica che termina insieme alle ultime note del Preludio della Cavalleria rusticana di Mascagni, “uno dei più intensi e commoventi momenti della storia della musica, cui nessun commento può rendere giustizia: deve essere ascoltato, perché qui si è veramente vicini a Dio” (cit).
Una sola inquadratura, un frammento di estetica filmica irripetibile che riassume, nella sua trasfigurante semplicità, tutto lo spirito, il sentimento e i significati di Raging Bull.
Questo è il
video che dura 2,5 minuti circa, quanto la durata dei titoli di testa.
[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 21-02-2008 alle 02:23 ] |
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sandrix81
 Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 21-02-2008 03:14 |
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quote: In data 2004-04-15 21:02, sandrix81 scrive:
Grandissimo film...
| vabbè, non esageriamo.
comunque ottimo, sì.
_________________ Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina. |
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 21-02-2008 13:29 |
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Toro scatenato è il capolavoro che è, un film epocale; non sarà gli aggettivi, parole... sempre malate di limiti, che potranno alterare il dato di fatto. |
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Fakuser
 Reg.: 04 Feb 2005 Messaggi: 2656 Da: Milano (MI)
| Inviato: 24-02-2008 16:44 |
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Il peggior film di Scorsese. senza dubbi, almeno per me.
Con un De Niro al limite della deflagrazione gigionesca (ed eravamo solo nel 1980 ) un opera incapace di prendere una strada convincente e che invece si perde pian piano in uno spezzettamento disorganico e confuso di blocchi narrativi incomunicanti tra loro ma nemmeno capaci di sostenersi da sè.
Un biopic su Jake la Motta ? No.
Una riflessione personale del regista? Su cosa ?
Un (maestoso ) esercizio manierista e manierato ? Si, probabilmente, ma "capolavoro " non è una parola che si può sprecare per del semplice estetismo fotografico (fotogenico ? )
Quindi,nammerda. |
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Hegel77
 Reg.: 20 Gen 2008 Messaggi: 298 Da: Roma (RM)
| Inviato: 24-02-2008 22:39 |
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quote: In data 2008-02-24 16:44, Fakuser scrive:
Il peggior film di Scorsese. senza dubbi, almeno per me.
Con un De Niro al limite della deflagrazione gigionesca (ed eravamo solo nel 1980 ) un opera incapace di prendere una strada convincente e che invece si perde pian piano in uno spezzettamento disorganico e confuso di blocchi narrativi incomunicanti tra loro ma nemmeno capaci di sostenersi da sè.
Un biopic su Jake la Motta ? No.
Una riflessione personale del regista? Su cosa ?
Un (maestoso ) esercizio manierista e manierato ? Si, probabilmente, ma "capolavoro " non è una parola che si può sprecare per del semplice estetismo fotografico (fotogenico ? )
Quindi,nammerda.
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Ma non sarà che non l'hai capito?
Risulta evidente che non è la biografia di Jack La Motta ma una riflessione molto profonda sul fatto che il vero nemico è dentro di noi, che rischiamo di gettare tutta la nostra vita nel cesso semplicemente perchè non vogliamo bene a noi stessi (It's you Charlie), perchè il delirio della follia autodistruttiva è pronto a scattare ad ogni minimo pretesto.
Jack alla fine capisce (prima ero cieco adesso ci vedo).
Tu invece rimani nella nebbia interpretativa.
_________________ Dare un senso alla vita può condurre a follie,
ma una vita senza senso è la tortura dell’inquietudine e del vano desiderio |
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 24-02-2008 23:04 |
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quote: In data 2008-02-24 22:39, Hegel77 scrive:
Jack alla fine capisce (prima ero cieco adesso ci vedo).
Tu invece rimani nella nebbia interpretativa.
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_________________ "Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel |
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Fakuser
 Reg.: 04 Feb 2005 Messaggi: 2656 Da: Milano (MI)
| Inviato: 25-02-2008 19:40 |
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quote: In data 2008-02-24 22:39, Hegel77 scrive:
quote: In data 2008-02-24 16:44, Fakuser scrive:
Il peggior film di Scorsese. senza dubbi, almeno per me.
Con un De Niro al limite della deflagrazione gigionesca (ed eravamo solo nel 1980 ) un opera incapace di prendere una strada convincente e che invece si perde pian piano in uno spezzettamento disorganico e confuso di blocchi narrativi incomunicanti tra loro ma nemmeno capaci di sostenersi da sè.
Un biopic su Jake la Motta ? No.
Una riflessione personale del regista? Su cosa ?
Un (maestoso ) esercizio manierista e manierato ? Si, probabilmente, ma "capolavoro " non è una parola che si può sprecare per del semplice estetismo fotografico (fotogenico ? )
Quindi,nammerda.
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Ma non sarà che non l'hai capito?
Risulta evidente che non è la biografia di Jack La Motta ma una riflessione molto profonda sul fatto che il vero nemico è dentro di noi, che rischiamo di gettare tutta la nostra vita nel cesso semplicemente perchè non vogliamo bene a noi stessi (It's you Charlie), perchè il delirio della follia autodistruttiva è pronto a scattare ad ogni minimo pretesto.
Jack alla fine capisce (prima ero cieco adesso ci vedo).
Tu invece rimani nella nebbia interpretativa.
| Per essere una riflessione sull'inconscio è molto debole e poco plausibile.
Più che non averlo capito, è un film che è proprio il caso di dire non è entrato nelle mie corde.....
_________________ Silencio... |
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 25-02-2008 20:56 |
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L'importanza di Toro scatenato, oltre che di natura estetico-stilistica (è un film "semplice", di uno Scorsese prima maniera meno "torrido" del solito) è anche sociale, pur senza essere socio-politicismo d'accatto, magari all'italiana...
No, Toro scatenato non è un esercizio di stile, mera tecnica, bensì un film poetico e genialmente plastico-espressivo, dove le sequenze dei combattimenti restano esemplari per tali caratteristiche molto imitate da tutto il cinema del "genere" a seguire: vedi Alì Di M. Mann, c'è tutto Raging Bull!
Qualche ricordo sparso.., in "difesa" di questo capolavoro assoluto. Alle sue prime uscite in sala, ne fui testimone diretto, fu subito amato dal grande pubblico, tutt'altro che "addetto ai lavori" - oltre che dai cinefili, categoria a volte un po' scioperata, ed è spesso il caso di
Fakuser - che si identificava nel personaggio imitandone perfino alcuni modi di fare, alcuni atteggiamenti, un certo “slang”.
Si condensa anche qui la grande lezione di Scorsese, nell'aver nobilitato e dato voce alle aspettative ed aneliti di riscatto del “sottoproletariato” (universale), di quelle persone emarginate e "poco interessanti", senza far facile demagogia socio-politica, retorica, didascalismo, regalandoci un film limpido, unico, laddove lo stesso Scorsese mise a frutto ed espanse, in linea con la naturale continuità culturale ed ideale di quella, la lezione di grandi registi come Robert Wise (Stasera ho vinto anc'io, Lassù qualcuno mi ama), John Huston (Città amara), Rouben Mamoulian (Passione), ecc.., e perfino di Hitchcock, che nel '26 affrontò con The Ring il tema, pressoché filosoficamente simile a quello scorsesiano, di un riscatto esistenziale e psichico di un perdente conseguito attraverso la boxe. Che è uno sport mobilissimo. La gente semplice ha (aveva) questi sport; i borghersi, i radical-chic, gli snob, altri... magari il Golf, o l'ippica.., attività quest'ultima che consiglierei caldamente al Fakuser.
[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 25-02-2008 alle 21:03 ] |
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Fakuser
 Reg.: 04 Feb 2005 Messaggi: 2656 Da: Milano (MI)
| Inviato: 25-02-2008 21:09 |
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Sicuramente la cultura cinematografica e la possanza dialettica di Ayzad sono di molto superiori alle mie, ma fattosta che quanto scritto sopra non cambia la mia idea sul film nè cosa più importante, il mio gusto verso di esso.
_________________ Silencio... |
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 26-02-2008 01:20 |
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Ma dai.., non stiamo qui per vendere il "prodotto", nè per convincere chicchessia, ma solo per scambiarci qualche idea, esperienze, un po' di conoscenze ed opinioni, dove, pur nella buona soggettività del gusto e della preferenza, potrebbe venir fuori qulche aspetto ipotesi critica presumibilmente "oggettiva".
_________________ "Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel |
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Fakuser
 Reg.: 04 Feb 2005 Messaggi: 2656 Da: Milano (MI)
| Inviato: 26-02-2008 13:48 |
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Bè, riguardo questo film non mi si può tirare fuori più di quanto già non abbia detto.... semplicemente non mi piace, non lo trovo interessante a sufficienza, completo e convincente quanto basta per entrare nell' Olimpo.
E per me il valore delle riprese sul ring non va oltre pure considerazioni di ordine tecnico (inteso anche, volendo, nel senso più ampio possibile ) perchè non mi comunicano nulla.
_________________ Silencio... |
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 26-02-2008 15:01 |
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Mi sembra chiaro che si resta reciprocamente arroccati dentro le proprie convinzioni, però, solo una precisazione, non mi riferivo unicamente alle alle scene di combattimento nel rilevare la fotogenia plastica che, fin dagli splendidi titoli di testa, è la cifra stilistica complessiva che caratterizza il film. Oltre al vlore aggiunto che reca seco il "testo", le filosofie su cui ho già detto. |
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Jourdain
 Reg.: 21 Set 2007 Messaggi: 179 Da: Vignate (MI)
| Inviato: 21-04-2008 19:17 |
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Ritrovarsi un giorno con il naso così malconcio da sembrare un mucchietto di cartapesta e con la pancia talmente grossa da spedire nell’oblio le fortune della giovinezza. Con il viso deformato e spiegazzato dal passato. Lo specchio, nel finale del film, riflette quest’immagine di Jake La Motta, a lui ed a noi spettatori. Questo corpo e quel viso, prestato da Robert De Niro, martoriati dalle botte ricevute e dagli eccessi della vita, potrebbero fare pensare ad una persona che ha sbagliato ad amministrarsi, che ha trascurato la propria salute, che ha macchiato la propria dignità. Potrebbero indurre a sentenziare, lo sguardo del passante, che per ridursi così bisogna essere stati dei poco di buono. Forse Jake La Motta è stato un poco di buono, irruento nel rapportarsi con le persone, con la moglie e con il fratello. Ha sempre volontariamente scelto, però, di non far parte dei cosiddetti buoni del suo tempo, dei bravi organizzati: ha provato a farcela da solo, con le proprie braccia, con il naso che veniva sempre più suonato, con gli zigomi, con gli addominali e con i guantoni. Anche nell’ultimo incontro, quello che gli fece perdere il titolo, ha continuato a combattere da solo: ha perso restando in piedi e facendosi sfracellare il viso schizzando sangue sul pubblico. Quel sangue sparso sulle corde del ring e sugli spettatori in prima fila ha scritto per sempre che Jake La Motta ha giocato con tutto se stesso, ha sfidato le sue origini ed il suo destino, ha vinto e ha perso ma non è mai caduto. Jake La Motta non è mai caduto su un ring. Il ring era per lui la società con le sue ingiustizie, gli accordi illeciti, le vittorie e le sconfitte: lì si è sempre misurato mettendosi in prima linea, senza “sostegni diplomatici”. I guantoni sono stati la sua parola, la sua verità, la sua speranza di scalare la piramide della vita. Jake La Motta poteva ottenere più di quello che ha ottenuto, come rinfaccia, in un monologo, all’assente fratello. Non si è mai piegato alle leggi del potere, delle scommesse truccate, dei “pizzi dietro alle tende”, del compromesso. Jake La Motta voleva viaggiare da solo, come unico responsabile dei propri successi e fallimenti.
A viaggiare da solo, però, si rischia di essere vittima dei deliri psicologici di se stessi: esseri umani che, per quanto scatenati, da qualche parte devono pur cedere. Jake La Motta non è un eroe. È un uomo normale che ha vissuto credendo solo in se stesso ed in quello che gli riusciva meglio: abbattere gli sfidanti sul ring, uno dopo l’altro. Da solo, conchiuso nel proprio solipsismo, tirando troppo la coperta della società ha finito per lasciare scoperta la propria vita privata. La coperta non poteva coprire tutto. Sconfiggeva gli avversari della boxe ma, gradatamente, gli nascevano avversari nella testa, avversari che non si possono massacrare di botte, sfidanti invisibili per tutti tranne che per la propria coscienza. Questa specie di follia, questa gelosia motivata e non, sono stati la sua caduta. La caduta di un toro che ha lottato per la propria dignità in società ma ha finito per perderla nella vita privata. Jake La Motta ha provato a vincere le proprie battaglie sul ring, a migliorare il proprio stato sociale perdendo così il controllo sulla propria ragione, sulla propria bontà umana, sull’amore per sua moglie Vicky.
La vita di Jake La Motta illumina di riflesso ciò che Martin Scorsese non ha filmato: i vapori della gente che respira, le strade di città, le famiglie, l’allenatore che spera con la speranza del suo atleta. “Toro scatenato” è un film che mostra, con immagini crude, la vita di un pugile; ma racconta senza immagini la vita e la società che accerchiava questo uomo del Bronx: le risse, le gelosie, i tradimenti, i sospetti, la vita notturna, le angosce e lo sviluppo dell'ossessione mentale di un uomo che stava facendo qualcosa più grande di lui, che voleva combattere da solo e da solo si stava strappando la vita. Alla fine del film c’è un tentativo “taxi driviano” di riconciliazione con la propria coscienza, con se stesso; ma nessun può sapere quanto sia realmente riuscito.
[ Questo messaggio è stato modificato da: Jourdain il 21-04-2008 alle 19:21 ] |
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