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Autore The devil wears Prada
filippa

Reg.: 02 Ott 2006
Messaggi: 64
Da: venezia (VE)
Inviato: 13-10-2006 18:48  
quote:
In data 2006-09-12 13:48, gatsby scrive:
anche io visto in originale...
davvero una gran bella commedia, per i festivalierei è stata una liberazione dopo tanti film in cui praticamente perchè succeda quaclosa devi aspettare 10 minuti.Al confronto questo è sembrato un film da'zione.




sono d' accordissimo, un festival di bei film si, politicamente coinvolgenti ma per questo impegnativi . E' stato l' ultimo che ho visto, ho chiuso in bellezza, per lo meno mi sono fatta quattro risate...
_________________
Non è che ho paura di morire. Solo che non voglio esserci quando accadrà.

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pensolo

Reg.: 11 Gen 2004
Messaggi: 14685
Da: Genova (GE)
Inviato: 13-10-2006 19:33  
Ho prenotato per lunedì sera..speriamo bene..ma da quel che ho letto e sentito dire non dovrei restare deluso
_________________
Bart,voglio condividere con te le tre massime indispensabili per andare avanti nella vita.N°1:"Mi raccomando coprimi" N°2: "Miticooo!Ottima idea capo" N°3:"Era già così quando sono arrivato io"

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badlands

Reg.: 01 Mag 2002
Messaggi: 14498
Da: urbania (PS)
Inviato: 13-10-2006 19:36  
pure io non avrò scampo.mia moglie ha già segnato la data sul calendario,fra due domeniche(per fortuna prima riesco a vedermi crialese e allen).è comunque un film sopportabile anche da un uomo,o una roba tipo segreti di ya ya sisters,club delle prime mogli e via dicendo?
ciao!

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pensolo

Reg.: 11 Gen 2004
Messaggi: 14685
Da: Genova (GE)
Inviato: 13-10-2006 19:39  
quote:
In data 2006-10-13 19:36, badlands scrive:
è comunque un film sopportabile anche da un uomo,o una roba tipo segreti di ya ya sisters,club delle prime mogli e via dicendo?
ciao!



se fosse una roba simile a quelli che hai citato credo che inizierò a pensare a come ottenere un certificato medico valido.
No..comunque credo che non somigli nemmeno lontanamente.
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Bart,voglio condividere con te le tre massime indispensabili per andare avanti nella vita.N°1:"Mi raccomando coprimi" N°2: "Miticooo!Ottima idea capo" N°3:"Era già così quando sono arrivato io"

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Ahsaas

Reg.: 18 Apr 2006
Messaggi: 779
Da: Parma - India (es)
Inviato: 14-10-2006 01:05  
cazzo è una delle migliori commedie degl'ultimi anni!
_________________
"E' FINITA" SI DICE ALLA FINE

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Ahsaas

Reg.: 18 Apr 2006
Messaggi: 779
Da: Parma - India (es)
Inviato: 14-10-2006 03:27  
quote:
In data 2006-10-14 01:05, Ahsaas scrive:
cazzo è una delle migliori commedie degl'ultimi anni!




riprendendomi:

SYMPATHY FOR THE DEVIL

Il primo riferimento di quest’opera di David Frankfel è la vita. O meglio ancora, la scelta di prendere una strada per inseguire sé stesso e la propria ombra. Il labirinto del mondo e del futuro, la grandezza di varietà e di sfumature che possiamo assumere, battere, indicare, o rifiutare.
E lo vediamo in una delle primissime scene, dove la protagonista Andy scruta il grattacielo newyorkese in cui lavorerà: Frankfel, in (quasi) contre-plongè, massifica al massimo la potenza e la vastità di questo edificio nei confronti dell’essere umano rappresentato dalla piccola Andy, schiacciata dal gigante come una formica. Dunque, la piccolezza dell’uomo davanti alla vita e davanti al mondo, e proprio per questa differenza scalare, la persona è necessariamente sepolta e re-inventata, il proprio corpo si mette in gioco per il momento decisivo dell’esistenza, quello dove si sceglie cosa portarsi appresso nel futuro e cosa lasciare indietro nel passato.

Ancora una volta la vita si riflette nel Cinema. Non solo, e questo accade raramente, si riflette addirittura nel Cinema Comico, quel genere nato teoricamente apposta per trasfigurare al massimo la vita, superarla per far sognare il pubblico in grande. Certo, ne Il diavolo veste prada si sogna, ma in piccolo, perché più che raccontare visioni, narra semplicemente la vita che ogni persona deve affrontare, seppur col verve di comicità esilarante (merito anche della sceneggiatrice Aline McKenna), gestito magnificamente dal ritmo dinamico e dall’uso frequente di montaggi-alternati per mostrare le due sponde della linea, quella di Miranda Priestly, Dea Suprema della Moda, e dei suoi collaboratori. Un esempio è la scorrevolezza e la scioltezza in cui vediamo Miranda la prima volta: pochi dettagli, come i suoi piedi che escono fuori dalla macchina, alternati alle varie segretarie/sottosegretarie/sottosottosegretarie mentre preparano con agitazione e meticoloso ordine l’arrivo del Boss. Irrimediabilmente, Frankfel crea subito un clima(x) d’attesa per vedere finalmente in azione questa figura tanto temuta (e ammirata) che addirittura viene chiamata “Diavolo” dal titolo; ed eccola lì, col volto di Meryl Streep in pieno atteggiamento glamour e “melatiroammanetta”, (ac)curata in ogni minimo movimento, alzando lievemente un sopracciglio o facendo leggermente vibrare le labbra. Capiamo immediatamente di essere entrati in campo-metacinematografico, perché tutte quelle dipendenti sono seriamente delle nullità attoriali in confronto alla Dea Meryl Streep, il capo, il diavolo, l’attrice che oggi, più che mai, meriterebbe di sedersi nella scrivania superiore per guardare tutti dall'alto e criticarli.

E man mano che procediamo con la narrazione, ci addentriamo in quella facciata meta-cinematografica che fu proprio di Eva contro Eva, il mondo della moda (o del business in generale) che si riflette nell’industria Hollywoodiana. Ecco quindi Miranda Priestly che fa quasi la fine di Bette Davis, o perché no, della figura mitica di Gloria Swanson in Viale del tramonto, e quindi la riflessione obbligata sulla carriera di un’artista in riferimento alle leggi (durissime) del mercato. Via i vecchi per far spazio ai nuovi. Niente amicizie o legami sentimentali all’interno del gioco, perché in questo campo bisogna unicamente pensare a sé stessi per mantenere la propria poltrona e la propria autorità.
E’ essenziale (e bellissimo) in questo senso, la scelta di mostrare anche il lato più umano del “Diavolo”, in quella scena intimissima di lei finalmente catturata senza abiti vistosi e senza trucco, in un momento di crisi per l’ennesimo divorzio: Dio, anche solo per pochi istanti, ha deciso di scendere sulla terra per assumere le sembianze dell’uomo. Pochi attimi che per un momento sembrerebbero direzionare il film nel solito buonismo incondizionato, in un nuovo “favoloso mondo di Ameliè”, ma fortunatamente Frankfel rimane coerente con la strada che intende portare a termine, esplicitando ancora più chiaramente il significato ultimo del film: in fondo, non c’è il bene o il male, differenza tra etica o immoralità, ognuno deve solamente scegliere la propria strada e proseguirla. Ancora una volta, una riflessione nata dal Cinema, più in particolare nell’essere “Autore” oggi, dove non importa più tanto l’etica, ma semplicemente la coerenza con cui si porta avanti il proprio dogma d’artista, e in quanto dogma, inviolabile e personale, intimo. I personaggi de Il diavolo veste Prada, in verità, non assumono un’evoluzione, ma il tutto è semplicemente un cerchio che si apre e si chiude con gli stessi specchi.

Ecco dunque il finale, puro pathos di quegli sguardi che s’incrociano: Il Diavolo ci regala ancora un pezzo di Storia del Cinema e Storia della Recitazione, ci guarda con strafottenza e superiorità per l’ultima volta, ci trapassa con quel carisma unico ed imprescindibile. Ed è Standing Ovation.

GIA' ONLINE SU POSITIFCINEMA

_________________
http://www.positifcinema.com/

[ Questo messaggio è stato modificato da: Ahsaas il 14-10-2006 alle 03:39 ]

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Ayrtonit
ex "ayrtonit"

Reg.: 06 Giu 2004
Messaggi: 12883
Da: treviglio (BG)
Inviato: 14-10-2006 11:03  
non riesco ad esser d accordo con l esaltazione di pierre.
per me resta un film "carino" senza tutta quella costruzione che gli attribuisci.
l ho trovato anzi pieno di luoghi comuni, dalla a alla z: le ragazze belle e magre e alla moda, la ragazzina di provincia che viene trasfomata dalla metropoli, il solito dilemma amore-carriera, un terzo uomo che si mette di mezzo....pfff roba trita e ritrita.
per fortuna una perla nel film si trova, una perla che lo tiene in piedi per due ore e che si chiama meril streep.
non solo perchè lei è la più grande attrice vivente (a me ieri son venuti i brividi in più di una scena con lei presente), ma anche perchè il suo è l unico personagio tridimensionale, sfaccettato, e genuino. la streep riesce a mostrarci con abilità impareggiabile il lato duro e cinico di miranda, ma anche quello nostalgico e insicuro.
il resto, ripeto, è aria fritta con qualche battuta divertente, bellissimi abiti e location (come parigi) da favola. tuttto un baraccone che impressiona, unito alla colonna sonora dirompente e aggressiva, ma personalmente a me non ha convinto.
infine, per la banalissima storia che doveva raccontare, potevano tagliare mezzora di pellicola; ma evidentemente prada chanel e valentino volevano vendere più abiti.
_________________
"In effetti la degenerazione non è mai divertente, bisogna saperla mantenere su livelli tollerabili.
Non è tanto una questione di civiltà, ma di intelligenza."
DEMONSETH

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leonessa

Reg.: 09 Ago 2002
Messaggi: 5315
Da: Abbiategrasso (MI)
Inviato: 14-10-2006 13:00  
L'ho trovato un film carino. Sicuramente meglio del libro che è molto + lungo e noioso.

I punti di forza? Meryl Streep stratosferica. Mi è piaciuta un sacco in quest'interpretazione "diabolica".
E poi le borse, le scarpe, i vestiti... dio che abbuffata per gli occhi!!!

Per il resto la storia è abbastanza prevedibile, le battute scontate e i personaggi troppo spesso ridotti a macchietta (vedi il povero Stanley Tucci ).

Comunque piacevole.

1bix8
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I'm impossible to forget but hard to remember

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kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 14-10-2006 20:46  
Sunto del commento per lettura veloce antispoiler : una gradevole commedia sul mondo dell'alta moda, divertente e colorata , con la partecipazione straordinaria di varie guest star dell'ambiente ,
sorretta benissimo da una Streep eccezionale in versione Crudelia Demon , film in generale che anche se in fondo non ha particolari doti e' comunque gradevole senza appesantirsi troppo nei luoghi comuni ( che ci sono comunque ). Per una serata divertente e' perfetto , e ha anche buon gusto...imperdibile per i fanatici della serie tv “ sex and the city “.

Osservazioni : strepitosa Meryl Streep , lei che aveva già avuto incontri con il diavolo ( in maniera piu' o meno ...diretta con “She Devil “) ha sempre una leggerezza mentre lavora unica e impareggiabile, facendo capire benissimo allo spettatore che si diverte un sacco nel suo lavoro.
Esempio e motivo raro di longevita' nella resa filmica unendo questo alle sue doti indubbie.
Tornando al film , tratto da un romanzo scritto tra il divertente e il divertito senza prendersi troppo sul serio ,almeno secondo i pareri di chi l'ha letto , non e' che brilli poi particolarmente di grandi invenzioni narrative o sceniche ( il tutto e' già visto e raccontato in cinema passato ) ma ha dalla sua finalmente di essere una commedia dove il fulcro non e' il trialismo conquisto-mantengo-innamoro ma c'è altro e di più. I passaggi narrativi comprendono soprattutto le situazioni lavorative che si riflettono sulla vita privata , e l'ingresso nell'alta moda e' quasi un ingresso stupefatto come quello di un ladrone nella caverna dei tesori,modificando visioni e direttive di vita che sembravano consolidate .Ci sono vestiti che farebbero la gioia di molte donne e il regalo ideale da fare per molti mariti,anche se si sottolinea con accuratezza sempre il costo tutt'altro che contenuto.
Il tutto e' diretto con mano furba e leggera, le due segretarie sono gradevoli nella presenza e nella visione in quei vestiti sempre diversi , e la parte di Parigi si incastra benissimo per ambientazione e logica .Presente anche Stanley Tucci nella parte gay del disegnatore di moda , e vediamo brevemente lo stilista Valentino ( quello vero... )fare una comparsata nel finale. Gradevole, delizioso, con una superlativa protagonista a fare da fiore e un corollario di petali gentile e delicato. In questi tempi di commedie trite e ritrite e rimasticate questo diavolo e' un piccolo angolo di paradiso.

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non solo quentin ma nel nome di quentin...quentin tarantino project
http://www.forumcommunity.net/?c=22477

[ Questo messaggio è stato modificato da: kubrickfan il 14-10-2006 alle 20:47 ]

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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 15-10-2006 15:54  
Pessimo film, ripetitivo e banale.
Un film di pura e semplice sceneggiatura che ricicla le solite trovate registiche per fare gioco sull'analogia, sullo sviluppo e l'evoluzione della protagonista nei confronti di un mondo centrifugo che la circonda.
Non succede mai nulla... il film entra nella sua fase meccanica (che non abbandonerà mai più) dalla prima sequenza costruita sull'alternanza della vita di Andy con ragazze che implicano la perfezione e quindi la differenza, ma anche la pietra angolare da cui guardare questo film, e a cui per forza di cose dovrà tendere anche la protagonista. Ma non è tanto ciò che rivela a livello narrativo questa sequenza a fare del film un film banale e meccanico, una mera trasposizione visiva, piuttosto è questo gioco forzato di montaggio, di paragone, di costruzione che è il vero elemento centrale del film e che viene ripetuto e ripresentato per tutta la durata del film. E' come trovarsi di fronte ad disegno geometrico ripetuto per due ore, ma cambiato di colore, di inclinazione. E allora vedi la sequenza dove lei cammina, attraversa la città fino all'ufficio e i vestiti cambiano di stacco in stacco (e che immoralità è usare il movimento in primo piano per farlo!) per simboleggiare la sua evoluzione, lei a Parigi che corre a destra e a manca e montaggio su montaggio su montaggio sempre uguale, sempre la stessa cosa, la Streep che molla borsa e giacca all'infinito e tan e tan e tan, Andy che cerca l'aereo per la direttrice del giornale etc etc, lei che cerca il libro di harry potter.
Solo il breve pezzo dove si vede passare veloce il treno con lo zoom in dentro la carrozza vale qualcosa... per il resto si tratta di un utilizzo degenerato di un cinema che mette in atto un serial televisivo e la sua scrittura. Nulla più.
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"C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"

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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 15-10-2006 16:02  
E non è infatti un caso (lo scopro ora) che questo sia uno dei registi di "Sex and the City"... Pensandoci è quasi la perfetta trasposizione cinematografica di questo (per altro noioso, pessimo e banale) telefilm.
Un granbde telefilm che mette in scene quelle sequenze dove Sara Jessica Parker attraversa Manhattan con le borse delle boutique dove ha appena comprato i suoi bei vestiti, tutta indaffarata con il caffè in mano, il fumo dal tombino, i taxi gialli, le macchine che frenano, la gente e la gente, i sandwich-man etc etc... E la parker che corre e urla "Uuuh!".
Questo per dire che nella descrizione di un film come Il diavolo veste Prada non si può altro che passare attraverso queste banalità. Appunto la vita banale prevede scelte banali, stereotipate.
Ed è in queste cose che scopri perchè Frankel utilizza gli zoom telati negli attraversamenti pedonali, non si butta nella gente, si tiene sempre lontano, fa della città una scenografia piatta e della gente delle sagome... ma non è mai dentro a nulla.... Il suo gioco di cinema si limita a raccontare qualcosa attraveraso spezzoni uniti e messi in sequenza, sempre ben raccordati, sempre "sul movimento" e da questi ma soprattutto su questi costruisce e lega la sua storia...
Appunto Sex in the City

Ma poi io mi chiedo come fa chi parla di cinema, chi difende depalma, kim ki-duk, eastwood poi possa amare o solo apprezzare il diavolo veste prada...
è come essere di sinistra, profondamente convinti che berlusconi faccia del male all'italia, e poi votare forza italia una volta e la volta dopo rifondazione.
Abbiate le idee chiare.
Capire il cinema è fare una scelta politica, non stare in mezzo e non sapere cosa votare.
_________________
Una minchia/sapida

[ Questo messaggio è stato modificato da: Tristam il 15-10-2006 alle 22:10 ]

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Ayrtonit
ex "ayrtonit"

Reg.: 06 Giu 2004
Messaggi: 12883
Da: treviglio (BG)
Inviato: 16-10-2006 10:28  
mattia come emerge dal mio commento son d accordo con la tua dura critica al film, anche se l ho criticato molto più per la sceneggiatura che per le regia.
in effetti quando si ha poco o nulla da dire è difficile anche farlo in modo discreto, se non arrampicandosi sugli specchi.
in questo senso questo film è tutto uno specchio (per le allodole).

però un appunto: quante puntate hai visto di sex and the city?
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DEMONSETH

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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 16-10-2006 11:11  
quote:
In data 2006-10-16 10:28, Ayrtonit scrive:
anche se l ho criticato molto più per la sceneggiatura che per le regia.



ma sono la stessa cosa in questo film.

Comunque di Sex and the City avrò visto tra le 10 e le 15 puntate, comprese le ultime girate proprio a Parigi.

_________________
Una minchia/sapida

[ Questo messaggio è stato modificato da: Tristam il 16-10-2006 alle 11:13 ]

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Ayrtonit
ex "ayrtonit"

Reg.: 06 Giu 2004
Messaggi: 12883
Da: treviglio (BG)
Inviato: 16-10-2006 11:26  
quote:
In data 2006-10-16 11:11, Tristam scrive:
quote:
In data 2006-10-16 10:28, Ayrtonit scrive:
anche se l ho criticato molto più per la sceneggiatura che per le regia.



ma sono la stessa cosa in questo film.

Comunque di Sex and the City avrò visto tra le 10 e le 15 puntate, comprese le ultime girate proprio a Parigi.

_________________
Una minchia/sapida

[ Questo messaggio è stato modificato da: Tristam il 16-10-2006 alle 11:13 ]


si in effetti questo film è veramente uno specchio che riflette non solo la piattezza ma anche la banalità e l ipocrisia della sceneggiatura.


di sex and the city ho visto tutte le sei serie, ti posso garantire che la visione d insieme cambia, e certo non è noioso. puoi dirmi che registicamente non è un granchè, o che non ti fa ridere (eppure ci sono ottime battute) ma non che sia noioso.
e sei hai visto solo la sesta serie, consolati, è la peggiore.
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DEMONSETH

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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 16-10-2006 11:33  
non ho mai visto una serie intera, solo puntate sparse da quando hanno iniziato a farla vedere su TMC o la 7 fino a Channel 4 a Londra...
quindi in 3/4 anni.
A volte mi sono divertito, ho riso e ho tifato, ma non è mai stata una serie che lascia il desiderio di vedere le altre puntate (al contrario di Friends, Lost, Deadwood, 4400, Curb your enthusiasm, Everybody loves Raymond, 24... per citare titoli disparati)
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