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Brokeback Mountain |
kubrickfan
 Reg.: 19 Dic 2005 Messaggi: 917 Da: gessate (MI)
| Inviato: 21-01-2006 00:11 |
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visto stasera,mi e' piaciuto una esagerazione.e onestamente temevo anche i protagonisti che invece sono a livello.le emozioni salgono forti e la regia e' molto ben fatta,oltre alle stupende locations ( ma questo si sapeva ) c'e' anche una storia robusta che copre una storia articolata su piu' anni .mi e' proprio entrato dentro comunicandomi sensazioni non da poco. |
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Sandrino
 Reg.: 17 Mag 2004 Messaggi: 612 Da: Gavi (AL)
| Inviato: 21-01-2006 09:37 |
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Se Sergio Leone avesse assistito all'ultimo lavoro di Ang Lee sarebbe rimasto quantomeno stupito. Se poi la sorpresa si fosse trasformata in senso dello scandalo ed incomprensione questo non possiamo certo affermarlo con certezza. Sta di fatto che la dissoluzione delle regole e degli stereotipi del "wild West" tanto combattuti e scardinati da Lee, colloca Brokeback Mountain al di fuori del genere specifico, inaugurando un'era nella quale agli eroi quotidiani è finalmente permesso scrollarsi da dosso la polvere di un rodeo conquistando il privilegio di avere un cuore. Tratteggiata con particolare sensibilità e delicatezza, la vicenda si arricchisce di una paesaggistica naturale che accoglie e protegge e che, fotografata con luminosità e nel pieno rispetto della sua vastità, diviene palcoscenico dove naturale scorre il flusso della vita ed ancor più drammaticamente onesto diviene l'amore tra due uomini. Certo sarebbe molto semplice concentrarsi esclusivamente sulla problematica omosessuale, che comunque ha la sua valenza vista la preoccupante ondata omofobica che sta invadendo sempre di più gli Stati Uniti, ma ciò che conta realmente è lasciarsi andare alla naturalezza degli eventi, comprendendo quanto l'amore possa e debba rivestire un significato universale.
Ang Lee (Ragione e sentimento, Il banchetto di nozze, La tigre e il dragone,ecc...) ci ha da sempre abituati ad un cambiamento continuo, ad una variazione costante e dettagliata di ambienti e situazioni all'interno del suo cinema, ma Brokeback Mountain rappresenta qualche cosa di veramente inaspettato. Uno stupore che non viene alimentato tanto dalla tematica, ma da una visione pulita e totalmente priva di giudizi. Nella società moderna la televisione e il cinema hanno cominciato ad affannarsi per inquadrare in una sezione sociale la cosìddetta comunità gay, una attività volta a tranquillizzare gli animi, a far conoscere il "diverso" per poterlo controllare, catalogare e gestire. I gusti, le necessità e le abitudini sembrano diverse ma Ang Lee riesce ad andare oltre qualsiasi indagine sociale e di costume per aprire gli occhi di fronte alla vastità della passione che non sceglie e non grazia, per qualche oscuro motivo, esclusivamente l'eterosessualità.
Una modernità volta a sostenere il più tradizionale dei valori e a dimostrare come un bacio continui ad essere Un apostrofo rosa tra le parole "ti amo" indipendentemente da chi sia colui che lo dà e lo riceve!
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Ayrtonit ex "ayrtonit"
 Reg.: 06 Giu 2004 Messaggi: 12883 Da: treviglio (BG)
| Inviato: 21-01-2006 11:32 |
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aaaargh ieri sera non ho potuto vederlo, ma stasera non mi ferma nessuno. non vedo l oraaaaa!
_________________ "In effetti la degenerazione non è mai divertente, bisogna saperla mantenere su livelli tollerabili.
Non è tanto una questione di civiltà, ma di intelligenza."
DEMONSETH |
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pkdick
 Reg.: 11 Set 2002 Messaggi: 20557 Da: Mercogliano (AV)
| Inviato: 21-01-2006 15:07 |
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quote: In data 2006-01-21 09:37, Sandrino scrive:
Se Sergio Leone avesse assistito all'ultimo lavoro di Ang Lee sarebbe rimasto quantomeno stupito. Se poi la sorpresa si fosse trasformata in senso dello scandalo ed incomprensione questo non possiamo certo affermarlo con certezza. Sta di fatto che la dissoluzione delle regole e degli stereotipi del "wild West" tanto combattuti e scardinati da Lee, colloca Brokeback Mountain al di fuori del genere specifico, inaugurando un'era nella quale agli eroi quotidiani è finalmente permesso scrollarsi da dosso la polvere di un rodeo conquistando il privilegio di avere un cuore. Tratteggiata con particolare sensibilità e delicatezza, la vicenda si arricchisce di una paesaggistica naturale che accoglie e protegge e che, fotografata con luminosità e nel pieno rispetto della sua vastità, diviene palcoscenico dove naturale scorre il flusso della vita ed ancor più drammaticamente onesto diviene l'amore tra due uomini. Certo sarebbe molto semplice concentrarsi esclusivamente sulla problematica omosessuale, che comunque ha la sua valenza vista la preoccupante ondata omofobica che sta invadendo sempre di più gli Stati Uniti, ma ciò che conta realmente è lasciarsi andare alla naturalezza degli eventi, comprendendo quanto l'amore possa e debba rivestire un significato universale.
Ang Lee (Ragione e sentimento, Il banchetto di nozze, La tigre e il dragone,ecc...) ci ha da sempre abituati ad un cambiamento continuo, ad una variazione costante e dettagliata di ambienti e situazioni all'interno del suo cinema, ma Brokeback Mountain rappresenta qualche cosa di veramente inaspettato. Uno stupore che non viene alimentato tanto dalla tematica, ma da una visione pulita e totalmente priva di giudizi. Nella società moderna la televisione e il cinema hanno cominciato ad affannarsi per inquadrare in una sezione sociale la cosìddetta comunità gay, una attività volta a tranquillizzare gli animi, a far conoscere il "diverso" per poterlo controllare, catalogare e gestire. I gusti, le necessità e le abitudini sembrano diverse ma Ang Lee riesce ad andare oltre qualsiasi indagine sociale e di costume per aprire gli occhi di fronte alla vastità della passione che non sceglie e non grazia, per qualche oscuro motivo, esclusivamente l'eterosessualità.
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vabeh, aggiungiamo la firma che sennò non sta bene
tiziana morganti, reflections.it |
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Zenzero
 Reg.: 13 Ago 2004 Messaggi: 243 Da: trento (TN)
| Inviato: 21-01-2006 17:08 |
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quote: In data 2006-01-21 11:32, Ayrtonit scrive:
aaaargh ieri sera non ho potuto vederlo, ma stasera non mi ferma nessuno. non vedo l oraaaaa!
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Chissenefrega!
_________________ Noi vogliamo guardare,
il dubbio ci punisce!
E l'orizzonte fugge in un eterna fuga! |
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Ayrtonit ex "ayrtonit"
 Reg.: 06 Giu 2004 Messaggi: 12883 Da: treviglio (BG)
| Inviato: 21-01-2006 19:43 |
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quote: In data 2006-01-21 17:08, Zenzero scrive:
quote: In data 2006-01-21 11:32, Ayrtonit scrive:
aaaargh ieri sera non ho potuto vederlo, ma stasera non mi ferma nessuno. non vedo l oraaaaa!
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Chissenefrega!
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ehm, io.
direi che mi basta.
_________________ "In effetti la degenerazione non è mai divertente, bisogna saperla mantenere su livelli tollerabili.
Non è tanto una questione di civiltà, ma di intelligenza."
DEMONSETH |
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kagemusha
 Reg.: 17 Nov 2005 Messaggi: 1135 Da: roma (RM)
| Inviato: 21-01-2006 22:42 |
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L'ho visto oggi.
bello.
Un film riuscitissimo che (ed era ora) riesce a parlare dell'omosessualità costruendo due personaggi importanti lontani dai soliti stereotipi e evita quasi tutti i luoghi comuni propri del tema.
Lo trovo un film di grande importanza con cui qualunque regista in futuro vorrà parlare di certi argomenti dovrà confrontarsi.
Stupisce come un orientale come Ang Lee si trovi perfettamente a suo agio con un ambientazione così americana. |
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 22-01-2006 00:45 |
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La mia opinione che abbozzai dopo l'anteprima veneziana.
Leone d’Oro della 62 Mostra Cinematografica di Venezia, immeritevole di vincere l’ambito premio (strappato contro ogni aspettativa e pronostico di pubblico e criticaparere di chi scrive ), sul film di Ang Lee grava una sorta di ingombrante diceria gonfiata ad arte dagli “specialisti” del gossip (para)mediatico, e che varrebbe la pena ridimensionare. Si è scritto che BROKEBACK MOUNTAIN è il primo film “western-gay”, mentre, gli anni ’60 del secolo appena trascorso (oltre al fatto che la coppia protagonista pascola greggi in montagna e non mandrie di mucche nelle verdi praterie coronate da aride rocce, meglio se asserragliate da minacciose “ombre rosse” sul piede di guerra…), stanno al genere western (solitamente ambientato nel secolo decimo nono), come le avventure dei “Cavalieri della tavola rotonda” stanno a “Quo Vadis?”. Si tratterebbe semmai di inquadrare correttamente la vicenda omosessuale nell’ambito di quella gretta e repressiva “provincia/frontiera” americana che ispirò ad alcune generazioni di registi pellicole d’ogni genere e valore, “contestatarie”, e non. Questione di poco conto, forse, ma viene intanto a cadere un’idea inesatta che avrebbe la pretesa di smontare la mitica figura del rude cow boy del west, di creare aspettative e “prurigini” che non hanno riscontro nella realtà dei fatti. L’omosessualità è invero ancora avversata - spesso in maniera meno eclatante ma più subdola ed ipocrita – nell’ultima e sperduta contrada del Texas, come nel locale progress della “grande mela”. Per restare negli USA. Ciò premesso, l’esperienza dei due “pastori” del Wyoming raccontata da Ang Lee cavalcando l’onda modaiola, con i toni del melodramma sostanzialmente diligente, collaudato e piano, si presta ad una (re)visione/(ri)lettura appena curiosa, se non superficiale ed inerme. Varrebbe la pena ricordare che un tema del genere fu trattato - nelle sue “latenze”, in maniera ambigua ma più efficace - da film “classici” quali ULTIMA NOTTE A WARLOCK di Dmytryk, FIUME ROSSO di Hawks, dunque cinema popolare, senza contare l’”underground” LONESOME COWBOYS, di Warhol. Fatto salvo il buon mestiere che consente al regista di origine taiwanese di costruire un quadro filmico privo di smagliature e cedimenti evidenti (nonostante lo scadimento generale dei toni nella seconda parte), di mettere in scena, con iniziale efficacia e discrezione, il sentimento destinato tuttavia a regredire nella romanticheria accattivante e confusa (per fortuna al netto della lacrimuccia automatica, ma pur sempre a discapito dell’emozione turgida e persistente), l’ambizioso progetto tradisce un’irrisolta pretenziosità e mancanza di coraggio, a fronte di un tema sensibile sacrificato alla (garbata) logica dello spettacolo. La digressione finale colorata di “giallo”, c’è francamente sembrata un mezzuccio. Eccessivamente lungo (134 minuti spesso attraversati dalla noia), stiracchiato, stucchevole, con alcuni dialoghi e situazioni che sfiorano la comicità involontaria, il film è inoltre vecchio di girato. Senza possedere il carisma dell’originalità, le migliori inquadrature evocano pedissequamente gli archetipi del cinema di rottura, e di autentica poesia, della “badland” americana anni ’70, ’80, oramai sedimentati nell’immaginario filmico collettivo. Ciò vale anche per l’uso delle musiche, con la reiterazione dell’”obbligato” per chitarra ad imitazione dei più cupi e drammatici (ra)accordi di Youg nel DEAD MAN di Jarmusch. Una fotografia patinata, dalle forti tinte e contrasti, ritrae deliziosi squarci paesaggistici, i quali, più che sottolineare le emozioni e gli stati d’animo dei protagonisti, in una sorta di rappresentazione visiva degli stessi (basti pensare, ad esempio, ad UN TRANQUILLO WEEKEND DI PAURA di Boorman, a CORVO ROSSO NON AVRAI IL MIO SCALPO! di Pollack, in cui tutto questo invece accade), diventano fondali inermi in funzione decorativa, a tratti suggestivi come un documentario “National Geographic”, nella peggiore delle ipotesi (non manca neppure il falò notturno un po’ new age) al pari di uno spot pubblicitario stile “Marlboro Country”. E’ il segno dei tempi. Di buon livello tutto il cast, comprimari (soprattutto loro) compresi.
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Tenenbaum
 Reg.: 29 Dic 2003 Messaggi: 10848 Da: cagliari (CA)
| Inviato: 22-01-2006 03:20 |
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prendete quello che ha scritto AlZayd e capovolgetelo
uno dei migliori film degli ultimi 30 anni
e tutto per merito in primis della sceneggiatura
_________________ For relaxing times make it Suntory time |
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 22-01-2006 14:40 |
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Io ci ho almeno provato a dire qualcosa; tu solo una cazzatona da 30 anni di galera! A pane ed acqua... |
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Patsia
 Reg.: 04 Gen 2006 Messaggi: 538 Da: Pieve di S. (TV)
| Inviato: 22-01-2006 14:48 |
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quote: In data 2006-01-22 03:20, Tenenbaum scrive:
prendete quello che ha scritto AlZayd e capovolgetelo
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Al contrario trovo quello che ha scritto molto vicino alla mia opinione.
L'ho visto ieri sera e non so se forse mi ero creata un'aspettativa troppo alta, ma non sono rimasta poi così entusiasta.
Non che sia un brutto film, ma non mi ha del tutto convinta. Concordo sul fatto che forse si è trascinato un po' troppo e che "La digressione finale colorata di “giallo”, c’è francamente sembrata un mezzuccio".
Sono uscita dal cinema confusa sulle intenzioni del regista; per ora ne deduco che abbia voluto raccontare una storia come altre, cosa che non mi spiega il clamore e lo scandalo che dovrebbe creare. Non ha approfittato per favorire una riflessione generale in quanto la storia viene circoscritta ai due protagonisti e come tale viene ricondotta alle loro individualità, indifferentemente dal fatto che siano due uomini o un uomo e una donna. Forse è proprio questo il suo pregio, non so... sono ancora confusa.
Questo per quanto riguarda la sceneggiatura, per le interpretazioni ho apprezzato Gyllenhaal, meno Ledger ma il suo ruolo non era per niente semplice. Ho apprezzato la parte interpretata da Michelle Williams, metre del tutto fuori parte ho trovato Anne Hathaway.
Mi attendo comunque riscontri da parte di altri, ripeto: devo ancora dare un giudizio definitivo...
_________________ "Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia e qualcuno a cui raccontarla". |
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sandrix81
 Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 22-01-2006 14:49 |
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quote: In data 2006-01-21 15:07, pkdick scrive:
quote: In data 2006-01-21 09:37, Sandrino scrive:
Se Sergio Leone avesse assistito all'ultimo lavoro di Ang Lee sarebbe rimasto quantomeno stupito. Se poi la sorpresa si fosse trasformata in senso dello scandalo ed incomprensione questo non possiamo certo affermarlo con certezza. Sta di fatto che la dissoluzione delle regole e degli stereotipi del "wild West" tanto combattuti e scardinati da Lee, colloca Brokeback Mountain al di fuori del genere specifico, inaugurando un'era nella quale agli eroi quotidiani è finalmente permesso scrollarsi da dosso la polvere di un rodeo conquistando il privilegio di avere un cuore. Tratteggiata con particolare sensibilità e delicatezza, la vicenda si arricchisce di una paesaggistica naturale che accoglie e protegge e che, fotografata con luminosità e nel pieno rispetto della sua vastità, diviene palcoscenico dove naturale scorre il flusso della vita ed ancor più drammaticamente onesto diviene l'amore tra due uomini. Certo sarebbe molto semplice concentrarsi esclusivamente sulla problematica omosessuale, che comunque ha la sua valenza vista la preoccupante ondata omofobica che sta invadendo sempre di più gli Stati Uniti, ma ciò che conta realmente è lasciarsi andare alla naturalezza degli eventi, comprendendo quanto l'amore possa e debba rivestire un significato universale.
Ang Lee (Ragione e sentimento, Il banchetto di nozze, La tigre e il dragone,ecc...) ci ha da sempre abituati ad un cambiamento continuo, ad una variazione costante e dettagliata di ambienti e situazioni all'interno del suo cinema, ma Brokeback Mountain rappresenta qualche cosa di veramente inaspettato. Uno stupore che non viene alimentato tanto dalla tematica, ma da una visione pulita e totalmente priva di giudizi. Nella società moderna la televisione e il cinema hanno cominciato ad affannarsi per inquadrare in una sezione sociale la cosìddetta comunità gay, una attività volta a tranquillizzare gli animi, a far conoscere il "diverso" per poterlo controllare, catalogare e gestire. I gusti, le necessità e le abitudini sembrano diverse ma Ang Lee riesce ad andare oltre qualsiasi indagine sociale e di costume per aprire gli occhi di fronte alla vastità della passione che non sceglie e non grazia, per qualche oscuro motivo, esclusivamente l'eterosessualità.
Una modernità volta a sostenere il più tradizionale dei valori e a dimostrare come un bacio continui ad essere Un apostrofo rosa tra le parole "ti amo" indipendentemente da chi sia colui che lo dà e lo riceve!
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vabeh, aggiungiamo la firma che sennò non sta bene
tiziana morganti, reflections.it
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ahah
tralaltro come recensione fa schifo, sembra scritta da uno (una) che non ha mai visto un western oltre Per un pugno di dollari.
_________________ Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina. |
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 22-01-2006 15:25 |
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quote: In data 2006-01-21 22:42, kagemusha scrive:
Un film riuscitissimo che (ed era ora) riesce a parlare dell'omosessualità costruendo due personaggi importanti lontani dai soliti stereotipi e evita quasi tutti i luoghi comuni propri del tema.
Lo trovo un film di grande importanza con cui qualunque regista in futuro vorrà parlare di certi argomenti dovrà confrontarsi.
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Scusa eh, ma questo giudizio è contro ogni evindenza, logica e "verità" storica. Certi argomenti (immagino ti riferisca all'omosessualità) il cinema se li è già cucinati svariate volte, in tutte le salse, spesso con risultati ESTETICI manco paragonabili a questo filmetto d'appendice, fuori tempo massimo, che copia senza sosta, formal(apparente)mente a posto ma freddo, cerebrale, senza vita, senza emozioni. Lo vedo nero il futuro dei registi, del cinema, che secondo te dovranno confrontarsi con questo mezzo clone di film, che prende gli aspetti esteriori del cinema anni '70. Come meglio specificato nella mia recensione.
_________________ "Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel |
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pkdick
 Reg.: 11 Set 2002 Messaggi: 20557 Da: Mercogliano (AV)
| Inviato: 22-01-2006 15:28 |
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quote: In data 2006-01-22 14:49, sandrix81 scrive:
ahah
tralaltro come recensione fa schifo, sembra scritta da uno (una) che non ha mai visto un western oltre Per un pugno di dollari.
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perlomeno nella prima frase la morganti citava anche ford, sandrino ha ritenuto opportuno farlo fuori |
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Tenenbaum
 Reg.: 29 Dic 2003 Messaggi: 10848 Da: cagliari (CA)
| Inviato: 22-01-2006 15:33 |
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quote: In data 2006-01-22 14:48, Patsia scrive:
quote: In data 2006-01-22 03:20, Tenenbaum scrive:
prendete quello che ha scritto AlZayd e capovolgetelo
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Al contrario trovo quello che ha scritto molto vicino alla mia opinione.
L'ho visto ieri sera e non so se forse mi ero creata un'aspettativa troppo alta, ma non sono rimasta poi così entusiasta.
Non che sia un brutto film, ma non mi ha del tutto convinta. Concordo sul fatto che forse si è trascinato un po' troppo e che "La digressione finale colorata di “giallo”, c’è francamente sembrata un mezzuccio".
Sono uscita dal cinema confusa sulle intenzioni del regista; per ora ne deduco che abbia voluto raccontare una storia come altre, cosa che non mi spiega il clamore e lo scandalo che dovrebbe creare. Non ha approfittato per favorire una riflessione generale in quanto la storia viene circoscritta ai due protagonisti e come tale viene ricondotta alle loro individualità, indifferentemente dal fatto che siano due uomini o un uomo e una donna. Forse è proprio questo il suo pregio, non so... sono ancora confusa.
Questo per quanto riguarda la sceneggiatura, per le interpretazioni ho apprezzato Gyllenhaal, meno Ledger ma il suo ruolo non era per niente semplice. Ho apprezzato la parte interpretata da Michelle Williams, metre del tutto fuori parte ho trovato Anne Hathaway.
Mi attendo comunque riscontri da parte di altri, ripeto: devo ancora dare un giudizio definitivo...
| la differenza di giudizio probabilmente si basa sulle fondamenta dello stesso
prima di tutto non è affatto troppo lungo
il tempo è volato (ma questo fatto deriva dal differente apprezzamento del film ovviamente)
che il film racconti una semplice storia è scontato ; cos'altro dovrebbe fare un film ?
delle intenzioni del regista poco me ne frega qui come per ogni film
ciò che mi interessa è come lo racconta
e a livello di sceneggiatura il lavoro è stato eccellente anche perchè c'era già alle spalle un ottimo lavoro
inoltre davvero grando i due protagonisti
molto bella anche la musica
_________________ For relaxing times make it Suntory time |
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