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Manderlay di Lars Von Trier |
trentinara
Reg.: 29 Dic 2003 Messaggi: 65 Da: Napoli (NA)
| Inviato: 07-03-2006 23:50 |
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quote: In data 2006-03-06 23:35, trentinara scrive:
visto, simpatico sembra la brutta copia di the village + un documentario sugl'animali. ma è sicuro che sia un film sul razzismo? a me è sembrato più un film su viva il comunismo e abbasso la democrazia.
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riflettendoci meglio forse è anche abbasso il comunismo.
quote: In data 2006-03-07 11:14, liliangish scrive:
davvero mi sto chiedendo che film abbiate visto...
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c'e l'hai con me in particolar modo o con qualcun'altro?
_________________ Le donne sono come le mosche: o si posano sul miele o sulla merda. |
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alessio984
Reg.: 10 Mar 2004 Messaggi: 6302 Da: Napoli (NA)
| Inviato: 30-09-2006 12:51 |
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Tempo fa io e Sandrix discutevamo su "geografua del cinema" di Fornara.
Non riuscivamo a capire se negli ultimi capitoli del libro dedicati a von Trier e Tarantino l'autre Bruno Fornara mostrasse ammirazione o disprezzo per i due registi, tanto erano ambigui i capitoli.
Dopo aver letto qui penso che su von Trier non ci siano più dubbi...
_________________ Preferiremmo volare sulla luna piuttosto che dire le parole giuste quand'è tempo di dirle |
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sandrix81
Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 30-09-2006 13:29 |
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non ricordo la discussione, comunque, prima di cliccare sul link, dico che Fornara adora Von Trier.
_________________ Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina. |
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alessio984
Reg.: 10 Mar 2004 Messaggi: 6302 Da: Napoli (NA)
| Inviato: 09-10-2006 20:28 |
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A suo tempo scrivesti questo:
"non sei il solo ad aver avuto quell'impressione, effettivamente è probabile che tra le righe ne parli male, soprattutto per quanto riguarda tarantino. a me personalmente non ha dato la stessa impressione, mi è sembrato che ne parlasse abbastanza oggettivamente, senza elogiarli nè infamarli, ma mi sa che sono l'unico a non aver colto le - a questo punto più che probabili - critiche.
comunque io dopo quel libro ho rivalutato molto Tarantino e ho iniziato ad apprezzare il dogma e il cinema di von trier."
L'hai poi aperto il link?
_________________ Preferiremmo volare sulla luna piuttosto che dire le parole giuste quand'è tempo di dirle |
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sandrix81
Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 10-10-2006 13:43 |
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quote: In data 2006-10-09 20:28, alessio984 scrive:
L'hai poi aperto il link?
| sì. c.v.d.
_________________ Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina. |
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godfew
Reg.: 24 Lug 2006 Messaggi: 453 Da: Pesaro (PS)
| Inviato: 10-10-2006 16:25 |
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Premetto che non ho visto Dogville, e quindi forse la mia opinione non può essere completa, ma ho trovato Manderlay stupendo. Stupendo perchè prima di tutto condivido a pieno lo spirito che penso abbia guidato Von Trier in questa sua idea della trilogia sull'america (ma soprattutto sui suoi scheletri nell'armadio). Poi la scelta del ridurre la scenografia e il contesto all'osso, non fa altro che rafforzare la narrazione della storia. Il film non è altro che una donna che lotta per degli ideali che pensa di avere fermi, che con l'evolversi degli eventi, si riveleranno molto più fragili, ma soprattutto confusi, di quello che credeva. Quindi volendo essere precisi, si potrebbe pure concludere che il film stesso non è altro che una bolla di sapone. Il tema del razzismo poi è in realtà abbastanza marginale, anche se poi il finale del film potrebbe sembrarne una decisa denuncia.
Non penso che Von trier si accontenti di fare del cinema di semplice denuncia sociale, perchè comunque è anomalo e contradditorio, e gli piace esserlo, quindi o lo si prende così, sennò sti cazzi.
[ Questo messaggio è stato modificato da: godfew il 10-10-2006 alle 16:29 ]
[ Questo messaggio è stato modificato da: godfew il 10-10-2006 alle 16:29 ] |
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Fakuser
Reg.: 04 Feb 2005 Messaggi: 2656 Da: Milano (MI)
| Inviato: 25-04-2008 18:34 |
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Tutto ciò che rende DOGVILLE calligrafico,vagabondo e inconcludente, ciò che ne fa un prodotto (non ) finito scarsamente scusabile,ne fa al tempo stesso la bozza barocca (nei modi e nei tempi ) e infantile (nei tempi e nei modi ) della vera realizzazione finale, del penetrante (vero ) apologo sulla nullità umana che è questo MANDERLAY.
Una nullificazione della Storia che trova specchio fedele in una nullificazione dell'Estetica (e non una sua eventuale "riduzione all'osso ",chè il nesso implicherebbe un mantenimento di sostanza qui non presente ), un annullamento/rovesciamento di tutte le più comuni prospettive ermeneutiche sia sul campo del Significato, in questo caso millennario e vago nella sua estrema dilatazione temporale di secoli, che su quello del Significante,laddove "arte " come concetto astratto e onnicomprensivo cessa di possedere il minimo significato, per lasciare spazio a una ferale e violenta ideologia sincretica, di cui "l'arte " è solamente un misero campo di applicazione.
Stiamo assistendo a un film o ad un'opera teatrale? O ancora stiamo più semplicemente leggendo un ottimo romanzo sulla tradizione di Henry Fleming (ricordiamo, a questo proposito,un fulgido esempio di metalinguismo artistico con "Tom Jones" , tratto dall'omonimo romanzo, laddove l'inizio non era altro che una clamorosa e spiazzante parodia del cinema muto anni '20, leggibile naturalmente però anche in termini di "dileggio " della pitoccosa morale settecentesca )... dicevo, non staremo leggendo un Bildungsroman avente come oggetto le peripezie tragicomiche di una candida e leggiadra nobildonna possibile? (l'abito, in questi casi, fa sempre molto il monaco )
Argomento, quello dell'ironia in Manderlay, di difficile approccio, confinata essa, concretizzata nelle ruvide didascalie sonore a cui sovente la cornice visiva fa da fondamentale "tappeto ".
Essa è solo della lettera(tura) o può anche appartenere all'immagine, la cui ontologia effettiva è peraltro poco chiara, confusa com'è tra kla appartenenza al mondo mosso e postmoderno del Cinema e insieme legata alla ieraticità salvifica della vita teatrale? C'è matrimonio o divorzio sicuro ? Le tre massime Espressioni dell'essenza umana si fondono o cercano il loro coito completo (e magari brutale ) nell'orgia ideologica di Von Trier.
La Figura (morta, il Cinema ), La Parola (persa, la Letteratura ) e il Gesto (immobile, il teatro ) si cercano e forse si trovano nel non mondo di Von Trier.
Ma cos'ha questo mondo da permettere tale e tanto incontro ?
Anch'esso al suo interno, è lacerato, separato, così come lo è la sua Forza creatrice, quell'estetica postnichilisticheggiante che da Dogma in poi Von Trier ha cercato di far ingoiare.
Un Utopia aristotelica e platonica insieme, senza tempo e senza Storia, ma nemmeno senza Coscienza, Significato,laddove esso si racchiude nel gioco di parole stantio di una shakesperiana beffa e così come in Dogville, non trova esistenza se non all'interno delle singole Coscienze individuali, che di esso si costruiscono come è ovvio la più comoda e disimpegnata versione possibile, senza mai trascendere la secchezza del proprio naso.
Non c'è critica, non c'è Denuncia, perchè l'oggetto da criticare e da Denunciare non esiste,non è mai esistito,non è vivo e presente, come poteva esserlo per un Estevez qualsiasi, è solo il vivido e realistico plastico di menti a volte fervide a volte contorte, presenti solo a sè stesse. Ed ecco che si può così rispondere alla domanda precedente sull'ironia che capiamo non avere mordente, essere nata (morta ) per citarsi addosso con ridondanza grottesca, e non per colpire, e tantomeno non per risolvere i problemi,chè forse non esistono.
Ma se il plurimorfismo esasperato,quasi dantesco di quest'opera non permette alla stessa di risolversi, ecco arrivare in soccorso il paratesto, e non intendo certo l'ese mpio di mimesi letteraria offerto dallo scorrere dei capitoli sui cartelli bianchi, quanto, a un livello più profondo il momento finale,puro,incontrovertibile, isolato, che l'Autore si riserva per Giudicare, o perlomeno per mettere la firma a quanto appena terminato di Mostrare )
Il Problema si Mostra, ma è la Realtà ad essere Giudicata, con satira autentica , pungentea tratti geniale (il nero spazzolone che sozza la bianca levigatezza della Tradizione WASP da solo è sintesi perfetta di un modo di pensare cocciutamente positivistico che questo meravigliosa opera d'Arte e di Cultura cerca ad ogni costo di ridicolizzare e rendere inoffensivo e inattuale.
Scuso la mia parte seria per lo sproloquio esorbitante, ma all'eccitazione intellettuale per un uomo di fine acume si è aggiunto l'eccitamento più meramente ormonale per una discreta figa di prima (fuori)classe.
E' proprio il caso di parlare e discutere di..... SEGHE!
_________________ Silencio... |
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