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Autore Ray
Aquarius

Reg.: 17 Nov 2004
Messaggi: 281
Da: Firenze (FI)
Inviato: 27-01-2005 15:09  
Oh cielo che avatar...
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NOOOOOOOOOOOOOOOn è vero. Tu non capisci l'universo femminile. La mia spiccata sensibilità si contrappone al tuo gretto materialismo MASCHILISTA!

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NancyKid
ex "CarbonKid"

Reg.: 04 Feb 2003
Messaggi: 6860
Da: PR (PR)
Inviato: 30-01-2005 03:31  
La componente filmica che arriva a basarsi univocamente in un’unica centrifuga. L’attore come essenza, come corpo e anima di un’opera, un’ombra forgiata dalla fotografia che lo rende completamente toccabile ed assimilabile. Jamie Foxx è Ray, e Ray è il film, quindi Jamie Foxx è il film. Nell’ultima stagione Cinematografica Ray è il film che più di tutti sottolinea l’importanza dell’attore, che in questo caso non è più un attore ma un corpo a disposizione del regista Taylor Hackford, che concentra in esso il baricentro della pellicola. Quando l’attore non è più attore ma è puro corpo, pura metempsicosi dell’anima, nella più grande tradizione dell’Actors Studio. Jamie Foxx non interpreta Ray, è diventato Ray. I suoi tic nervosi diventano fulcro della scena, perché Hackford, nella sua disposizione spaziale dei dettagli e dei backgrounds, focalizza il tutto attraverso l’immagine di questo attore, che diventa consecutivamente l’anima e il cuore pulsante del film.
Che la musica di Ray Charles sia fenomenale lo sappiamo tutti, ma l’abilità del regista sta nell’essere riuscito ad infondere alla sua opera questa musicalità, grazie ad un montaggio sovrimposto di immagini e musica dinamico e serrato. La musicalità della pellicola diventa perciò vero e proprio ritmo, che non solo rende passabile le 2 ore e mezzo di durata totale, ma diventa anche puro divertissement per gli amanti di questo musicista.
Le scene di concerto sono girate in modo superbo: la disposizione spaziale degli elementi filmici assume in sé una geometrica sempre ordinata, la macchina da presa di Hackford inquadra il tutto in modo preciso nella sua ricerca di forma.
L’analisi introspettiva del personaggio è ben sviluppata, rendendo l’opera un qualcosa di puramente umano, umanissimo, perché del Signor Charles non ci viene mostrato solo il talento, ma anche le paure, i cambiamenti positivi/negativi, fino a sprofondare nella tossicodipendenza.
“Piantala con quel veleno”
“Ma sai cosa significa essere cieco? Avere ancora paura del buio?”
Hackford non intende giudicare gli errori di Ray, bensì mostrare come questi errori l’abbiano cambiato; non intende giustificarlo per essere stato un drogato di eroina, ma ci espone le due facce della medaglia, facendo parlare Ray, facendo spiegare a lui il perché di quelle azioni, del perché di quella dipendenza che lo portò quasi alla rovina. Hackford riesce a farci amare il protagonista, perché innanzitutto lo ama lui il protagonista, e ne fa un’icona del sogno americano, non solo per infondere coraggio agli spettatori, ma anche e soprattutto raccontarci in modo umano, la vita di questo cantante/pianista, esplorando tematiche "extra" come il razzismo, la famiglia, l'amore.

PS: Una nota di merito a Sharon Warren, che interpreta la madre di Ray: una performance sensibilmente potente che merita molta considerazione.


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"Vuoi una sigaretta?"
"No grazie, ne ho appena spenta una. Sei pronto a diventare famoso?"

[ Questo messaggio è stato modificato da: NancyKid il 30-01-2005 alle 03:36 ]

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Marco82

Reg.: 02 Nov 2003
Messaggi: 924
Da: Lodi (LO)
Inviato: 02-02-2005 22:08  
visto!!!! e ora capisco perchè si è preso tante nomination...se le merita proprio!!
premetto che io del grande ray charles non sapevo nulla (addirittura non sapevo neanche che robinson fosse il suo cognome) quindi sono andato al cinema non sapendo assolutamente niente della sua storia. credo quindi che fra me e un suo grande fan ero sicuramente io quello più difficile da "conquistare", perchè non sapendo nulla della sua vita il film doveva non solo darmi l'idea di quanto è stato grande quest'uomo ma anche quale sia stata la sua vita e quante ne ha passate prima e durante il suo (lungo) successo. E c'è riuscito! Cavolo se ci è riuscito!! Innanzitutto mi sembra giusto partire da Jamie Foxx, in quanto il più grande elogio per me va proprio a lui: una grandissima prestazione che solo un bravo attore può dare (se lo vincesse lui l'oscar sarei proprio contento); sempre in sintonia con il suo personaggio riesce in maniera chiara a dare un'idea di com'era "la sensazione cieca" anche al di fuori dello spettacolo, perchè diciamocelo, il buon ray non era certo un santerello! e jamie foxx riesce a fartelo amare quando canta e "odiare" (forse è una parola troppo grossa) quando inizia a drogarsi o fa entrare nel mondo della droga anche chi gli sta vicino (seppur non volendo). Secondo grande elogio per me va alla regia: come ha detto nancykid Taylor Hackford ha fatto veramente un gran lavoro e lo si può notare soprattutto nelle scene in cui ray si esibisce. spettacolari!!! i tagli delle delle inquadrature, il montaggio, il pubblico e i loro balli (o applausi corali) sono tutti in perfetta sintonia con le (magnifiche) canzoni che ray canta nelle sue varie esibizioni. tutte magnifiche, ma in particolare l'episodio che vede ray "costretto" a inventarsi un'ultima canzone per dovere verso un contratto fatto (chi ha visto il film capirà la scena); la capacità di riprendere in mano la scena e di creare sul momento un nuovo motivetto (che poi diventerà famoso) è girata in maniera del tutto spettacolare...se penso a come è andata veramente mi piace pensare che sia andata così proprio come si vede nel film
poi un ultimo apprezzamento alla fotografia e alla brava attrice-madre di ray, peccato che si veda poco ma in quelle poche scene sa dare un'intensa prova di recitazione, inpersonificando il ruolo non facile di una madre che da sola deve gestire una casa e due figli piccoli (brava anche quando più avanti deve insegnare a ray le prime cose per sopravvivere alla sua cecità)
insomma per concludere un gran film: le due ore emmezzo passano velocissime e non annoia mai, si sente della buona musica e si vede un bel film girato bene....cosa si può volere di più?
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"1..2..3..4..5..e 6...sei...numero perfetto..."
"ma non era 3, il numero perfetto?"
"sì, ma io ho sei colpi quì dentro..."

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luka78

Reg.: 19 Dic 2003
Messaggi: 913
Da: lodi (LO)
Inviato: 02-02-2005 22:54  
Il film mi ha soddisfatto veramente. Riesce a rendere bene i vari aspetti della vita di Charles, non solo a livello musicale, ma anche a livello personale.
L’interpretazione di Jamie Foxx molto valida. Incredibile la sua naturalezza.
Anche la prova della madre di Ray, come avete già detto. Nonostante sia poco presente nel film è riuscita comunque a lasciare il segno.
Oltre a presentare il ‘genio’ Ray Charles il film descrive molto bene le difficoltà che ha incontrato fin dai primi momenti, la grande forza di volontà che lo ha portato lontano (come sua madre voleva), ma anche le sue debolezze e il suo continuo bisogno di vivere forti emozioni, forse anche per colmare il ‘vuoto’ che la perdita della vista aveva determinato in lui.
Un film emozionante, che ha fatto nascere in me una grande curiosità nei confronti della sua vita e degli episodi che l’hanno caratterizzata. Ed era quello che speravo, non conoscendo nulla della sua vita.

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YamaJim


Reg.: 06 Mag 2004
Messaggi: 128
Da: RM (RM)
Inviato: 16-02-2005 12:44  
Si vede tranquillamente, è ben girato ma non scuote più di tanto, anche se ha il merito di mettere in luce molti aspetti del personaggio e quando giungono le didascalie finali, mi sono detto: "è un'altra biografia..."

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millio

Reg.: 06 Gen 2005
Messaggi: 2394
Da: cagliari (CA)
Inviato: 19-02-2005 19:48  
Taylor Hackford ha confezionato un film che pecca decisamente nella caratterizzazione dei personaggi. Pur ricreando bene le atmosfere dell'epoca, il film non riesce ad emozionare e lascia in sospeso il giudizio sul personaggio. Ray è stato un grande artista ma come uomo ? Hackford si limita a rappresentare la vita di Charles senza alcun giudizio, limita a semplici macchiette tutti gli altri personaggi e riempie di flashbacks spesso inutilmente strappalacrime.
Un prodotto non noioso ma comunque deludente, che sembra fatto apposta per gli oscar. Jamie Foxx è bravo ma non eccelso.

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cenerella8

Reg.: 19 Feb 2005
Messaggi: 128
Da: milano (MI)
Inviato: 20-02-2005 14:24  
bel film senz dubbio e musica favolosa

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Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
Messaggi: 11216
Da: roma (RM)
Inviato: 06-03-2005 11:06  
Qualche considerazione sul rapporto attore/personaggio all'interno del film Ray

Ray Charles Robinson è di recente apparso sullo schermo nelle sembianze di Jamie Foxx, anche insignito dell’Oscar per la sua performance nel film di Taylor Hackford.
E forse proprio quest’Oscar ha sollevato una strisciante polemica sulle reali capacità interpretative di Foxx. Una larga frangia di addetti ai lavori ha ritenuto l’Oscar, previsto e prevedibilissimo, totalmente fuori luogo. La tesi è semplice e abbastanza logica. Foxx si sarebbe limitato a impersonare Ray Charles, a prestargli un corpo. Sullo schermo si “vede” il cantante afroamericano, non un attore che lo interpreta. D’altra parte questo eccezionale mimetismo ha fatto gridare al miracolo ai sostenitori del progetto di Hackford.
La discussione si incardina dunque su un attore, su un personaggio e sulla sua interpretazione, scavalcando il reale valore espressivo e contenutistico del film. E’ questo rapporto quasi hegeliano di tesi-antitesi-sintesi che va oltre il girato per incanalarsi su un piano sicuramente diverso, ma non per questo meno importante.
Il film è una variopinta e variegata cornice, nella quale va a incastonarsi il binomio duale tra attore e personaggio. E’ indubbio che Foxx incarni Ray Charles, lo viva dal di dentro, diventi il grande musicista. L’operazione d’immedesimazione dell’attore ha, secondo me, finalità ben precise. Lo scopo del film è far rivivere Ray sullo schermo il più realisticamente possibile, e non quella di “leggere” la vita di questa star della musica. E se è l’economia del film a dettare la linea recitativa, Foxx travalica questa linea, per imprimersi come in un calco nella maschera di Ray Charles. E i risultati sono sorprendenti.
Non c’è interpretazione, solo immedesimazione. Questa a mio avviso la critica forse più pertinente, ideologicamente corretta a tal punto che su queste basi si riesce anche a mettere in dubbio un Oscar (per quel che vale) aspettato e conclamato. Il periodo sul quale si focalizza il film è tra l’altro relativamente breve, consentendo anche all’attore di non dover modificare a fondo il suo aspetto per stare al passo col tempo filmico. Tutto questo, unito alla straordinaria somiglianza Foxx/Charles, contribuisce a suffragare una critica di tal genere.
Uguali sono le movenze, uguali i piccoli tic, uguale, ovviamente, l’aspetto. Effettivamente da un certo punto di vista l’attore premio Oscar si “limita” a dar vita alla figura di Charles, ad assumerne le sembianze e gli atteggiamenti. Ma anche qui il lavorìo attento e accorto di un attore, non imitatore si badi bene, è tanto sotterraneo quanto evidente. Foxx non si limita a stereotipare un determinati atteggiamento o determinato frasario, ma cerca di permeare il modo e il mondo di Charles. L’andatura, il sorriso, la verve scaturiscono direttamente dal vissuto interiore dell’artista, aiutato in questo da un uso per una volta non tradizionalmente enfatizzato del flashback.
La critica della mancanza d’interpretazione viene così a cadere, o perlomeno viene a trovare un solido contraddittorio. Il tentativo è quello di ricreare un personaggio pubblico partendo dal suo vissuto, ricreare un’immagine che fosse coerente al Ray Charles non da palco. E Foxx centra l’obbiettivo. Il suo Ray nasce per la strada, vive nei pub e nelle stanze d’albergo, cambia casa ogni poco. E dal suo vissuto trae linfa per riportare dietro al piano quella straordinaria (qui si!) immedesimazione del cantante divenuto leggendario.
Anche la coerenza interna del film, dopotutto, lo impone. Ad Hackford serve Ray Charles, proprio lui, per la sua scadenza rapida ma non riduttiva di anni e date. La sovrimpressione aiuta, ma era necessario avere un punto di riferimento solidamente e potentemente visivo. Un Ray Charles il più possibile vicino al Charles realmente vissuto è funzionale allo script per com’è costruito.
Ci sentiamo così di legittimare, da un certo punto di vista, l’attribuzione di un riconoscimento così importante per un attore hollywoodiano com’è l’Oscar a questo interprete. La sua non è semplice immedesimazione, anche se è fondamentale ai fini del ruolo, ma è anche potente interpretazione di un carattere non facile, di una continuità pubblico/privato sorprendente.
E con tutti i limiti (perché ci sono) di un film come “Ray”, lo sguardo travalica la pellicola, e si ferma sul confronto tra il cinema e la realtà, tra la fictio e il vissuto.
E questo probabilmente, è quel che di realmente positivo c’è nel film su Ray C. Robinson.

L'articolo è stato pubblicato qui
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"Verrà un giorno in cui spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate"

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manson

Reg.: 21 Dic 2004
Messaggi: 332
Da: mongrando (BI)
Inviato: 06-03-2005 18:18  
Questo film trovo che sia fantastico.
per me è uno dei migliori film biografici che hanno fatto sui musicisti.
natuarlmente insieme a " La Bamba e Amadeus"
_________________
.....e ora va, vai incontro alla Libertà.


Susan Sarandon
in "Piccole Donne"

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