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LE INVASIONI BARBARICHE |
KeyserSoze
 Reg.: 05 Mar 2004 Messaggi: 106 Da: Bra (CN)
| Inviato: 07-04-2004 14:21 |
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Non fraintendetemi...della politica non può fregarmene di meno...soprattutto di quella faziosa,ma volevo solo sapere(dalle persone che avevano visto questo piccolo gioiello cinematografico) le loro impressioni sul contenuto "politico" e "religioso".
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archer84
 Reg.: 26 Gen 2004 Messaggi: 4249 Da: catania (CT)
| Inviato: 07-04-2004 14:36 |
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io preferisco non dargli un contenuto politico o religioso... a parte la polemica evidente sulla sanità pubblica e sull'eutanasia, non conoscendo la situazione politica canadese (so solo che hanno una regina dall'altro lato dell'atlantico) non saprei che idea farmi e fino a che punto è polemica... paragonarlo alla situazione italiana va oltre la mia capacità di sopportazione...
_________________ ...(cit.) |
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gmgregori
 Reg.: 31 Dic 2002 Messaggi: 4790 Da: Milano (MI)
| Inviato: 07-04-2004 16:22 |
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Questo film può essere considerato sotto numerosi punti di vista, ma gratta...gratta, sotto...sotto, ripeto, ci sono degli spunti che rappresentano un po' il sunto della cultura da salotto, circoscritta in un ospedale, con la classica visione del danaro cinico, il figlio che matura, il biologo che va dal puscher, insomma...la solita rappresaglia al conformismo borghese. |
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Cronenberg
 Reg.: 02 Dic 2003 Messaggi: 2781 Da: GENOVA (GE)
| Inviato: 09-04-2004 09:25 |
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Un anziano professore di letteratura viene ricoverato a causa di una malattia grave (nel film mai chiaramente specificata…), subito il figlio, famoso agente di borsa, si occupa del padre facendogli preparare una stanza riservata in ospedale, facendo venire i suoi amici a trovarlo e procurandogli dell’eroina per farlo spegnere in piacere. In questo lasso di tempo riemergeranno tutti gli stati d’animo degli amici, dei conoscenti e dei parenti che verranno a trovarlo, di che fazione politica sono, che lavoro fanno, a che sessualità appartengono e come sanno comportarsi per alleviare la sofferenza di un loro caro sul punto di morte.
Vincitore a Cannes come miglior sceneggiatura e miglior attrice, e vincitore del Premio Oscar per il miglior film straniero, “Le invasioni barbariche” è una commedia amara, che rivela tutte le manie e i comportamenti di una classe sociale medio - ricca che tende a pensare maggiormente all’esteriorità e al benessere, ma che con un amico in difficoltà si mobilita subito fino eventualmente ad accompagnarlo al “traguardo” e per alleviare la sua sofferenza è pronta anche a vederlo morire per overdose ma pur sempre avendo la certezza di una morte “felice”.
Seppur con qualche eccedenza demagogica e retorica nel finale, il primo lungometraggio “commerciale” di Arcand è sicuramente un ottimo film, che, giocato su dialoghi intelligenti e accattivanti ed interpretazioni persuasive e non convenzionali coinvolge lo spettatore in una piccola famiglia borghese da cui non ci si vorrebbe più distaccare. Magnifico esordio, per un regista davvero promettente.
_________________ La ragione è la sola cosa che ci fa uomini e ci distingue dalle bestie
René Descartes |
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philipcat
 Reg.: 08 Feb 2004 Messaggi: 1372 Da: Roma (RM)
| Inviato: 09-04-2004 21:02 |
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quote: In data 2004-04-09 09:25, Cronenberg scrive:
Seppur con qualche eccedenza demagogica e retorica nel finale, il primo lungometraggio “commerciale” di Arcand è sicuramente un ottimo film, che, giocato su dialoghi intelligenti e accattivanti ed interpretazioni persuasive e non convenzionali coinvolge lo spettatore in una piccola famiglia borghese da cui non ci si vorrebbe più distaccare. Magnifico esordio, per un regista davvero promettente.
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Che cosa intendi per "primo lungometraggio commerciale" e per "esordio"?
Vorrei ricordarti Il Declino dell'Impero Americano, il prequel della pellicola in oggetto che ebbe un non trascurabile successo al botteghino, anche se non paragonabile a quest'ultimo.
E l'interessantissimo Love and Human Remains, titolo italiano La Natura Ambigua dell'Amore; un noir pieno di mistero e di umorismo che non uscì certo clandestinamente in salette alternative.
Arcand è un ottimo regista, ormai non più di primo pelo, molto apprezzato sia in patria che all'estero.
_________________ Don't dream it, be it. |
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ginestra

 Reg.: 02 Mag 2003 Messaggi: 8862 Da: San Nicola la Strada (CE)
| Inviato: 09-04-2004 21:45 |
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Già è stato creato un post per questo film,comunque ribadisco che il film non mi ha affatto annoiato, anzi.Finalmente un film con bei dialoghi, eleganti e non banali, con personaggi misurati, anche se borghesi, ma questa è una colpa?
Raffinato e delicato, anche se ha trattato un argomento pesante come quello della morte e,ciò che era più importante, nelle intenzioni del regista,quello della corruzione, male molto infettivo e molto attuale.Forse a qualcuno non è piaciuto, perché risveglia le coscienze, specialmente quelle assopite. |
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gmgregori
 Reg.: 31 Dic 2002 Messaggi: 4790 Da: Milano (MI)
| Inviato: 09-04-2004 23:56 |
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non riesco proprio a concordare. Un fuoco di luoghi comuni. De gustibus...
_________________ la bruttura del vuoto è tanto profonda fin quando, cadendo, non ti accorgi di poterti ripigliare. I ganci fanno male, portano ferite, ma correre e faticare per poi giorie è un obbiettivo per cui vale la pena soffrire.
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Cronenberg
 Reg.: 02 Dic 2003 Messaggi: 2781 Da: GENOVA (GE)
| Inviato: 10-04-2004 10:12 |
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quote: In data 2004-04-09 21:02, philipcat scrive:
quote: In data 2004-04-09 09:25, Cronenberg scrive:
Seppur con qualche eccedenza demagogica e retorica nel finale, il primo lungometraggio “commerciale” di Arcand è sicuramente un ottimo film, che, giocato su dialoghi intelligenti e accattivanti ed interpretazioni persuasive e non convenzionali coinvolge lo spettatore in una piccola famiglia borghese da cui non ci si vorrebbe più distaccare. Magnifico esordio, per un regista davvero promettente.
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Che cosa intendi per "primo lungometraggio commerciale" e per "esordio"?
Vorrei ricordarti Il Declino dell'Impero Americano, il prequel della pellicola in oggetto che ebbe un non trascurabile successo al botteghino, anche se non paragonabile a quest'ultimo.
E l'interessantissimo Love and Human Remains, titolo italiano La Natura Ambigua dell'Amore; un noir pieno di mistero e di umorismo che non uscì certo clandestinamente in salette alternative.
Arcand è un ottimo regista, ormai non più di primo pelo, molto apprezzato sia in patria che all'estero.
| "il declino dell'impero americano" l'ho visto in dvd, ma l'altro non lo conoscevo... cercherò di approfondire questo regista
_________________ La ragione è la sola cosa che ci fa uomini e ci distingue dalle bestie
René Descartes |
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zacrage
 Reg.: 15 Feb 2004 Messaggi: 308 Da: iglesias (CA)
| Inviato: 29-04-2004 15:50 |
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Vicino un tanto così a pingere come un idiota. Il film che non ha sicuramente una enorme forza tematatica merita un sette e mezzo..
_________________ we are accidents
waiting to append
RADIOHEAD-THERE THERE |
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angel76st
 Reg.: 18 Apr 2004 Messaggi: 1945 Da: ostuni (BR)
| Inviato: 30-04-2004 14:46 |
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Sicuramente difficile affrontare i temi toccati dal film la morte in primis.
Ancora più coraggioso è dare un'opinione su come si può "morire bene".
Realistiche a mio avviso le relazioni affettive presentate dal film: il distacco generazionale fra padre e figli è forse descritto in maniera un po' esagerata ma si coglie la difficoltà di comunicazione di un padre che rifiuta i metodi pragmatici e l'intero mondo del figlio, e dei figli che Amano il padre e a modo loro cercano di essergli vicino ,infine riuscendoci.
Quindi, per un'ateo convinto come il padre morente che di tante colpe sente di accusarsi (vedi disfacimento della famiglia di cui è tacciato dal figlio)
e che di tante insoddisfazioni soffre (vedi il non aver fatto niente in cui fosse "veramente bravo")la presenza degli amici rappresenta "la felicità".
Ecco l'opinione che credo l'autore volesse dare.
Limitante forse l'aver considerato il ricorso alla fede soltanto nelle poche battute con la suora (mi pare), aspetto un po' superficiale del film, e comunque un po' comico.
Non mi è dispiaciuto. voto 7
_________________ "quando vivi nella paura arrivi al punto , che vorresti essere morto." Sonatine. |
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Petrus
 Reg.: 17 Nov 2003 Messaggi: 11216 Da: roma (RM)
| Inviato: 12-11-2004 10:58 |
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quote: In data 2004-04-05 10:13, gmgregori scrive:
Film ipercostruito su una realtà ricercata ad hoc per renderla verosimile e interessante il concetto di amcizia, il tutto condito da una noia pazzesca, in una rocambolesca realtà frantumata da trovate di cattivo gusto.(Primi piani sull'eroina, la cui funzione nel contesto era accettabilissima, ma non i primi piani che deturpano il film, di per sè insignificante).
Un film macchietta.
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Riprendo il commento un pò categorico di Gm.
In sostanza il film è di difficilissima lettura. Le scelte registiche tendono al minimalismo autoriale( che noia alla lunga tutte quelle dissolvenze) non si capisce bene se per scelta o per non riuscire a dare forma a indefiniti contenuti. E quest'ultimi in effetti ci sono. Ma, perdio, non c'è una traccia, almeno tentativa, di giudizio? Ma che potrebbe essere anche d'indifferenza?
Non si riesce a discernere qualcosa in un marquillage di bianchi e neri, rozzamente sfumati sul grigio. E l'elenco è lunghissimo:
gli amici da indifferenti ad appiccicosi
la figura della suora, petulante per un verso, per l'altro risolutiva
il giudizio sulla vita del protagonista, positivo di "copertina", fallimentare nella sostanza
elogio della droga, oppio del dolore ma anche riscatto dalla dipendenza.
Tutti temi interessantissimi nel complesso, ma accatastati in una contrapposizione secca dagli intenti non ben chiari.
Sicuramente da rivedere |
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philipcat
 Reg.: 08 Feb 2004 Messaggi: 1372 Da: Roma (RM)
| Inviato: 02-12-2004 11:58 |
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quote: In data 2004-11-12 10:58, Petrus scrive:
quote: In data 2004-04-05 10:13, gmgregori scrive:
Film ipercostruito su una realtà ricercata ad hoc per renderla verosimile e interessante il concetto di amcizia, il tutto condito da una noia pazzesca, in una rocambolesca realtà frantumata da trovate di cattivo gusto.(Primi piani sull'eroina, la cui funzione nel contesto era accettabilissima, ma non i primi piani che deturpano il film, di per sè insignificante).
Un film macchietta.
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Riprendo il commento un pò categorico di Gm.
In sostanza il film è di difficilissima lettura. Le scelte registiche tendono al minimalismo autoriale( che noia alla lunga tutte quelle dissolvenze) non si capisce bene se per scelta o per non riuscire a dare forma a indefiniti contenuti. E quest'ultimi in effetti ci sono. Ma, perdio, non c'è una traccia, almeno tentativa, di giudizio? Ma che potrebbe essere anche d'indifferenza?
Non si riesce a discernere qualcosa in un marquillage di bianchi e neri, rozzamente sfumati sul grigio. E l'elenco è lunghissimo:
gli amici da indifferenti ad appiccicosi
la figura della suora, petulante per un verso, per l'altro risolutiva
il giudizio sulla vita del protagonista, positivo di "copertina", fallimentare nella sostanza
elogio della droga, oppio del dolore ma anche riscatto dalla dipendenza.
Tutti temi interessantissimi nel complesso, ma accatastati in una contrapposizione secca dagli intenti non ben chiari.
Sicuramente da rivedere
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Mi ha incuriosito un tuo commento in un'altra sezione e sono venuta a leggerti.
Trovo la tua critica abbastanza positiva e anche condivisibile nei suoi aspetti negativi, nonostante io l'abbia amato moltissimo.
E' un film snob? E' un film snob. Ma stiamo attenti a non cadere in un eccesso di snobismo a nostra volta, bollando il laicismo come cinismo fine a sè stesso.
Chiacchiere da salotto, altissimo cabaret...è facile difendersi dialetticamente dai graffi che ci produce Arcand.
Che ti devo dire, abituata a mediare e a "tradurre" quotidianamente, mi sono riconosciuta in una koiné culturale che ormai è quasi più estinta del dodo australiano.
Dici che non giudica, affermazione che mi lascia perplessa. Io penso che il j'accuse arrivi direttamente dalla periferia dell'impero al centro del bersaglio.
E' un giudizio fallimentare, ma non c'è la resa, anzi il testimone viene passato alla piccola tossica forse redenta.
Parla della morte, tabù perennemente rimosso, senza pudori né esaltazioni, ma con un garbo armonico e pietoso che fa piazza pulita di tutte le retoriche da parrocchia.
L'importante è che la morte ci colga vivi, no?
Sarà improprio ma mi ha ricordato il lancinante documentario di Wenders su Nicholas Ray morente.
L'apparente leggerezza non è stitico gioco intellettuale. C'è più generosità, joie de vivre, umanesimo nel personaggio quasi rabelaisiano del professore, dalla voracità egotica, ingombrante, dalla curiosità mai sopita, dallo sguardo spregiudicato e indomito che negli esponenti della generazione successiva, decadente alienata e business oriented. Quella dei nuovi barbari, appunto.
I dialoghi sono feroci, dissacranti, arguti, spietati. Attraversano tutti gli ismi di una generazione che deve affrontare il proprio fallimento. ("...abbiamo abbracciato tutte le ideologie tranne il cretinismo").
Si ride con commozione partecipata.
Insomma, s'è capito che mi è piaciuto?
_________________ Don't dream it, be it. |
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Petrus
 Reg.: 17 Nov 2003 Messaggi: 11216 Da: roma (RM)
| Inviato: 02-12-2004 16:19 |
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dario82
 Reg.: 03 Giu 2006 Messaggi: 87 Da: san vito dei normanni (BR)
| Inviato: 10-08-2006 21:32 |
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ieri sera ho visto per la prima volta questo film. Prima che fosse finito, ho capito subito che, venendo a leggere qui sul forum i vostri pareri, avrei trovato una fortissima discordanza.
La mi attenzione si è soffermata soprattutto sulla sceneggiatura del film, visto che dal punto di vista delle immagini è un film molto discreto, al limite del banale. Ero sicuro, prima ancora di sapere che il film fosse stato plurimamente premiato per la sceneggiatura, che il film sarebbe stato apprezzato dai più da questo punto di vista.
Dico la mia: nonostante ci sono dialoghi interessanti e ben curati dal punto di vista verbale, ritengo che sia proprio la sceneggiatura il punto debole del film. Sceneggiatura non vuol dire solo dialoghi, ma anche, e soprattutto, costruzione della storia, dell'intreccio e dei personaggi. In tutti questi ultimi punti il film è davvero insufficiente.
"Le invasioni barbariche" non è un film brutto, ma sicuramente non è nemmeno bello.
E' un film che prova a parlare di tutto: di storia, di morale, di politica, di attualità, di rapporti intergenerazionali, di morte, di eutanasia... ma non lo fa abbastanza a fondo, solo in modo superficiale. Lo stesso vale per i personaggi: sono troppo abbozzati e simili l'uno all'altro. Alcuni poi mi sembrani trattati con l'affettatrice.
Ho come l'impressione che il regista abbia provato a fare il passo più lungo della gamba. |
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