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Autore Le fate Ignoranti .........
kaladj

Reg.: 24 Giu 2003
Messaggi: 2365
Da: Roma (RM)
Inviato: 18-11-2003 08:13  
quote:
In data 2003-11-17 18:59, mariano scrive:
quote:
In data 2003-11-17 14:03, kaladj scrive:
Un bel film, sicuramente migliore della finestra di fronte. Accorsi è molto bravo, la Buy nonostante non mi entusiasmi come attrice qui se la cava bene. Un po' patetico in alcuni punti (vedi la storia del malato di aids) ma nel complesso coinvolgente per quanto mi riguarda.
Sul modo di affrontare il tema delle comunità gay penso che il regista essendo gay dichiarato sia abbastanza documentato.




ma xchè ozpteck è gay?




yes
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Quante gioie Troppo dolore

d

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seanma

Reg.: 07 Nov 2001
Messaggi: 8105
Da: jjjjjjjj (MI)
Inviato: 18-11-2003 14:07  
E’ largamente diffuso il luogo comune che i film italiani siano banali e a loro volta pieni di luoghi comuni.Può darsi che questo sia vero per molte opere,ma non per “Le Fate Ignoranti”.Lasciando da parte le stucchevoli nevrosi familiari o generazionali tipiche di Cuccino,questo film punta anzi infila il dito nella sempre poco rimarginata “piaga” della diversità.Una diversità vissuta dal “di dentro”,una tempesta affrontata a viso aperto,senza falsi pudori banalmente definibili come “borghesi”.L’efficace seppur strausato espediente della doppia vita ignota che viene fuori all’improvviso,è in questo caso strumento di scoperta di un mondo tutto particolare,fatto(paradossalmente,sembra suggerirci l’anima benpensante di Atonia)da vere regoli morali e non da accordi di reciproca convenienza.Ma non è così semplice.Dopo lo stupore e la curiosità,si inoltra strisciante un sottile subdolo disgusto,una naturale repulsione.In questo Atonia rappresenta l’alter ego dello spettatore:noi come lei,proviamo iniziale stupore e curiosità,ma poi inevitabilmente ci soggiunge un inevitabile perplessità.Se nostro marito non sia davvero uno sporco pervertito,se non siamo davvero soltanto degli sciocchi noglobal anticonformisti controcorrente nessuno tocchi caino viva l’eguaglianza dei diritti la diversita è forza ecc,ecc….sempre rimane come nascosto il sentore che forse qualcosa di sbagliato c’è…

Mica è tanto semplice,amici sportivi…Ozpetek si permette di giocare,di barare a carte completamente scoperte,mostrandoci tutte le contraddizioni sopra elencate.Sembra banale,ma alla fin fine non importa questo o quest’altro,ma piuttosto “lo star bene con se stessi”Che non significa una autoreferenziale chiusura,ma piuttosto un’apertura verso tutte le strade della vita.Se messaggio morale c’è nel film,è questo:non tanto poter accettare la diversità ma accettandola aprirsi continuamente a nuovi orizzonti,uscendo dalle ristrettezze coercitive e vincolanti della vita di tutti i giorni.

Un gran film da cui imparare davvero molto.

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sono un bugiardo e un ipocrita

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seanma

Reg.: 07 Nov 2001
Messaggi: 8105
Da: jjjjjjjj (MI)
Inviato: 18-11-2003 14:34  
Casomai,se si parla di luoghi comuni,pensate alla madre di Antonia..un personaggio volutamente superficiale che vive giustappunto nel niente e guardacaso è l'unica a non accorgersi mai della verità...

Sec me sta cosa fa riflettere.....
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sono un bugiardo e un ipocrita

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missGordon

Reg.: 03 Gen 2002
Messaggi: 2327
Da: Roma (RM)
Inviato: 18-11-2003 14:49  
Concordo con Seanma.
Ozpetek ci offre un film per riflettere sulla "normalità" di una vita diversa.
Alla fine Antonia e Michele erano molto più simili di quanto potesse apparire.
Ci offre un film d'amore, inteso come sentimento universale, senza implicazioni sessuali, amore di persone che sono vicine far loro per i motivi più disparati, solidali fra loro perchè concepiscono un mondo fatto di infinite possibilità.
La morale borghese sovvertita dalla verità dei sentimenti. E' vero, ci sono delle figure che possono sembrare stereotipate, ma cos'altro è lo stereotipo se non la rappresentazione di una realtà comune? e allora magari bisognerebbe pensare che per essere valido non sempre un film necessita di personaggi fuori dal comune, lontani da quegli stereotipi che siamo noi stessi, gente che vive una esistenza normale, dove per normale si intende banalmente quotidiana, non migliore di altre. E' Serra che lo ricorda a Michele in una frase che potrebbe essere la cifra stilistica del film: "ma la tua vita è normale, non illuderti".
Ci offre anche un film poeticamente multietnico, per ricordarci che ovunque esistono realtà difficili, ma chje si può continuare a sperare nel migliore dei mondi possibili avvicinandoci gli uni agli altri, superando barriere e pregiudizi, non ignorandoli.

dal punto di vista tecnico non saprei giudicare ma da appassionata di arte ho apprezzato il legame che crea aprendo il prologo del film sul busto di Antinoo e proponendo la stessa inquadratura sul bel viso di Michele quando inizia la vicenda vera e propria, così come ho apprezzato le due citazioni a Magritte, nel titolo che si riferisce a una delle opere più emblematiche del surrealista Belga, e nella rosa rossa che Antonia vede al suo risveglio nella stanza di Ernesto.
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"...Vivere è offrire se stessi, pensava; ed egli offrì se stesso..." E. Galeano

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AiAmano

Reg.: 12 Ott 2003
Messaggi: 203
Da: taranto (TA)
Inviato: 23-11-2003 21:27  
A me è piaciuto da impazzire! L'ho visto forse, 3 volte e mi dà sempre delle grandi emozioni! Ferzan Ozpetek sa mischiare la cultura turca con quella occidentale, come anche ne Il bagno turco ed in Harem Suare. E poi la fotografia de Le fate ignoranti è bellissima, quei colori caldi della casa di Michele e quell'amicizia che c'è tra loro, i pranzi della domenica tutti insieme. Secondo me la comunità gay non si è risentita di essere stata " ritratta " in questo modo. Anche perchè lo stesso Ozpetek è gay quindi non credo che avrebbe sceneggiato e diretto un film che denigrasse i gay.
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Se il dito indica il cielo, l'imbecille guarda il dito...

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Shaka1978

Reg.: 11 Dic 2002
Messaggi: 379
Da: PsE (AP)
Inviato: 24-11-2003 18:01  
Ozpetek non mi sembra denigri la comunità gay. Beh, forse in effetti è parecchio realista, pure troppo! Il problema è che lui non "dice" nulla. Va bene che quell'ambiente concentrato dell'appartamento rappresenti così tanti degli aspetti dell'omosessualità oggigiorno, e va benissimo che questo luogo si presenti come un luogo "fuori dal mondo" e quindi anche "fuori da ogni morale". Ma mi sembra che sia un po' forzato l'iter del personaggio principale, che per arrivare ad una situazione di accettazione del mondo rinuncia inspiegabilmente ad ogni suo attaccamento al passato.
Mi sbaglio? Io ho la forte impressione che il cambiamento di lei sia repentino, disumano, senza attenzione al dolore. Entra in un mondo fuori dal mondo, e va fuori dal mondo anche lei e tutta la sua vita. Fuori da ogni risentimento, piena di bontà e perdono.
Voglio dire, qui non è solamente in gioco il rapporto di una persona sola col diverso: qui c'è in gioco una persona che è stata completamente tradita, in tutto e per tutto, per lunghi anni! Ecco che allora questa apertura può divenire un'apertura negativa, cioè un'apertura acritica, un automatico dire di "si", una "canzone da organetto" per dirla alla Nietzsche (mi si perdoni il riferimento).
Poi, ribadisco tutto quel che ho detto sulla caratterizzazione, la regia e la fotografia: piatte, piatte fino al midollo. Ogni tanto una buona intenzione, ma il risultato non mi convince. In quanto gay, non sono soddisfatto.

Ripeto l'appello: qualcuno ha visto JEFFREY di Cristopher Ashley? Lì l'omosessualità è affrontata a mio avviso con tutt'altro spirito, e con un'autocritica che nel buonismo underground di ozpetek non riesco a vedere. Smack gente
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"Se tu dovessi incontrare Dio, lo trapasserai"(KillBill) "It's water, that's all"(Dancer in the dark) "La rivoluzione non passa per il buco del culo"(Fragola&Cioccolato) "Come si fa ad essere maschilisti con2tette di quella portata?"(Tutto su mia madre)

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