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Autore Children of men di Alfonso Cuaron. Il futuro è passato, il cinema è qui
gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 04-11-2006 10:13  
Riporto la recensione scritta a Venezia per Filmup (ho intervistato anche Owen al Lido, su tale film). E' uno dei pochi film che mi ha fatto restare a bocca aperta, alcune scene ancora me le ricordo per filo e per segno (oltre al famoso piano seuqneza, anche lo scoppio iniziale e l'inseguimento dei "ribelli"). Scene di un tale impatti visivo, di una "forza" così intensa prchè "vere", vicine a noi, al nostro immaginario della realtà di oggi,al linguaggio meditacico e immaginario, di adesso.. Non mi ricordo dove ho letto che questo è un film futuribile e non futuristico.Vero.
Eccezionale.
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...è una storia apocalittica su una delle possibili rotte che il futuro dell'umanità potrebbe intraprendere. Poco più di un anno fa gli attentati alle metro di Londra, quest'estate invece quelli sventati per poco agli aeroporti sempre organizzati da immigrati ormai da un paio di generazioni cittadini inglesi. La scelta quindi della capitale del multiculturalismo non è casuale ai fini della lettura della storia immaginata. Prevedendo un rigurgito di nazionalismo, dove il mantenimento della purezza della "razza" si suppone possa favorirne lo sviluppo (in questo caso superare il problema della fertilità) si ricorda che quella occidentale è una civiltà in declino che non fa figli (tutti gli inglesi del film sono bianchi, nonostante la realtà delle cose dica altro) .Solo con la "contaminazione" ci sarà un futuro, ricordando poi che se non saranno degli "stranieri" a fare attentati, a progettali saranno comunque dei dissidenti interni.

Un film sull'umanità che si limita ad evocare le atmosfere catastrofiche che spesso abbiamo il timore possano avverarsi. Poco viene spiegato in modo che tutto torni nella mente dello spettatore (differentemente dal libro ben più complesso e "politico"), c'è qualche incongruenza della sceneggiatura, ma appare una scelta abbastanza decisa degli autori. Al centro della narrazione non c'è però la descrizione di questo "nuovo/vecchio" mondo, ma il personaggio di Owen, un "non eroe" che si trova costretto suo malgrado a prendere continuamente decisioni che appaiono forzate. Attraverso lui conosciamo quel tanto che basta per capire perché si comporti in quel modo in momento. E tanto basta. Cuaron lo tiene sempre in scena, lo segue spesso come un reporter di guerra farebbe con un gruppo di militari impegnati in un raid. E così spesso lo perde di vista riprendendolo poi di spalle mentre si allontana correndo non riuscendone mai a catturarne un primo piano. Una contaminazione di stili, che ha nella forza dei lunghi "piano-sequenza" gli apici della suspance creata. E non è importante se l'obiettivo si sporca di macchioline di sangue: siamo abituati a vedere la guerra con i servizi televisivi quindi l'effetto finale è semplicemente più realistico e avvincente (mentre ha dichiarato Cuaron che è stato inizialmente un "errore" impossibile da sistemare). Complice è una colonna sonora composta da pezzi moderni e del recente passato, elemento che rende tutta la storia ancora più vicina al presente di quanto si possa immaginare sarà il 2027.
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E la nuvola chiese alla pioggerellina: "E tu, cosa farai da grandine?".

Il "peggior" blog di cinema: Ammazza la vecchia!!!

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Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
Messaggi: 11216
Da: roma (RM)
Inviato: 04-11-2006 10:33  

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 04-11-2006 10:34  
Rileggendomi m irendo conto hce non ero proprio ispirato quei giorni veneziani.Ho dimenticato di dire il riferimento allo Spielberg di La guerra de mondi (sia la scena in auto, che la ripresa dell' inseguimento che ricorda quella di Cruise), e la capacità di Cuaron di seguire "la storia" da un unico punto di vista, più tante altre cosette, che mi obbligano a rivederlo appena esce. Ho troppo voglia di parlarne, e scarsa memoria nei dettagli purtroppo.
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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 04-11-2006 12:38  
La mia opinione che scrissi subito dopo la visione veneziana. Breve, sintetica, credo possa bastare. A me sta bene così. Ricordo che ero una mosca bianca.., tra l'entusiasmo generale della mia stretta cerchia amicale, salvo incontrare un amico che stimo non di meno degli altri, con il quale, dopo esserci letti in faccia il senso della reciproca delusione, mi lanciai in un abbraccio di complicità. Solo per il piacere di ricordare.., questo non c'entra nulla col giudizio filmico.


Un polpettone indigesto

Plot fumettistico, ma non sta in ciò il limite. Possiamo, inizialmente, mostrare il fianco alle “accattivanti” atmosfere, alla fotografia virata in un livido bluastro, ad alcune abilità tecniche, ai lunghissimi piani sequenza con camera a mano con l''occhio” macchiato di sangue (netta la sensazione di un bislacco, furbesco espediente), quantunque, ad “esta altura”, stanchi dei refusi, del già mille volte visto, avremmo preferito assistere all’”evoluzione” dei prodigi tecnici dei vari Ophuls, Welles, Altman, De Palma.., non alla loro pedissequa imitazione. Questo è cinema nato vecchio, aggrovigliato su se stesso, superficiale, modaiolo, inoffensivo. Stracotto. Significati “politici” come mero pretesto per dare un senso ad uno script paccottiglia, zoppicante, farraginoso, misero, se non anche miserabile. Pregno di velleitari “misticismi”, i rimandi cinefili abbondano, anzi, si sprecano. Di carne al fuoco ce n’è fin troppa, e con essa il fumo. Scarso l'arrosto. Il film di Alfonso Cuaron, al sicuro nel nel ricco ventre hollywoodiano, fa rimpiangere il delizioso “Y tu mama tambien” che lo rese celebre e promettente. In CHILDREN OF MEN si avverte l’ansia del più arrendevole compromesso ed insieme il tentativo di conservare un tratto di autorialità. La formula non può funzionare, e non funziona, sia in un senso che nell’altro. L'ibrido è sempre in agguato. Si tratta di scegliere da quale parte stare. L’americanizzazione di Cuaròn, già toccata in sorte ad altre (ex) promesse messicane, sembra essersi compiuta. Bisognerà attendere - però incrociando le dita, sperando che almeno lui sia risparmiato... - le future mosse di Carlos Reygadas, altro talentuoso autore latinoamericano, di recente transitato nelle nostre sale con il sottovalutato e ingiustamente sbobbato 'Battalla en el cielo'.
Godibilissimo Michael Caine, 'scanzonato' come non mai, in un ruolo insolito per lui; di Clive Owen preferiamo conservare memoria del personaggio ottimamente interpretato in “Inside Man” di S. Lee. Per non rovinare la sorpresa al lettore, preferiamo non dire perchè non intendiamo pronunciarci sulla pressochè 'inesistente' (interpretazione di) Julianne Moore.

Già pubblicato qui

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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 18-11-2006 10:52  
(riporto quanto ti ho già scritto nel blog)

Questa tua critica Peppe la trovo piena di aggettivi, ma povera di sostanza. A parte l'argomentazione che sia un cinema già vecchio perchè prende a tuo avviso in prestito tanto del passato (ma allora come può essere modaiolo?), cosa peraltro che fanno tutti i film (Eastwood non lo fa?), non trovo davvero una sola tesi poratta avanti. Un pretesto politico (e non c'è nulla di male) per dare vita a che genere di film?Ho capito "paccottiglia, zoppicante, farraginoso, misero, se non anche banalmente, didascalicamente ammiccante", ma non spieghi il perchè di questi aggettivi. "Ibrido tra autorialità! e credo "spettatcolarità" "non riuscito". Ma perchè non sia riuscito qui non emerge.
Poi fai il paragone con gli altri lavori di Cuaron, ma qui, in questo tuo pezzo, come già detto non spieghi perchè dovrebbe essere un film che non ti piace.Cosa su cui non posso certo obiettare (mica i film devono piacere per forza), ma nel tuo riportre su carta non trovo nulla che mi possa convincere che questo sia un brutto film.
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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 18-11-2006 18:16  
Apperò.., sei anche qui! Ti ho già riposto nel mio blog, ripropongo integralmente la mia risposta del , leggermente riveduta e corretta.

Ma figurati, Andrea, nessuna offesa. Proprio perchè ne parlammo a Venezia, dove ci fu modo di mettere meglio a confronto le nostre contrastanti opinioni, la tua battuta mi era sembrata "intempestiva".
Scritto a caldo, subito dopo la visione, a distanza di tempo ho ritenuto opportuno non sviluppare ulteriormente il mio pezzo. Aldilà dell'uso abbondante di aggettivi (e non ci trovo nulla di sconveniente in ciò, visto che l'"italiano" non ne soffre particolarmente), della sua stringatezza, a fronte tuttavia di una precisa scelta stilistico-retorica, diciamo sull'onda degli "umori" del momento, del poco tempo a disposizione che si aveva per scrivere, resto convinto che nella mia recensione siano indicati con sufficiente chiarezza e puntualità gli aspetti essenziali/salienti che caratterizzano il film, sempre dal mio modesto e relativo punto di vista. Aspetti intesi come riflessioni personali e non come strumenti del convincimento.
Una critica è un testo letterario - un insieme di aggettivi, sostantivi, verbi, pronomi, avverbi, ecc (mi sembra ploeonastico precisare un'ovvietà, ma tant'è...) -, mediante il quale possiamo semplicemente esprimere una personale e dunque relativa opinione, ovvero formulare un giudizio critico che in nessun caso (ed io me ne guardo bene dal nutrire una tale aspettativa/pretesa) diventa, di per se, per quanto articolato, "esplicativo", meticoloso o esaustivo sia, portatore di verità assolute, oggettive. Che poi le mie parole, o di chiunque altro, dovrebbero convincere te, o qualsiasi altro lettore, della riuscita o meno di un film, mi sembra un'ipotesi a dir poco imbarazzante. Io auspico il confronto e non il dogma. Ad ogni buon conto, basta che ti fai un giretto nel mio blog, e altrove, dove sai, per verificare in proprio che sono solitamente meno avaro di parole e pensieri.
Letta la tua recensione, in tutta sincerità non è che mi sia sentito propriamente folgorato sulla via di Damasco..; tolto il lungo cappello di legittime "speculazioni" socio-politiche e filosofico-favolistico-letterarie, le note di sinossi, la lezioncina "riempitiva" sul piano sequenza (sulla quale a mio avviso dici una cosa inesatta, ma a limite se ne riparla), cose perlatro scontate e impersonali, per quanto "utili", che si leggono dovunque, e che il lettore può verificare in proprio, restano poche e superficiali righe, ben lungi dall'essere approfondimento allargato ed esaustivo, analisi filmica vera e propria, a tutto campo. Dico ciò non per fare a gara a chi è più figo a scivere; me ne guardo bene da rilanciare uno sterile quanto improponibile intento di contrapposizione tra "colleghi" -il tuo - ma mi corre l'obbligo di mettere in chiaro un dato oggettivo: dovresti essere al di sopra di ogni "sospetto" per formulare critiche così severe, e presuntuose richieste di spiegazioni, invero scarsamente finalizzate e costruttive. Sicuramente il mio pezzo è da vero asino, ma sentirmi dare del cornuto dal bue...

Diciamo che a Venezia eravamo entrambi fretta, presi da mille cose, una proiezione dietro l'altra, la "mondanità", ecc, con la differenza che a te ti pagavano per scrivere, mentre io ci rimettevo pure di tasca mia...

A proposito.., si scrive "suspense" e non suspance...



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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 18-11-2006 18:27  
Ah, mi riferivo alla recensione pubblicata nel tuo blog
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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 18-11-2006 19:18  
su suspance, si scrive in entrambi i modi, fu già al centro di una diatriba qui sul forum.
Comunque sia la mia, come già ho scritto qui, non è affatto una buona recensione (che poi una recensione ha un sacco di vincoli, infatti mi ero propmesso di riparlare a briglie sciolte più avanti, dopo una seconda visione che spro di fare al più presto), e questo può far capire come non mi interessi affatto chi sia il più figo a scrivere, ma solo capire perchè non sarebbe questo Childern of men un buon film. Insomma per discutere mi serve sostanza, considerazioni che tu hai già fatto a venezia, ma che non ricordavo precisamente e che sono andato a cercare nella tua recesione. Trovando però solo l'esito di quelle, ovvero i tanti aggettivi di cui ti dicevo. Ma se tu mi dici che è un cinema "vecchio, stracotto" in termini dispregiativi, io devo capire il perchè. E questo perchè non l'ho trovato (può darsi che ti abbia letto male)e così' rompendoti le palle volevo stimolare qualche tua considerazione in più.
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mescal

Reg.: 22 Lug 2006
Messaggi: 4695
Da: napoli (NA)
Inviato: 18-11-2006 19:32  
Il termine corretto è suspense. Al massimo forse si potrebbe dire anche suspence, non certo suspance...

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 18-11-2006 19:41  
quote:
In data 2006-11-18 19:18, gatsby scrive:
su suspance, si scrive in entrambi i modi, fu già al centro di una diatriba qui sul forum.

Comunque sia la mia, come già ho scritto qui, non è affatto una buona recensione ... mi ero propmesso di riparlare a briglie sciolte più avanti, dopo una seconda visione che spro di fare al più presto.



Ecco, scrivila e dopo semmai ne riparliamo. Al momento io non ho capito, dal tuo scritto (a prescindere dalla forma evidentemente arruffata) perchè dovrebbe essere un buon film.

La mia non è una recensione di aggettivi. E' stata una precisa scelta quella di individuare in maniera essenziale e stringata, ma non per questo incomprensibile o ridondante, i punti deboli della pellicola che restano sufficientemente individuati.

Nessun dizionario, d'italiano, francese, inglese, riportata la parola suspance. Nè mai mi è capitato di leggerla. Ma questa è una fesseria, era così per dire...
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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 18-11-2006 19:47  
quote:
In data 2006-11-18 19:32, mescal scrive:
Il termine corretto è suspense. Al massimo forse si potrebbe dire anche suspence, non certo suspance...


fai una ricerca su google....


x AIZayd: ok ne scriverò anche io di più. Però comunque nei testi di prima qualche considerazione c'era già.
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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 18-11-2006 19:58  
quote:
In data 2006-11-18 19:47, gatsby scrive:
quote:
In data 2006-11-18 19:32, mescal scrive:
Il termine corretto è suspense. Al massimo forse si potrebbe dire anche suspence, non certo suspance...


fai una ricerca su google....


x AIZayd: ok ne scriverò anche io di più. Però comunque nei testi di prima qualche considerazione c'era già.




Mimkia, mai fidarsi troppo del web! il rischio, tra le tante cose buone, di capitare in una discarica piena zeppa si errori. Personalmente mi fido più del dizionario e della carta stampata, del libro.

Scrivi scrivi, che mangiando viene l'appetito...
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mescal

Reg.: 22 Lug 2006
Messaggi: 4695
Da: napoli (NA)
Inviato: 18-11-2006 20:15  
quote:
In data 2006-11-18 19:47, gatsby scrive:
quote:
In data 2006-11-18 19:32, mescal scrive:
Il termine corretto è suspense. Al massimo forse si potrebbe dire anche suspence, non certo suspance...


fai una ricerca su google....



controllato anche lì, comunque se ti va di scriverlo sbagliato, fai pure, eh...

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nicola777

Reg.: 07 Gen 2004
Messaggi: 413
Da: Sestu (CA)
Inviato: 18-11-2006 20:37  
D'accordissimo con Gatsby su questo film.
Sottolineo il gran talento di Cuaròn nel gestire il tempo filmico. I piani sequenza sono di una potenza e di un realismo a dir poco travolgenti.
Invece trovo un pò fastidioso, perchè a mio parere monotono, la scelta delle inquadrature a camera fissa, tendenti a distorcere leggermente lo sguardo sul reale.
Ma è una critica superflua e assolutamente soggettiva. Il film funziona benissimo.

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 18-11-2006 21:21  
Più che di potente realismo, parlerei di vuoto e didascalico, prevedibile naturalismo. Il realismo di per se, in ogni caso, non determina l'eccellenza di un'opera d'arte, anzi, spesso tradisce l'incapacità di riportare il gioco sul piano della trascendenza, che è superamento del mero dato reale, o realistico. Apetto che un film di "finzione" come I figli degli uomini, avrebbe dovuto contemplare. Sull'abilità tecnica niente da dire, e aggiungo, a quanto già detto, che i piani sequenza ri-fanno il verso manierato, modaiolo, in maniera involuta rispetto ai ben più illustri modelli di riferimento. La camera si vede troppo, lo spettatore diventa l'operatore.., e così il "trucco". Il cinema non è solo tecnica. Questo film, nonostante calmori e furori - cose mille volte viste, nel cinema d'autore degli anni '70, e poi nella lunga e mortifera ondata blockbuster - è totalmente privo di originalità, immaginazione e poesia. Per questo parlavo di un progetto nato vecchio.
Come lo sono tutti i film blockbuster.

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[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 18-11-2006 alle 21:24 ]

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