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Autore Il Cinema: Disciplina autonoma?
Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 17-04-2002 01:11  
troppo facilmente si dimenticano le peculiarità del cinema...il suo linguaggio,
la sua celata autonomia rispetto alle altre discipline che utilizza e veicola
(teatro, letteratura, ecc.). spesso capita di non affrontare mai direttamente una discussione sulla messa in scena a
discapito di una riflessione sul messaggio contenuto nel film, sulla sua trama e
su ciò che empaticamente suscita. convinto in maniera assoluta che "se vuoi
mandare un messaggio meglio allora un telegramma che un film" ci troviamo
spesso a leggere e a scrivere interventi su quello che sta (secondo me) ai confini del cinema e ad analizzare i contorni di questa disciplina. purtoppo essendo il cinema un prodotto artistico (così almeno era)ma con una forte veicolazione di massa, molte persone intraprendono una discussione sul film e sul cinema (lungi da me, sia ben chiaro, impedire la libera espressione!!!) eppure il cinema in realtà è ancora una disciplina difficile e complessa e non sempre facile da "vedere" e comprendere... cos'è importante per voi nel cinema? quali elementi considerate fondamentali nell'espressione di un giudizio? al buio in sala o davanti al televisore riusciamo a dividere gli elementi che compongono e strutturano complessamente il film? cosa
rende peculiare il cinema rispetto alle altre arti? quali sono i vostri film o
autori preferiti e perchè? vi fate affascinare dalla trama o dai temi utilizzati? o invece per voi sono più importanti i mezzi che questo linguaggio, chiamiamolo anche mododi rappresentazione, utilizza? spero in molte risposte. ciao a tutti

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"C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"

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gongolante

Reg.: 06 Feb 2002
Messaggi: 3054
Da: Cesena (FO)
Inviato: 17-04-2002 11:32  
quote:
In data 2002-04-17 01:11, mattia scrive:
cos'è importante per voi nel cinema?



Hai posto delle domande da poco!
Personalmente credo che uno spettatore "normale" (e mi ci metto pure io, tranquillamente) prediliga sostanzialmente l'aspetto contenutistico assorbendo gli altri aspetti in maniera poco consapevole senza magari accorgersi di quanto contino inquadrature, colori, musica, montaggio e gli innumerevoli altri lati che compongono un film.

Poi io giudico "Muholland DR.", per esempio, un capolavoro a prescindere dalla comprensione totale o meno della storia ma è evidente l'uso PIENO del mezzo cinematografico non solo atto al racconto...

Va be' mi fermo che inizio a delirare.
Ho detto.
_________________
Ultimo film visto: PITCH BLACK di David N.Twohy
Cinematik - il fantacinema!
http://www.cinematik.cjb.net

[ Questo messaggio è stato modificato da: gongolante il 17-04-2002 alle 11:40 ]

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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 17-04-2002 12:37  
è una buona risposta,,,so che le domande sono grosse e infatti pochissimi risponderanno...comunque Mullholland drive è un ottimo esempio. erffettivamente se ci pensi non c'è una storia precisa... ma bisogna anche ammettere che la maggior parte delle persone che ne parla discute essenzialmente di "tessere manacnti" e sono tessere che riguardano il quadro generale di una comprensione del soggetto. si fa sempre uno sforzo verso la comprensione generale e mai verso la Visione del film... lynch affascina perchè ha un'atmosfera sempre particolare, perchè usa un tipo di inquadratura che è comunque accattivante, deviante...insomma è innegabile che vado molto incontro ai gusti di molte persone. (in parte anche i miei). è comunque un esempio difficile perchè quando un film è suggestivo o simbolico o atmosferico allora sai che in qualche modo c'entra il cinema e non il racconto o soggetto letterario. si è convinti che sia il cienma vero e proprio a fare la differenza, la sua peculiarità, la giusta inquadratura, il montaggio particolare ecc,, ecc,, si è convinti di vedere il cinema. è anche per questo che quindi si annovera lynch tra i geni: perchè effettivamente è uno dei pochi registi di massa veramente particolare... ma il problema però rimane perchè è come se a questi registi fosse dato una specie di lasciapassare...si vedono i loro film, si gustano, si capiscono anche, si è costrettiad ammettere che c'è un pò di cinema nel loro cinema(!) ma allora perchè subito dopo, al succesivo film, molti si dimenticano di tutto e si trovano a vedere film magari anche pessimi e a farseli piacere? truffaut una volta raccontando di una rassegna cinematografica che aveva visto negli anni 50 in un cineclub di parigi ammise che proprio la mancanza dei sottotitili e della possibilità di comprendere ciò che raccantavano i film lo aiutò a concentarrsi meglio soltanto su ciò che avveniva nel quadro dal punto di vista della costruzione dell'inquadrature e del film in generale.
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KaiserSoze


Reg.: 02 Ott 2001
Messaggi: 6944
Da: Quartu Sant'Elena (CA)
Inviato: 17-04-2002 13:00  
Da ignorante del cinema quale posso essere non è per me molto facile rispondere alle tue domande.
Sicuramente non conoscendo le tecniche cinematografiche, non mi soffermo troppo ad osservare l'uso delle luci, i fuoricampo ecc... In genere giudico un film in base alle emozioni che mi trasmette, mi può emozionare per il contenuto e il mess. che trasmette (Le ali della libertà), mi può emozionare per la particolare tecnica di regia (Pulp Fiction, Lock and Stock), mi può emozionare per la fotografia (Traffic), o per la performance degli attori.
Poi un film può non essere tecnicamente eccezionale ma se mi trasmette emozioni, per me quello diventa un grande film.
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Quando la porta della felicità si chiude, un'altra si apre, ma tante volte guardiamo così a lungo a quella chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per noi.

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lolita

Reg.: 03 Dic 2001
Messaggi: 1186
Da: roma (RM)
Inviato: 17-04-2002 13:02  
Mattia...è una bella domanda...ma più che una risposta richiederebbe un trattato...
...ci penso
_________________
I've been revoltingly unfaithful to you

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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 17-04-2002 13:05  
quote:
In data 2002-04-17 13:02, lolita scrive:
Mattia...è una bella domanda...ma più che una risposta richiederebbe un trattato...
...ci penso




è vero sono domande che potrebbero richiedere un trattato....!!! pensaci davvero però...ho visto la tua lista dei 5 film imperdibili e se ti piace quel cinema secondo me sono domande che ti sei già posta per forza....
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seanma

Reg.: 07 Nov 2001
Messaggi: 8105
Da: jjjjjjjj (MI)
Inviato: 17-04-2002 13:38  
Di fronte alla complessità delle domande,la mia risposta sarà banalissima.
Cmq,come Kaiser,in un film cerco emozioni,meglio se con un tema trattato di fondo,ma mi colpiscono anche certi accorgimenti dei virtuosi della macchina da presa(Leone in CUVIA,De Palma e recentemente Dillinger è morto)
_________________
sono un bugiardo e un ipocrita

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 17-04-2002 13:38  
Hai messo un po' troppa carne al fuoco...per rispondere a tutte dovrei stare qui fino a mezzanotte,per cui alla domanda se mi piace più la storia o la tecnica di un film ti rispondo che sono entrambe importanti.

Io distinguerei vari tipi di cinema.

C'è il cinema semplice semplice,che ha una trama e si basa solo su quella:un esempio è A Beautiful Mind.

C'è il cinema come sperimentazione di tecniche narrative,visive,come può essere Mulholland Drive.E' un cinema molto difficile,che non gode della promozione pubblicitaria alla harry Potter ma che proprio perchè sperimentale resta nella storia del cinema,lo aiuta a evolversi,al contrario di un blockbuster qualsiasi che è fatto solo per incassare soldi.
Il cinema di Bunuel,di Fellini...ecc.
Non sono film per tutti.

Poi c'è la via di mezzo.
Cioè il cinema altamente sperimentale e innovativo ma che guarda (giustamente dico io) al pubblico e cerca di farlo appassionare con storie universali pur trattando temi difficili e usando tecniche all'avanguardia.
Se chiedi ad un ragazzo che non conosce il cinema o lo segue poco di dirgli 3 nomi di registi di dirà questi:
Chaplin,Kubrick e Hitchcock.
Sono quelli che di più si sono avvicinati al pubblico pur essendo dei mostri di sperimentazione tecnica e narrativa.
Quelli che in fondo facevano film per la gente.

Difficilmente tirerà fuori nomi come Bunuel o Cronenberg o Lynch o Welles,che pure essendo stati dei mostri sacri sono poco conosciuti al publico medio perchè i loro film non sono accessibili a tutti ma solo ad un accanito cinefilo.
Se prendi "il fascino discreto della borghesia" ti dirò che è straordinario ma è un film che non può riscontrare i favori del grande pubblico.
Nel caso di Chaplin Kubrick e Hitchcock invece credo che si sia verificata la giusta via di mezzo in cui un film altamente sperimentale è stato girato con una storia per il grande pubblico.
Per questo credo che questi nomi più che altri rimarranno nella storia,pur apprezzando io anche un film di Cronenberg i cui temi sono troppo difficili e senza compromessi per essere accettati da uno spettatore medio.

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DemonSeth
ex "Phibes"

Reg.: 27 Feb 2002
Messaggi: 2048
Da: Catania (CT)
Inviato: 17-04-2002 13:40  
Esprimo il mio personalissimo parere.
Il cinema è arte, arte visiva, per cui ciò che maggiormente cerco di cogliere in un film sono le immagini.
Analizzo le inquadrature, la fotografia, il montaggio, insomma tutto ciò che concerne la rappresentazione esteriore di una pellicola.
Questo metodo di analisi tuttavia, ha un valore soggettivo e limitato poichè si presuppone che l'autore (il regista) sia anche un artista...e non è sempre così.
Sul significato dei film si potrebbe davvero scrivere un trattato, non amo seguire le interpretazioni dei vari critici (sarebbero capaci di trovare un significato socio-politico anche nei film di Vanzina!) e diffido di quei registi che "spiegano" i loro lavori.
Un film deve essere considerato come un quadro, ognuno può interpretarlo come meglio crede!

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"Capable du meilleur comme du pire, mais pour le pire je suis le meilleur"

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 17-04-2002 13:42  
quote:
In data 2002-04-17 13:40, Phibes scrive:

Un film deve essere considerato come un quadro, ognuno può interpretarlo come meglio crede!





Concordo e soprattutto ben vengano film che NON spiegano le cose ma che lasciano a noi il compito di farci pensare.

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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 17-04-2002 14:39  
ok adesso leggo e poi cerco di dare una risposta a tutti...ma datemi un pò di tempo....ok?
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OneDas

Reg.: 24 Ott 2001
Messaggi: 4394
Da: Roma (RM)
Inviato: 17-04-2002 14:50  
Io personalmente concepisco il cinema come la meravigliosa risultanza di divere forme artistiche. Letteratura, pittura, teatro, musica, poesia, tutte contribuiscono a creare questa magia che chiamiamo cinema: un prodotto meravigliosamente unico e autonomo.
Il cinema può essere visto con l'occhio del critico ma anche con la disposizione di un bambino che vuole solo emozionarsi. I film possono affrontare tematiche elevate, sociali, filosofiche, politiche, storiche, ma i film possono anche divertire, far scompisciare dalle risate, o farci nascondere gli occhi quando gonfi di pianto le luci si accendono su un finale tragico che ci ha commosso. Quella lacrima p quella risata, nessun trattato di critica cinematografica potrà spiegarcela.

_________________
tu che lo vendi, cosa ti compri di migliore ?

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mario54

Reg.: 20 Mar 2002
Messaggi: 8838
Da: nichelino (TO)
Inviato: 17-04-2002 15:04  
Personalmente individuo il cinena come forma di pensiero subliminale atta al contatto interriore umano

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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 17-04-2002 15:13  
la mia lunga risposta.... troppo lunga... mmmh mi sa di si ma chi è interessatolalegga per favore... ciao e scusate la prolissità...

Non vorrei erigermi ad arbitro della storia legittima del cinema e decretare chi sia un "bravo regista" e chi no.... ma durante gli anni di studio e visione ho dovuto spesso ricostruire interamente idee e giudizi su film, registi e correnti. la pratica cinematografica...fare video, girare documentari o comunque muoversi all'interno di un fare cinematografico mi ha reso attento e vigile anche alle pubblicità e alla loro modalità di sviluppo, +che altro registica. io sono una di quelle persone che considera il cinema una disciplina autonoma che coinvolge all'interno del suo processo realizzativo altre discipline. Purtroppo e spesso queste stesse altre discipline sovvertono a tal punto i propositi del fare, che alla fine di un film resta ben poco di (prettamente) cinematografico. io considero come base fondante di un film la pratica della messa in scena, della regia. la regia e' il vero collante che costruisce il film e collega la narrazione, la recitazione, la scenografia, i costumi, e perché no anche il montaggio. Alla base di tutto per me sta la Regia. ed e' per questo che mi e' difficile vedere e poi parlare di un film da determinati punti che spesso vengono proposti. la trama e' inutile, la sceneggiatura--quando esiste-- e' solo un pretesto x la messa in scena. il film nn trasmette nessun messaggio...x quello hanno inventato i telegrammi (e poi la pubblicita'). e quando lo fa, se lo fa, rinuncia automaticamente a fare cinema. diventa altro. delega la sua autonomia, la appalta, ad altri codici o addirittura linguaggi (vedi ridley scott o oliver stone... o lo stesso spielberg che pure un tempo era un buon regista)... e il discorso fatto x il cinema vale anche per tutte le altre discipline (letteratura, pittura, teatro, poesia). Una pellicola puo' anche essere divertente, far ridere ma cio' non implica automaticamente e ovviamente che il film in senso cinematografico sia riuscito... In letteratura puo' venirmi in aiuto un esempio semplice: il fatto che un personaggio continui a sparare battute una dopo l'altra (alla groucho marx) anche ben scritte non mi permette di salvare il romanzo se il resto nn funziona e sembra scritto da un ragazzino. Stiamo attenti xke' il cinema sembra una disciplina facile da comprendere in verità è molto complicata. Il fatto che sia un'arte di massa e fruibile facilmente in tv o seduti al cinema nn vuol dire che tutti ne possano realmente comprendere i meccanismi e le forze. Con queste mie affermazioni sono stato spesso attaccato o accusato di considerare il cinema semplicemente come puro esercizio di stile tecnicistico ed effettistico, depurato da qualsiasi implicazione sociale e politica. Ma è la cosa opposta che penso….. a me non interessa che ci sia una giusta posizione della macchina da presa per eseguire un corretto controcampo, nn interessa che un movimento di macchina (a carrello o a spalla che sia) non traballi e nn mandi fuorifuoco l'obiettivo… nn e' la bella inquadratura o la correlazione tra esse che salva il film…(e queste sono parole di eric rohmer…citate nn testualmente, ma concetti suoi). È + importante che nell'ampio respiro di un film ( xke' il film ha una durata quindi si articola su un ritmo, su spazi e su tempi minori) sia visibile, o almeno sia utilizzato, il linguaggio del cinema. E che questo cinema x quanto possa essere coaudiuvato , o meglio, x quanto si possa appoggiare ad altri linguaggi deve comunque essere costruito attraverso un vocabolario che gli appartiene, altrimenti viene letto come un'altra cosa. Ed e' proprio questa continua sovrapposizione, questo continuo rimandare e delegare che allontana il cinema dalla sua autonomia. Per me la sua autonomia sta nella regia, nel linguaggio e nella capacità di usare questo linguaggio. Sia diligentemente (vedi Ford, Mann, Tourneur, Siegel e il cinema classico in generale) sia attraverso sperimentazioni e tentativi (Godard, Truffaut, Rohmer, Rossellini Olmi ecc ecc). per comprendere meglio è bene spiegare che negli anni 50 in Francia si sviluppo' sulle pagine dei Chaiers du Cinema un dibattito che porto' alla formulazione teorica della politica degli autori. Questa "politica" ideologica porto' alla definizione di una vera e propria idea di Cinema. La maggior parte dei film di allora, come adesso, erano costituiti da una somma di eccellenze: buona fotografia, recitazione espressiva, ma soprattutto da una sceneggiatura dalla costruzione perfetta e ben dialogata. La "rivoluzione" consistette nell'identificare la riuscita di un film unicamente attraverso quegli elementi caratteristici del cinema.
Questo significava dare maggiore importanza alla forma e comportava il riconoscimento del cinema come vocazione indipendente, disciplina e mestiere assolutamente autonoma, rispettata per i suoi specifici "scopi" e non considerata come semplice contenitore comunicativo. La morale di un film (il suo contenuto, il suo messaggio), xkè cmq una morale esiste, si trova interamente nella forma cinematografica scelta dall'autore (inquadrature, movimenti di macchina, montaggio). Questo situa il pensiero di un film nella sua forma liberando il giudizio dei film da qualsiasi nozione di contenuto (non esiste più distinzione gerarchica tra grandi e piccoli soggetti, buoni e cattivi messaggi) e contenitori (le condizione economiche, politiche, ecc..). Il soggetto del film diventa la mise en scene (la messa in scena). Il cinema viene riconosciuto come disciplina autonoma. Certo tutte queste idee nel cinema esistevano già. La storia del cinema non è certo stata fatta da incompetenti e quindi già altri registi, prima della ridefinizione teorica e pratica (!!!) degli anni 50, avevano proposto un cinema libero dalle contaminazioni delle altre discipline per rivolgersi verso i mezzi propri del cinema. Insomma, quello che a me interessa e' un cinema che non vuole essere sottomesso ad un percorso diegetico ma che intende, almeno nelle sue componenti essenziali e genuine, presentarsi libero dalle costrizioni che caratterizzano molte produzioni contemporanee. Quello che mi viene raccontato, la trama, non deve sviare lo sguardo dall'altro testo che le e' co-estensivo e vicino, e che a suo modo racconta una storia ugualmente importante. Questo secondo testo e' fatto di inquadrature, di scelte, che comunemente vengono chiamate e designate come regia.
Troppo facilmente si dimenticano le peculiarità' del cinema...il suo linguaggio, la sua celata autonomia rispetto alle altre discipline che utilizza e veicola (teatro, letteratura, ecc.). molti dei commenti inseriti nelle conferenze non affrontano mai direttamente una discussione sulla messa in scena a discapito di una riflessione sul messaggio contenuto nel film, sulla sua trama e su ciò che empaticamente suscita.

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OneDas

Reg.: 24 Ott 2001
Messaggi: 4394
Da: Roma (RM)
Inviato: 17-04-2002 15:19  
Fiuuu! Che tirata! Complimenti !
Più o meno diciamo le stesse cose, Mattia.
Anche se, ti confesso, una inqudratura che traballa o che addirittra è fuori fuoco ame francamente fa valutare un film in maniera negativa (è un po' cpme il chirurgo che lascia la garza nel corpo del paziente dopo averlo operato...)
Ma, a parte questo, per me è anche importante il contesto produttivo in cui film si realizza. Mi spiego con un esempio: preferisco un utilitaria che cammina piuttosto che una fuoriserie che zoppica.
Spero di essere stato chiaro.
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