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L'ATALANTE di Jean Vigo |
Schizobis
 Reg.: 13 Apr 2006 Messaggi: 1658 Da: Aosta (AO)
| Inviato: 06-11-2006 17:58 |
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L’ATALANTE di Jean Vigo (Tutto scorre ovvero il Cinema è la Vita)
1934. Testamento spirituale di Jean Vigo con solito massacro al montaggio, con prime copie in circolazione che vanno dalla parte opposta alla poetica del genio francese. Stavolta attori professionisti e 89 minuti di pellicola che scorrono leggeri come la vita, come il barcone chiamato Atalante scivola leggero sulle acque placide della Senna. Jean Vigo parte da una cerimonia nuziale alquanto mesta (in cui intravediamo personaggi illustri come i fratelli Prevert) per tracciare la parabola di una storia d’amore tra due persone distanti, diverse nelle loro aspirazioni, che scopriranno solo nella forzata lontananza, nella violenta separazione, una ragione per proseguire il viaggio della vita insieme. La bravura di Vigo consiste nel fare scaturire da cose semplici e banali, un senso profondo, una trama etica sottostante che crea l’atmosfera magica del film sena alcun ricorso all’elemento surreale. All’iniziale entusiasmo tra i due neosposi che sembrano avere le ali ai piedi, si sostituisce lentamente un profondo solco tra i due amanti, reso evidente dal trascorrere del tempo tra liti sul bucato e notti senza più passione (“tutte le notti è la stessa storia…quando arriveremo a Parigi?”). Parigi o cara, è la meta della giovane Juliette, contadina legata alla terra, poco avvezza alle regole della barcarola L’Atalante insieme al papà Jules esperto marinaio che lascia intravedere le bellezze esotiche del mondo alla ingenua sposina. Il neosposo Jean, padrone dell’Atalante, è impegnato nel suo lavoro e trascura rapidamente la giovane sposina che viene stuzzicata dal vecchio papà Jules che la tenta con la sensualità tatuata sulla pelle, un richiamo evidente alla carne. La sessualità assume connotati vampireschi con la vista del sangue di papà Jules e la lingua assetata di Juliette che si sporge fuori. La contaminazione è avvenuta, un mago venditore ambulante matto (che Fellini riprenderà per disegnare la figura del Matto ne La Strada) le ruba il cuore e lei lo segue per le strade di Parigi, incantata dalla sua musica orchestra, ttra vetrine con manichini inquietanti e bambole di plastica coperteda pellicce lussuose, tra affamati in fila per un sussidio e varia umanità che affoga i propri guai nell’alcol (solo che questo tipo di guai sa nuotare). Juliette ha sdraticato le sue radici contadine, ha abbandonato l’isola a due posti dell’Atalante ma non riesce a integrarsi e attecchire nella indifferenza e enella frenesia della vita parigina. Rimane a mezz’aria, alla deriva. Anche Jean senza Juliette non è più padrone dell’Atalante, perde letteralmente la bussola e impazzisce nella solitudine e nella disperazione. Lo vediamo girovagare in una spiaggia infinita, correndo a casaccio senza alcuna meta, forse verso quel punto in cui terra cielo e mare sembrano unirsi all’orizzonte. Lo vediamo tuffarsi in acqua per scoprire il volto miraggio dell’amata.La ripresa subacquea è ormai passata alla storia con immagine della Lady in the Water in sovrimpressione, un momento di verità in questo incessante fluire di minuti e secondi, in questo tutto scorre che è la vita. Jean Vigo riesce dove la maggior parte dei registi fallisce: fa coincidere il cinema con la vita e rappresenta in maniera impeccabile il senso profondo del nostro assurdo peregrinare, il nostro percorso che sfocia nel grande mare della morte. In successive dissolvenze incrociate vediamo i due amanti, dimenarsi solitari, in una lotta con sé stessi per placare il richiamo dei sensi. Il mozzo e papà Jules si rendono conto che hanno bisogno del padrone Jean per ritornare a governare l’Atalante. Sarà la musica il filo d’Arianna che riporterà lo stato delle cose in apparente equilibrio, e i due riprenderanno il cammino, come dopo un naufragio, un superstite lupo di mare.
Film perfetto, insuperabile, inimitabile, ed esemplificativo di una narrazione che sfrutta al meglio la forza evocativa dell’immagine e la simbologia ed i richiami ad un livello di lettura più profondo.
Ultima immagine dall’alto che è insieme vertigine e presagio. Bye bye Jean, da lassù che cosa vedi?
_________________ True love waits... |
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Schizobis
 Reg.: 13 Apr 2006 Messaggi: 1658 Da: Aosta (AO)
| Inviato: 08-11-2006 08:18 |
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Avevo letto da qualche parte un bellissimo commento di Enrico Ghezzi su questo film.
Qualcuno di voi sa dove recuperarlo?
_________________ True love waits... |
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pkdick
 Reg.: 11 Set 2002 Messaggi: 20557 Da: Mercogliano (AV)
| Inviato: 08-11-2006 09:14 |
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Ayrtonit ex "ayrtonit"
 Reg.: 06 Giu 2004 Messaggi: 12883 Da: treviglio (BG)
| Inviato: 08-11-2006 10:13 |
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quote: In data 2006-11-06 17:58, Schizobis scrive:
L’ATALANTE di Jean Vigo (Tutto scorre ovvero il Cinema è la Vita)
Film perfetto, insuperabile, inimitabile, ed esemplificativo di una narrazione che sfrutta al meglio la forza evocativa dell’immagine e la simbologia ed i richiami ad un livello di lettura più profondo.
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come non quotare?
purtroppo l atalante è l unico film di vigo che ho visto, ma si inserisce senz dubbio fra i miei film preferiti di sempre.
_________________ "In effetti la degenerazione non è mai divertente, bisogna saperla mantenere su livelli tollerabili.
Non è tanto una questione di civiltà, ma di intelligenza."
DEMONSETH |
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Schizobis
 Reg.: 13 Apr 2006 Messaggi: 1658 Da: Aosta (AO)
| Inviato: 09-11-2006 08:13 |
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Thank you very much!
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Richmondo
 Reg.: 04 Feb 2008 Messaggi: 2533 Da: Genova (GE)
| Inviato: 10-11-2008 16:05 |
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Pendevo letteralmente dalle labbra di Eenrico Ghezzi, anche solo dopo aver visto il suo commento a voce negli inserti extra del dvd di questo magnifico film.
Più o meno diceva le stesse cose che scriveva in questa magnifica recensione - una delle più belle che abbia mai letto - che fece nel '91 e che Pk ha linkato.
Non c'è molto altro da dire, è già tutto contenuto lì, in quel link, e nell'ottimo post di Schizo.
Solo vorrei dire che in questo preciso istante, in questi giorni, sento questo film incredibilmente mio. Perché è quella pellicola che riesce a condensare in sé l'essenza cinematografica, il cinema come autentico gioco di visioni (non potrei mai dirlo così bene come ha fatto Ghezzi: due figure, due immagini che "fanno l'amore vedendosi") e di sguardi. E poi l'essenza tutta cinematografica della vita, quella quasi costrizione, il vivere ai confini della realtà, isolati, per poi liberarsi, finalmente, in quello che è un tuffo in apnea nelle insicurezze e nelle incerteze. La mancanza di respiro e l'ondata irrefrenabile di emozioni e sentimenti,nella ricerca libera, che più libera non si potrebbe, quasi anarchica (non c'è nulla di composto, tutto fluttua, tutto va contro ogni impedimento, qualunque imposizione)....dell'amore.
Oggi sento un po' mia questa scena e credo che ciascuno di noi, a suo modo, possa averla fatta propria nella sua vita.
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L'amico Fritz diceva che un film che ha bisogno di essere commentato, non è un buon film . Forse, nella sua somma chiaroveggenza, gli erano apparsi in sogno i miei post.
[ Questo messaggio è stato modificato da: Richmondo il 10-11-2008 alle 16:26 ] |
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 11-11-2008 00:14 |
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Registrai quella nottata di *Fuori "Tempo"*.., la vecchia copia massacrata, con la quale abbiamo però ugualmente "sognato". Non conscevo questo topic (quante cose belle finiscono in soffitta.., meno male che ogni tanto qualcuno le riscopre), ho riletto il "monologo", sempre affascinante, di Ghezzi e mi sono emozionato nel leggere ciò che scrisse Bunuel - che amava molto parlare di cinema, ben oltre l'approccio critico convenzionale - de L'Atalante di Vigò, del suo stimatissimo amico in "affinità elettive", Jean Vigo:
*Anche Buñuel, negli anni 60, di fronte, quindi, all'incalzare della Nouvelle Vague, della New Wave, dei nuovi cinema, Free Cinema, disse: "Il cinema può andare avanti quanto vuole, ma non supererà mai e forse non raggiungerà mai un film come "L'Atalante", un film dove c'è già dentro tutto." È un film molto amato dai surrealisti, nonostante l'anarchismo di Vigo, che morì pochi mesi dopo, a ventinove anni e, praticamente, morì anche per questo film, perché si aggravarono molto le sue condizioni di malato ai polmoni, durante la lavorazione lungo i canali francesi*
Bunuel andò a trovare Vigo durante le riprese dell'Atalante, e scrisse nella sua autobiografia: "Il ricordo di un uomo molto debole fisicamente, giovane e cortese".
Cos'altro dire dunque di questo film che non sia già stato detto, maagri in forma discorsiva, dialogica, senza "monografizzare" troppo?
Ricordo una discussione interessante su Vigo, sulle affinità con Bunuel e il surrealismo, (cose utili per capire anche le specificità de l'Atalante), ma vatti a ricordare dove nacque, c'era sandrix se non ricordo male, anzi, sicuramente, magari nel bel mezzo di uno dei calderoni dell'agenda dei film, altrimenti ribattezzato al volo "il parco delle dimenticanze..."
[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 11-11-2008 alle 00:19 ] |
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 11-11-2008 00:40 |
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quote: In data 2008-11-11 00:14, AlZayd scrive:
Ricordo una discussione interessante su Vigo, sulle affinità con Bunuel e il surrealismo, (cose utili per capire anche le specificità de l'Atalante), ma vatti a ricordare dove nacque,
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Trovato. Jean Vigo
Ci sono diversi topic su autori importantissimi non riportati nell'archivio. Mancano Vigo e Bunuel... peccato. |
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Skizotrois
 Reg.: 12 Nov 2007 Messaggi: 275 Da: Aosta (AO)
| Inviato: 15-11-2008 10:57 |
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 15-11-2008 13:11 |
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Io anche, ma solo di rileggerti, non per l'archivio...
_________________ "Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel |
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Auguste
 Reg.: 02 Apr 2010 Messaggi: 48 Da: Torre del Greco (NA)
| Inviato: 02-04-2010 11:07 |
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Ottima recensione, Schizo(tra l'altro ho letto anche da visitatore le tue eccezionali recensioni su "Mulholland Drive" e "A History of Violence")!
Ad ogni modo questo film mi ricorda non poco "Aurora" di Murnau. Sono entrambi capolavori, ma dovendo scegliere tra i due preferirei accostarmi al parere di Truffaut e dire che ho preferito di gran lunga Aurora. |
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Marienbad
 Reg.: 17 Set 2004 Messaggi: 15905 Da: Genova (GE)
| Inviato: 02-04-2010 15:09 |
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quote: In data 2010-04-02 11:07, Auguste scrive:
Ad ogni modo questo film mi ricorda non poco "Aurora" di Murnau.
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Ma perchè mai? |
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83Alo83
 Reg.: 26 Mag 2002 Messaggi: 16507 Da: Palermo (PA)
| Inviato: 02-04-2010 15:16 |
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quote: In data 2010-04-02 15:09, Marienbad scrive:
quote: In data 2010-04-02 11:07, Auguste scrive:
Ad ogni modo questo film mi ricorda non poco "Aurora" di Murnau.
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Ma perchè mai?
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che domanda...
perchè sono vecchi. |
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Auguste
 Reg.: 02 Apr 2010 Messaggi: 48 Da: Torre del Greco (NA)
| Inviato: 02-04-2010 15:59 |
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Diciamo che è una sensazione. Forse perché in entrambi i film d'amore - usciti a non molti anni di distanza l'uno dall'altro - al centro della vicenda c'è una giovane coppia il cui rapporto è ostacolato da qualcuno(un'attraente donna venuta dalla città in "Aurora")o da qualcosa e uno dei due cerca una fuga, un'evasione dal rapporto di coppia, precedente la riconciliazione finale.
Le similitudini si fermano qui. Diciamo che è il modo in cui trattano le vicende amorose che li accomuna, solo che in "Aurora" si possono cogliere vari aspetti della passione amorosa; al mutare della vicenda si passa da una situazione di stasi ad un dramma(sfiorato), poi una riconciliazione, poi di nuovo dramma. E poi l'Aurora finale, la rinascista. |
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Marienbad
 Reg.: 17 Set 2004 Messaggi: 15905 Da: Genova (GE)
| Inviato: 02-04-2010 19:51 |
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quote: In data 2010-04-02 15:16, 83Alo83 scrive:
quote: In data 2010-04-02 15:09, Marienbad scrive:
quote: In data 2010-04-02 11:07, Auguste scrive:
Ad ogni modo questo film mi ricorda non poco "Aurora" di Murnau.
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Ma perchè mai?
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che domanda...
perchè sono vecchi.
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Non ci crederai, ma avrei davvero preferito questa risposta qui. |
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