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Autore Arrivederci amore, ciao
Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
Messaggi: 11216
Da: roma (RM)
Inviato: 24-02-2006 13:05  
Andando a vedere Arrivederci amore, ciao abbiamo negli occhi e nel cuore il pupillo di Lamberto Bava e di Dario Argento, l'operatore della seconda unità di Terry Gilliam, il fresco autore horror/pulp de La Chiesa, ma soprattutto l'originale regista di Dellamorte Dellamore, pellicola sicuramente ingenua e criticabile, ma, grazie anche alla collaborazione di Tiziano Sclavi, autore dell'omonimo romanzo, originale ed innovativa.
Eppure, il grandissimo bagaglio di aspettative si scioglie come neve al sole dopo i primi dieci minuti della pellicola. Dopo un incipit un po' approssimativo e furbetto, ambientato nella giungla sudamericana - dove un improbabile radio capta altrettanto improbabilmente la canzone dalla Caselli ripresa (e rinominata) dal titolo - il muoversi tra le due sequenze successive ci propone una cifra del tutto "soaviana" nell'approccio con la messa in scena e costruzione del punto di vista cinematografico. Trait d'union delle due sequenze è l'ossessiva attenzione animalesca per l'entrata nel campo visivo della macchina da presa di una mosca, che nella prima condizionerà il muoversi degli attori sulla scena, e nella seconda si porrà come vero e proprio punto di vista sulla realtà. Salvo poi ritornare a quella cifra scialba e approssimativa che aveva così male impressionato già nell'incipit, scadendo spesso e volentieri nel grottesco.
Sceneggiatura con larghissimi buchi narrativo/sintattici, che si sbarazza dei personaggi, via via costruiti e inseriti funzionalmente (?) in un contesto accettabile, con battute da due righe. Così capita, per esempio, a Flora (Isabella Ferrari) che, dopo aver caratterizzato una buona metà del film, ed esser stata al centro di snodi narrativi non secondari, viene congedata causticamente. Stessa cosa per i personaggi che si inseriscono a film inoltrato, come quello di Roberta (Alina Nedelea), che narrativamente prende il posto del personaggio della Ferrari, in uno scambio totalmente disorganico e approssimativo. E dire che la sceneggiatura è opera di otto mani, essendo tre gli autori che insieme al regista hanno dato corpo allo script.
Da contrappunto a questa totale approssimazione del corpus su cui il film si innesta (tratto dall'omonimo libro di Carlotto), è la regia di Soavi, che perde quasi subito ogni pretesa di verosimiglianza e originalità. Il regista milanese asseconda gli spostamenti e le evoluzioni della trama con uno stile ordinario e piatto, rincorrendo un personaggio grammaticalmente privo di qualsiasi pretesa di somiglianza con la realtà e ai limiti della comicità involontaria. Il tutto introdotto da un incipit "politico" che pretenderebbe di innestare la storia su un piano di critica sociale e culturale. Un pur bravo Michele Placido, seppur calato in una parte stereotipata e qualunquista, non può servire a salvare il film, soprattutto se affiancato ad un Alessio Boni che tocca uno dei punti più bassi della sua carriera.
Enormi aspettative dunque, ottime pr(o)emesse, ma, alla prova dei fatti, forse il risultato più opaco della carriera del regista.

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"Verrà un giorno in cui spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate"

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Schizo

Reg.: 16 Ott 2001
Messaggi: 1264
Da: Aosta (AO)
Inviato: 24-02-2006 13:07  
Minchia che stroncatura, se fossi il regista mi autosopprimerei...

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Leon308

Reg.: 22 Feb 2006
Messaggi: 5416
Da: Napoli (NA)
Inviato: 24-02-2006 14:26  
Una critica fortemente negativa questa, devo ammettere che finora sui quotidiani principali ne avevo lette solo di lodevoli e gratificanti. Oggi finalmente andrò a vederlo per farmi un'idea.

[ Questo messaggio è stato modificato da: Leon308 il 17-03-2006 alle 01:52 ]

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 24-02-2006 14:31  
NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO! Michele, ti amoooooooo!!!
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Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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stilgar

Reg.: 12 Nov 2001
Messaggi: 4999
Da: castelgiorgio (TR)
Inviato: 15-03-2006 22:12  
A quasi 12 anni di stanza dal suo ultimo lavoro, quel Dellamorte Dellamore così originale e controverso, Michele Soavi torna al cinema e ci tiene a farlo notare. Sin dalle prime battute si capisce che non ci si trova di fronte ad una messinscena piatta che si limita a mostrare; l’obiettivo del regista milanese è quello di “raccontare” ed intende farlo alla sua maniera.
La storia è quella di Giorgio, un ex terrorista fuggito in Sudamerica per evitare l’ergastolo. Dopo la caduta del muro di Berlino questi decide di rientrare in Italia e si mette in contatto con l’Organizzazione perché lo aiuti nella revisione del processo e lo faccia scagionare. A mettergli i bastoni tra le ruote ecco però il vicequestore della Digos Anedda, uno corrotto fino all’osso che lo ricatta perché faccia i nomi dei suoi compagni. Uscito dopo solo due anni di galera, Giorgio inizia a rifarsi una vita ed entra in affari con un ex compagno di carcere proprietario di un locale a luci rosse. E’ qui che conoscerà Flora, una bella quarantenne da cui avrà il corpo ma mai il cuore. Presto però Anedda tornerà nella sua vita per proporgli un colpo che gli permetterà di diventare milionario ed iniziare a rifarsi una reputazione in una cittadina del Nord Est dove comincerà a fare progetti di matrimonio con Roberta, una ragazza ingenua e per bene. Il passato però sembra essere una macchia indelebile e presto o tardi tornerà a presentare il conto.
Arrivederci amore ciao è un film violento, insofferente, sensuale e disinibito. Un film che non ha paura di mostrare con accuratezza quasi maniacale anche i particolari apparentemente più insignificanti o scabrosi, a volte eccedendo in questo. Alcune sequenze risultano ai limiti del grottesco, è vero, ma resta il fatto che Soavi esibisce una quantità di soluzioni narrative davvero notevoli. La parte finale, un po’ troppo fiacca e forzata, non rovina però quello che rimane un poliziesco di denuncia come non se ne vedevano da anni.
L’approccio alla messa in scena del regista è profondamente influenzato dagli anni passati come aiuto regista alla corte di Argento e Bava: primi piani, particolare, figure intere ed un larghissimo uso della macchina a mano ne sono una prova evidente. A volte sembra di essere tornati ai film di genere degli anni Settanta, che Soavi conosce molto bene e a cui tributa diverse citazioni mai fuori luogo. Probabilmente la fotografia e le luci psichedeliche dai toni molto accesi che troviamo nella prima parte, contribuiscono a conferire alla pellicola questo marcato tratto retrò.
Gli attori, a partire da una Isabella Ferrari quantomai intensa e passionale, se la cavano a meraviglia: Alessio Boni si cala perfettamente nei panni del killer freddo e riflessivo laddove Michele Placido riesce in parte a dare spessore ad un personaggio forse troppo stereotipato, anche se l’accento sardo non è decisamente il suo forte.
Le musiche, che spaziano dai ritmi rock dei Deep Purple alla bellissima canzone di Paolo Conte cantata dalla Caselli che da il titolo alla pellicola, fanno da sfondo perfetto alla vicenda e si innestano magistralmente nel racconto sottolineandone i cambiamenti di registro.
Qualcuno ha parlato di eccessiva violenza troppo fine a sé stessa, ma la violenza non è forse di per sé fine a sé stessa? Io credo si tratti semplicemente del film italiano che più di tutti, negli ultimi tempi, si avvicina al genere pulp –tanto di moda oltreoceano-, per la sua cattiveria, per la messa in scena e, sì, anche per i suoi eccessi.



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Profundis - L'anima nera della rete

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kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 16-03-2006 22:56  
sono piu' d'accordo con l'opinione di stilgar, non e' affatto cosi' osceno. ci sono prodotti peggiori fatti dal cinema italiano, e questo miscela tante cose in un mix gradevole anche se alal fine si ha alsensazione dell'incompiuto perche' non fa il salto di qualita',ma e' intrigante e violento quanto serve per sostenere la sua durata in una ottica poco pretenziosa ma che non annoia per nulla, anzi le atmosfere delle personalita' sono ben caratterizzate ( per me la cosa migliore dle film ).
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non solo quentin ma nel nome di quentin...quentin tarantino project
QUENTIN TARANTINO PROJECT

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Leon308

Reg.: 22 Feb 2006
Messaggi: 5416
Da: Napoli (NA)
Inviato: 17-03-2006 01:49  
Parabola ascendente/discendente (dipende dai punti di vista) di Giorgio, ex-terrorista rosso, ergastolano, il quale x ottenere una rapida riabilitazione dalla giustizia, non esita a commettere efferati delitti e tradimenti degni del peggior girone dantesco. Una storia dall'anima violenta, un film cruento e crudele, freddo come il suo protagonista che prova un senso di appagamento dai suoi delitti, un film dove si respira corruzione e sotterfugio negli esempi lampanti del questore della Digos doppiogiochista dalla testa ai piedi, e dell'avvocato che intasca i soldi dal suo protetto x riconsegnarlo all'onestà. Un noir pulpeggiante che inizia, continua, e si conclude allo stesso modo: l'assassinio, vero protagonista nonchè via più breve per risolvere i problemi, tragico mezzo per la redenzione personale. La narrazione è fluida, avvincente, serpeggiante in un'atmosfera cupa e asettica che fa da specchio al suo personaggio principale e ai suoi feroci tormenti interiori; fotografia tipicamente buia seppur occasionalmente accentata da risvolti psichedelici. Nota di merito per gli interpreti, a cominciare dall'ineditamente spietato Alessio Boni, qui capace di utilizzare con maestria il suo sguardo agghiacciante e cinico, a mio parere una conferma del suo talento; passando per Placido, bravissimo nel caratterizzare un ruolo fin troppo classico, per finire con una ruvida e sensuale Isabella Ferrari, anche lei all'altezza. Nel complesso il mio giudizio è buono, bravo Soavi nel manovrare alla sua maniera una storia molto difficile ai limiti del paradosso.
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Quando su un solo fatto tutti la pensano allo stesso modo, vuol dire che nessuno pensa molto (Walt Withman)

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follettina

Reg.: 21 Mar 2004
Messaggi: 18413
Da: pineto (TE)
Inviato: 29-09-2006 00:44  
film che scorre velocemente con una storia avvincente--
il mio giudizio però diventa completamente negativo per il finale.. completamente assurdo a mio parere..


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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 29-09-2006 01:33  
quote:
In data 2006-02-24 14:31, sandrix81 scrive:
NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO! Michele, ti amoooooooo!!!


e infatti sto film è una figata, altrochè.
altro che sorrentino o placido, intendo.
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Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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Ahsaas

Reg.: 18 Apr 2006
Messaggi: 779
Da: Parma - India (es)
Inviato: 29-09-2006 01:38  
E' il miglior film italiano della scorsa stagione. Ma anche tra i migliori film italiani degl'ultimi anni a dire il vero. Insomma, porcocazzo,E' BELLISSIMO
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"E' FINITA" SI DICE ALLA FINE

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ermejofico

Reg.: 17 Ago 2005
Messaggi: 662
Da: roma (RM)
Inviato: 29-09-2006 10:39  
Davvero bello: da un argomento di attualità da cui ti aspetteresti la solita pseudo inchiesta lagnosa, viene fuori sorprendentemente una specie di violento noir - horror - onirico.
Che poi, infondo, tanto irrealistico non è: il protagonista ha rimosso la sua umanità in nome di una ideologia nobile e, finita la festa, ha scoperto che la sua mancanza di scrupoli poteva essere sfruttata eccellentemente per scopi di affermazione personale. La storia di Dalema, in pratica.
Peccato che dal DVD sia stato tolto parte del confronto fra la spogliarellista di colore ed il protagonista nello strip-bar. E' sproporzionatamente barocca e cattiva ma, a suo modo, attraente. La recuperate nelle "scene tagliate".
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"Che cosa te ne fai di una banca se hai perduto l'amore?"

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LothLaurel

Reg.: 25 Feb 2004
Messaggi: 1261
Da: Scafati (SA)
Inviato: 02-04-2007 14:25  
quote:
In data 2006-09-29 10:39, ermejofico scrive:
il protagonista ha rimosso la sua umanità in nome di una ideologia nobile e, finita la festa, ha scoperto che la sua mancanza di scrupoli poteva essere sfruttata eccellentemente per scopi di affermazione personale. La storia di Dalema, in pratica.


Muahahahahahahahah
Muahahahahahahahah
Muahahahahahahahah
Questa è da firma!
Scherzi a parte, questo film lascia allo spettatore un incredibile senso di vuoto.
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Clive Owen mi fa sbroccare!!!!!!!!!!!!
E smettetela di dire che sono un uomo!

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Small982

Reg.: 15 Mar 2007
Messaggi: 185
Da: fano (PS)
Inviato: 02-04-2007 15:23  
per me è un gran bel film
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ermejofico

Reg.: 17 Ago 2005
Messaggi: 662
Da: roma (RM)
Inviato: 02-04-2007 22:32  
quote:
In data 2007-04-02 14:25, LothLaurel scrive:
quote:
In data 2006-09-29 10:39, ermejofico scrive:
il protagonista ha rimosso la sua umanità in nome di una ideologia nobile e, finita la festa, ha scoperto che la sua mancanza di scrupoli poteva essere sfruttata eccellentemente per scopi di affermazione personale. La storia di Dalema, in pratica.


Muahahahahahahahah
Muahahahahahahahah
Muahahahahahahahah
Questa è da firma!


Ti concedo questo incomparabile privilegio. Siine degno.
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"Che cosa te ne fai di una banca se hai perduto l'amore?"

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