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Autore Ballo a tre passi.
Estenava

Reg.: 04 Nov 2004
Messaggi: 3185
Da: Pisa (PI)
Inviato: 30-06-2005 04:25  
Delicata opera prima di Salvatore Mereu, regista e autore del film, che si scompone in quattro episodi scanditi e determinati dalle quattro stagioni: primavera, estate, autunno, inverno. Nulla, però, a che vedere coll'opera contemporanea di Kim Ki-duk, se non per quanto riguarda l'età dei protagonisti dei vari episodi: come nel film coreano, anche questo rispetta la corrispondenza classica tra stagioni dell'anno e stagioni della vita dell'uomo.
Tutto il film è un affresco della terra sarda. L'episodio primaverile narra della gita di quattro bambini che per la prima volta scoprono il mare; è forse il meno interessante del film, quello più banale. L'episodio estivo mostra un maturo e solitario pastore dell'entroterra (dove in prevalenza si dipanano tutte le storie, tra loro collegate) dedito a una modesta produzione di formaggio dal latte delle sue pecore, che un giorno scende dalle colline per salutare un amico e trova per la prima volta l'amore in una disinibita ragazza francese in vacanza (Caroline Ducey). Il terzo episodio parla di una suora (Yael Abecassis) che torna al suo villaggio da suo padre per il matrimonio della nipote, funestato da una pioggia che quasi rovina la festa, se non fosse per la vitalità di un sessantenne che sprona tutti a non abbattersi, a non curarsi della pioggia e a divertirsi col ballo a tre passi. L'episodio invernale, a mio parere il più intenso, ha come oggetto la solitudine di un uomo anziano di città (Giampaolo Loddo), che si spegne ascoltando le note di Cielito Lindo cantatagli da una prostituta che paga per averne la semplice compagnia.
Il filo rosso del film, oltre ai comuni paesaggi desolati dell'entroterra sardo, è il tema della scoperta: per i bambini è la scoperta del mare, che è un po' l'emblema di tutte le prime scoperte ed esperienze fuori di casa; per il pastore (Michele Carboni) è la scoperta dell'amore di una ragazza e del sesso; per la suora è la scoperta (o riscoperta) del piacere della vita in comunità, della compagnia e dell'affetto dei suoi cari, che la fa vacillare nella sua intenzione di ritorno al convento; per l'uomo anziano la scoperta è quella finale, quella della morte.
Da ricordare sono alcune belle scene: quella dell'amore del pastore, quella del sessantenne che chiede in sposa la suora durante la musica del ballo a tre passi e, soprattutto, quella finale, un voluto omaggio a Fellini, con l'uomo anziano tutto vestito di bianco che viene spinto dagli amici e conoscenti verso l'aeroplano che lo condurrà all'altra vita.
La recitazione del film da parte degli attori è gradevole (per buona parte in dialetto sardo), da ricordare quella di Caroline Ducey e di Michele Carboni (tra l'altro attore non professionista), mentre è ottima quella di Giampaolo Loddo.
La sceneggiatura fila via liscia e la divisione in episodi quasi non si avverte, merito della scelta dell'unità di tempo e di luogo fatta dall'autore, che si rivela azzeccata per non dare al film la pesantezza di un documentario di vita.
La fotografia è perfetta, grazie al lavoro di quattro direttori (Renato Berta, Tommaso Borgstrom, Paolo Bravi e Nicolas Franik), i colori sono delicati e al tempo stesso accesi, e colgono appieno l'anima dell'isola, splendida ma addormentata.
Buona è anche la scelta dei paesaggi e degli ambienti.
Le musiche sono ben dosate, il regista non ne abusa e le propone al momento giusto, senza farsi prendere dal desiderio di una promozione del folclore musicale locale.
Vincitore del Premio della Critica a Venezia 60, da alcuni è accusato di un eccessivo utilizzo di stereotipi: accusa per me immotivata, ma lascio a voi giudicare: se vi capita, vedetelo.


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Prendo le dovute distanze da tutto ciò che dico.


[ Questo messaggio è stato modificato da: Estenava il 30-06-2005 alle 13:55 ]

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Marxetto

Reg.: 21 Ott 2002
Messaggi: 3954
Da: Milano (MI)
Inviato: 30-06-2005 06:30  
Ebbravo Estenava.

Bella recensione davvero.
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VromeoV
ex "arancino"

Reg.: 27 Ott 2003
Messaggi: 3288
Da: Napoli (NA)
Inviato: 12-08-2005 01:34  
Beh, che dire.Ragazzi che film.

Il racconto di una terra, di una vita, della vita.Non mi dilungo in spiegazioni, dato che un cappello ce l'ha già fatto Este.
Il primo episodio, omaggio evidente ai 400 colpi di Truffaut veste il ruolo di primavera, la prima fase della vita di un uomo, quella della scoperta del mare.La stessa scoperta che poi ogni uomo, nato in terra di mare, fa in ogni primavera.Perchè il mare lo si riscopre ogni anno, in primavera, e nella terra Sarda Mereu ci narra di quattro bambini che stretti nel loro voler essere grandi, nel loro dialetto e nelle dinamiche di un branco che vuole proporsi da adulto, si sciolgono nella poesia del mare.Il passaggio, geniale, dalle spinte sulla spiaggia al più piccolo, dalle lotte, fino a quell'ingenuità che si vive negli occhi di tutti e quattro.Ce la racconta soprattutto il più piccolo questa ingenuità, che non sa ancora fare il grande ma sa ascoltare il mare.E quanto è bravo quel piccolo attore nell'impanarsi nella sabbia, dove l'acqua è bassa, come una vita, la sua, che nasce.

Il secondo episodio, forse il più bello, ci narra di pastore, rozzo nei modi, che vive di pecore e formaggi fino a quando va a trovare un amico che lo "inizia" a un mondo tutto diverso.La scena più bella, il pastore in cucina che saluta in dialetto, stretto la moglie dell'amico, poi lui arriva, e insieme, in un battito d'ali, dal retro escono in una società dove non c'è dialetto, dove si consuma la sardegna ricca, quella non indigena, dove al bar si ordina una birra e poi si va a ballare sulla tavola da surf.E' un attimo nel quale ci si accorge di come due mondi, opposti, lontani chilometri, si incontrino attraverso una porticina.E quel toscanaccio emigrato che, quasi da custode delle chiavi matrixiano, apre la porta e dice al contadino:su, basta dialetto, parliamo italiano, italiano.
E così gli presenta la bella francese, che scende da un aereo e si avvicina a lui.E lì comincia l'ìncontro fra queste due anime, il ballo fra la francese e il sardo, meraviglioso sublime scambio di emozioni.Lei, leggera, quasi incosciente di cosa ci sia dietro quella faccia dura e cupa del pastore.Quell'incontro nel quale lei parla tanto, tanto, in francese sorridendo, e lui, lui la vede lontana, dall'inizio alla fine.Come un altro mondo di cui sente solo gli odori.Come se ci fosse ancora un pò di quel sogno di ogni bimbo, di diventare qualcosa di migliore.Lui lo sa, lo sa quanto sia diversa, e nel ballo che fanno lui le insegna gli odori della sua terra, a pescare con l'elettricità, a vivere delle cose che conosce.E paradossalmente, lo scambio è equo, il mondo che ci sembra migliore, non sovrasta la realtà contadina, e così alla pesca si contrappone l'amore.Le due scene, più belle forse di questo lungo ballo, la prima è l'ultima.
Quando appena visti lui fa cadere dell'anguria, per guardarle le gambe, come un bimbo che scopre il corpo di una donna(tema che ricorrerà nel terzo episodio).Questo ballo che poi termina con l'amore, una scena di sesso che è un intreccio fra due mondi, due culture, che si respirano, si vogliono, perchè ne contemplano, entrambi, la complementarità.E così, finito un atto d'amore, duro e crudo, rozzo ma non volgare, terreno, lui sale su una roccia, e quella porzione di sogno che ancora c'era in lui, che si è accorta di aver scoperto l'amore, grida al cielo, fortissimo.

A DOMANI PER GLI ALTRI DUE PEZZI, CHE MI VORREI VEDE' N'ALTRO FILM.
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E quando l'agnello aprì il settimo sigillo, si fece nel cielo un silenzio di circa mezz'ora. E vidi i sette angeli che stavano dinanzi a Dio, e furon loro date sette trombe…

Io amo Ingmar Bergman

Ho solamente una gran voglia di morire..

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VromeoV
ex "arancino"

Reg.: 27 Ott 2003
Messaggi: 3288
Da: Napoli (NA)
Inviato: 12-08-2005 18:46  
Possibile che questo capolavoro del cinema italiano non l'ha visto nessuno?E che cazzo.

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millio

Reg.: 06 Gen 2005
Messaggi: 2394
Da: cagliari (CA)
Inviato: 26-08-2005 01:14  
E' un film bellissimo, toccante, capace di mettere questa meravigliosa isola in primo piano, con tutte le sue contraddizioni, le sue molte anime così diverse tra loro e i suoi fantastici paesaggi. Dei quattro episodi quello che ho amato di più è il terzo, l'autunno, il ritorno a casa di una suora per un matrimonio. E' forse l'episodio in cui ho trovato di più la Sardegna. Nel complesso è un'autentica rivelazione
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IOMA

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