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Il resto di niente |
filmleo
 Reg.: 13 Mar 2005 Messaggi: 41 Da: roma (RM)
| Inviato: 31-03-2005 06:19 |
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Uno dei migliori film italiani delle ultime stagioni, un film che onora il nostro cinema. Colto, raffinato, è un affresco storico ma con molte attinenze col mondo d'oggi. Grande prova di regia per Antonietta De Lillo .
Risplende l’interpretazione di Maria de Medeiros. Semplicemente grande con quel suo italiano e napoletano impreziosito dalla patina straniera: una delle migliori performance femminili mai viste.
da Cinemaplus http://www.cinemaplus.it/leggi-recensione.asp?id=1124
[ Questo messaggio è stato modificato da: filmleo il 31-03-2005 alle 19:27 ] |
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gatsby
 Reg.: 21 Nov 2002 Messaggi: 15032 Da: Roma (RM)
| Inviato: 31-03-2005 07:43 |
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utopia

 Reg.: 29 Mag 2004 Messaggi: 14557 Da: Smaramaust (NA)
| Inviato: 31-03-2005 11:53 |
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De "Il resto di niente" ho letto solo il romanzo, e mi ha lasciata alquanto affascinata anke perke' ho lo stesso nome della protagonista e, ke volete da me, in ogni pagina era come se vivessi io quelle situazioni (e' una cosa un po' sciocca, ma mi capita spesso). Sinceramente nn sapevo del film, potrei avere qlc info in piu' riguardo casa cinematografica ed anno di produzione? così provvedo a vederlo.
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Happiness only real when shared. |
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pkdick
 Reg.: 11 Set 2002 Messaggi: 20557 Da: Mercogliano (AV)
| Inviato: 31-03-2005 11:57 |
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dovresti trovarlo ora nei cinema, è uscito il 25 marzo  |
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Estenava
 Reg.: 04 Nov 2004 Messaggi: 3185 Da: Pisa (PI)
| Inviato: 26-04-2005 21:20 |
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Credevo di essere il primo ad averlo visto, ho consultato l'archivio giusto per scrupolo...poco male, riporto quel che avevo scritto.
Narrasi la storia di Eleonora Pimentel Fonseca, nobildonna intellettuale portoghese che fu anima e vittima della rivoluzione napoletana del 1799 (quella in concomitanza con la discesa dell'esercito francese, contro i Borboni). La storia è narrata attraverso i ricordi di una Eleonora ormai sconfitta e condannata a morte, a colloquio con il fantasma del principe Gaetano Filangieri: dall'entrata nella società partenopea alla nascita della repubblica napoletana, dal matrimonio di convenienza pieno di amarezze e soprusi terminato con una coraggiosa separazione alla fine dell'avventura politica col ritorno dell'esercito borbonico dalla Sicilia. E' il ritratto di una donna particolare, all'inizio schiva e riservata, poi man mano sempre più coraggiosa e presente, intraprendente, sempre più cosciente che la sua cultura è, in un periodo di fermento degli ideali, capace di smuovere le coscienze della sua cerchia di conoscenze. Amaramente si renderà conto della distanza che corre tra la borghesia erudita e il popolo illetterato, che gli ideali di democrazia, libertà ed uguaglianza sono difficilmente comprensibili per chi stenta a portare a casa la sera il pane per sé e per la famiglia, fino a venir assalita dal dubbio di aver guidato una rivoluzione per il desiderio di gloria di pochi, e non per il bene di tutti. Figura che ne esce comunque vincente (forse proprio per questa sua onestà intellettuale e capacità di autocritica) dal giudizio storico che ne dà l'autore del libro omonimo da cui è tratto il film, il libro di Enzo Striano.
Nella narrazione la storia dei rivoltosi si intreccia con quella del popolo, e le riprese si intrecciano sovente coi disegni di Oreste Zevola, come a dare alla vicenda l'aspetto di una farsa teatrale che renda lo spettatore più distante e capace di un giudizio sugli eventi discosto dall'emozione suscitata da essi.
I costumi (Daniela Ciancio) sono degni di un film di distribuzione internazionale, le scenografie (Beatrice Scarpato) sono minimaliste e straordinariamente intonate con lo spirito realistico della narrazione, una povertà che non si avverte come pochezza, bensì come attenta e stretta attinenza ai fatti. Le musiche (Daniele Sepe), prevalentemente popolari ma non solo, ben si amalgamano con il taglio della narrazione.
La sceneggiatura ha un andamento a tratti disorientante, coi salti temporali con cui è costruita la narrazione (comunque, nel complesso, ben condotta), alcuni dei quali a mio parere evitabili.
La regista Antonietta De Lillo, "responsabile" d'aver acquistato nel 1997 i diritti del romanzo di Striano, si avvale di un cast di attori eccellente (poche le eccezioni), e lo dirige nel migliore dei modi, lasciando ad ognuno di loro la libertà di esprimersi senza troppi vincoli. Su tutti spicca la protagonista, una Maria De Medeiros (Pulp Fiction, Henry & June) senza pecche, che sfoggia un perfetto italiano e si cimenta pure in tentativi di dialetto napoletano, capace di esprimere un personaggio complesso e di valorizzarlo in ogni sfaccettatura del suo carattere. A livelli di eccellenza anche Enzo Moscato, Imma Villa, Raffaele Di Florio, Marco Manchisi.
Un film girato nel 1999, uscito a Venezia nel 2004 e uscito adesso nelle sale (ma quali?). Buona fortuna, sarà nella mia cinquina per il miglior film italiano agli IOMA 2006.
_________________ "La morte fa male alla salute" |
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