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Autore cinema come luogo di vita...
gmgregori

Reg.: 31 Dic 2002
Messaggi: 4790
Da: Milano (MI)
Inviato: 09-07-2003 13:04  
Più il tempo passa più mi accorgo che il cinema sia luogo di vita, specchio di anime e culture. Insito in esso abbiamo il concetto di narrazione, antichissima forma di comunicazione, forse la genesi della storia.
In questo luogo convergono più fattori quali catarsi, presa di coscienza, denuncia, svago, sensibilizzazione, emancipazione, creatività, nonchè la creazione di contenuti spazio-temporali che rendono l'astrazione sempre più concreta.Considerando il cinema come narrazione storica esulando da forme artistiche più intropettive si evince come negli ultimi anni la sinistra americana abbia discretamente lavorato, producendo pellicole che hanno sensibilizzato il grande pubblico, soprattutto i più giovani,a comprendere l'atrocità delle guerre e le conseguenti sofferenze di massa. Film come "La sottile linea rossa", "Salvate il soldato...", "Schlinder list" o "il nemico alle porte"; pellicole particolarmente attive sia sul fronte documentaristicho sia per quanto riguarda la condizione emotiva dei conflitti.
Sul lato strettamente più artistico e simbolico, sebbene ultimamente ci sia una certa staticità, il cinema è luogo di grande sfogo. L'uso dei colori, delle prospettive, della fotografia dei simbolismi nonchè delle abilità recitative ha generato splendidi capolavori densi di significati, indubbiamente liberi di essere interpretati con modalità diverse.
In questà prospettiva il nostro paese ha sicuramente giocato un ruolo di fondamentale importanza con Fellini e Antonioni, nondimeno la Francia con Chabrol o Godard o l'America con Capra,Siegel, Lynch o Ferrara.
Credo che i registi migliori siano quelli che lavorano con l'assenza di decorazione.
Intendiamoci: con questo credo che il fondale scenografico non debba essere un tesi quanto una costruzione di un'atmosfera, la quale a sua volta faccia da tramite comunicativo. Quindi gli esterni, le immagini, le pause visive e tutto ciò che ne segue devono continuare ad essere tali, tramite appunto.
Tempo fa avevo lanciato una critica al cinema attuale che, a mio parere, sta razionalizzando questi elementi in mome di una funzione puramente visiva, giocando su impatti visivi ed emotivi quantomai facili da"inculcare". Al contrario, pellicole come "L'uomo del treno" giocano bene sul costrutto emotivo e la sua plasticità uscendo dalgi schemi "industriali" del nuovo cinema francese. Da qui, ritengo che abitare un spazio comunicativo significa anche saperlo gestire; ultimamente la situazione è deprimente, le idee sono poche, i registi che iniziano bene finiscono col ripetersi(Sodherberg), altri si rassegnano(Bertolucci) altri ci prendono per i fondelli(Spielberg). Per questo continuo a recarmi sempre più malvolentieri in videoteca per rispolverare il passato. Realismo o pessimismo?


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non c'è niente di peggio di una ragazza che la pusher del proprio corpo

[ Questo messaggio è stato modificato da: gmgregori il 09-07-2003 alle 13:07 ]

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