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Autore Hollywood e la sensibilizzazione verso gli emarginati
gmgregori

Reg.: 31 Dic 2002
Messaggi: 4790
Da: Milano (MI)
Inviato: 16-06-2003 18:00  
Emarginazione, omossesualità, alcolismo, droga, AIDS. Sono stati tutti temi trattati molto bene nelle pellicole USA. Non nascondo che molti film cardine di queste tematiche hanno avuto i loro effetti. Ma come? Con gli Oscar.
I perdenti ben ritratti nei film della lobby sono tali perché quest’ultima conosce bene come vincere e trattare gli argomenti in questione.( per dovere lascio fuori Sam Packinpah )
Anzi dice quest ultimo sui perdenti:
“I miei eroi sono sempre dei "perdenti", perché sono sconfitti in anticipo, cosa che costituisce uno degli ingredienti principali della tragedia. Da molto tempo si sono messi d'accordo con la morte e la disfatta, per cui non gli resta nulla da perdere. Essi non hanno più apparenze, né illusioni da salvare, e così rappresentano l'avventura disinteressata, quella da cui non si trae alcun profitto al di là della semplice soddisfazione d'essere ancora vivi. "
Ma tu pensa che il cinema moderno con la sua sensibilizzazione gioca proprio come vincente al botteghino. E fin qui niente di male. Pensate a Rain Man, Barfly e Philadelphia. Guarda caso in questi film l’eroe diventa il perdente: paradossale, frutto di una mentalità innata nel solidarismo americano contradditorio e poco affine ai loro peccati sociali.
Tom Cruise, eroe avvincente che aiuta il fratello, o se stesso, ad audeterminarsi quasi normale. Hanks che deve esser normale anche se ha L’AIDS. Quindi nascono canzoni, magliette e pianti di massa. Piangiamoci adosso, anzi facciamo si che si piangano addosso(il pubblico, non gli emarginati) pensano i produttori. In Italia le cose sono state diverse, sia per Pasolini, Visconti o Silvano Agosti meno attenti a spettacolizzare ma più introspettivi, e se vogliamo complicati, come giustamente questi temi devono essere!
Oppure gli americani giocano su crudissime storie come Whore- puttana, altri non fanno che mostrare un mondo dissoluto come in “Cocaina”con un James Wood straordinario.
Eppure la comparazione per analogie tra film americani e italiani sulla sofferenza è totalmente assente.
Senza Pelle non ha eroi, mostra come è la realtà, senza essere un film “puttana”.
Eppure la spettacolarizzazione della sofferenza ha il suo fascino, penseranno i produttori.
Jhon Q. emerita “cagata” con tanto di presa in ostaggio di un ospedale intero. Indovina chi viene a cena, dove il “povero” nero deve combatter psicologicamente con una realtà che lo snaturalizza. Hollywood invece di pensare ad evitare di marcare a uomo le diversità avrebbe potuto semplicemente creare una genesi meno estrema. Ma del resto sarebbe venuta male.
Salvo Mississipy Burning(ops, Parker non è americano).
Ma la critica ai vincoli conservatori e l’osservatorio” sull’emarginazione muore subito, dopo qualche anno dal film.
Sembra di vedere dei teorici dello sviluppo sociale in continua crisi tra loro che lo guardano e chi ci sta dentro.
Salvando anche Sam Mendes(inglese) abilissimo in American Beauty ad addentrasi in tematiche scottanti come la pedofilia e la non accettazione dell’omossesualita utilizzando un sarcasmo non da poco, la mia riflessione personale e che Hollywood sarà sempre POPULISMO DI DESTRA!


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non c'è niente di peggio di una ragazza che la pusher del proprio corpo

[ Questo messaggio è stato modificato da: gmgregori il 16-06-2003 alle 18:02 ]

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Shaka1978

Reg.: 11 Dic 2002
Messaggi: 379
Da: PsE (AP)
Inviato: 16-06-2003 19:49  
Sarò sicuramente troppo ignorante per contribuire a questo commento, ma in effetti si, la mia opinione non di discosta molto da questa... Se penso a varie scene americane ritraenti personaggi "perdenti" con tutto quel brodo patetico che l'accompagna, mi vien la nausea. Non perchè non siano veri i sentimenti, ma perchè tutto viene estremizzato polarmente. Bisognerebbe analizzare film per film per trarne fuori "il marcio" ma fondamentalmente la linea portante non mi sembra essersi tradita più di tanto.. ho anche visto poco di italiano sul tema ma quel poco non ha certo paragoni: due modi di intendere l'intero concetto di cinema sicuramente senza comunicazione
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"Se tu dovessi incontrare Dio, lo trapasserai"(KillBill) "It's water, that's all"(Dancer in the dark) "La rivoluzione non passa per il buco del culo"(Fragola&Cioccolato) "Come si fa ad essere maschilisti con2tette di quella portata?"(Tutto su mia madre)

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gmgregori

Reg.: 31 Dic 2002
Messaggi: 4790
Da: Milano (MI)
Inviato: 16-06-2003 19:53  
che piacere avere una risposta. Ero convinto che il post avrebbe avuto non più di 12 ore di vita!
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la bruttura del vuoto è tanto profonda fin quando, cadendo, non ti accorgi di poterti ripigliare. I ganci fanno male, portano ferite, ma correre e faticare per poi giorie è un obbiettivo per cui vale la pena soffrire.
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gmgregori

Reg.: 31 Dic 2002
Messaggi: 4790
Da: Milano (MI)
Inviato: 17-06-2003 00:34  
Svendo a un euro!
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la bruttura del vuoto è tanto profonda fin quando, cadendo, non ti accorgi di poterti ripigliare. I ganci fanno male, portano ferite, ma correre e faticare per poi giorie è un obbiettivo per cui vale la pena soffrire.
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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 18-06-2003 23:10  
Credo che debba uscire a breve un film di Spielberg con hanks che fà l'immigrato povero negli Usa.
Non mi ricordo bene la trama, ma dovrebbe essere un'ennesima rappresentazione del malessere ddei più deboli e della sopraffazione che subiscono dai prepotenti.

Penso che quella di cui tu parli sia un tipo di sceneggiatura che se fatta con grandi budget ha ottime possibiltà di incassi.
la gente infatti ama immedesimarsi con i più deboli, soffrire per lavarsi la coscenza e credere che una volta usciti dalla sala si è una persona migliore.
Peccato che i film fatti sul posto, quelli dove si vede la povertà senza controfigure o ricostruzioni hollywoodiane non siano seguiti come dovrebbero.
Ad esempio quel film brasiliano che ha sbancato in Francia, in Italia è stato levato dopo qualche settimana e non sò se uscirò negli Stati Uniti.
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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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