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Autore Disturbia
Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 16-09-2007 16:50  

quote:
In data 2007-09-16 16:31, Marienbad scrive:
Ormai la carrellata non è più questione di morale,



Magari è sempre una questione di morale, ma non è più la stessa cosa. Non ha più lo stesso valore, il cinema non avendo linguaggio non ha regole, se non per il momento in cui lo utilizza.

Ma forse non ci siamo capiti. delle regole non me ne frega un cazzo. Quando dico che la rivoluzione è in corso lo dico semplicemnte perchè ora il cinema è ad un livello di ricerca e di sperimentazione così intenso che non sostenerlo è veramente da ignoranti.
_________________
"C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 16-09-2007 17:02  
[quote]In data 2007-09-16 16:31, Marienbad scrive:
quote:
In data 2007-09-16 16:18, Tristam scrive:

Ormai la carrellata non è più questione di morale.

Ormai la verità del montaggio si trova solo nell'eco dell'azione e non nel motivo dell'azione (che ancora nasceva dall'etica).

Il cinema ormai si è emancipato da tutto, dopo 100 anni di cammino, perchè ricondurlo a vecchie categorie etico-estetiche?




La prima.., non lo è mi stato. E chi ci ha creduto che potesse esserlo sbagliava. O meglio faceva il suo mestiere di critico che per definizione è imperfetto, assolutamente non infallible, spesso una pista falsa che vorrebbe imitare l'arte di cui parla.

La seconda.., anche prima valeva questa regola, o ipotesi, o caratteristica, fin dai tempi del muto. basti pensare al cane andaluso, o a Nascita di una Nazione, che sono rivoluzione estetica ancor prima di essere etico-morale.

La terza.., il cinema dovrebbe emanciparsi dalla critica, dalle sue vecchie/nuove categorie (jack ha sempre abitato l'Overlolok Hotel..) anche se di fatto si emancipa, dove la critica dovrebbe al massimo "servire" il cinema, per poi farsi da parte e non cercare di sostituirsi ad esso.

_________________
"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 16-09-2007 alle 17:09 ]

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 16-09-2007 17:17  
quote:
In data 2007-09-16 16:50, Tristam scrive:

quote:
In data 2007-09-16 16:31, Marienbad scrive:
Ormai la carrellata non è più questione di morale,



Magari è sempre una questione di morale, ma non è più la stessa cosa. Non ha più lo stesso valore, il cinema non avendo linguaggio non ha regole, se non per il momento in cui lo utilizza.




Il montaggio è il linguaggo muto del cinema, senza il qualevle immagini, non dico la storia, non avrebbero senso compiuto.
_________________
"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 16-09-2007 17:44  
si il montaggio è come la voce per l'oratore.
ma il montaggio non è il linguaggio. il montaggio fa il linguaggio e ogni linguaggio è un film. ovvero il linguaggio non esiste se non da film a film.

[ Questo messaggio è stato modificato da: Tristam il 16-09-2007 alle 17:44 ]

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Marienbad

Reg.: 17 Set 2004
Messaggi: 15905
Da: Genova (GE)
Inviato: 16-09-2007 18:31  
quote:
In data 2007-09-16 16:36, sandrix81 scrive:
quote:
In data 2007-09-16 16:31, Marienbad scrive:
Ormai la carrellata non è più questione di morale,

ma invece assolutamente sì, è il contesto che è cambiato




Questa è una frase che non significa nulla.

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Marienbad

Reg.: 17 Set 2004
Messaggi: 15905
Da: Genova (GE)
Inviato: 16-09-2007 18:43  
quote:
In data 2007-09-16 16:50, Tristam scrive:

quote:
In data 2007-09-16 16:31, Marienbad scrive:
Ormai la carrellata non è più questione di morale,



Magari è sempre una questione di morale, ma non è più la stessa cosa. Non ha più lo stesso valore, il cinema non avendo linguaggio non ha regole, se non per il momento in cui lo utilizza.

Ma forse non ci siamo capiti. delle regole non me ne frega un cazzo. Quando dico che la rivoluzione è in corso lo dico semplicemnte perchè ora il cinema è ad un livello di ricerca e di sperimentazione così intenso che non sostenerlo è veramente da ignoranti.




Ma sono d'accordo, abbiamo praticamente sostenuto la stessa cosa.
Ed è proprio in relazione a questo che la critica dovrebbe, se non altro, cercare di stare al passo con il cambiamento.
Impossibile dire cose sia oggi effettivamente cinema.
Quindi la carrellata non è più questione di morale perchè non c'è più morale. La morale appunto c'è ancora nella critica ma il cinema se ne è liberato (apparte qualche demente tipo Loach, ma questo è un altro discorso) e quindi non ha più senso costringerlo in tali schemi. Ci vuole un po' di umiltà quando si parla di cinema oggi, perchè è davvero diventato difficile districarsi nel labirinto di possibilità che il cinema offre.

La carrellata è una questione di lungimiranza, intuito, peconizzazione dell'azione e del possibile, quindi la carrellata è questione di immaginazione.. E' la maniera con cui il cinema ha superato le barriere da sempre imposte della censura fisica e morale.

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Inland Empire non l'ho visto e non mi piace

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Marienbad

Reg.: 17 Set 2004
Messaggi: 15905
Da: Genova (GE)
Inviato: 16-09-2007 18:44  
quote:
In data 2007-09-16 17:44, Tristam scrive:
si il montaggio è come la voce per l'oratore.
ma il montaggio non è il linguaggio. il montaggio fa il linguaggio e ogni linguaggio è un film. ovvero il linguaggio non esiste se non da film a film.

[ Questo messaggio è stato modificato da: Tristam il 16-09-2007 alle 17:44 ]



Ecco, questo è il punto su cui si fonda tutto il mio discorso.

_________________
Inland Empire non l'ho visto e non mi piace

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Marienbad

Reg.: 17 Set 2004
Messaggi: 15905
Da: Genova (GE)
Inviato: 16-09-2007 18:57  
quote:
In data 2007-09-16 17:02, AlZayd scrive:


La prima.., non lo è mi stato. E chi ci ha creduto che potesse esserlo sbagliava. O meglio faceva il suo mestiere di critico che per definizione è imperfetto, assolutamente non infallible, spesso una pista falsa che vorrebbe imitare l'arte di cui parla.

La seconda.., anche prima valeva questa regola, o ipotesi, o caratteristica, fin dai tempi del muto. basti pensare al cane andaluso, o a Nascita di una Nazione, che sono rivoluzione estetica ancor prima di essere etico-morale.

La terza.., il cinema dovrebbe emanciparsi dalla critica, dalle sue vecchie/nuove categorie (jack ha sempre abitato l'Overlolok Hotel..) anche se di fatto si emancipa, dove la critica dovrebbe al massimo "servire" il cinema, per poi farsi da parte e non cercare di sostituirsi ad esso.





Concordo. Parlavo appunto del percepire (il critico), non del fare (il regista)...
Comunque se un tempo un'affermazione simile era in un certo modo accettabile, oggi non ha più alcun senso caldeggiarla.

E comunque si, basta pensare a registi come Murnau per capire che il cinema era sempre stato pronto ad emanciparsi dalle questioni morali. L'ultima risata ne è un esempio lampante...

E infine credo che il cinema si sia emancipato anche dalla critica da un bel pezzo, è la critica che non vuole accettarlo e che ci mostra il cinema come non è.

Insomma, bisogna lasciarsi trasportare dal cinema e non guidarlo sui propri vecchi e arruginiti binari. Ma per lasciarsi trasportare bisogna tener conto del fatto che non è possibile sapere dove si andrà a finire.
La critica delle certezza è finita.
_________________
Inland Empire non l'ho visto e non mi piace

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nboidesign

Reg.: 18 Feb 2006
Messaggi: 4789
Da: Quartu Sant'Elena (CA)
Inviato: 16-09-2007 19:09  
direi che questo è uno dei topic più piacevoli che mi è capitato di leggere in questi giorni.
ma siccome non voglio che vi montiate la testa vi mando a fanculo tutti...






<font size=1> cmq la discussione è fica</font>

[ Questo messaggio è stato modificato da: nboidesign il 16-09-2007 alle 19:10 ]

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 16-09-2007 20:02  
quote:
In data 2007-09-16 18:57, Marienbad scrive:
La critica delle certezza è finita.


ma la critica della certezza non è mai iniziata, credere davvero che prima ci fosse la morale e oggi non più vuol dire non aver capito l'ondata critica di 50 anni fa, nè tutto quello che è venuto in seguito. ci credo che poi oggi lo studente del dams esce dal corso di bisoni e dice che la politica degli autori era un mucchio di stronzate.
certo che la carrellata è questione di morale, era valido 50 come 100 anni fa e allo stesso modo è valido oggi, ma sempre nella stessa misura in cui lo stesso godard non ha fatto che contraddirlo praticamente in ogni suo film. l'unica morale di cui è questione un film non può che essere quella del suo autore, e questa, pure in assenza di forme, di regole, di linguaggio, non può che essere l'unico metro, prima di costruzione, poi di analisi, di un film.
oggi questione di morale non può più essere un carrello a stringere sulla mano di una che crepa (questo intendevo con "è il contesto che è cambiato"), non può più essere un elemento formale proprio perché non c'è più forma, non può più esserci una regola proprio poiché la miriade di strade diverse intraprese dal cinema è sterminata.
si può solo prendere caso per caso, ognuno con la propria morale.



non ho idea di cos abbia scritto. nel caso faccio sparire tutto, quindi aspettate a rispondere insultandomi.

_________________
Murphy era un ottimista.

[ Questo messaggio è stato modificato da: sandrix81 il 16-09-2007 alle 20:03 ]

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Marienbad

Reg.: 17 Set 2004
Messaggi: 15905
Da: Genova (GE)
Inviato: 16-09-2007 20:17  
Non hai capito un cazzo del discorso o non hai letto attentamente.

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 16-09-2007 20:20  
più probabile la prima, ma anche lì le quote sono bassine.
_________________
Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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Valparaiso

Reg.: 21 Lug 2007
Messaggi: 4447
Da: Napoli (es)
Inviato: 16-09-2007 20:37  
quote:
In data 2007-09-16 14:57, Tristam scrive:
no. marien.
Forse non sapete, lo ignorate, che SS è una rivista. Non un sito di cinema.
Ha quindi una linea editoriale, perchè ci sono figure che mantengono un profilo critico che fende tutto e tutti, e che si muove tra limiti precisi.
Limiti per autodefinirsi, limiti per proporre un pensiero, una linea generale.

Io non ce l'ho tanto con il sig. Calzoni. Ce l'ho soprattutto con quella linea editoriale che ha rappresentato tanto per tutti nel tempo fino a oggi e ancora continua (dicevo sopra della mia stima).
In una rivista quando c'è una linea editoriale si gestiscono i film da fare recensire ai vari collaboratori... Ovviamente il collaboratore che non si deve preoccupare della linea editoriale deve però appoggiarla. Se non l'appoggia non pensa come pensa la rivista e non è adatto quindi a scriverci.

Se quindi capita che un redattore/collaboratore scrivendo male di un film che invece la rivista nella sua linea editoriale dovrebbe difendere allora c'è qualcosa che non torna.

Ora, chi parla male di Disturbia si rivedrà nel tempo, fate anche entro un anno, due. E ricredersi ci sta sempre e comunque. I film si possono sbagliare... ma purtroppo ricredersi in casa è una cosa, ricredersi su una rivista ne mina un pò le fondamenta. Così come viene minata la serietà della linea editoriale...
Tutto qua.



La (presunta) serietà di un sito o rivista online come Sentieri Selvaggi credo sia già andata definitivamente a puttane con la pubblicazione delle finte autobiografie ninodangiolesche dei personaggi di Spiderman 3.
Dopo un delirio del genere, rimane ben poco da salvare...

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Valparaiso

Reg.: 21 Lug 2007
Messaggi: 4447
Da: Napoli (es)
Inviato: 16-09-2007 21:19  
quote:
In data 2007-09-16 18:43, Marienbad scrive:
quote:
In data 2007-09-16 16:50, Tristam scrive:

quote:
In data 2007-09-16 16:31, Marienbad scrive:
Ormai la carrellata non è più questione di morale,



Magari è sempre una questione di morale, ma non è più la stessa cosa. Non ha più lo stesso valore, il cinema non avendo linguaggio non ha regole, se non per il momento in cui lo utilizza.

Ma forse non ci siamo capiti. delle regole non me ne frega un cazzo. Quando dico che la rivoluzione è in corso lo dico semplicemnte perchè ora il cinema è ad un livello di ricerca e di sperimentazione così intenso che non sostenerlo è veramente da ignoranti.




Ma sono d'accordo, abbiamo praticamente sostenuto la stessa cosa.
Ed è proprio in relazione a questo che la critica dovrebbe, se non altro, cercare di stare al passo con il cambiamento.
Impossibile dire cose sia oggi effettivamente cinema.


Il problema è che il cinema in sé stesso è morto, ed è stato ucciso e sostituito da una sorta di Mr.Ripley che è il suo simulacro digitale. La critica deve semplicemente adeguarsi a questa nuova realtà, che è l'uica rivoluzione vera in corso, e che nessuno sa ancora leggere. Anche perché questo cinema tende ad escludere la funzione e l'attività critica da parte dello spettatore, tende ad inglobarlo nello spettacolo stesso, e ciò ha determinato per il momento una sorta di eclissi della critica cinematografica.
Molto spesso lo spettatore sembra più attrezzato dei critici stessi a intepretare il nuovo staus dell'immagine, e la perdità conseguente dell'autorità della critica ne mina alle fondamenta la funzione culturale.

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 16-09-2007 21:56  
quote:
In data 2007-09-16 17:44, Tristam scrive:
si il montaggio è come la voce per l'oratore.
ma il montaggio non è il linguaggio. il montaggio fa il linguaggio e ogni linguaggio è un film. ovvero il linguaggio non esiste se non da film a film.

[ Questo messaggio è stato modificato da: Tristam il 16-09-2007 alle 17:44 ]



Si, il montaggio è lo stile, o fa lo stile, pardon.., il linguaggio: linguaggio dello stile, stile del linguaggio.., sfumature, anche importanti, a parte, siamo lì.
Per ricondurre la critica alle ragioni profonde del cinema, occorre si abbandonare i vecchi criteri di valutazione (i quai furono moderni) facendo però anche attenzione alle troppo spesso spericolate accellerazioni critiche "moderniste" (che diventeranno fatalmente antiche) che finiscono spesso per riproporre l'usato gioco degli schematismi, delle codifiche, delle certezze inamovibili, pur con approcci alla materia diversificati rispetto alla tradizione. Vero che ogni film abbia le sue specifiche caratteristiche, e che la critica dovrebbe valutare da film a film, ma esistono, a mio avviso, i comuni denominatori della riconoscibilità dei linguaggi, oggettivanti, per convenzione, esperienze comuni, storia vissuta insieme. Ciò vale per tutte le arti. Esiste l'immaginario collettivo, un prezioso, direi poetico patrimonio di esperienze psichiche e culturali unificanti, e perchè no?, rassicuranti, che sarebbe un peccato disperdere, che di fatto è assai improbabile, se non impossibile, si disperdano. Il film di Murnau opportunamente citato da Marien, in aggiunta ai titoli da me ricordati, e se ne potrebbero contemplare a iosa, furono moderni e seguitano a rapresentare la quintessenza della modernità, con o senza l'ausilio della critica. Ci sono film appena sfornati che hanno il sapore della muffa, film del tempo del cucco che hanno la stessa fraganza del pane appena fatto. Un film non è dunque nè antico nè moderno, come accade in ogni territorio dell'arte in cui è assolutamente vietato parlare di dimensone temporale, un film è bello o brutto. La critica risponde e spesso soccombe alle categorie, anche quando è giovane è come se fosse stata sempre vecchia. Ecco perchè l'approccio critico a mio avviso non potrà mai essere univoco, definitivo, oggettivo. La sua transitorietà è per così dire il suo principale motivo di affanno. E allora la soluzione diventa la letteratura, ovvero scrivere di cinema lasciando trasparire la propria esperienza spettatoriale e più in generale esistenziale. Sia chiaro che non sto auspicando l'autoreferenzialismo. Sempre Marien citava "300". Quando lessi la recensione di Tristam non ho badato affatto al giudizo finale, di merito, bello, brutto, da 5 o da 8... (anche perchè tali indicazioni propro non esistono), ma alla sua "letteratura", alle sue parole "nervose", al ritmo interiore delle ellissi e metafore "visive", che nel parlare di corpo prendevano esse stesse corpo e vita... Stessa cosa mi è capitato con la recensione di Letters... di eastwood, film che tuttavia non mi è piaciuto e che non per questo rinnego il fatto di aver goduto, per analoghi motivi, durante la lettura del pezzo di Mattia.

Per dire che se poi un film è bello e brutto - e 300, valutato di per se, isolatamente, quantunque non sia particolarmente attratto dal "genere", mi è molto piaciuto, mentre l'altro no -, è cosa che va scoperta in proprio.

[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 16-09-2007 alle 22:07 ]

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