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Autore Strade Perdute....
zacrage

Reg.: 15 Feb 2004
Messaggi: 308
Da: iglesias (CA)
Inviato: 29-06-2004 19:40  
Ho letto il tuo post in spoiler. D'accordo con la tua l'interpretazione..interessante la parte sul winkie come punto di contatto sogno realtà, non ci avevo fatto particolare caso..
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MrSambora

Reg.: 30 Giu 2004
Messaggi: 2
Da: Paderno Dugnano (MI)
Inviato: 30-06-2004 13:02  
Considero Mulholland il compendio di tutti gli elementi, i significati, i significanti, i personaggi e gli intrecci narrativi fino ad allora presentati singolarmente attraverso i precendeti film di Lynch.

In quasi tutti i film di Lynch possiamo trovare elementi in comune con un'altro suo film, ma in Mulholland credo che Lynch, non sò se volontariamente o meno, racchiuda tutti gli elementi dei suoi film precedenti.

Non stò ora a farvi un'analisi dettagliata, anche perchè sarebbe senz'altro molto lunga e purtroppo a malincuore non avrei nemmeno il tempo in questo momento, ma volevo cmq invitarvi a riflettere su questa mia considerazione e nel caso sapere il vostro parere.

ciao a tutti...Mauro

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Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
Messaggi: 11216
Da: roma (RM)
Inviato: 30-06-2004 22:26  
non posso darti torto
anche se penso che non sia stato un processo consapevole
sia solo il punto d'arrivo (e spero d'una nuova partenza) di una maturazione artistica
_________________
"Verrà un giorno in cui spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate"

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Jeriko

Reg.: 04 Dic 2003
Messaggi: 224
Da: Legnano (MI)
Inviato: 14-08-2004 20:03  
Rivisto recentemente in dvd ed ecco alcune impressioni in ordine sparso:

1)Il film nel complesso mi è molto piaciuto, un gran bel dark-movie con un tocco registico e visionario di grande stile e creatività.

2)E' strano guardarlo dopo aver visto mulholland drive. La struttura dei 2 film, e il modo di disorientare con essa lo spettatore da parte di Lynch è quasi simile nelle 2 pellicole. Come per m.d., strade perdute andrebbe rivisto almeno un paio di volte per coglierne appieno tutte le sfumature.

3)Sono contento che anche se losh highway non sia uscito nei cinema italiani, la cg abbia deciso di far uscire lo stesso una discreta versione italiana in dvd con extra ed ester eggs interessanti. Avrebbe potuto fare la fine di "eraserhead"....

4)Una cosa che non mi è piaciuta è l'utilizzo di alcuni commenti sonori scelti da Lynch per il film. Da un musicista capace di creare atmosfere suggestive come lui mi aspettavo qualcosa di più che brani di Ramnstein o Marilyn Manson! Questo è un parere del tutto personale.

5)Non male l'interpretazione che ha cercato di dare Fabrizio Colamartino, alcune cose che ha scritto sono davvero interessanti.
X Quilty: questo Colamartino ha una mail, o un sito sul quale scrive? Mi piacerebbe contattarlo.

6)Non sono d'accordo con le critiche a Pullman o Arquette. Secondo me Lynch è riuscito a tirar fuori delle grandi cose da questi attori non proprio noti per brillanti ruoli.

7)Spero che prima o poi escano delle versioni di L.H. e M.D. con il commento audio di David Lynch. Mai come per altri film desidererei una cosa del genere!








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Il mio sogno ricorrente è quello di fondare una sorta di collettivo con persone che stanno imparando a lavorare con il cinema spinti da una forte PASSIONE per questa stupenda arte!

[ Questo messaggio è stato modificato da: Jeriko il 14-08-2004 alle 20:12 ]

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70gn3z


Reg.: 31 Mag 2003
Messaggi: 1669
Da: italia (VR)
Inviato: 04-04-2005 19:52  
quote:
In data 2004-08-14 20:03, Jeriko scrive:
3)Sono contento che anche se losh highway non sia uscito nei cinema italiani, la cg abbia deciso di far uscire lo stesso una discreta versione italiana in dvd con extra ed ester eggs interessanti. Avrebbe potuto fare la fine di "eraserhead"....


[ Questo messaggio è stato modificato da: Jeriko il 14-08-2004 alle 20:12 ]



Ankio ho la versione italiana in dvd, cm trovo questi ester eggs ?!
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"Siete soltanto la canticchiante e danzante merda del mondo"

IL MONDO E' BELLO PERKE' VARIO!

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donnie84

Reg.: 27 Ago 2004
Messaggi: 781
Da: Marsala (TP)
Inviato: 26-03-2006 13:52  
LOST HIGHWAY – La strada perduta della ragione.

A mio modesto parere David Lynch è sicuramente il regista più coraggioso ed innovativo dei nostri giorni. Non ha paura di non fare film commerciali, pellicole che saranno difficili da comprendere a certa gente abituata a esplosioni e sparatorie o a commedie da cervello in conserva.

Detto questo la critica che si potrebbe muovere al film in questione scaturirebbe dal fatto che una spiegazione logica non si può trovare, o almeno una spiegazione lineare, convenzionale. Sì, perché la trama non riconduce alla fine di un puzzle come succede con Mulholland Drive ma è un loop di contraddizioni e di situazioni che spiazzano lo spettatore, quasi (come scrive il Mereghetti) prendendosi gioco di lui.

Possibili Spoiler

Un autostrada tipica americana. Titoli di testa.
Fred suona il sax tenore. Ha una moglie eccezionalmente bella che si chiama Renee con cui condivide il talamo nuziale, ma con cui (apparentemente) non si trova molto bene. Sarà la crisi post matrimoniale o qualcosa di più sinistro che lo tormenta? Suona il citofono. Una voce avverte Fred che Dick Laurent è morto. Fa l’amore con sua moglie; è sconvolto, trema. Non perché ha paura, ma perché sente qualcosa.
Nel frattempo arrivano delle videocassette in cui si vede la casa dei coniugi, dapprima solo da fuori, in seguito anche da dentro. Vengono chiamati due detective. Non ci si raccapezzano nemmeno loro.
Ad una festa Fred incontra uno strano tipo il quale ritiene di averlo conosciuto ma Fred non si ricorda minimamente di lui. Ha un viso particolarissimo, inquietante. Impossibile non ricordarselo se lo si è incontrato prima. L’uomo del mistero esorta il nostro spaesato amico a telefonare a casa sua; come prova della loro conoscenza dice che risponderà lui. Ed effettivamente così è. Fred a questo punto, spaesato e impaurito scappa dalla festa e torna a casa. Non trova nessuno. Solo la propria immagine riflessa in uno specchio.
Arriva un’altra cassetta. Immagini chiarissime nella loro confusione. E il cuore si ferma. Sia quello dello spettatore sia quello di Fred che si ritrova accusato di omicidio prima e condannato a morte poco dopo.
In cella avviene l’impensabile. Una mattina non v’è più il condannato in cella ma un ignaro ragazzo ventiquattrenne, ovviamente in stato di shock. Il ragazzo viene rilasciato. Si chiama Pete e fa il meccanico. Uno dei clienti dell’officina è un ricco signore sulla sessantina. Ha una Mercedes da 1400 cavalli e non sopporta la gente che non rispetta il codice della strada. La sua apparente tranquillità si trasforma in pazzia poco dopo. L’indomani l’uomo torna all’officina con una Cadillac Eldorado. Sul sedile del passeggero c’è una bellissima ragazza, sosia perfetta di Renee, la moglie di Fred, con l’unica differenza che Alice veste chiaro e ha i capelli platino, mentre l’altra era l’opposto cromatico. Il ragazzo se ne infatua immediatamente; cominciano una relazione che arriva quasi repentinamente ad un triste epilogo. Mr. Eddie (così si chiama il pazzo bonario con cui sta la ragazza) scopre la tresca e Pete viene minacciato egregiamente dall’uomo del mistero che Fred aveva incontrato alla festa.
Secondo Alice l’unico modo per salvarsi è derubare Andy, un ricco ragazzo che conosceva anche Renee e nella cui casa vi è una foto di Renee e Alice con Mr. Eddie e Andy. Durante la rapina il ragazzo muore e così Pete scappa con la sua bella in direzione di un capanno nel deserto. Lì cosumano il loro ultimo amplesso. Ma alla fine la ragazza si dimostra quello che non era. Pete ridiventa Fred e appare l’uomo del mistero. Fred rapisce Mr. Eddie che ha una relazione con Renee ed insieme all’uomo del mistero lo uccide.
Alla fine Fred va a casa sua, citofona e dice che Dick Laurent è morto. Dick è proprio Mr. Eddie. A questo punto, incalzato dalla polizia, scappa per l’autostrada, l’autostrada della vita. E ancora una volta assistiamo ad un principio di metamorfosi.


Mi scuso per la lunghezza, ma in un film del genere è impossibile ridurre la trama a poche righe e anche buttata giù così banalizza (e non poco) la pellicola.

Come già accennato, apparentemente non c’è un filo logico che può essere ricostruito ma noi spettatori a cui piace impegnarsi e far fumare i nostri cervelli possiamo cercare di dare un indirizzo sistematico.
Potrebbe essere la realtà guardata in prima persona dagli occhi di uno psicopatico oppure un semplice sogno (in parte) condito da parte di realtà.
Per me è un viaggio mentale di una persona psichicamente disturbata che inizia poco dopo le fasi iniziali, prima dell’omicidio e finisce quando riappare Fred. È la malattia di un uomo accecato dalla gelosia per una moglie che forse è troppo per lui e che lo tradisce. L’uomo probabilmente ha un presentimento riguardo alla non integrità morale della consorte e ciò è probabilmente dato dal fatto che quando li vediamo assieme nel primo amplesso, Fred trema ed è inspiegabilmente spaventato. Forse ha sentito qualcosa di sinistro. Si ricrea quindi un’identità, giovane e forte con la quale può instaurare un rapporto con una donna che fisicamente è identica alla donna che crede di amare; relazione che non solo naufraga, ma che lo ferisce profondamente. Se nella prima parte l’ipotetico tradimento era sessuale e nascosto, nella seconda il tradimento è fisico, sfacciato.
Fred torna alla (sua) realtà. Uccide Dick con l’aiuto dell’uomo del mistero che nel “viaggio mentale” è amico di Mr. Eddie e il possibile futuro assassino del ragazzo. L’uomo dalla faccia bianca potrebbe essere un alter ego, una persona immaginaria creata da Fred dato che spunta dal nulla ed ha il dono dell’ubiquità.
Spesso il protagonista entra ed esce dall’autostrada della vita, dal sentiero principale che non si sa dove porta e che è anche il vettore della sanità mentale. E l’autostrada in questione è lastricata dei mattoni dorati tanto cari a Lynch che compongono la strada che porta ad Oz e nominati più di una volta in Cuore Selvaggio (riferimenti persi nell’odioso doppiaggio italico).

Lynch è l’unico autore moderno che riesce ad incutermi un profondo terrore proprio perché esplora con morbosità e incredibile mestiere le Fosse delle Marianne della mente. Non è necessario banalizzare le paure trasformandole in spettri, mostri o terribili assassini e questo il regista lo sa. In questo film più che mai il suono gioca una componente fondamentale per accentuare il senso di angoscia di colui che guarda il film. E non parlo dei soliti “botti” al momento giusto. Basta un trillo di telefono, un gracchiare di una traccia audio, un soffio di vento. Tutto è perfetto e niente è lasciato al caso. E anche se la mia interpretazione è completamente errata almeno la pellicola mi ha fatto ragionare, ha cercato di farmi trovare un punto di congiunzione. Se non ci sono riuscito non importa. Quello di cui sono certo è che la storia in se per sé non può essere ricondotta ad un plot lineare e data l’assoluta perfezione di regia, caratterizzazione dei personaggi, fotografia suggestiva, sonoro eccezionale, è un qualcosa che passa in secondo piano.

Menzione agli interpreti di secondo piano in particolare a Richard Pryor e a Jack Nance.
_________________
la mia collezione:

http://www.intervocative.com/DVDCollection.aspx/donniedarko84

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trelkowski

Reg.: 09 Mar 2006
Messaggi: 107
Da: palermo (PA)
Inviato: 07-04-2006 16:27  
VOTO 9

_________________
Dick Laurant è morto

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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 13-04-2006 16:15  
LOST HIGHWAY di David Lynch (la strada perduta di una seconda possibilità)

“Forse volevi parlarmi, volevi chiedermi perché?”

Nel 1997, dopo quattro anni dal precedente film Fuoco cammina con me! accolto a pernacchie a Cannes, Lynch sfida sé stesso e l’estabilishment cinematografico, riversando angosce e fughe psicogene in Lost Highway. Il film è a mio avviso una delle più alte vette artistiche raggiunte da David Lynch nel corso della sua carriera e rappresenta uno splendido preludio all’altro incubo psicogeno che è Mulholland Drive (2001).
Giudicato dai più astruso, incomprensibile e manieristico il film invece è denso di tranelli e porte d’uscita, rimandi diabolici e colpi di genio, richiami finissimi e visioni folli e deformate come in un quadro di Francis Bacon.
La trama potrebbe essere in realtà riassunta molto semplicemente: un uomo Fred Madison (un Bill Pullman assolutamente compreso nel ruolo) sax tenore nel club Luna Lounge (e quando suona sembra davvero fare l’amore con lo strumento musicale) comincia a sospettare di tradimento la inquietissima quanto trascurata mogliettina bruna Renee (Patricia Arquette sensuale e torbida) e sconvolto dalla gelosia (I’m deranged canta David Bowie nei titoli di testa) uccide l’amante della moglie (Big) Dick Laurent prelevandolo dal Lost highway Hotel (luogo dei congressi carnali della fedigrafa Arquette) e massacra la moglie a casa. Beccato dalla polizia dopo un lungo inseguimento notturno nel deserto, rinchiuso nel braccio della morte si inventa, per fuggire alla scarica elettrica, una seconda possibilità, una seconda possibile vita (fuga psicogena secondo i trattati di psichiatria) nel quale ridiventa un giovanissimo meccanico Pete Dayton (ex ladro d’auto) con fidanzata ossessiva Sheila e genitori apprensivi molto “americani”. Ma anche questa seconda vita gli viene incasinata dalla pupattola bionda Alice (ancora una maialona Arquette stavolta platinata), moglie del boss EdDIE Laurent, coinvolta in un perverso gioco di orge e snuff movie insieme all’amico Andy (pure suo amante) e al boss Eddie che prova per lei una attrazione malata.

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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 13-04-2006 16:15  
Non è difficile intravedere il sottile gioco di David Lynch nell’imbastire questa seconda vita secondo i desideri repressi di Fred Madison. In effetti (come accadrà ancora più ferocemente in Mulholland Drive) tutte le situazioni vengono rovesciate: nella trasformazione in Pete, Fred riesce a soddisfare finalmente il suo ego sessuale, scopando contemporaneamente Sheila e Alice (mentre nella vita reale aveva una clamorosa defaiance con la conturbante Reneè), essendo lui l’amante della bionda di Laurant e non Laurant l’amante di sua moglie, odiando vistosamente il suono vetusto del saxofone (notate come l’anziano meccanico nell’officina gli faccia notare come a lui quella musica piace), e,traviato dal gioco perverso di Alice, punendo Andy (Andy, l’unico che sembra salvarsi dalla carneficina nella vita reale ma che è comunque guardato con sospetto da Fred alla festa, per l’eccessiva familiarità e confidenza con la moglie Reneè) e cercando finalmente di possedere la vera essenza di questo fantomatico animale donna che gli sfugge. E ancora l’uomo misterioso Robert Blake figura maligna e mostro sub cosciente che emerge col sonno della ragione (e con l’oscurità) mentre nella vita di Pete appare a fianco del malvagio boss EdDIE Laurant (in una telefonata a tre memorabile e angosciante, che fa riemergere il rimosso in Pete-Fred), nella vita reale di Fred si materializza nel momento in cui la crisi d’identità di Fred diventa delirio psicotico e conseguentemente omicidio e uxoricidio in stato di trance maniacale. Robert Blake dice una frase chiave rivolgendosi al nostro Fred: “Sei tu che mi hai invitato” e non dobbiamo sorprenderci se Fred tende a sostituire gli accadimenti reali con i prodotti della sua memoria perché, come ammette lui stesso “il modo in cui io ricordo le cose non è necessariamente coincidente al modo in cui sono realmente accadute”. Inoltre il primo videotape anonimo che gli viene recapitato sui gradini di casa (ma potrebbe essere anche una cassetta smarrita da un agente immobiliare) genera nella mente malata di Fred altre due cassette anonime frutto della sua immaginazione che rappresentano il tramutarsi di una minaccia outside (l’essere spiati da qualcuno da fuori, il latrato incessante di un cane) in una minaccia inside, dentro questo inferno rappresentato dalle rosse e nere pareti di casa Madison, con il retrobottega di una camera dell’inconscio naturalmente insonorizzata, vera sacca primordiale, rifugio amniotico.

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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 13-04-2006 16:16  
Nella prima parte il film pur lento, tiene desta l’ attenzione dello spettatore con la decontestualizzazione di certe situazioni apparentemente normali. Il lento deterioramento del rapporto tra marito e moglie trova maggiore (in )espressione nei silenzi tra i due e nelle mezze frasi che sembrano epitaffi tombali di un matrimonio ormai vaporizzato. “Mi piace ridere” dice Reneè ma gli occhi di Fred che la seguono nei suoi ammiccamenti con Andy si fermano alla scritta “exit”, come fosse già pronto per il grande trip dentro la sua mente, che cancella il reale e disegna il ricordo “a modo suo” senza più pacche umilianti sulle spalle dopo l’ennesimo flop a letto. Reneè è ormai un ricordo sdoppiato, lontana fisicamente e spiritualmente, e Fred non c’è più (“Fred dove sei?”) perché al suo posto è emersa l’immagine dell’inconscio, come in un sogno del quale non riusciamo più a distinguere il vero dal falso, il biondo dal bruno, il male dal bene (“Eri tu, ma non eri tu…”).
Il mostro uccide e poi cancella dalla mente l’evento (e la prigione, e la sedia elettrica) e si inventa una rinascita, finalmente giovane, bello, che guarda il mondo da una staccionata con gli occhi di un neonato, che riposa in uno scenario da Blue Velvet con imancabile staccionata bianco brillante e verde prato, che si occupa delle macchine riuscendo a fare diagnosi dalle anomalie dei rumori di un motore. Ma per quanto cerchiamo di rimuovere il senso di colpa, esso ci fa ricadere nell’errore.
EdDIE, il boss mafioso, in una delle scene più tarantiniane del film insegna a un malcapitato automobilista cosa significhi mantenere la distanza di sicurezza sulla strada. Ma il giovane meccanico Pete Dayton non mantiene la dovuta distanza dalla donna fatale Alice-Reneè il cui alone diabolico è evidenziato da un sottofondo rock inquietante (Marylin Mason, Smashing Pumpkins).
Quando Pete entra nella casa di Andy il sottofondo musicale (agghiacciante) e il colore blu dominante trasformano l’atmosfera in una specie di crocevia dell’inferno e il filmino porno proiettato all’infinito (con la Arquette posseduta more ferarum) fa da controcampo alla bella Alice che chinata cerca soldi e oggetti preziosi sul cadavere di Andy. Questo nodo del film risulta fondamentale perché osservando la fotografia con Andy Eddie-Dick Reneè e Alice Pete ha il cosiddetto momento di lucidità e rivive per un momento al piano di sopra l’incubo del tradimento scoperto dietro la porta di una stanza del Lost Highway Hotel (“forse volevi parlarmi, volevi chiedermi perché?”). La fuga nel deserto dei due con tanto di congresso carnale alla Zabriskie Point (sotto il fascio di luce dei fari della macchina) è l’ultimo atto. Anche sotto le schizofreniche spoglie di Pete, Andy si sente dire da Alice-Reneè:”Non mi avrai mai….”. Fred ritorna Fred (“Dov’eri Fred?) e rivive il momento della scoperta dell’adulterio e l’assassinio di Dick. Tutto viene avvolto dalle fiamme della perdizione e registrato nella telecamera portatile del nostro inconscio, lì dove giace il senso reale degli avvenimenti e tutti i desideri frustrati.
Resta lo sbigottimento di un uomo in caduta libera verso la strada perduta della sua sanità mentale, che osserva il senso stravolto delle cose e l’incapacità a spiegare gran parte degli errori e delle cadute degli esseri umani. Inutile capire, Fred. Oltre il danno, la atroce beffa tutta racchiusa nella frase manifesto:“Forse volevi parlarmi, volevi chiedermi perché?”.
Il cerchio si chiude con Fred che parla a sé stesso al citofono (la vendetta è compiuta) e con la musica di David Bowie che scorre sulla linea gialla di una strada senza più vie di fuga, senza ritorno. Fred Madison è morto (come Dick Laurant) deformato come in un quadro di Bacon, folgorato dalle scosse della sedia elettrica.
NO EXIT .

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 13-04-2006 16:17  
non ho ben capito se è un doppio o no
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Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 13-04-2006 16:29  
Non riesco più a rientrare nel mio vecchio Schizo.
Sono sempre io lo giuro!
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True love waits...

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 13-04-2006 16:30  
si vede dalle vaccate che scrivi
_________________
Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 13-04-2006 16:31  
AAAAAAAAARGH



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cabal22

Reg.: 15 Mar 2006
Messaggi: 2812
Da: Livorno (LI)
Inviato: 13-04-2006 16:55  
Questo film l'ho visto per la prima volta ieri sera e, pur trovandolo più chiaro di Mulholland Drive, non ci avevo capito quasi nulla. Ti ringrazio quindi moltissimo per la spiegazione: hai davvero ricomposto i pezzi del puzzle che vagavano senza meta nella mia testa al riguardo.

Ora mi spiegheresti Mulholland Drive?

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