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Autore The Black Dahlia - >De Palma
gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 02-10-2006 09:51  
quel personaggio c'è per quanto è utile allo sviluppo narrativo della storia. Se uno vuole una storia epr ogni perosnaggio, una spiegazione epr ogni cosa, si vede un reality show. Il cienma è fatto di sintesi.
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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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mescal

Reg.: 22 Lug 2006
Messaggi: 4695
Da: napoli (NA)
Inviato: 02-10-2006 09:56  


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Skualo

Reg.: 01 Mag 2005
Messaggi: 758
Da: Venezia (VE)
Inviato: 02-10-2006 10:38  
X Mescal

Intanto ti ringrazio per i tuoi appunti che credimi, per me sono molto importanti: adoro discutere di queste tematiche, per quanto, e lo sottolineo, non abbia ancora la maturità necessaria per elaborare una recensione "obiettiva" (che mi soddisfi) soltanto dopo una singola visione. Ma sto affinando la cosa.

1) Hai ragione sulla filmografia DePalmiana: scrivendo il termine "gli esordi" ho sbagliato clamorosamente, dato che intendevo dire l'inizio di opere veramente significative (almeno per me).

2) Non ho detto che il senso (e quindi il toto) di quel piano sequenza in travelling sia unicamente quello; se leggi bene vedi che mi riallacciavo al discorso del "Mc Guffin" e da lì ho supportato la cosa con quel particolare esempio. C'è molto altro in quel tocco raffinato di regia. Hai confuso la parte con il tutto, cosa che a me non sembrava di aver fatto.

3)Il discorso "omicidio Dhalia" e Mc Guffin: sarebbe interessante approfondire. E' il motore, il catalizzatore della storia, della sceneggiatura appunto, quello si, ma ribadisco che ha poca rilevanza oltre a questo.

Prendi "Notorius" di Hitchcock. Per me l'omicidio della Dahlia ha la stessa rilevanza della bottiglia contenente la polvere d'uranio: niente di meno, niente di più.

3)Per quanto riguarda la mia asserzione riguardante "Vertigo", hai ragione , qui è il cuore a parlare. Tuttavia te ne concedo mezza, perchè io in questo De Palma ho visto veramente un suo personalissimo "Vertigo". Che possa essere paragonato al "Vertigo" del maestro inglese, quello no, ma non pensavo si fosse capito questo.



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mescal

Reg.: 22 Lug 2006
Messaggi: 4695
Da: napoli (NA)
Inviato: 02-10-2006 11:12  


[ Questo messaggio è stato modificato da: mescal il 05-10-2006 alle 16:11 ]

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Skualo

Reg.: 01 Mag 2005
Messaggi: 758
Da: Venezia (VE)
Inviato: 02-10-2006 12:54  
Ecco vedi Mescal, tu dai eccessiva importanza alla sceneggiatura ed al romanzo di Elroy da cui è tratto, ma ciò rispecchia il tuo personale modo di vedere un film e lo rispetto.

Se mi interessa il libro, leggo il libro.
Se mi interessa il film, GUARDO il film.

Le due cose per me sono completamente scisse.

Il libro non mi interessa, semmai l'adattamento che in quanto tale può permettersi anche "improbabili" voli pindarici. Ricordo sempre l'adattamento che Kubrick fece di "The Shining" (romanzo) di Stephen King (che io considero autoruccolo di best sellers e nulla più, altro che maestro del brivido come qualcuno asserisce). Kubrick estrapolò soltanto ciò che gli interessava, e difatti ne è uscito il capolavoro labirintico che tutti conosciamo. Non a caso King manifestò tutta la sua totale insoddisfazione verso il film, questo a dimostrazione della sua completa imbecillità. Kubrick aveva preso un seme gettato a casaccio da King trasformandolo in una sequoia. Ma chi è miope non è in grado di vedere.

Il romanzo di Elroy non l'ho letto. Forse lo leggerò ma non mi serve farlo prima di cimentarmi alla visione di "The Black Dahlia". Assolutamente.

I miei giudizi sul film prescindono completamente dall'opera di Elroy. Sbagliato? Forse, ma dimostrami il contrario. Se le ossessioni di Elroy sono distanti da quelle del regista come affermi, non si può dire che sia cosa negativa o positiva. Perchè De Palma dovrebbe (foto)copiare le sensazioni altrui?
Che senso ha paragonare le due opere (letteraria e filmica). Trovami un senso, perchè io non ne vedo.
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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 02-10-2006 13:32  
quote:
In data 2006-10-02 09:54, stefano76 scrive:
Mah...Sarà che dopo aver letto il libro io mi aspettavo un lavoro di De Palma con i fiochhi.




Ritengo che l'errore di fondo risieda in questa fallace aspettativa che distorce le prospettive. Si finisce per raccogliere cicoria mentre si è convinti di essere nel bosco a caccia di funghi... Libero ovviamente di dire che la Dalia non ti sia piaciuta (magari argomentando un po' meglio e più a proposito), ma, basato su tali instabili argomenti e presupposti, tutto l'apparato "critico" è destinato fatalmente a crollare. Per quanto mi riguarda. Mai paragonare il film al libro. Qualcuno lo ha già detto meglio di me, quindi mi fermo.


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Skualo

Reg.: 01 Mag 2005
Messaggi: 758
Da: Venezia (VE)
Inviato: 02-10-2006 15:46  
[quote]In data 2006-10-02 13:03, mescal scrive
quote:

in questo caso De Palma non ha fatto un film di De Palma... si è limitato a porre un serie di "note a margine", ma sostanzialmente stavolta è stato più che altro un prestatore d'opera...



Stai sottovalutando clamorosamente De Palma. Quest'opera non ti ha certo colpito, l'abbiamo capito, ma dipingere De Palma come un semplice manovale che dirige un film per "sbarcare il lunario", accontentandosi di inserire pochi spruzzi di suo (per rifarsi alla metafora pittorica già introdotta), questo no.

Poi quando affermi
quote:

credo che le ossessioni di Ellroy siano troppo distanti da quelle del regista, per cui egli si è più che altro adattato a un lavoro da bravo illustratore, facendo affiorare qua è là il proprio stile e piantando qualche "bandierina" d'autore.

dimostri più che altro un naturale sfogo di fronte forse a delle tue aspettative disattese.

Dai cazzo, come si fa a pensare questo di De Palma.... un prestatore d'opera

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[ Questo messaggio è stato modificato da: Skualo il 02-10-2006 alle 15:49 ]

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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 02-10-2006 16:01  
quote:
In data 2006-10-02 15:51, PaTbAteMaN scrive:
Qua ad esempio sembri difendere DePalma regista assoluto e non il DePalma di Black Dalia...




C'è differenza? A me non sembra.
Adesso, prima di cadere nella politica degli autori, è necessario pensare che un regista come de palma non è un esordiente. Quindi non solo sarebbe giusto giudicare un lavoro in funzioni degli altri, ma anche vedere il film come parte di un discorso più ampio. In questo senso la Dalia è un film e una parte di un film. Non si può rimanere delusi da De palma proprio perchè prespposti morali del suo cinema sono sempre gli stessi e ancor più ben conosciuto.
Il raggio di azione del suo cinema può quindi variari di diversi gradi, ma il campo è sempre lo stesso da parecchi anni a questa parte. Cosa geniale e affascinante perchè De palma sembra uscire dalle storie che racconta come un uomo da un cespugli di rovi. A me viene in mente questa immagine ogni volta che vedo un film di De Palma, per questo credo che il suo cinema sia un cinema serio e maturo sempre, al di là di alcune risoluzioni narrative o personaggi che mancano di vita.
A me sembra il Fantasma del Palcoscenico redivivo e adattato a 30 anni di lavoro proprio perchè come in quel film (a parte il triangolo amoroso e i vari vicoli ciechi) ciò che importa è l'affresco dei colori non tanto quanto bene sono definite le linee, che eppure lo sono.
_________________
"C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 02-10-2006 16:59  
quote:
In data 2006-10-02 16:47, mescal scrive:
quote:
In data 2006-10-02 16:17, Skualo scrive:
quote:
In data 2006-10-02 16:04, mescal scrive:
ribadisco. ti piaccia o meno, è la mia valutazione.



Guarda, per me discutere con te è stato molto costruttivo, e la tua personale opinione è rispettabilissima e la rispetto.

Mi spiace vedere dalla tua infelice uscita sulla lingua italiana che sei un po' permaloso, ma va bene lo stesso. Tirare in ballo la semantica può rivelarsi un boomerang.



aspè, avevo un'altra risposta ma si è sfasciata la connessione...

quote:
In data 2006-10-02 16:08, Skualo scrive:
quote:
In data 2006-10-02 15:51, PaTbAteMaN scrive:

Di certo posso mettermi nel club delle attese deluse, e probabilmente questo ha influito sulla mia visione dell'opera, ma sei certo che tu dal tuo canto non abbia un adorazione eccessiva per il regista e che quantomeno ti abbia influenzato in questa tua apologia?
Qua ad esempio sembri difendere DePalma regista assoluto e non il DePalma di Black Dalia...



Guarda si cerca sempre di liberarsi da pregiudizi e preconcetti, ma non sempre è facile. Ti rispondo che senz'altro la mia personale idea di De Palma ha influito su ciò che ho scritto, ma ho già detto che mi è impossibile essere obiettivo come vorrei dopo una visione soltanto. Come vedi so dimostrare anche umiltà, qua non esistono critici assoluti d'essai come alcuni affermano. Si discute solo per scambiare opinioni. Chi se la prende, si offende o quant'altro (ammesso che non ci siano offese gratuite e personali) per me puo' anche essere ignorato.

Il De Palma di "The Black Dahlia" l'ho già difeso diversi posts più in alto, poi senti, non è mio scopo far cambiare idea a nessuno.
Non mi sembra di aver fatto nessun apologia. Ho soltanto cercato di argomentare le mie opnioni.



ma non è un capolavoro...
Omicidio in diretta lo era, non questo...



Per me, se vogliamo provare a mettere i voti, vale un 8 e 1/2; se fosse stato un capolavoro non avrei esitato a mettere un 10. Detto in generale, non si vive di soli capolavori. Eppure in Omicidio in diretta si vedonmo troppo le tecniche; ho trovato la mano della dalia decisamente più morbida con un bisturi capace di tagli sottili.., senza sangue.., che resta tutto da intuire.
Non un capolavoro ma poco ci manca.
_________________
"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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mescal

Reg.: 22 Lug 2006
Messaggi: 4695
Da: napoli (NA)
Inviato: 02-10-2006 17:24  
quote:
In data 2006-10-02 16:59, AlZayd scrive:
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In data 2006-10-02 16:47, mescal scrive:
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In data 2006-10-02 16:17, Skualo scrive:
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In data 2006-10-02 16:04, mescal scrive:
ribadisco. ti piaccia o meno, è la mia valutazione.



Guarda, per me discutere con te è stato molto costruttivo, e la tua personale opinione è rispettabilissima e la rispetto.

Mi spiace vedere dalla tua infelice uscita sulla lingua italiana che sei un po' permaloso, ma va bene lo stesso. Tirare in ballo la semantica può rivelarsi un boomerang.



aspè, avevo un'altra risposta ma si è sfasciata la connessione...

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In data 2006-10-02 16:08, Skualo scrive:
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In data 2006-10-02 15:51, PaTbAteMaN scrive:

Di certo posso mettermi nel club delle attese deluse, e probabilmente questo ha influito sulla mia visione dell'opera, ma sei certo che tu dal tuo canto non abbia un adorazione eccessiva per il regista e che quantomeno ti abbia influenzato in questa tua apologia?
Qua ad esempio sembri difendere DePalma regista assoluto e non il DePalma di Black Dalia...



Guarda si cerca sempre di liberarsi da pregiudizi e preconcetti, ma non sempre è facile. Ti rispondo che senz'altro la mia personale idea di De Palma ha influito su ciò che ho scritto, ma ho già detto che mi è impossibile essere obiettivo come vorrei dopo una visione soltanto. Come vedi so dimostrare anche umiltà, qua non esistono critici assoluti d'essai come alcuni affermano. Si discute solo per scambiare opinioni. Chi se la prende, si offende o quant'altro (ammesso che non ci siano offese gratuite e personali) per me puo' anche essere ignorato.

Il De Palma di "The Black Dahlia" l'ho già difeso diversi posts più in alto, poi senti, non è mio scopo far cambiare idea a nessuno.
Non mi sembra di aver fatto nessun apologia. Ho soltanto cercato di argomentare le mie opnioni.



ma non è un capolavoro...
Omicidio in diretta lo era, non questo...



Per me, se vogliamo provare a mettere i voti, vale un 8 e 1/2; se fosse stato un capolavoro non avrei esitato a mettere un 10. Detto in generale, non si vive di soli capolavori. Eppure in Omicidio in diretta si vedonmo troppo le tecniche; ho trovato la mano della dalia decisamente più morbida con un bisturi capace di tagli sottili.., senza sangue.., che resta tutto da intuire.
Non un capolavoro ma poco ci manca.



io ci spero, che alla seconda mi convinca di più... non sarebbe la prima volta...
comunque Omicidio in diretta io trovo che sia soprattutto un film sulla tecnica, sulla visione, quindi ci può stare l'esasperazione di quegli aspetti, all'interno del discorso filmico...
In ogni film di De Palma ci sono sequenze che nascondono, fingendo di mostrare...

SPOILER

In questo film c'è la sequenza della sparatoria coi neri, che non è ciò che sembra, e l'omicidio di Blanchard, che sono quasi certo sia stato interpretato dalla Johansson mostrata in silhouette, ma anche se così non fosse cambia poco...
In Omicidio in diretta si può dire che questa sequenza si allarghi fino a diventare il film... Una colossale opera di smontaggio teorico delle tesi baziniane sul piano-sequenza come strumento per mostrare il reale... De Palma non è così, De Palma non si fida dell'immagine, lui intende il cinema come un complotto da ordire ai danni dello spettatore per il suo bene, per spingerlo a dubitare, a mettere in questione ogni fotogramma... e questo nel suo cinema c'è da prima della fascinazione hitchcockiana, si tratta forse di reminiscenze dell'era della contestazione, e della voglia di inchiodare ogni mistificazione del potere...
ma al tempo stesso, nel momento di raccontare una storia, è consapevole di dover lui stesso manipolare lo spettatore, affascinarlo, e a questo scopo non si fa problemi ad utilizzare gli strumenti che più fanno presa sull'inconscio del pubblico, il sesso e la violenza...
fino ad ora, bisogna dire che seguire questo bandito della cinepresa, odiatissimo in America dai fautori del politically correct, è stato un gran divertimento...

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
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Da: roma (RM)
Inviato: 02-10-2006 17:43  
quote:
In data 2006-10-02 17:24, mescal scrive:
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In data 2006-10-02 16:59, AlZayd scrive:
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In data 2006-10-02 16:47, mescal scrive:
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In data 2006-10-02 16:17, Skualo scrive:
quote:
In data 2006-10-02 16:04, mescal scrive:
ribadisco. ti piaccia o meno, è la mia valutazione.



Guarda, per me discutere con te è stato molto costruttivo, e la tua personale opinione è rispettabilissima e la rispetto.

Mi spiace vedere dalla tua infelice uscita sulla lingua italiana che sei un po' permaloso, ma va bene lo stesso. Tirare in ballo la semantica può rivelarsi un boomerang.



aspè, avevo un'altra risposta ma si è sfasciata la connessione...

quote:
In data 2006-10-02 16:08, Skualo scrive:
quote:
In data 2006-10-02 15:51, PaTbAteMaN scrive:

Di certo posso mettermi nel club delle attese deluse, e probabilmente questo ha influito sulla mia visione dell'opera, ma sei certo che tu dal tuo canto non abbia un adorazione eccessiva per il regista e che quantomeno ti abbia influenzato in questa tua apologia?
Qua ad esempio sembri difendere DePalma regista assoluto e non il DePalma di Black Dalia...



Guarda si cerca sempre di liberarsi da pregiudizi e preconcetti, ma non sempre è facile. Ti rispondo che senz'altro la mia personale idea di De Palma ha influito su ciò che ho scritto, ma ho già detto che mi è impossibile essere obiettivo come vorrei dopo una visione soltanto. Come vedi so dimostrare anche umiltà, qua non esistono critici assoluti d'essai come alcuni affermano. Si discute solo per scambiare opinioni. Chi se la prende, si offende o quant'altro (ammesso che non ci siano offese gratuite e personali) per me puo' anche essere ignorato.

Il De Palma di "The Black Dahlia" l'ho già difeso diversi posts più in alto, poi senti, non è mio scopo far cambiare idea a nessuno.
Non mi sembra di aver fatto nessun apologia. Ho soltanto cercato di argomentare le mie opnioni.



ma non è un capolavoro...
Omicidio in diretta lo era, non questo...



Per me, se vogliamo provare a mettere i voti, vale un 8 e 1/2; se fosse stato un capolavoro non avrei esitato a mettere un 10. Detto in generale, non si vive di soli capolavori. Eppure in Omicidio in diretta si vedonmo troppo le tecniche; ho trovato la mano della dalia decisamente più morbida con un bisturi capace di tagli sottili.., senza sangue.., che resta tutto da intuire.
Non un capolavoro ma poco ci manca.



io ci spero, che alla seconda mi convinca di più... non sarebbe la prima volta...
comunque Omicidio in diretta io trovo che sia soprattutto un film sulla tecnica, sulla visione, quindi ci può stare l'esasperazione di quegli aspetti, all'interno del discorso filmico...
In ogni film di De Palma ci sono sequenze che nascondono, fingendo di mostrare...

SPOILER

In questo film c'è la sequenza della sparatoria coi neri, che non è ciò che sembra, e l'omicidio di Blanchard, che sono quasi certo sia stato interpretato dalla Johansson mostrata in silhouette, ma anche se così non fosse cambia poco...
In Omicidio in diretta si può dire che questa sequenza si allarghi fino a diventare il film... Una colossale opera di smontaggio teorico delle tesi baziniane sul piano-sequenza come strumento per mostrare il reale... De Palma non è così, De Palma non si fida dell'immagine, lui intende il cinema come un complotto da ordire ai danni dello spettatore per il suo bene, per spingerlo a dubitare, a mettere in questione ogni fotogramma... e questo nel suo cinema c'è da prima della fascinazione hitchcockiana, si tratta forse di reminiscenze dell'era della contestazione, e della voglia di inchiodare ogni mistificazione del potere...
ma al tempo stesso, nel momento di raccontare una storia, è consapevole di dover lui stesso manipolare lo spettatore, affascinarlo, e a questo scopo non si fa problemi ad utilizzare gli strumenti che più fanno presa sull'inconscio del pubblico, il sesso e la violenza...
fino ad ora, bisogna dire che seguire questo bandito della cinepresa, odiatissimo in America dai fautori del politically correct, è stato un gran divertimento...





L'ammericano medio ama solo spilbirg... che non violenta ma rassicura tramite la violenza passata in lavanderia... Il contrario di de Palma, come da te ricordato.

Per quanto riguarda le tecniche di de Palma, in Black Dahlia, estrapolo da una a mio avviso ottima recensione pubblicata in Gli Spietati, a firma di Luca Pacilio, che si sofferma e descrive in maniera dettagliata alcuni momenti di grandissimo cinema e di cui non si sentirà parlare come si seguita a parlare di Omicidio in diretta, perchè meno esplicito ma non di meno, se non di più, efficace :

"... Su questa base pregna De Palma naviga magistralmente, dirigendo con solida maestria il suo splendido cast, concedendosi qualche numero (perfettamente integrato e mai isolato virtuosismo): la straordinaria scena nel locale lesbo (KD Lang che canta in smoking), il bellissimo piano sequenza dall'alto (la mdp parte da una donna, passa a seguire un'automobile prima e una bicicletta poi, per planare sulla lite della coppia che cammina), la mirabile soggettiva (lo sguardo di Bleichert) in casa Linscott - uno dei momenti più memorabili del film - scena che fa virare l'opera su un registro grottesco efficacissimo nel rendere appieno la follia di questa dissimulata famiglia Addams - sequenza apparentemente demenziale ma carica (lo dirà il senno di poi) di indizi -, la morte di Lee, riconoscibile firma all'intero lavoro.






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DonVito
ex "quentin83"

Reg.: 14 Gen 2004
Messaggi: 11488
Da: torino (TO)
Inviato: 02-10-2006 22:58  
appena visto
che dire?
entusiasmante...anzi POETICO...un noir con le palle..come non ne vedevo da tempo..
qualche piccola remora per il finale...
hartnett meglo di quello che potessi pensare e scarlett bravissima...meglio che in match point, ma di brutto
e poi un casino di citazioni e di omaggi, proprio come piace a me...soprattuto il cadavere nella fontana

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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 03-10-2006 03:04  
Qunati anni ha De Palma? Da quanti anni lavora dietro la macchina da presa... Da quanto tempo il suo cinema si costruisce film dopo film, sequenza dopo sequenza. Soluzioni adattabile e adattate in quel gioco metonimico dove la parte sta per il tutto. Quanto tempo è servito per sbagliare, cercare, e ritrovare una strada che fosse un cinema.
Un suo cinema.
E quante passioni si sono consumate nella messa in scena, nell'uso della macchina da presa come mezzo per arrivare a dire di cinema, fare cinema prima ancora di fare cinema con l'inquadratura.

Perchè se il cinema di De Palma si costruisce nell'occhio di chi guarda, questo è già fatto ancora prima che De Palma dica "Azione!". E non è quindi dallo "Stop" che si segna l'inizio del suo fare. Non è nemmno quindi attraverso la trasformazione della materia grezza nella significanza del montaggio che il film ha il suo centro.

La scaturigine cinematografica è da ricercarsi nelle idee ancor prima che nella pratica.
Pratica che è la superficie malleabile di una forma più ampia che come in Godard risale fino all'uomo, alla sua cultura e alla sua intenzione e modalità di esprimersi. Fare cinema ancora prima di fare cinema, come la critica per la nouvelle vague.
Questa rientranza dal fare si appoggia su una morale, riguarda l’azione, il fare in relazione "all’idea che si ha del bene e del male".

E' quindi una scelta di campo quella che origina nel 'pre-cinema' di De Palma. E il cinema è l'azione della trasformazione. Trasfomare se stessi in relazione al mondo che ci circonda... attraverso il linguaggio, strumento di luce che si ritaglia angoli di bagliori nel nero dei simboli.

Da quanti anni De Palma parla, ci parla, si parla.
Da quanto porta avanti se stesso attraverso le immagini, da quanto si lancia nella significanza. La sua stessa maniacalità spesso manifesta in ricostruzioni personali dei capolavori amati, dei metodi rivoluzionari che sono pietre miliari della sua stessa esperienza diretta, non è sfociata nella volontà di ricalcare un cinema già vissuto.
Non ha significato morte (perchè riscoperta e applicazione) come ha invece preteso, cercato e voluto Van Sant nell'autodistruttivo esperimento di essere Hitchcock (da allora non è un caso che il suo cinema ha significato morte, distruzione e spaesamento e Last Days ne è il supremo esempio), ma si è sempre tenuto un passo in dietro.
Non ha occupato un varco già preso, ne ha solo modificato il passaggio cui attraverso questo varco accade. Ne ha filtrato la luce reimprimendola a modo suo, facendo critica prima, poi cinema e legando i suoi film ad una morale precisa e quindi ad uno suo stile indelebile. Da qui ne conseguono le soggettive, i lunghi piani a seguire che si muovono nello spazio, metafore di quello che già fa l'occhio dello spettatore davanti alla Dalia Nera.

Ma nessuno (forse solo gli Straub) ripeterebbe all'infinito il concetto espresso con efficacia e meraviglia. Al contrario ne riprenderebbe i toni, gli entusiasmi e passerebbe a ciò che le implicazioni di un'idea fattasi materia verrebbero a crearsi.
E questo è precisamente il lavoro e il processo di De Palma.
Ama, guarda, propone, segna e riprende, aggiungendo, rielaborando se stesso attraverso il suo cinema e il cinema che ama (quindi la storia del cinema, eventualmente). Il risultato di questa commistione di intenzioni e risultati lo ha portato da film in film a generare percorsi evolutivi mai completamente esauriti e che si sono radicati intorno ad un pretesto necessario e iconografico: una storia da raccontare. Ma solo la sua struttura. Non la sua estensione fatta, finita e completa. E anche per questo il suo cinema lascia spazio all'incompletezza. Quella grezzezza propria di chi risolve le cose nel fare e non nel suo pianificare.

Ed ecco perchè ogni sceneggiatura di De Palma è solo l'ossatura su cui si radicano tendini, muscoli, lacerti fibrosi, vene e liquidi. Ed ecco perchè analizzare e bloccarsi su ciò che serve solo da pretesto iconografico è mancare in pieno il film. Perchè sarebbe come criticare una forma (che non è la regia) e non ciò che contiene (che non è la sceneggiatura).
Ed ecco perchè De Palma non è la sua regia. Non è la fattura delle immagini, è ciò che la scelta di queste inquadrature legate assieme e poggiate su una struttura semplice e basilare (che non necessita di specializzazione o costruzione particolare) segna nel suo essere. Perchè già essere vuol dire aver eliminato tutte le altre possibili possibilità di essere.

Il cinema di De Palma è una scelta, prima ancora che materia. E poi è una materia riflesso di una scelta. E' una metafisica doppiamente incarnata. Sia a livello morale (scelta tra ciò che è bene e ciò che è male), sia a livello fisico.
La Dalia Nera è il gran finale di questo lunghissimo processo che ha subito e subisce continui cambiamenti e che ripete e ripropone la figura stessa di De Palma, in quanto il suo cinema non può slegarsi da lui stesso.
E' il cinema come espressione di sè. E' il cinema che scatta nel suo farsi e non nel suo scriversi... proprio perchè nel suo scriversi (nella sua sceneggiatura) la risoluzione è evitata, protratta e prolungata in un altrove successivo, e allo stesso tempo è già nell'idea (quindi è prima della sceneggiatura).

Il cinema di De Palma non scatta nella perfezione e nella pianificazione preordinata, ma esattamente nella sua immaginificazione.
Questo ultimo film è l'emblema di un'espansione dell'immagine oltre il bordo del campo.
E' una dilatazione verso il cinema che viene prima e allo stesso tempo è un cinema che porta in sè la sensazione fisica di un bloccaggio. La Dalia Nera è quindi una superficie tesa che si infiltra come un liquido negli interstizi e gela formando un monolite compatto e inscalfibile. E' un quadro non fruibile a colpo d'occhio, un quadro che schiaccia verso il basso e permette di essere indagato, dove lo sguardo di chi assiste segue l'occhio ubiquo dello stesso De Palma, cercando, perdendosi e vivendo quella sensazione di impossibilità di visione totale e allo stesso tempo una benefica e salvifiva chiusura fisica: i bordi sframgiati del campo che segnano, fermano e vanno oltre.

La potenza visiva di questo film non è certo dovuta ad Ellroy o alla sceneggiatura che De Palma ha utilizzato. Scaturisce esattamente da questa volontà di dire e fare, di appropriarsi di una conoscenza, di un'ossatura per potersi parlare.
La montagna offre appigli, ha le sue asperità e trappole, ma è lo scalatore a compiere l'impresa.

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Una minchia/sapida

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pensolo

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Da: Genova (GE)
Inviato: 03-10-2006 08:54  
Siamo d'accordo sul fatto che col tempo De Palma abbia costruito un proprio linguaggio cinematografico..e che il suo cinema va giudicato principalmente per "come" mostra piuttosto che per quello che mostra.

Reinventare le sue passioni secondo il proprio modo di fare cinema..questo è il motore che spinge la sua cinepresa..un pò come lo è per Tarantino..ma con maggiore raffinatezza secondo il mio parere.

Ma questo non eseclude a priori il rischio di cadere nella coercizione..di essere obbligati quasi involontariamente a fare quel tipo di cinema...a ripetere forzatamente se stesso in modo quasi involontario. A passare attraverso una serie di errori salvo poi cercare di ritornare sulla strada che era stata tracciata senza ritrovare il percorso che si era abbandonato precedentemente
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Tristam
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Reg.: 15 Apr 2002
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Da: genova (GE)
Inviato: 03-10-2006 10:52  
quote:
In data 2006-10-03 08:54, pensolo scrive:

Ma questo non eseclude a priori il rischio di cadere nella coercizione..di essere obbligati quasi involontariamente a fare quel tipo di cinema...a ripetere forzatamente se stesso in modo quasi involontario. A passare attraverso una serie di errori salvo poi cercare di ritornare sulla strada che era stata tracciata senza ritrovare il percorso che si era abbandonato precedentemente



Ma io dubito però che sia da vedere coercitamente. Ripetere se stessi vuol dire comunque ripartire da ciò che si conosce. E' vero che certi registi muoiono con i film che fanno (vedi per esempio Kassovitz) e dire consuma gli argomenti. Secondo me è interessante vedere anche come un regista perde la strada e la ritrova, o cerca di ritrovarla. Cioè non è poi così importante che un film si apra alla perfezione, tanto più che questa perfezione, che pure in De Palma è pressante, non può esistere nel suo metodo di lavoro.
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"C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"

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