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Autore Psycho di Alfred Hitchcock (1960)
Ayrtonit
ex "ayrtonit"

Reg.: 06 Giu 2004
Messaggi: 12883
Da: treviglio (BG)
Inviato: 21-12-2005 21:52  
quote:
In data 2005-12-21 20:42, 8ghtBall scrive:
quote:
In data 2004-07-31 09:15, edywan78 scrive:
Ho accettato la scena finale nella cantina come cult perchè è molto citata, ma al giorno d'oggi la mummia della mammina risulta veramente ridicola!



Anche se dubito che l'interessata mi risponderà voglio esprimere il mio disaccordo.
La scena "finale" della madre in cantina rappresenta l'apice di tutto ciò che era stato creato precedentemente nella pellicola : tutti i suggerimenti , gli indizi , il cambiamento del soggetto principale e quant'altro , di tutta la tensione creata ad opera d'arte.
In quella scena , parte del mistero ( quasi tutto ) viene svelato , ed è macabro e orrorifico e fa presumere il peggio.
E nemmeno la ricostruzione della mamma mummificata , parlando visivamente , mi sembra che stoni , anche al giorno d'oggi.
Inoltre quell'immagine viene ripresa in una delle ultimissime inquadrature:
Nella dissolvenza che precede l'auto estratta dalla palude , probabilmente cimitero di altre vittime, ci viene presentata un'agghiacciante sovrapposizione del volto mummificato della madre a quello del figlio ormai sovrastato dalla psiche materna.

vabè...un film stupendo



sono d accordo!!
ma come si fa a dire che la scena finale OGGI è ridicola?
Ma i capolavori non hanno tempo, questa è la loro bellezza, psyco lo potremorivedere fra 50 anni e sarà sempre un grande, grande film.
_________________
"In effetti la degenerazione non è mai divertente, bisogna saperla mantenere su livelli tollerabili.
Non è tanto una questione di civiltà, ma di intelligenza."
DEMONSETH

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kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 22-12-2005 05:16  
il film di van sant fu fatto perche'lui diceva che farlo a colori avrebbe ricondotto a un capolavoro senza tempo anche le nuove generazioni di spetattori che non lo avevano visto e straniate dal bianco e nero avrebebro evitato di vederlo.io credo che a quel punto piuttosto cbh fare un film fotocopia con attori pessimi improponibili(sopratutto norman ) se erano veramente questi gli intenti , era meglio coloralo eletronicamente il film del 1960(per me un orrore d'idea).van sant pensava probabilmente di fare anche una prova d'autore omaggiando uno dei suoi registi piu' cari, e il flop al botteghino ha dimostrato l'assurdo.i sequel voluti solo da anthony perkins sono abbastanza inutili, sopratutto il quarto,perche' perdono completamenre atmosfera e fascino ,con un norman che non si libera del suo passato e non riesce mai a reintegrasri veramente,per poi...vedere per credere.

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giulio4


Reg.: 02 Dic 2005
Messaggi: 184
Da: fdsfs (KR)
Inviato: 23-12-2005 00:16  
adoro e straadoro solo il primo inimitabile
gli altri che mi piacessero un pò
_________________
"Dovremmo prenderne una manciata, mangiarle e vedere che succede!" "Di cosa?" "Estratto di pineale!"

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trelkowski

Reg.: 09 Mar 2006
Messaggi: 107
Da: palermo (PA)
Inviato: 07-04-2006 16:49  
VOTO 8
_________________
Dick Laurant è morto

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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 18-09-2006 15:37  
PSYCO di Alfred Hitchcock 1960 (la nascita del cinema post moderno)

“Vivete da solo qua?
Beh io diventerei matto…”


Psyco ha una importanza cruciale nella storia del nostro cinema e rappresenta contemporaneamente un punto d’arrivo e di partenza. E’ sicuramente l’ultimo grande film di Hitchcock che da quel momento in poi, con l’eccezione degli “Uccelli”, non riuscirà più a raggiungere tali vette artistiche e a bissare lo strepitoso successo di pubblico. Dall’altra parte sposta in avanti il concetto della rappresentazione della violenza e crea un modello estetico che ancora oggi non ha smesso di essere imitato. Con un prodotto a basso costo, sceneggiato dall’allora semidebuttante Joseph Stephano, con un inganno feroce e sadico (utilizzo di una voce femminile al doppiaggio), Hitchcock inchioda alla poltrona lo spettatore utilizzando la sua bravura tecnica e creando tensione e suspence con un montaggio serrato (scena mitica dell’assassinio nella doccia) e con equilibrismi della macchina da presa (la scena dell’assassinio sulle scale). A questo si aggiunge una prova maiuscola dei due attori principali Janet Leigh-Marion e Antony Perkins- Norman Bates. La prima è perfetta nel disegnare le frustrazioni (economiche e sentimentali) di una impiegtucola che vive una storia d’amore clandestina e , colta da un raptus di follia, ruba 40000 dollari e imbocca la road to perdition che ha come capolinea il tetro “american gothic” motel di Norman Bates. Il secondo è talmente aderente alla parte dello psicopatico e maniaco sessuale Norman Bates, che non riuscirà più a scrollarsi di dosso il personaggio e se lo porterà appresso come una maledizione, fino al 1992, l’anno della sua morte. Dopo gli originali titoli di testa sulla musica incalzante e insostituibile di Bernard Hermann, la macchina da presa dopo una veduta aerea di Phoenix (Arizona), si infila indiscreta in una camera di un albergo a ore dove Janeth Leigh - Marion e Sam interpretano la siesta pomeridiana a modo loro. Ma il senso di colpa di Marion è grande (non è facile girare contro il muro il ritratto della madre come suggerisce maldestramente Sam) e le fa giurare a sé stessa e all’amante che quella è la loro ultima volta in clandestinità (ed in effetti lo sarà ma per altri esiziali motivi).

_________________
L'uomo vive di ragione, ma sopravvive di sogni.

[ Questo messaggio è stato modificato da: Schizobis il 18-09-2006 alle 15:38 ]

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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 18-09-2006 15:38  
I soldi potrebbero risolvere tutto e potere dare la felicità alla coppia che naviga nei debiti per gli alimenti alla ex moglie di Sam. Quei 40000 dollari agitati sotto il naso della impiegata Marion rappresentano una tentazione troppo ghiotta e naturalmente Marion ci casca in pieno, in tutta la sua fragilità, in tutta la sua ingenuità. Dopo i primi comprensibili tentennamenti sottolineati dal mago Hicth con continue inquadrature sul pacco bianco che contiene le mazzette di dollari, Marion compie il furto e inizia la sua fuga per le strade dell’Arizona. Ma il suo rimorso la segue continuamente prima con pensieri rimbombanti nel cervello (“è una così brava ragazza non può averlo fatto”), poi nelle vesti di un memorabile poliziotto dagli enormi occhiali neri che le si incolla dietro come un insopportabile super io grillo parlante. Ma ormai il dado è tratto e nemmeno un rivenditore di auto usate riuscirà a frenarla dai suoi propositi. Dal momento in cui Marion mette piede nel Motel, l’incontro con lo psicopatico Norman Bates, le regalerà un confronto serrato sulla solitudine, sui rapporti madre-figlio, sulla grande facilità con cui la follia può impadronirsi delle menti umane. Hitch è bravo nel sottolineare i conflitti edipici alla base delle ossessioni sessuali di Bates e del folle furto compulsivo di Marion. Le due schiaccianti figure materne hanno generato insicurezza e frustrazione. Alle spalle di Norman Bates vediamo degli orribili uccelli impagliati inquadrati con ossessione maniacale: Bates ha imbalsamato tutto, anche la propria vita, è più facile guardare una donna spogliarsi dal buco della serratura (e masturbarsi, come nella sceneggiatura originale di Stephano, poi naturalmente tagliata) che possederla con il senso di rimprovero materno pronto a castrarti. Bates ha paura a pronunciare la parola bagno (e Hitch nel film per la prima volta nella storia del cinema fa un bel primo piano sulla tazza del cesso) perché in quel luogo avvengono cose turpi e disdicevoli. Le terribili coltellate della madre di Norman Bates (sottolineate dall’alternanza di sequenze e dagli archi diabolici di Hermann che sembrano essere loro taglienti come lame) alla povera Marion rappresentano una modalità diversa del possesso definitivo dell’oggetto e sostituiscono l’onanismo passivo con l’esplosione di una furia selvaggia ipercinetica mossa da un impulso sessuale totalmente deviato. E guardate l’altra ossessione di donne e uomini: il cibo. La fase orale viene soddisfatta continuamente tra grissini vagamente fallici e dolcetti di Halloween: Marion cercava la fuga dalla sua vita vuota verso una isola di sogno ed invece è caduta nell’incubo di un folle necrofilo. “Non si può sfuggire a niente, ciascuno di noi è stretto nella propria trappola, non ci spostiamo di un millimetro, ma a volte ci tuffiamo nella trappola” esclama Antony Perkins e nei suoi occhi brilla forse la folle consapevolezza che la poveretta sta cercando qualcuno che le faccia espiare la colpa e la liberi dal peso angosciante del rimorso.
L’occhio sbarrato vitreo di Janet Leigh fissa inanimato uno sporco giornale che avvolge 40000 dollari. Il bianco e nero rende più sopportabili le scene di violenza ma viene anche utilizzato per sottolineare alcuni contrasti: un esempio per tutti la lingerie di Janet Leigh prima bianca e poi, dopo il furto commesso, nerissima e seducente. Che dire ancora? Il pezzo di bravura della macchina che si inabissa in due tempi (che crea una empatia tra spettatore e Norman Bates, anche noi come lui, tratteniamo il respiro e speriamo di non essere scoperti). La ripresa dall’alto dell’omicidio dell’investigatore privato che è velocissima nella prima parte e poi rallentata nella caduta. Il lento avanzare della sorella di Marion verso la casa, con lo spettatore assolutamente tachicardico e aritmico. Il finale davvero agghiacciante con quella figura travestita che è piu spaventosa di duemila mostri digitali di ultima generazione. Guardate la lampadina che va avanti e indietro e illumina la scena in maniera altalenante, creando da sola l’orrore. E poi alla fine, fissate gli occhi schizofrenici di Norman Bates nella sua cella di isolamento, non vi chiedono forse un po’ di complicità?


Grande successo planetario (fatto lievitare dal maestro con il sapiente uso della promozione pubblicitaria, un assoluto riserbo durante la lavorazione, e divieti ferrei ad entrare a film già iniziato al momento della distribuzione nelle sale).
Per dieci anni i critici ne dissero peste e corna per poi fare una vergognosa ritirata strategica e ammettere l’errore. Truffaut fu uno dei primi a capirne l’importanza.


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True love waits...

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Skualo

Reg.: 01 Mag 2005
Messaggi: 758
Da: Venezia (VE)
Inviato: 18-09-2006 16:12  
E' un capolavoro tessuto da una mente a dir poco geniale, e in più rappresenta il mio "battesimo" come cinefilo, dato che è grazie a questo film che è nato il mio amore per il (buon) cinema.


Per me è ben più che un film.

Ho voluto dare anch'io il mio contributo con alcuni articoli:

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[ Questo messaggio è stato modificato da: Skualo il 19-09-2006 alle 23:07 ]

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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 21-09-2006 08:35  
quote:
In data 2006-09-18 16:12, Skualo scrive:
E' un capolavoro tessuto da una mente a dir poco geniale, e in più rappresenta il mio "battesimo" come cinefilo, dato che è grazie a questo film che è nato il mio amore per il (buon) cinema.


Per me è ben più che un film.

Ho voluto dare anch'io il mio contributo con alcuni articoli:

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[ Questo messaggio è stato modificato da: Skualo il 19-09-2006 alle 23:07 ]



Molto bella la citazione-recensione frame per frame.

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Skualo

Reg.: 01 Mag 2005
Messaggi: 758
Da: Venezia (VE)
Inviato: 21-09-2006 10:07  
Grazie, a me piace molto analizzare le sequenze, e ti dirò il tempo impiegato per farlo non mi pesa affatto, anzi, è uno svago.

Secondo me è il punto di partenza migliore per qualsiasi analisi filmica ragionata.

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quentin84

Reg.: 20 Lug 2006
Messaggi: 3011
Da: agliana (PT)
Inviato: 23-09-2006 18:28  
Capolavoro assoluto.
Vedi il coltello, vedi Janet Leigh, ma non vedi mai il coltello conficcarsi in Janet Leigh, grazie a un montaggio serratissimo e geniale.
Il film più sperimentale di Hitch sia come tematiche (schizofrenia, incesto) che come tecnica cinematografica (la scena della doccia e quella della morte di Arbogast) e struttura narrativa ( la scelta spiazzante di far morire la protagonista a metà film) , inoltre Psicho è, a quanto mi ricordi, il primo thriller con venature e suggestioni horror.

[ Questo messaggio è stato modificato da: quentin84 il 23-09-2006 alle 18:38 ]

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RICHMOND

Reg.: 03 Mag 2003
Messaggi: 13089
Da: genova (GE)
Inviato: 16-02-2007 11:51  


ATTENZIONE: SPOILER.

Per quanto mi riguarda la vera tensione i questo film si manifesta in tutta la sua interezza non nelle scene mitiche (e comunque cariche di una buona dose di suspance) degli omicidii, ma in quelle finali.
E' come sempre la scoperta della verità a pungere nel subconscio lo spettatore: credere assassina la madre di Norman sarebbe stato sicuramente inquietante, ma mai come si rivelano essere inquitanti le parole dello psichiatra, che intraprende un vero e prprio viaggio nella "psiche" del suo "interrogato".

_________________
L'amico Fritz diceva che un film che ha bisogno di essere commentato, non è un buon film . Forse, nella sua somma chiaroveggenza, gli erano apparsi in sogno i miei post.

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Velvetone

Reg.: 20 Nov 2006
Messaggi: 604
Da: milano (MI)
Inviato: 04-03-2007 16:26  
quote:
In data 2007-02-16 11:51, RICHMOND scrive:


ATTENZIONE: SPOILER.

Per quanto mi riguarda la vera tensione i questo film si manifesta in tutta la sua interezza non nelle scene mitiche (e comunque cariche di una buona dose di suspance) degli omicidii, ma in quelle finali.
E' come sempre la scoperta della verità a pungere nel subconscio lo spettatore: credere assassina la madre di Norman sarebbe stato sicuramente inquietante, ma mai come si rivelano essere inquitanti le parole dello psichiatra, che intraprende un vero e prprio viaggio nella "psiche" del suo "interrogato".



concordo pienamente,e forse proprio per questo il resto del film risulta al solito indigesto e compiaciuto .

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grouchorm

Reg.: 05 Mar 2007
Messaggi: 28
Da: Roma (RM)
Inviato: 05-03-2007 20:24  
Memorabile e geniale, anche se di Hitch preferisco altro...
_________________
Don't dream it, be it...

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Deeproad

Reg.: 08 Lug 2002
Messaggi: 25368
Da: Capocity (CA)
Inviato: 05-03-2007 22:38  
quote:
In data 2006-04-07 16:49, trelkowski scrive:
VOTO 8




ahahah, sei troppo un genio.
_________________
Le opinioni espresse da questo utente non riflettono necessariamente la loro immagine allo specchio.

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denisuccia

Reg.: 14 Apr 2002
Messaggi: 16972
Da: sanremo (IM)
Inviato: 06-03-2007 01:31  
Indigesto e compiaciuto???
_________________
L'improvviso rossore sulle guance di Thérèse, identificato immediatamente come il segno dell'Amore, quando io avevo sperato in una innocente tubercolosi.

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