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Autore Qualcuno ha visto Ken Park?
Superzebe

Reg.: 25 Mag 2002
Messaggi: 3172
Da: Genova (GE)
Inviato: 18-10-2006 10:45  
no mi perplimevo per il messagio precedente a quello di Tristam.
_________________
Take off your shoes, hang up your wings
Stack up the chairs, roll up the rug
Savor the things that sobriety brings
Drain in the last from a jug...

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Ayrtonit
ex "ayrtonit"

Reg.: 06 Giu 2004
Messaggi: 12883
Da: treviglio (BG)
Inviato: 18-10-2006 10:52  
quote:
In data 2006-10-18 10:45, Superzebe scrive:
no mi perplimevo per il messagio precedente a quello di Tristam.



l ho letto ora.
riguardo a quello, mi indigno.
_________________
"In effetti la degenerazione non è mai divertente, bisogna saperla mantenere su livelli tollerabili.
Non è tanto una questione di civiltà, ma di intelligenza."
DEMONSETH

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penny68

Reg.: 14 Nov 2005
Messaggi: 3100
Da: palermo (PA)
Inviato: 18-10-2006 20:19  
Visti tutti i Larry Clark.
Estremamente provocatorio all'eccesso.
Pollution for pollution saKe.

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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 04-12-2006 12:03  
KEN PARK di Larry Clark e Edward Lachman 2002 (stop music and sex as a weapon)

Altro che American Beauty, qui a Visalia a pochi chilometri da Los Angeles, il sogno americano è marcito da un pezzo e il conflitto generazionale si risolve in una deriva esistenziale cinica ed estetica. I padri sono assenti, oppure cercano di scoparsi i figli, le madri si fanno fare il cunnilingus dai fidanzati tennager delle proprie figlie e i nonni barano a Scarabeo e non bussano alle porte. Persino i cani sono menomati. In questo quadro idilliaco non dobbiamo sorprenderci se la violenza esplode improvvisa e colpisce alla cieca (come in Elephant di Gus Van Sant), se l’autoerotismo estremo (con tentativo di autosoffocamento per godere meglio) è l’unica arma di difesa contro il vuoto affettivo, se la fuga di casa e le orge a tre sono l’unica alternativa alle molestie e agli incesti della quotidianità. Larry Clark è un fotografo e si vede soprattutto nella cura dell’immagine e in certe scelte di riprese (una per tutte la doppia immagine di Shawn a letto e della sua matura amante in bagno riflessa allo specchio) ma ha un difetto esiziale: si compiace enormemente nello sguardo vojeuristico e dilata gli spazi dedicati ai genitali esterni sbilanciando il film verso la pornografia franca. L’eccesso non sta in quello che è mostrato, perché in effetti il disagio adolescenziale giustifica l’utilizzo del sesso come coperta di Linus per difendersi dal mondo, ma nell’autocompiacimento dell’occhio del regista, che alla fine può essere identificato nell’ennesimo complice del mondo di questi adulti mai cresciuti. Se l’esempio viene dall’alto (e la madre di famiglia che guarda le proprie foto del college con un moto di rimpianto ne è il simbolo più deviato ancora più dei due padri incestuosi), se la televisione propone culi perfetti ed egotismi da età della pietra, se il modello dominante è quello della legge della jungla, allora queste povere anime disperse non possono che isolarsi in un mondo artificiale, tra i fumi dell’oppio ed umori sessuali.
E’ un peccato che il film estremizzi le situazioni rendendole tutte drammaticamente esemplari. Il fatto di vedere Tate che legato per il collo alla porta si masturba davanti a una partita di tennis femminile fino ad arrivare al primo piano della eiaculazione non aggiunge nulla al film, ma fa nascere immediatamente il sospetto inevitabile di ipocrisia e di sensazionalismo propagandistico. Si salva l’episodio che apre e chiude il film, quello di Ken Park, che sfida con il suo piccolo skateboard i pericolosi curvoni della vita e che è schiacciato dal peso di una responsabilità troppo grande (e prematura) per lui. E allora Ken Park fa su sé stesso quello che avrebbe dovuto fare sua madre tanto tempo fa. Un aborto terapeutico. Contro il male di vivere.

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