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Confessioni di una mente pericolosa |
ilaria78
 Reg.: 09 Dic 2002 Messaggi: 5055 Da: latina (LT)
| Inviato: 16-09-2004 20:09 |
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eh in effetti miricordavo che già ne avevo parlato da uqlache parte! ora unisco tutto e archivio
_________________ ...quando i morti camminano signori..bisogna smettere di uccidere... |
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JerichoOne
 Reg.: 06 Mar 2006 Messaggi: 3171 Da: Frittole (FI)
| Inviato: 26-04-2006 01:28 |
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quote: In data 2003-05-27 14:07, gatsby scrive:
A mio parere è grave che alla fine nessuno dica che in verità Barris si sia suicidato, visto che è un evento che certamente aiuta a capire questa personalità così bizzarra.
Comunque buono.
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Ma in verità non sono sicuro che sia morto, appare persino di persona nel finale del film... |
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JerichoOne
 Reg.: 06 Mar 2006 Messaggi: 3171 Da: Frittole (FI)
| Inviato: 26-04-2006 02:18 |
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Visto solo ora, un film magnifico.
E'assolutamente soprendente la padronanza del linguaggio da parte di un regista all'opera prima. Di sicuro Clooney aveva beneficiato di una ricchezza produttiva, accordatagli dalla Miramax, ben maggiore di quella che avrà a disposizione nel secondo film per il cinema, il fortunato Good night, and good luck. Eppure al di là delle evidenti, e superficiali, differenze di stile, l'idea di regia è la stessa.
Le due opere appaiono come le due facce complementari di una visione profondamente unitaria. E in particolare lo stile nei due film sembra essere funzione dei caratteri molto diversi dei due protagonisti, che rappresentano anche due modi molto diversi di rapportarsi e di comunicare con il pubblico, da parte della televisione(il padre di Clooney faceva il giornalista televisivo).
La chiassosità, pur sapientemente controllata ed estremamente raffinata, di Confessions si oppone al rigore e alla coolness di Good Night, and..., a rappresentare la confusione mentale del protagonista Chuck Barris, oggetto di questo memorabile ritratto.
Un personaggio di evidente e inappellabile mediocrità, verso il quale però Clooney non si erge a severo censore, ma posa su di lui uno sguardo non privo di simpatia e compassione. Le motivazioni che singono Barris a lavorare in tv non sono da ricercare in qualche tipo di urgenza espressiva, ma in una disperata ricerca della fica. La sceneggiatura di Kaufman e la regia di Clooney materializzano con grande agilità l'intersecarsi tra realtà oggettiva e pensieri e stati d'animo, realtà cognitiva del personaggio.
Impossibile quindi stabilire con certezza i confini tra realtà e immaginazione, anche perchè i due piani su cui si svolge la vita di Barris scorrono peralleli tranne momenti rari e perfettamente calibrati.
Delirio paranoico o realtà, questa vicenda assume per Clooney un valore chiaramente emblematico, l'intrattenimento spensierato e la crudeltà spietata come volti apparentemente opposti ma inscindibili dell'America, oltre che consentirgli una critica feroce della stupidità televisiva che evidentemente gli sta molto a cuore.
Una stupidità e una volgarità di cui mostra in modo molto divertente e sagace anche il modo in cui vengono depurate della vitalità e della schiettezza di cui potrebbero ancora essere portatrici, perchè lo spettacolo sia completamente sterilizzato enon causi il minimo sussulto.
Un racconto che scorre leggero e ironico, con un ritmo indiavolato e molto humour, ma che traccia in fondo, come chiarisce il finale, affidato alle parole del vero Barris, la storia di un amaro fallimento, umano, professionale e morale. Un grande film. |
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sandrix81
 Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 26-04-2006 11:42 |
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quote: In data 2006-04-26 02:18, JerichoOne scrive:
Eppure al di là delle evidenti, e superficiali, differenze di stile, l'idea di regia è la stessa.
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ma infatti più che differenze di stile parlerei di diversità di registro.
ok, ok, scusa la pignoleria... comunque sì, il film è ottimo.
_________________ Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina. |
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kagemusha
 Reg.: 17 Nov 2005 Messaggi: 1135 Da: roma (RM)
| Inviato: 26-04-2006 12:05 |
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io me lo ricordo come un film inutile e confusionario in cui la regia alla conitnua ricerca del virtuosismo, dell'ideuzza scena per scena, si dimentica di dare sostanza a personaggi e storia
aria fritta insomma
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JerichoOne
 Reg.: 06 Mar 2006 Messaggi: 3171 Da: Frittole (FI)
| Inviato: 26-04-2006 13:32 |
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quote: In data 2006-04-26 11:42, sandrix81 scrive:
quote: In data 2006-04-26 02:18, JerichoOne scrive:
Eppure al di là delle evidenti, e superficiali, differenze di stile, l'idea di regia è la stessa.
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ma infatti più che differenze di stile parlerei di diversità di registro.
ok, ok, scusa la pignoleria... comunque sì, il film è ottimo.
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Sì, ma l'espressione completa è registro ... (sostituire i puntini a piacere )? |
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sandrix81
 Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 26-04-2006 13:38 |
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che ne so... "narrativo"? "stilistico" no di certo.
_________________ Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina. |
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JerichoOne
 Reg.: 06 Mar 2006 Messaggi: 3171 Da: Frittole (FI)
| Inviato: 26-04-2006 13:41 |
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ermejofico
 Reg.: 17 Ago 2005 Messaggi: 662 Da: roma (RM)
| Inviato: 26-04-2006 18:42 |
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Un gran bel film, pesantemente politico, sull'incubo americano; una sceneggiatura avvincente e piena di humor ed una regia forse un po' troppo ambiziosa ma in fondo adeguata all'originalità del plot.
Il "duello finale" (quello di Rockwell / Roberts con al centro il vassoio) resterà nella storia del cinema.
Ho provato più volte a ripeterne le fasi e mi sono avvelenato quasi tutte le volte!
_________________ "Che cosa te ne fai di una banca se hai perduto l'amore?" |
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Davil89
 Reg.: 29 Dic 2003 Messaggi: 6581 Da: Soliera (MO)
| Inviato: 26-04-2006 19:05 |
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quote: In data 2006-04-26 02:18, JerichoOne scrive:
Visto solo ora, un film magnifico.
E'assolutamente soprendente la padronanza del linguaggio da parte di un regista all'opera prima. Di sicuro Clooney aveva beneficiato di una ricchezza produttiva, accordatagli dalla Miramax, ben maggiore di quella che avrà a disposizione nel secondo film per il cinema, il fortunato Good night, and good luck. Eppure al di là delle evidenti, e superficiali, differenze di stile, l'idea di regia è la stessa.
Le due opere appaiono come le due facce complementari di una visione profondamente unitaria. E in particolare lo stile nei due film sembra essere funzione dei caratteri molto diversi dei due protagonisti, che rappresentano anche due modi molto diversi di rapportarsi e di comunicare con il pubblico, da parte della televisione(il padre di Clooney faceva il giornalista televisivo).
La chiassosità, pur sapientemente controllata ed estremamente raffinata, di Confessions si oppone al rigore e alla coolness di Good Night, and..., a rappresentare la confusione mentale del protagonista Chuck Barris, oggetto di questo memorabile ritratto.
Un personaggio di evidente e inappellabile mediocrità, verso il quale però Clooney non si erge a severo censore, ma posa su di lui uno sguardo non privo di simpatia e compassione. Le motivazioni che singono Barris a lavorare in tv non sono da ricercare in qualche tipo di urgenza espressiva, ma in una disperata ricerca della fica. La sceneggiatura di Kaufman e la regia di Clooney materializzano con grande agilità l'intersecarsi tra realtà oggettiva e pensieri e stati d'animo, realtà cognitiva del personaggio.
Impossibile quindi stabilire con certezza i confini tra realtà e immaginazione, anche perchè i due piani su cui si svolge la vita di Barris scorrono peralleli tranne momenti rari e perfettamente calibrati.
Delirio paranoico o realtà, questa vicenda assume per Clooney un valore chiaramente emblematico, l'intrattenimento spensierato e la crudeltà spietata come volti apparentemente opposti ma inscindibili dell'America, oltre che consentirgli una critica feroce della stupidità televisiva che evidentemente gli sta molto a cuore.
Una stupidità e una volgarità di cui mostra in modo molto divertente e sagace anche il modo in cui vengono depurate della vitalità e della schiettezza di cui potrebbero ancora essere portatrici, perchè lo spettacolo sia completamente sterilizzato enon causi il minimo sussulto.
Un racconto che scorre leggero e ironico, con un ritmo indiavolato e molto humour, ma che traccia in fondo, come chiarisce il finale, affidato alle parole del vero Barris, la storia di un amaro fallimento, umano, professionale e morale. Un grande film.
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completamente d'accordo con te, peccato che il film non abbia avuto lo stesso successo di good night and good luck ma ne aveva certamente le stesse, se non di più, potenzialità per farlo
appena riesco lo devo comprare in dvd e rivedermelo
_________________ "Non smettere mai di sorridere, nemmeno quando sei triste, perché non sai chi potrebbe innamorarsi del tuo sorriso" |
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follettina
 Reg.: 21 Mar 2004 Messaggi: 18413 Da: pineto (TE)
| Inviato: 27-04-2006 00:11 |
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bellissimo....
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Schizobis
 Reg.: 13 Apr 2006 Messaggi: 1658 Da: Aosta (AO)
| Inviato: 11-08-2006 10:25 |
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CONFESSIONI DI UNA MENTE PERICOLOSA di George Clooney (il declino dell’impero americano)
“Nel futuro ognuno sarà celebre per quindici minuti”
Andy Warhol
Debutto alla regia di George Clooney che decide di narrare la vera storia di Chuck Barris, inventore di giochi come “Il gioco delle coppie” e “La Corrida” (esportati e divulgati in maniera epidemica dal Grande Silvio per istupidire il nostro paese) e contemporaneamente agente CIA in lotta contro la grande piaga mondiale del Comunismo. Sam Rockwell è una gradita sorpresa e riesce a interpretare un ruolo molto difficile, quello di uno schizofrenico che pur dotato di grande sensibilità e intelligenza, si guadagna da vivere inventandosi della spazzatura televisiva (la moderna TV trash). Ma in fondo il nostro Chuck è insoddisfatto e problematico e sfoga il suo lato oscuro uccidendo soggetti sgraditi (33 in tutto, tutti sporchi comunisti pericolosi per la democrazia mondiale) e arrivando alla paranoia e all’isolamento in uno squallido albergo di NY. Il marcio che l’americano medio porta dentro fa aumentare l’audience ma naturalmente scattano le ipocrisie e le morali bigotte (si fa ma non si dice) e lo stesso Chuck si rende conto di essere facile bersaglio (non solo delle talpe della CIA). Clooney è molto bravo nel non accontentarsi di raccontare una storia ma di deformare l’occhio narrante in visioni e allucinazioni. Riuscite sono le scene dei ricordi di una vita che si muovono come sfondi di set cinematografici o la gigantografia della madre di Chuck, causa di tutte le ossessioni sessuali, che sovrasta il piccolo Chuck e ne determina la idiosincrasia al matrimonio (e l’odio della coppia media americana). Personaggi di contorno ben delineati, su tutti il tedesco di ghiaccio Rutger Hauer (che vuole essere immortalato mentre uccide) che enuncia i dettami filosofici del perché si commette un assassinio. Gorge Clooney convincente nel ruolo del reclutatore e spaventoso nella scena della piscina (piccola citazione di Sunset Boulevard). Spassosi momenti che stemperano la tensione come quelli dei provini delle cinesine (la voglia di uccidere può talvolta essere giustificata da una straziante prestazione canora) e del falso Elvis Presley che storpia “I Can’t help falling in love with you” mentre scorrono le immagini di Chuck e la sua compagna Penny Drew Barrymore (e di Chuck con l’amante Patricia Julia Roberts) in un feroce attacco distruttivo ai falsi miti della coppia felice.
Insidioso e volgare, cinico nel mostrare la voglia di esibizionismo mediatico dell’americano medio, Chuck ha però l’intelligenza di non farsi incastrare e uccidere dal sistema (televisivo e spionistico) e se ne tira fuori con la follia, con l’autoemarginazione. “Non voglio più uccidere la gente, voglio farla divertire” urla il nostro agente segreto ma sa di essere diventato la tristezza di un paese in fase di regressione infantile. Tutta la volgarità televisiva, tutta la violenza omicida conducono Chuck al delirio paranoico, nella terra di nessuno di un anonimo hotel di NY, dove solo lo scrivere le proprie memorie può curare la “dangerous mind”. Chuck in piena agitazione psicomotoria, impazzisce sotto gli occhi delle telecamere in diretta televisiva, mentre si alternano flashback dell’infanzia di Chuck, La steady cam gli ruota attorno accentuando la dimensione allucinatoria degli avvenimenti e qui Clooney dimostra di essere un grande regista. Tutti gli spettatori morti, accatastati sulle gradinate del palco sono un piccolo gioiello di capacità inventiva. Il Chiaro di Luna di Chopin commenta l’impossibilità dell’amore vero (NO LOVE) e l’ineluttabilità della mediocrità (“io mi odio per come ho vissuto…sono io che sono inferiore, dico cose già dette”). Il matrimonio finale è adombrato dalla morte (una bara, le apparizione dei fantasmi del rimorso di coscienza): dovrebbe vincere “chi non si fa saltare le cervella, il premio è un frigorifero” ma Chuck sa che in questo vecchio gioco,i deboli perdono.
Autoironica apparizione di Brad Pitt e Matt Damon scartati al gioco delle coppie per uno “scapolo ciccione del cazzo” (ma le apparenze ingannano….).
Sorprendente, ottimo Clooney.
[ Questo messaggio è stato modificato da: Schizobis il 11-08-2006 alle 10:26 ] |
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Janet13 ex "vinegar"

 Reg.: 23 Ott 2005 Messaggi: 15804 Da: Cagliari (CA)
| Inviato: 28-12-2007 01:36 |
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Opinione breve a caldo.
Il film mi è piuttosto piaciuto ma probabilmente devo ancora bene immagazzinarlo, farlo mio.
Charlie Kaufman è il mio mito personale e in questo film mi ha leggermente lasciata perplessa. Certo, sicuramente il racconto di Barris non deve essere stato particolarmente semplice da trasporre, ma in "il Ladro di Orchidee", per quanto fosse più difficile da scrivere, ha dato prova eccellente del suo genio (è anche vero che per essere entusiasta per il ladro di orchidee ho dovuto vederlo due volte). Ad ogni modo ci sono elementi che fanno riconoscere la sua impronta: il tipo di narrazione, le voci fuori campo, alcuni flashback e "immagini" nella mente del protagonista...
Ad ogni modo non so se la soluzione finale dovesse essere inaspettata o meno, ma francamente non ho sentito tensione e suspance.
La regia di Clooney a mio avviso è stata fantastica. Bellissima la fotografia: i colori che non son piaciuti a Sandrix per me erano gestiti ottimamente, a volte il colore era concentrato sui personaggi lasciando il resto in b/n, così come le luci.
Mi viene in mente un particolare, una scena, intorno alla fine, nella quale Chuck ricorda alcuni momenti del suo passato: è inquadrato lui in un vicolo, immediatamente quella immagine diventa parte della scenografia e viene portata via, dietro le sue spalle, dai tecnici, sia per lasciare il dubbio su cio' che è verità e su cio' che è costruito e sia sulla necessità di Chuck Barris di fare spettacolo.
Voto 7,5/8
_________________ "Mi scusi ma... non m'ha già visto in qualche posto?"
"Ricordo il nome ma non la faccia" |
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Fakuser
 Reg.: 04 Feb 2005 Messaggi: 2656 Da: Milano (MI)
| Inviato: 30-12-2007 17:26 |
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Un film da mostrare nelle scuole tanto e' limpido e cristallino.dove la rega di clooney si pone al completo servizio del grande script di kaufman,senza mai un tradimento o una sbavatura. Cosi tutto e' congegnato come in un jigsaw dove tutti i pezzi vanno al posto giusto.ogni inquadratura veicola senza eccezione uno e un solo significato,finche tutte non si uniscono a formare il puzzle finale,schizofrenico e bipolare quanto cio che rappresenta.un opera prima davvero troppo perfetta,il che e un grande pregio ma anche un notevole difetto. Ripeto,da visionare nelle scuole,perche al di la di tutto e' una magnifica (e godibile) lezione di cinema. |
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