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The Black Dahlia - >De Palma |
PaTbAteMaN
 Reg.: 04 Set 2006 Messaggi: 100 Da: Riccione (RN)
| Inviato: 01-10-2006 21:31 |
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quote: In data 2006-10-01 21:08, bunch311 scrive:
quote: In data 2006-10-01 20:28, mescal scrive:
Comunque da questo film si trae un grande insegnamento: Hillary Swank è uguale a Mia Kirshner.
| mia kirshner e il traveling che lega la scoperta del cadavere con i nostri impegnati ad aspettare un losco malvivente, sono le cose migliori del film
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Pienamente d'accordo.
Aggiungo una cosa: ma solo a me il doppiaggio ha lasciato l'amaro in bocca?
_________________ Pat Bateman
Your own Penthotal Jesus |
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mescal
 Reg.: 22 Lug 2006 Messaggi: 4695 Da: napoli (NA)
| Inviato: 01-10-2006 21:38 |
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bisognerebbe averlo visto anche in originale...
si perde la voce di De Palma nei provini della Dalia, ovviamente... l'attore-citazione di mulholland drive faceva cacare, ma magari era cane anche in originale... |
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Skualo
 Reg.: 01 Mag 2005 Messaggi: 758 Da: Venezia (VE)
| Inviato: 01-10-2006 21:54 |
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quote: In data 2006-09-30 19:35, bunch311 scrive:
.film deludente,narrativamente incompleto,scostante,irrisolto.attori pessimi,scarlett inutile,hartnet uno dei tanti,swank troppo finta per piacere.si salva solo la regia,ma è meglio tornarsi a vedere complesso di colpa e ciao america
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Scusa tanto, ma parli di asserzioni non supportate da spiegazioni esaustive e poi te ne esci con questa recensione telegrafica da "4 salti in padella" (leggasi preconfezionata - strappa e versa- ).
Ma che ti si deve spiegare dai, ora sto qui a spiegarti perchè ho visto gente piangere davanti alla bellezza del David di Donatello o alla Pietà di Michelangelo, ed altri fregarsene altamente. E non sto paragonando il film di De Palma a queste due opere d'arte, è solo un esempio.
Se a te il film non ha comunicato nulla, ben venga. Io me lo rivedrò un paio di volte minimo al cinema con massimo gaudio. Come mi rivedo estasiato "The Untouchables".
Ma tu che vai cercando in un film?
A me interessa soprattutto che sia in grado di stimolare al massimo le mie emozioni e che sia in grado di toccare le corde più intime e nascoste del mio io. Della storia, del contorno, non me ne frega nulla. Dell'analisi pedissequa dell'adattamento, del libro da cui è tratto...nulla di nulla, ste boiate le lascio agli accademici che si arrovellano se sia meglio il romanzo o il film. Poveri idioti.
Il Cinema è la settima arte, per me conta solo quello che vedo immobile o scorrere su quel bellissimo schermo, la lettura ed interpretazione del frame, le pennellate che su quello schermo grazie al regista,direttore della fotografia, scenografo e pochi altri prendono vita comunicando EMOZIONI. E siccome cerco questo, ribadisco che "The Black Dahlia", almeno per me, ha colto nel segno. Spero sia più chiaro, ma anche se no, chissenefregaaaaa
P.S. Una recensione più esaustiva la posso anche stendere, ma dopo ulteriori visioni. D'altronde con le tue 4 righe non puoi pretendere di contro dagli altri un'approfondita escursione all'interno di un'opera complessa come questa dopo una visione soltanto.
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stefano76
 Reg.: 02 Dic 2003 Messaggi: 191 Da: Milano (MI)
| Inviato: 01-10-2006 23:41 |
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quote: In data 2006-10-01 17:30, Skualo scrive:
quote: In data 2006-10-01 14:37, stefano76 scrive:
Francamente non ho capito i tuoi quote.
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Scusami, il tuo intervento mi era sfuggito, ma ti rispondo ora.Ho asserito che "The Black Dahlia" è introspezione psicologoca dall'inizio alla fine, circondata da un (in)utile? involucro, e tu mi parli di mancato approfondimento psicologico dei personaggi. E' evidente che noi due cerchiamo nel cinema sensazioni completamente diverse, il che a ben vedere è normalissimo e naturale.
Non tutti vediamo o (siamo in grado di vedere, percepire ed assimilare) le medesime cose. Se è la "situazione che sta dietro all'omicidio e tutte le sue conseguenze" ad attrarti, allora si quel "abbiamo visto" due films diversi assume il suo vero significato, perchè a me di vedere un film così non interessava fin dall'inizio. E sai una cosa? Nemmeno a quel regista di cui affermi di conoscere tutta la filmografia interessava mostrarti questo... (E' cosi' buono che te lo dice e bene in più punti, basta solo saperlo leggere).
Poi in alcuni frangenti potremo anche trovarci, ma le nostre visioni e revisioni stando così le cose differiscono troppo.
quote: In data 2006-10-01 14:37, stefano76 scrive:
Ti accontenti di vedere uno degli attori che da fuori di matto in una scena per aver ben compreso tutto ciò che sta dietro il suo stato d'animo?
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Assolutamente no, anche perchè quel "ti accontenti" non ha senso, ma mi fa capire invece che non hai percepito che di questo stato psicologico il film è pregno dall'inizio alla fine.
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[ Questo messaggio è stato modificato da: Skualo il 01-10-2006 alle 17:41 ]
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Allora vediamo di capirci, perchè dal tuo intervento mi pare di capire che il nostro punto di vista non è poi così dissimile. Che la sceneggiatura non sia un punto di forza di De Palma mi sembra evidente per chi conosce la sua filmografia. Sono ben poche le sue pellicole che possono vantare una sceneggiatura davvero perfetta. Ciononostante non puoi dire che ciò che sta dietro l'omicidio non è importante per il regista e che è fatto così apposta, perchè non è assolutamente vero. E' evidentissimo infatti che l'omicidio non è affatto il perno centrale della vicenda, non lo è nel romanzo e non lo è nel film di De Palma. Nel momento in cui si sceglie di raccontare una storia complessa, non si può fare le cose a metà e limitarsi ad una sceneggiatura che mescola insieme tutti gli elementi senza pretendere di amalgamarli come si deve. Perchè la sceneggiatura di Black Dhalia, a mio parere, fa esattamente questo: è una sceneggiatura assolutamente inadeguata.
Anche io ricerco le emozioni nel cinema. Blow Out non ha una sceneggiatura certo solidissima, eppure è un film bellissimo. Questo De Palma, invece, così come quello di Femme Fatale (a parte la prima sequenza) mi lascia piuttosto freddo, e da un regista che mi ha regalato emozioni immense e che da giovine mi ha fatto singhiozzare con CARRIE, mi aspettavo ben altro.
_________________ Redattore e moderatore di FILMSCOOP. |
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pensolo
 Reg.: 11 Gen 2004 Messaggi: 14685 Da: Genova (GE)
| Inviato: 02-10-2006 00:21 |
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quote: In data 2006-10-01 15:59, Schizobis scrive:
Black Dhalia e' il film del secolo
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Considerato che sono passati solo 6 anni dal suo inizio ne ha di tempo per farsi sopravanzare.
Comunque dai..argomentare con certe iperboli non può che attirarvi addosso i commenti stizziti di chi invece lo giudica una cacca o quasi.
Personalmente l'ho sempre amato..ma non posso non riconoscere che praticamente quasi nessun suo film sia perfetto..nemmeno quelli a cavallo degli anni 80... che giudico il suo periodo migliore.
_________________ Bart,voglio condividere con te le tre massime indispensabili per andare avanti nella vita.N°1:"Mi raccomando coprimi" N°2: "Miticooo!Ottima idea capo" N°3:"Era già così quando sono arrivato io" |
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stefano76
 Reg.: 02 Dic 2003 Messaggi: 191 Da: Milano (MI)
| Inviato: 02-10-2006 00:54 |
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quote: In data 2006-10-02 00:21, pensolo scrive:
quote: In data 2006-10-01 15:59, Schizobis scrive:
Black Dhalia e' il film del secolo
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Considerato che sono passati solo 6 anni dal suo inizio ne ha di tempo per farsi sopravanzare.
Comunque dai..argomentare con certe iperboli non pu� che attirarvi addosso i commenti stizziti di chi invece lo giudica una cacca o quasi.
Personalmente l'ho sempre amato..ma non posso non riconoscere che praticamente quasi nessun suo film sia perfetto..nemmeno quelli a cavallo degli anni 80... che giudico il suo periodo migliore.
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Ti quoto completamente. De Palma non va amato per i suoi capolavori in senso universale, perchè sono ben pochi. Ha fatto più cult che capolavori.
_________________ Redattore e moderatore di FILMSCOOP. |
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 02-10-2006 01:14 |
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quote: In data 2006-09-30 14:53, Tristam scrive:
femme fatal piacque anche a me molto.
questo è un'altra cosa... è un DePalma più esteso, di maggior respiro e portata.
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Sante parole amico mio! Salvo che a me Femme Fatale piacque poco, ma non sarà questo a portare la guerra nei nostri cuori!
La mia sulla dalia nera.
“Non si metteva mai tra di noi ma stava sempre in mezzo a noi”.
E' con queste parole che la voce narrante (stessa inflessione disincantata che avevano gli 'invisibili” raccontatori di storie in noir dell’età aureo-classica hollywoodiana) si sofferma sul personaggio interpretato da una bella, sexy e brava Scarlett Johansson, vertice ideale di un triangolo nei cui restanti lati si situa la coppia protagonista (eccellenti nei rispettivi ruoli Aaron Eckhart e Josh Hartnett) di un’esemplare amicizia virile. Piccola suggestione come premessa a ciò che di essenziale ruota intorno a THE BLACK DAHLIA, l’ultimo parto felice di un ritrovato Brian De Palma, in concorso alla 63. Mostra Cinematografica di Venezia appena conclusasi.
Il vecchio leone della cinepresa torna a mostrare gli artigli, dopo essersi lasciato sedurre, forse troppo a lungo, dalla rassicurante vita da gatto domestico che aveva creato qualche disaffezione nei suoi più fedeli ed esigenti estimatori. Torna un De Palma dallo stile alto e impeccabile, summa di tutte le sue migliori ricette tecnico-espressive, al servizio di quel serrato e torrido gioco dell’erotismo e del “sensualismo al ralenty”, dunque estenuante, implacabile, rarefatto, strisciante, di testa e testicoli (anche di cuore) che infine arriva, e come, a scuotere il sistema “onirico/vigile” dello spettatore. De Palma rinuncia a De Palma con un progetto tratto dall’omonimo e celebre romanzo di James Ellroy - in cui è tuttavia riconoscibile, nella rinnovata pienezza di forme e contenuti, l’”ossessione” depalmiana -, per omaggiare il cinema classico ispirato ai grandi romanzieri alla Chandler, alla Hammett, alla Cain, dunque alla Ellroy. Il quale è anche cosceneggiatore, insieme a Josh Friedmam (autore dello script di La guerra dei mondi di S. Spielberg), per questa turgida opera che risente di una compressione narrativa (invariabilmente riscontrabile di tutti gli adattamenti e le trasposizioni filmiche di opere letterarie) che non tradisce o banalizza in alcun modo lo spirito, gli aspetti salienti e centrali del romanzo. Ispirato ad una storia vera che sconvolse l’America del 1947, all’omicidio ancora irrisolto di un’attricetta in cerca di successo nella Hollywood corrotta e spietata di quegli anni, il regista mantiene inalterato, con uno stile impeccabile e asciutto, le cupe atmosfere del libro, i sordidi intrighi, il “maledettismo”, le derive esistenziali, le ambiguità psicologiche, l’erotismo morboso, la frammentazione del plot, le dense atmosfere “neoespressionistiche”, il fulgido “B. & W.” - nonostante il girato sia colori… -, il velenoso sarcasmo “antiborghese” degno del miglior Altman, ed ogni altro elemento caratterizzante il “genere”. THE BLACK DAHLIA è un omaggio alla letteratura, al cinema, ai “costumi” di un’epoca, e tuttavia riflette, incorrotti e rinvigoriti da una regia affatto originale e sapiente, lo stile e l’estetica dell’autore, il profondo legame con il suo glorioso passato che rimbalza nel presente. Ritmo incalzante, dialoghi scoppiettanti, recitazioni calibrate, un montaggio che “riordina” con geometrica esattezza ed elasticità le spezzettature tramiche (salti temporali che non abusano del risaputo flashback), sono gli ingredienti di base di una ricetta che mira allo spettacolo di gran lusso e gusto, all’intrattenimento negletto ed insieme colto e intelligente. Maestro del “piano sequenza” - ve ne sono alcuni girati con una naturalezza tale da togliere il respiro -, l’”invisibile” camera di De Palma si muove con leggiadra eleganza, e fa dimenticare spericolatezze, virtuosismi e tecniche eccelse (quasi zavorre nelle sue ultime pellicole), lo stesso “occhio” voyeuristico, medium del linguaggio e dell’espressione, elemento del “triangolo”, parte integrante ma non ingombrante di un’affascinante e simbiotica avventura cinematografica che ha come protagonisti l’autore, lo schermo, il pubblico.
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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" L. Buñuel
[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 02-10-2006 alle 01:19 ] |
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Tristam ex "mattia"
 Reg.: 15 Apr 2002 Messaggi: 10671 Da: genova (GE)
| Inviato: 02-10-2006 02:22 |
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quote: In data 2006-09-30 21:47, stefano76 scrive:
Aspettavo da tempo immemore la possibilità di vedere questo film, perché avevo una curiosità da soddisfare. Ma più che curiosità, un atroce dubbio: essendo grande amante del regista e guardando le sue ultime pellicole, l’idea di non vedere mai più un grande film di Brian De Palma circolava nella mia mente dal momento in cui i titoli di coda di Femme Fatale erano comparsi sullo schermo di un cinema del centro di Milano, dove tre anni fa vidi l’ultima opera del maestro.
Possibile che De Palma, dopo Carlito’s Way, non fosse più riuscito a realizzare una pellicola degna del suo nome? Ne La dalia Nera avevo riposto moltissime speranze, perché ero convinto che questa volta ci fossero le basi per realizzare qualcosa almeno al livello delle sue opere migliori ma non classificabili come capolavori (vedi Vestito per uccidere o Blow Out). Uno dei difetti degli ultimi lavori di De Palma è la sceneggiatura, a partire da Omicidio in diretta la sceneggiatura dei suoi film è sempre il punto debole, e proprio per questo speravo che ne La Dalia Nera, tratto dall’ottimo romanzo di Elroy,le cose, da questo punto di vista, fossero diverse.
Purtroppo, venendo al sodo, La Daria Nera si allinea agli ultimi film di De Palma, dove il regista è quasi l’ombra del grande regista che fu. La Dalia Nera è un film con una sceneggiatura pessima, potenzialmente bellissima, ma che viene buttata giù senza la minima pretesa di realizzare quello che poteva essere un bellissimo film, ma solo cercando ti tenere insieme i vari elementi ( e sono tanti) che la costituiscono. La Daria Nera è una storia complessa, è la storia di un omicidio che però rimane sullo sfondo e fa da parete a questioni ben più importanti e complicate, che purtroppo nel film non sono assolutamente approfondite. I personaggi hanno uno spessore psicologico praticamente nullo, e De Palma si sforza di sopperire a questa mancanza infilandoli in sontuose scenografie anni ’40 (di Dante Ferretti) e sfoggiando momenti di tecnica a cui ormai ci ha abituato.
Il risultato, purtroppo, è una pellicola molto lontana dall’essere definita un bel film. Il primo tempo è completamente senza ritmo e la noia e lo sbadiglio varcano la soglia più di una volta. Il secondo tempo si risolleva decisamente, ma la sensazione finale è quella di aver assistito all’ennesimo film minore di De Palma, ma questa volta senza la scusante di aver affrontato generi diversi dal solito: questa volta, mi dispiace dirlo, De Palma aveva per le mani tutte le carte per poter fare poker. Aveva tutti gli elementi per tirare fuori un film molto bello, ma ha fallito. Questo non è il De Palma di Scarface, Carlito’s Way, Carrie e non è nemmeno il De Palma di Blow Out, Vestito per uccidere o Vittime di guerra. Questo, al massimo, è il De Palma di Doppia personalità.
Io oggi sono a lutto, perché il De Palma dei capolavori è definitivamente tramontato.
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Con tutto il rispetto del caso, caro Stefano, quando qualcuno si permette di criticare un film deve parlare del film. Ovvero di quegli aspetti che, propri del film e del lavoro di un regista permettono di individuare il "vero" campo di azione di questa disciplina.
E' inevitabile che il film abbia mille punti di vista e che sia costruito da tante componenti quante sono le stelle in cielo. E' anche vero che per ogni disciplina esistono degli specifici che radicano un'opera in un contesto, piuttosto che in un altro.
Quando parli di De Palma assortendo la sua figura a parole come:
sceneggiatura
spessore psicologico (dei personaggi)
storia
generi (narrativi)
non stai facendo null'altro che discutere su aspetti prettamente trascurabili. Necessari, ma trascurabili.
Prima di tutto associando il film di De Palma e il suo cinema ad un genere cadi subito nel vizio delle necessità.
Chi ha detto che i personaggi debbano svilupparsi entro i limiti che il genere richiede? Ma poi chi ha detto che esistono questi limiti?
In sostanza quello che chiedi al film per poter essere bello è:
- uno sviluppo dei personaggi più approfondito e teso che rispetti gli psicologismi impliciti nel genere e nella storia della Dalia Nera (per favore non scrivere Daria!)
- una sceneggiatura capace di calacare gli "stereotipi" del genere noir e che sia capace attraverso una narrazione omogena di tenere assieme tutti i pezzi che posiziona sulla scacchiera ("e sono tanti").
- una storia più palusibile e che dia più spazio al misterioso caso della Dalia.
etc etc..
Quindi se tutto questo venisse soddisfatto allora il film sarebbe migliore. per te.
La prima cosa che mi viene subito da dire è: leggiti Ellroy. E' ciò che veramente cerchi nel film di De Palma.
Non è cinema ciò che vedi, ma sono parole sulla carta. Nessuna immagine.
Secondo, mi citi giusto a caso, Omicidio in Diretta, film "minore" (eppure fantastico) del nostro.
Un piano sequenza come quello iniziale giocato su realtà televisive e realtà reali, che attraversa spazi irragiungibili per mantenersi inquadratura unica a tutti i costi in onore proprio della bellezza e dell'amore del fare (ma anche dell'unire, del legare violentemente assieme, a mò di preludio del film... e non è un caso che quel piano sequenza sia stato fatto proprio in quel film, con quella storia. Quando si dice l'inquadratura che vale il film...) non si costruisce direttamente su una sceneggiatura seppure ne è il pieno riflesso e il fatto che De Palma faccia di una narrazione del cinema è ancora più evidente per l'ardua prova in cui si è cimentato. Tanto più che un'inquadratura del genere è proprio facile da vedere, proprio perchè l'invisibilità è sacrificata all'idea.
Ecco...
La Dalia Nera è un'unica grande idea. Un'idea di cinema che spazia dalla prima inquadratura all'ultima e che non necessita null'altro se non di un pretesto (eppoi pure bellissimo) per essere cinema.
In quanto spettatore e lettore di Ellroy (in un anno mi sono letto tutti i suoi romanzi uno dietro all'altro) anche io avrei da muovere alcune critiche aspre, ma semplicemente si smetterebbe di parlare del film per iniziare altri discorsi. ma non credo ci interessino molto.
_________________
Una minchia/sapida
[ Questo messaggio è stato modificato da: Tristam il 05-10-2006 alle 18:27 ] |
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AlZayd
 Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 02-10-2006 02:29 |
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quote: In data 2006-10-02 02:22, Tristam scrive:
La Dalia Nera è un'unica grande idea. Un'idea di cinema che spazia dalla prima inquadratura all'ultima e che non necessita null'altro se non di un pretesto (eppoi pure bellissimo) per essere cinema.
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Sottoscrivo. E la letteratura nei libri...
_________________ "Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel |
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Tristam ex "mattia"
 Reg.: 15 Apr 2002 Messaggi: 10671 Da: genova (GE)
| Inviato: 02-10-2006 03:07 |
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quote: In data 2006-10-01 20:14, bunch311 scrive:
ci fosse uno che abbia spiegato perchè questo sia un bel film.tutti che lodano le scelte di ripresa del fu grande regista,a me sembra un puro manierismo autoriflessivo.andatevi a vedere gli intoccabili che stasera lo passano su sky e poi ditemi quale dei due è un garn film.
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Ma che puro manierismo autoriflessivo?
Ma cosa vai dicendo.
Un piano a seguire + una soggettiva giocata all'improvviso e lanciata con forza nel film, (così facile da permetterti di vederle) e salti subito alla conclusione? Per due scelte di regia? Solo due? Su un film di due ore? E poi sta regia... ecchesarà un pò di regia e per due scelte che De Palma si permette e non si permette di usare...
Il centro dell'ultimo film di De Palma e in generale dei suoi film non sta infatti tanto nello specifico e nel richiamo, nell'uso pur sapiente della macchina da presa (è dagli anno 70 che la usa con sapienza...eeeh!) o da quanto fastosi gli scenari (letterari e letterali) dell'adattamento del romanzo... Nè al suo contrario il film è brutto se richiama il suo autore...
Sono cose vecchie. Come è noioso apprezzare un film solo per la sua regia... (come se la regia fosse poi l'unica cosa importante).
Vecchie concezioni di vecchie idee di vecchio cinema per vecchi come te.
Ho sonno.
adieu
_________________ "C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"
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stefano76
 Reg.: 02 Dic 2003 Messaggi: 191 Da: Milano (MI)
| Inviato: 02-10-2006 09:17 |
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Scusate ma non mi sembra di non aver detto perchè il film è brutto. Forse non avete letto il mio commento bene. Per me la sceneggiatura in un film è fondamentale. Come ho già detto nei film di De Palma spesso è lacunosa, ma ne La Dalia Nera è addirittura scandalosa. Credo che chi non abbia letto il libro non sia in grado di capire praticamente nulla del rapporto tra i vari personaggi e i numerosi piccoli personaggi minori che vengono citati nel film.
Mi fate l'esempio di Omicidio in diretta ma credo anche un bambino capirebbe che la sceneggiatura di quel film era un esempio per sfoggiare grande tecnica. Non mi sembra proprio che questo sia il caso de La Dalia Nera, che ha una storia complessa: dire che si tratta di una sceneggiatura pretesto in questo caso è assolutamente senza senso.
Poi ragazzi se secondo voi essere fan di un regista significa asserire sempre e comunque che i suoi film sono dei capolavori mi dipsiace ma non incontrete il mio favore, perchè io preferisco essere obiettivo nei miei giudizi.
_________________ Redattore e moderatore di FILMSCOOP. |
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stefano76
 Reg.: 02 Dic 2003 Messaggi: 191 Da: Milano (MI)
| Inviato: 02-10-2006 09:23 |
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Ah, poi non ho affatto detto che il film è brutto. Sul mio sito gli ho assegnato una sufficienza piena. Dico che questo non è il De Palma dei tempi d'oro.
_________________ Redattore e moderatore di FILMSCOOP. |
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Schizobis
 Reg.: 13 Apr 2006 Messaggi: 1658 Da: Aosta (AO)
| Inviato: 02-10-2006 09:32 |
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quote: In data 2006-10-02 09:17, stefano76 scrive:
Scusate ma non mi sembra di non aver detto perchè il film è brutto. Forse non avete letto il mio commento bene. Per me la sceneggiatura in un film è fondamentale. Come ho già detto nei film di De Palma spesso è lacunosa, ma ne La Dalia Nera è addirittura scandalosa. Credo che chi non abbia letto il libro non sia in grado di capire praticamente nulla del rapporto tra i vari personaggi e i numerosi piccoli personaggi minori che vengono citati nel film.
Mi fate l'esempio di Omicidio in diretta ma credo anche un bambino capirebbe che la sceneggiatura di quel film era un esempio per sfoggiare grande tecnica. Non mi sembra proprio che questo sia il caso de La Dalia Nera, che ha una storia complessa: dire che si tratta di una sceneggiatura pretesto in questo caso è assolutamente senza senso.
Poi ragazzi se secondo voi essere fan di un regista significa asserire sempre e comunque che i suoi film sono dei capolavori mi dipsiace ma non incontrete il mio favore, perchè io preferisco essere obiettivo nei miei giudizi.
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Ma perche' non ti rileggi gli interventi di
Alzayd e Tristam?
io ho voluto essere provocatorio sparando alzo zero, ma a parte gli scherzi i crýteri dý valutazione dei film di De Palma non possono essere fatti basandosi sulla sceneggiatura.
Ma chettefrega della sceneggiatura!!!!!!
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stefano76
 Reg.: 02 Dic 2003 Messaggi: 191 Da: Milano (MI)
| Inviato: 02-10-2006 09:35 |
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quote: In data 2006-10-02 09:32, Schizobis scrive:
quote: In data 2006-10-02 09:17, stefano76 scrive:
Scusate ma non mi sembra di non aver detto perchè il film è brutto. Forse non avete letto il mio commento bene. Per me la sceneggiatura in un film è fondamentale. Come ho già detto nei film di De Palma spesso è lacunosa, ma ne La Dalia Nera è addirittura scandalosa. Credo che chi non abbia letto il libro non sia in grado di capire praticamente nulla del rapporto tra i vari personaggi e i numerosi piccoli personaggi minori che vengono citati nel film.
Mi fate l'esempio di Omicidio in diretta ma credo anche un bambino capirebbe che la sceneggiatura di quel film era un esempio per sfoggiare grande tecnica. Non mi sembra proprio che questo sia il caso de La Dalia Nera, che ha una storia complessa: dire che si tratta di una sceneggiatura pretesto in questo caso è assolutamente senza senso.
Poi ragazzi se secondo voi essere fan di un regista significa asserire sempre e comunque che i suoi film sono dei capolavori mi dipsiace ma non incontrete il mio favore, perchè io preferisco essere obiettivo nei miei giudizi.
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Ma perche' non ti rileggi gli interventi di
Alzayd e Tristam?
io ho voluto essere provocatorio sparando alzo zero, ma a parte gli scherzi i crýteri dý valutazione dei film di De Palma non possono essere fatti basandosi sulla sceneggiatura.
Ma chettefrega della sceneggiatura!!!!!!
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Ascolta, non si può fare di tutta un'erba un fascio. Un film come la Dalia Nera con una sceneggiatura come questa non è accettabile. Offriva troppe sfaccettature, troppi punti di approfondimento. Se voleva usarla come pretesto per dare sfoggio di tecnica, allora doveva MODIFICARLA, e non pretendere di inserire tutti gli elemti del libro, per poi non approfondirli.
Se la sceneggiatura di carlito's Way fosse stata fatta così staremmo a parlare di capolavoro nei confronti di quel film? Io non credo proprio. La sceneggiatura in molti film di De Palma, non tutti, è lacunosa e ciò non inficia sulla buona riuscita dello stesso, ma questo non è il caso della Dalia, almeno secondo me.
_________________ Redattore e moderatore di FILMSCOOP. |
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stefano76
 Reg.: 02 Dic 2003 Messaggi: 191 Da: Milano (MI)
| Inviato: 02-10-2006 09:41 |
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Un esempio lampante di quello che sto dicendo è il personaggio di Lee. Ditemi voi se quello è un personaggio riuscito. Viene introdotto un torbido e morboso rapporto a tre che dopo qualche minuto di pellicola viene completamente abbandonato. Il personaggio di Lee impazzisce e non si sa perchè (lo sanno solo quelli che hanno letto il libro, gli altri al massimo lo possono solo immaginare). Il tutto ad una velocità inaccettabile.
A voi forse sarà sufficiente vedere qualche bel piano sequenza o qualche scena madre tipo quella delle scalinate per accontentarvi di un bel film di De Palma, ma queste cose le ho già viste miliardi di volte nelle pellicole del maestro. Ora voglio vedere di nuovo un CAPOLAVORO, ma mi sa che il buon De Palma ha finito la benzina.
Speriamo in TOYER, ma parto già pessimista.
_________________ Redattore e moderatore di FILMSCOOP. |
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