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Che ne pensate di "The Dreamers"?? |
Saeros
 Reg.: 27 Mag 2004 Messaggi: 7565 Da: Napoli (NA)
| Inviato: 30-07-2004 16:38 |
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da Bertolucci mi aspettavo di meglio, avrebbe potuto essere un normalissimo film, ma hanno preteso di attaccarci sopra il nominativo di grande per il nome del regista... mi ha un po` delusa.
_________________ Mizar:Sae è da interpretare stile rebus..
Un Lugubre Equivoco |
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Ayrtonit ex "ayrtonit"
 Reg.: 06 Giu 2004 Messaggi: 12883 Da: treviglio (BG)
| Inviato: 30-07-2004 17:26 |
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il 1968, anno di clamori, rivoluzioni, scalpore, a parigi come nel resto del mondo. questo film parla del 68? No, secondo me no.
il 68 è lasciato deliberatamente fuori, tanto è vero che i tre protagonisti stanno barricati in casa, tre quarti del film inquadra l'appartamento parigino.è chiaro allora che bertolucci ci parla di loro tre, dei ragazzi.non certo per farci vedere come fanno bene sesso, non certo con piacere voyeristico. in fondo il sesso è parte dell'amore,e le scene di sesso in un film,quando ha senso metterle e quando il film è ben girato, non sono certo dei riempitivi, ma a volte diventano il culmine della vicenda. il significato che ho colto io in the dreamers è che i rapporti veri e profondi, inarrestabili, ineludibili, precedono qualsiasi rivolta studentesca o cambiamento epocale che dir si volglia. perchè chi ama sogna, e chi sogna non vive nella realtà, nella strada. vivere per l'amore, sia amore per il cinema, per il fratello, per il sesso, per un uomo ideale, è vivere nel sogno, rispetto alla concreta storicità e quotidianità del resto del mondo.
forse un pò troppo rallentato questo sogno, eppure anche in questo non si può dar torto a bertolucci, se è vero che il mondo onirico ha un'evanescenza temporale che ferma quasi le immagini..la mia scena preferita è quella in cui lei bussa diperatamente e piangendo alla porta del fratello, impegnato con un'altra ragazza. ancora una volta viene messo in scena l'amore assurdo, nascosto e soprattutto incomprensibile, con grande maestria..
_________________ "In effetti la degenerazione non è mai divertente, bisogna saperla mantenere su livelli tollerabili.
Non è tanto una questione di civiltà, ma di intelligenza."
DEMONSETH |
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Leonardo
 Reg.: 26 Mar 2002 Messaggi: 2398 Da: Capri (NA)
| Inviato: 30-07-2004 17:38 |
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Ayrtonit ex "ayrtonit"
 Reg.: 06 Giu 2004 Messaggi: 12883 Da: treviglio (BG)
| Inviato: 30-07-2004 17:41 |
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quote: In data 2004-07-30 17:38, Leonardo scrive:
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nel senso che il film ti ha fatto vomitare?
_________________ "In effetti la degenerazione non è mai divertente, bisogna saperla mantenere su livelli tollerabili.
Non è tanto una questione di civiltà, ma di intelligenza."
DEMONSETH |
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veraesim
 Reg.: 17 Giu 2004 Messaggi: 89 Da: firenze (FI)
| Inviato: 30-07-2004 17:45 |
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quote: In data 2003-10-10 19:22, juliettina scrive:
Ragazzi sono stata a vedere The Dreamers... e sinceramente quando sono uscita non ho avuto quella sensazione di piena soddisfazione che mi aspettavo. Mi è sembrato che il '68 sia usato un pò troppo come pretesto per raccontare il menage a troi dei ragazzi... ok, l'argomento aleggia più o meno per tutto il film ma esplode solo negli ultimi minuti del film e sinceramente mi sembra che il nostro caro Bernardo gli abbia riservato un tempo troppo esiguo...
| sono ufficialmente delusa!!!!!!!!!!! |
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Davil89
 Reg.: 29 Dic 2003 Messaggi: 6581 Da: Soliera (MO)
| Inviato: 30-07-2004 19:18 |
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bello. voto: 7
_________________ "Non smettere mai di sorridere, nemmeno quando sei triste, perché non sai chi potrebbe innamorarsi del tuo sorriso" |
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ilaria78
 Reg.: 09 Dic 2002 Messaggi: 5055 Da: latina (LT)
| Inviato: 30-07-2004 19:45 |
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quote: In data 2004-07-30 19:18, Davil89 scrive:
bello. voto: 7
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wow che commentone, che cosa ti è piaciuto per dargli un 7?
io concordo a grandi linee con duskie, per me è un film ruffiano che vorrebbe mettere in scena il passaggio dall'adolescenza immatura e sognatrice ad una pseudo maturità impegnata... morale fin troppo scontata e citazioni snob per dimostrare che si conosce la storia del cinema... le citazioni si fanno in altro modo, leggevo qualche tempo fa una intervista a marco ferreri che parlava proprio del concetto di citazione, ciò che si vede, diceva grossomodo, deve entrare nel sostrato di noi stessi ed essere rintracciato nel linguaggio dei film, come un arricchimento. la citazione fine a se stessa che si esaurisce nel nominare tale regista o titolo di film , o "mimare" una scena famosa ha ben poco valore, almeno secondo me. in questo si perde the dreamers a mio avviso, posso infine dire che questo film non mi è molto piaciuto
_________________ ...quando i morti camminano signori..bisogna smettere di uccidere... |
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Harumy
 Reg.: 30 Nov 2003 Messaggi: 1673 Da: comacchio (FE)
| Inviato: 30-07-2004 20:36 |
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quote: In data 2004-07-30 17:26, ayrtonit scrive:
il 1968, anno di clamori, rivoluzioni, scalpore, a parigi come nel resto del mondo. questo film parla del 68? No, secondo me no.
il 68 è lasciato deliberatamente fuori, tanto è vero che i tre protagonisti stanno barricati in casa, tre quarti del film inquadra l'appartamento parigino.è chiaro allora che bertolucci ci parla di loro tre, dei ragazzi.non certo per farci vedere come fanno bene sesso, non certo con piacere voyeristico. in fondo il sesso è parte dell'amore,e le scene di sesso in un film,quando ha senso metterle e quando il film è ben girato, non sono certo dei riempitivi, ma a volte diventano il culmine della vicenda. il significato che ho colto io in the dreamers è che i rapporti veri e profondi, inarrestabili, ineludibili, precedono qualsiasi rivolta studentesca o cambiamento epocale che dir si volglia. perchè chi ama sogna, e chi sogna non vive nella realtà, nella strada. vivere per l'amore, sia amore per il cinema, per il fratello, per il sesso, per un uomo ideale, è vivere nel sogno, rispetto alla concreta storicità e quotidianità del resto del mondo.
forse un pò troppo rallentato questo sogno, eppure anche in questo non si può dar torto a bertolucci, se è vero che il mondo onirico ha un'evanescenza temporale che ferma quasi le immagini..la mia scena preferita è quella in cui lei bussa diperatamente e piangendo alla porta del fratello, impegnato con un'altra ragazza. ancora una volta viene messo in scena l'amore assurdo, nascosto e soprattutto incomprensibile, con grande maestria..
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quoto ciò che hai detto.
ho un buon ricordo di questo film, che ho visto comunque un pò di tempo fa..
Come hai detto prima ayrtonit il film non parla del '68 o meglio secondo me lo lascia molto in secondo piano, Bertolucci mette in risalto la vita dei tre ragazzi bene o male isolati dalla società parigina.
Come sfondo abbiamo un grande appartamento parigino, antico,severo, malandato, con intricati corridoi nei quali si aprono stanze disordinate e sconclusionate, sconclusionate e bizzarre devono sembrare le strane abitudini dei due fratelli come quella di dormire nudi abbracciati. I tre ragazzi intraprendono un percorso di conoscienza intellettuale e anche carnale.
Si ritrovano a sostenere le proprie idee le proprie teorie ma si ritrovano anche immersi in un complicato rapporto a tre, un rapporto morboso tra i due fratelli legati fin dalla nascita. I tre ragazzi, entrati nell'appartamento adolescenti ne usciranno adulti, la loro rinascita però vedrà i due fratelli uniti ugualmente.
Quoto inoltre la scena preferita di Ayrtonit, la ragazza (una splendida eva green)bussa disperata, piangendo chiamando invano il fratello, occupato con una ragazza, si sente tradita e lo chiama come se non esistesse più il ragazzo accanto a lei..
_________________
Tu hai vinto e io cedo. Ma anche tu, da questo momento, sei morto. Morto per il mondo, per il cielo, per la speranza. In me tu vivevi...e nella mia morte, in questa immagine che è la tua, hai assassinato te stesso.
[ Questo messaggio è stato modificato da: Harumy il 30-07-2004 alle 20:37 ] |
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Cronenberg
 Reg.: 02 Dic 2003 Messaggi: 2781 Da: GENOVA (GE)
| Inviato: 29-12-2004 15:27 |
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Due sono i ragazzi, e una la ragazza che vivono in un ricco appartamento nel centro di una Parigi del maggio 1968. Vivono insieme per qualche giorno, dato che la casa di Theo e Isabelle, due dei tre, si è liberata a causa della partenza dei genitori per un viaggio di piacere, e scoprono il modo più eccentrico di vivere tra cinema e sesso, due passioni, mentre fuori imperversa la rivoluzione ideologica giovanile.
Con più e meno attenzione si è parlato con linguaggio filmico di rivoluzioni, della storia dell’uomo e delle sue conquiste, rivoluzioni che hanno segnato epoche e comportamenti umani, ciò non significa che il modo noncurante con il quale Bertolucci descrive le sue rivoluzioni sia più o meno giusto di altri modi per farlo. Bertolucci usa un filtro ben preciso in ogni sua pellicola, capace di scindere argomento da argomento trattato, il sesso è il suo mezzo per visionare il mondo e la sua reazione alle leggi che si è creato, e che ora vuole solo infrangere. È inevitabile che il sesso, come mezzo di analisi antropologica e d’ostentazione cinematografica ostacoli il comune apprezzamento del suo cinema, che rimane comunque anche per questo, costantemente sincero e seducente. Anche in “The Dreamers”, forse la sua opera migliore, campeggia su tutto questo mezzo di comunicazione, l’unico capace oggi, badate bene, a non lasciare ancora indifferenti. Il regista, come il film, è quindi volutamente furbo, sa qual è il suo fine, provocare, e mai come in questo caso l’obbiettivo è più centrato, più fedele alle proprie intenzioni anti-populistiche, qui il sesso non prolifica e non fa scalpore. Quando poi a interpretare l’infatuazione di questa grande passione corporea ci sono tre eccezionali interpreti quali Michael Pitt, Eva Green e Louis Garrel tutto appare ancora più virgineo, innovativo, dato anche il contesto che favorisce piacevolmente l’inserimento narrativo di tre giovani appassionati di ogni arte.
Presentato fuori concorso al 60° Festival di Venezia, il film di Bertolucci ha colpito non tanto per tutte le tematiche affrontate, elencate qui finora, quanto per il modo di esporle, descriverle a grandi spirali di immagini fisiche. La perfetta sceneggiatura di Gilbert Adair, autore del romanzo da cui è stato tratto il film, e l’atletico montaggio di Jacopo Quadri, favoriscono anche l’armonioso inserimento di splendide citazioni cinematografiche e musicali che si susseguono nell’intera durata del film.
In conclusione, si può ben intendere quanto “The Dreamers” sia un film di passioni, sesso, cinema, musica, interpretazioni, ma anche quanto sia un’opera che soprattutto, e prima di tutto, è grande cinema.
_________________ La ragione è la sola cosa che ci fa uomini e ci distingue dalle bestie
René Descartes |
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ines49
 Reg.: 15 Mag 2004 Messaggi: 376 Da: PADOVA (PD)
| Inviato: 30-12-2004 00:44 |
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Mah! tutto questo entusiasmo per il quest'ultimo film di Bertolucci (premetto che ho visto quasi tutti i suoi film )non l'ho purtroppo provato. Mi ha lasciato un fondo di delusione per essersi ripetuto nelle sue classiche scene di sesso ed incesto (Ultimo tango a Parigi, la luna, Io ballo d a sola) per giustificare la presunta conquistata maturità di questi giovani borghesi chiusi dentro un appartamento mentre fuori c'era in atto qualcosa in più della mera rivoluzione sessuale. |
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Luke71
 Reg.: 06 Ago 2003 Messaggi: 3997 Da: pavia (PV)
| Inviato: 31-12-2004 00:31 |
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Diciamocela tutta il film è mediocre, capisco che si difenda un regista come Bertolucci così per partito preso,che una buona parte della stampa specializzata complice una malsana benevolenza verso tutto ciò che è di sinistra l'abbia giudicato bene,ma il film è di una pochezza imbarazzante.
Lontano anni luce ad esempio, tanto per restare in ambito parigino, da ULTIMO TANGO A PARIGI.
Non si salvano neppure le citazioni,non vedo perchè saccheggiare anche visivamente alcuni capolavori,probabilmente il grosso difetto del film è che è troppo personale.
Non che mi aspettassi un granchè, ma di certo lo trovo uno dei film più sopravvalutati del cinema italiano recente.
Poi quando penso che ci si accorge quasi solo oggi del talento di alcuni registi italiani come Olmi,bellissimo CANTANDO DIETRO I PARAVENTI, mentre invece per ragioni politiche e di nome si osannano film come questo mi incazzo ancora di più.
[ Questo messaggio è stato modificato da: Luke71 il 31-12-2004 alle 00:32 ] |
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denisuccia
 Reg.: 14 Apr 2002 Messaggi: 16972 Da: sanremo (IM)
| Inviato: 31-12-2004 16:47 |
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Non sono mai stata in grado di dare giudizi tecnici in quanto, come ho già spiegato mille volte, io mi limito ad osservare. Mi piace lavorare con le immagini e cerco sempre di imparare e/o apprezzare quelle tratte dai film.
Per questo premetto che il mio giudizio nasce esclusivamente da ciò che ho imparato e da ciò che è il mio gusto personale in fatto di immagini e, di conseguenza, di cinema.
La trama può essere descritta quasi in poche righe. Un giovane americano, Matthew (Michael Pitt) per studio si trova a Parigi nel 1968. Le sue giornate passano in solitudine tra libri e visioni di classici cinematografici oltre che alle novità (in tutti i sensi) che trova nelle sale. Un giorno Matthew capita nel mezzo di una protesta davanti alla Cinématèque ed è lì che conosce Isabelle (Eva Green) e Theo (Louis Garrel), gemelli che condividono con lui l’amore verso il cinema e diventeranno amici ospitandolo a casa loro. Essendo rimasti solo con i due gemelli, per un viaggio che allontanerà i genitori per un mese, Matthew entrerà nel loro mondo, fatto di citazioni, arte e passioni. Passioni a volte estremamente morbose, come quella che sembra legare i due fratelli e nella quale Matthew si infiltrerà inizialmente come estraneo per poi chiudere il triangolo.
Il ’68, come qualcuno ha già scritto, non è tanto protagonista, insieme ai tre, del film, quanto lo sfondo inteso come accompagnamento o meglio come giustificazione verso alcune situazioni che, impostate diversamente, sarebbero state più difficili da comprendere. C’è quindi un ’68, al di fuori delle mura di casa, fatto di scontri, rumori e guerre; c’è poi un ’68 dentro le mura, che vive di luci soffuse, dischi che si ripetono in continuazione, voci sommesse. Punto in comune, che tiene legato il dentro al fuori è la voglia di sentirsi liberi.
Liberi e basta.
Per quanto riguarda i tre… beh… Isa ama Theo. Theo ama Isa. Matthew ama Isa. Ad un certo, punto, nella scena della vasca, Matthew dice “Ti amo Isabelle” e lei risponde “Anche noi ti amiamo”. Theo approva. Cos’è, realmente, Matthew?
Penso che Isa e Theo lo usino come legame, come ponte tra il loro “amore”. Theo ha definito il suo rapporto con Isa come quello tra due gemelli siamesi, uniti mentalmente. Sono due, ma sono anche una persona sola. Ecco perché Isa dice “anche noi ti amiamo” e Theo annuisce. Perché loro si amano e amano Matthew. I due fratelli dormono insieme, nudi, eppure non c’è alcun incesto perché Isa perderà la verginità con Matthew, sotto gli occhi del fratello, però. Come se Theo volesse utilizzare il ragazzo americano esclusivamente per ciò che riguarda il legame sessuale, sapendo che da ogni altro lato il vincente sarà sempre lui.
Matthew e Isa fanno sesso, ma chi dorme con lei è sempre Theo.
E infatti alla fine del film troveremo Matthew solo e Isa e Theo abbracciati.
Non vedo quindi un vero e proprio “triangolo” quando l’utilizzo di uno dei tre per tenere unito un rapporto che non sarebbe accettato dalla società e che comunque non sarebbe accettato nemmeno totalmente da Isa, che mi sembra il personaggio più sofferente, in tutta la vicenda, ancora più di Matthew, che forse non si rende conto di essere usato.
Se questo significato che ho colto è quello giusto allora diciamo che il film in sé ha un senso, anche se molto sofferto e “censurabile” dai più.
Nel momento più drammatico, quando Isa decide di uccidersi insieme al fratello e a Matthew viene stabilito che le mura domestiche non segnano più alcuna differenza tra la realtà che sta fuori e quella che si sono creati i ragazzi. La strada è entrata in camera, come urla Isa, e la strada li inghiotte, trascinandoli in mezzo alla folla, definendo la fine di tutto ciò che avevano costruito fino a quel momento.
Bertolucci ha inserito, nel film, scene che poi ha riprodotto, a modo suo, le cosiddette citazioni. Le ho apprezzate, è ovvio, anche se alcune mi sembravano un po’ azzardate, come quella Bande a Part, altre mi hanno divertito, ad esempio quella che richiamava La venere bionda… forse per sbadataggine mia non ho trovato alcun collegamento tra il triangolo di The Dreamers e quello, di certo meglio riuscito, di Jules et Jim. Questo perché, nonostante ovviamente il paragone possa esse ipotizzato, si tratta di qualcosa di sostanzialmente diverso, a parte il fatto che vi siano tipi di amore differenti in gioco, ma questo è un altro discorso…
ma ciò che ho apprezzato è stato l’equilibrio e il buon gioco di luci che ha accompagnato il film… dal momento in cui i tre ragazzi si conoscono tutte le riprese esterne sono notturne o sotto la pioggia, questo sta a significare un contorno che tende al cupo, all’inquieto. Negli interni invece, o meglio, nell’appartamento, ciò che viene sottolineato è il calore, nonostante la decadenza degli ambienti. Oltre a questo mi è piaciuto anche il fatto che le camere fossero sempre illuminate da colori come il giallo o il rosso e mai dal bianco, e che invece i corridoi fossero sempre tendenti al buio, come se si fosse voluto marcare il fatto che per arrivare in una delle stanze, da uno dei tre, si deve fare i conti con una strada poco chiara…
Sono comunque sincera… di Bertolucci io ho visto 5 film in tutto.
Ultimo tango a Parigi, Io ballo da sola, Novecento, l’ultimo imperatore e The Dreamers.
Non so bene se questo sia giusto o no ma penso che quest’ultimo citi, in qualche modo, non solo le memorie del regista, quanto ciò che lui stesso ha voluto rappresentare in parte nei suoi film (o almeno in alcuni di quelli che ho visto io). Ho trovato un collegamento tra Isa e Lucy (Io ballo da sola), prima di tutto per la freschezza delle due attrici (Green/Tyler) ma soprattutto per ciò che le ha toccate di più da vicino, ovvero la scoperta del sesso e di ciò che ne consegue.
Per quanto riguarda Ultimo tango a Parigi… beh, non so ma penso che il riferimento ci stia, anche solo per il fatto che i ragazzi sono quasi sempre rinchiusi nell’appartamento. Per quanto riguarda poi Novecento direi che si potrebbe parlare di riferimenti storici che però in the Dreamers servono, come ho già detto, solo da accompagnamento e da pretesto per spiegare ciò che il regista voleva mostrare.
La colonna sonora mi è piaciuta, sul serio… mi ha divertito molto ritrovare una canzone tratta da I quattrocento colpi e allo stesso tempo una di Jimi Hendrix… ma pure Bob Dylan…I Doors… Edith Piaf… infondo io li apprezzo tutti, ma ognuno per conto suo, nel film ho avuto l’occasione di collegarli tra loro e rendermi conto di quanto fosse veramente meraviglioso lo scenario musicale di fine anni ’60…
Per quanto riguarda gli attori… giovani ma bravi, secondo me… non deve essere stato assolutamente semplice calarsi nei non-panni dei protagonisti del film in questione… credo che abbiano regalato molto carisma a dei personaggi un po’ difficili da trattare… sguardi giusti e poca preoccupazione nel girare nudi… o almeno così è sembrato e, perciò, li approvo totalmente.
Insomma… tecnicamente, come ho già detto, non sono appropriata per giudicare la regia, e per questo non entro nemmeno in tema, però per quanto riguarda alcune scelte (luci per primo), gli attori e la colonna sonora do un buon voto al film…
La storia è un po’… interpretabile, ma infondo penso che ci siano film ben peggiori che sono stati invece sopravvalutati.
Diciamo che non mi è dispiaciuto, ma che non lo considero un gran film.
L’ho visto e mi va bene così, forse con una seconda visione riuscirei a studiare meglio alcuni particolari che, di certo, mi sono sfuggiti…
_________________ L'improvviso rossore sulle guance di Thérèse, identificato immediatamente come il segno dell'Amore, quando io avevo sperato in una innocente tubercolosi. |
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denisuccia
 Reg.: 14 Apr 2002 Messaggi: 16972 Da: sanremo (IM)
| Inviato: 31-12-2004 16:59 |
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Un film auto-compiacente
Mi collego a questo per dire che comunque, a mio avviso, ogni artista in generale si esprime attraverso la sua forma artistica, oltre che per esprimersi (appunto) anche per vantarsi della propria opera.
Mi sembra quindi un pò banale dire che un artista si auto-compiace in quanto, alla fine, se ci pensiamo, lo fanno un pò tutti...
_________________ L'improvviso rossore sulle guance di Thérèse, identificato immediatamente come il segno dell'Amore, quando io avevo sperato in una innocente tubercolosi. |
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cuchetto
 Reg.: 20 Giu 2004 Messaggi: 9 Da: verona (VR)
| Inviato: 02-01-2005 01:05 |
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...scusate il termine...una cagata enorme!!!! |
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Petrus
 Reg.: 17 Nov 2003 Messaggi: 11216 Da: roma (RM)
| Inviato: 04-01-2005 17:41 |
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