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Autore Apocalypto fra storia e cinema
mescal

Reg.: 22 Lug 2006
Messaggi: 4695
Da: napoli (NA)
Inviato: 18-01-2007 16:10  
quote:
In data 2007-01-18 14:25, Midknight scrive:
Ma braveheart non è piaciuto a nessuno?Sembra che tutti condannino Gibson per Passion ma non si parla mai di braveheart


all'epoca piacque parecchio, poi è un po' caduto nel dimenticatoio...
certo se metti assieme quello e i film che ha fatto dopo, a parte l'uomo senza volto (che non ho visto), capisci che un certo gusto perverso per il sangue fender...ehm, gibson, ce l'ha.

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 18-01-2007 22:27  
che merda braveheart, anche quello è peggio della passione.
_________________
Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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Midknight

Reg.: 18 Ott 2003
Messaggi: 3555
Da: Perugia (PG)
Inviato: 18-01-2007 23:00  
quote:
In data 2007-01-18 22:27, sandrix81 scrive:
che merda braveheart, anche quello è peggio della passione.




No

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HistoryX

Reg.: 26 Set 2005
Messaggi: 4234
Da: cagliari (CA)
Inviato: 19-01-2007 12:50  
quote:
In data 2007-01-17 14:30, 13Abyss scrive:
quote:
In data 2007-01-17 13:36, HistoryX scrive:

Beh Schizo sui "pezzi contemplativi" non è che abbia tutti i torti...




ma no, in realtà non mi dispiacciono i pezzi di Schizo.
scrive spesso e in modo approfondito, il che, personalmente, è un ottimo incentivo alla lettura.



Ma infatti anche io nonostante l'utente in questione sia un cazzone apprezzo molto i suoi pezzi, si vede un lavoro dietro.
Anche se leggevo con maggior piacere le prime recensioni, ora sembra abbia perso un pò di genuinità a favore di una ricerca di stile un pò pomposa, con una moltitudine di richiami e associazioni che alla lunga appaiono un pò pesanti nell'insieme, per carità risultati sempre godibili, ma anche migliorabili.

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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 19-01-2007 13:19  
L’inizio del film sembra sconfessare i nostri timori di critici pregiudiziali: un piano sequenza lento, carico di tensione, a scrutare i misteri della giungla (e della vita), due gambe di un indigeno che attraversano rapidamente, da sinistra a destra il campo di ripresa, la macchina da presa che lenta avanza…E poi un proiettile nero, ansimante, veloce, fulmineo scatta in avanti. Inizia la grande Fuga, fuga di animali dagli uomini, fuga di uomini da altri uomini, fuga di uomini da animali: una corsa che dura tutto il film, una specie di condizione di esilio permanente in cui è in ballo la sopravvivenza. In cui non importa chi insegue e non importa chi è inseguito: l’importante è correre, a perdifiato, fino allo sfinimento, senza conservare le energie per tornare indietro. Gibson azzecca la nota dominante nel film che è l’amara constatazione di una violenza che alberga dentro il cuore dell’uomo (cuore che vediamo spesso esibito nel film, prima in un sogno premonitore e poi in un rito sacrificale che vorrebbe placare l’ira degli dei con altro sangue), la malinconica presa di coscienza che l’istinto di sopraffazione (homo homini lupus) attraversa trasversalmente la Preistoria e la Storia dell’Uomo, in una sorta di ricorso temporale che sembra un diabolico perseverare nell’errore.

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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 19-01-2007 13:21  

La tendenza alla violenza e alla rappresentazione iperestetizzante (ma mai strabordante, il divieto ai minori di 14 anni è anacronistico) stavolta trova giustificazione nella materia narrata e nella collocazione temporale, ed è confermata dalla scelta stavolta coerente di fare parlare gli indigeni con la lingua natia (anche se con stilemi moderni). Ma questo di Apocalypto è un cinema che sembra volere fare a meno della parola, un cinema che vuole ritornare alle sue origini primitive (il Muto) e lasciare alle immagini e alla messa in scena tutto il contenuto della poetica. Moltissimi primi piani e soprattutto moltissimi sguardi: questi occhi sono rivelatori, scoprono la Verità nascosta all’interno dell’Anima, si tradiscono e portano Morte ai propri familiari. Occhi che scrutano tra la vegetazioni, che provano a calcolare le distanze tra la Vita e la Morte, che sono tumefatti ma decompressi da un incisione (“adesso ci vedi meglio”), che si offrono timorosi durante l’Eclisse di Sole, che si chiudono prima del Grande Viaggio. E’ vero che Mel Gibson dispone di un budget illimitato, ma è anche vero che le scelte registiche sono tutte funzionali alla rappresentazione, con un rigore e una misura insospettabili (visto le precedenti performance).

Dicevamo dello Sguardo: ci sono molte soggettive nel film, soggettive di fuga tra gli alberi, soggettive da punti di vista impossibili (quello della vittima sacrificale) ma ci sono anche molti raccordi dello Sguardo, molti campi controcampi che sono una alternanza tra il soggetto che guarda e l’oggetto dello Sguardo. E poi alla fine della Grande Fuga, lo Sguardo che si blocca, imbalsamato, attonito, calamitato dal Fuoricampo e la macchina da presa che non stacca, scivola sulle spalle di Jaguar Paw (l’esordiente Rudy Youngblood) e ruota verso il punto di vista dell’orizzonte per l’effetto sorpresa.

Non è il solo momento epico del film: la scena dell’Eclisse è abilmente girata e le diverse esposizioni di luce sono ben condotte, illuminando e oscurando i visi di una folla prima in trance mistica e poi spaventata. Ed è anche ben resa la progressiva maturazione psicologica del protagonista che attraverso i pericoli della giungla-vita, attraverso le prove di sopravvivenza e anche i colpi di fortuna (sua maestà il Caso governa tre quarti delle vicende umane), comincia a rendersi conto di essere cambiato. Il grande salto della Lucida Consapevolezza avviene nella scena della cascata: il limite sembra invalicabile e la macchina da presa naviga prima sulle ombre liquide e poi con una movimento ardito (ma morale) si semi capovolge riprendendo l’imponente muro d’acqua da un punto di vista impossibile. Ma L’Uomo coniglio fa un grande balzo da giaguaro e, rischiando la vita, sposta il limite un po’ più in là, portando alla emulazione gli inseguitori. Il suo Urlo liberatorio rappresenta l’affermazione della proprietà morale di quei territori ed anche un guanto di sfida lanciato a tutti i Conquistatori di ieri, di oggi e di domani. Il conforto di un panteismo cosmico o di una vita che si rinnova dentro la Natura (The New World di Malick citato nella scena finale) viene spazzato via da quell’osso di kubrickiana memoria, che rappresenta la violenza primordiale che sin dall’alba dell’umanità, l’uomo ha usato contro il proprio simile. L’osso vola nell’aria (anche qui al rallentatore) e la trappola scatta improvvisa e violenta, senza possibilità di scampo. Non c’è pietà, non c’è conversione, non c’è redenzione: qui siamo fermi alla fisica, altro che stanze metafisiche in luoghi fuori dallo spazio e dal tempo, all’interno del mistero del feto e dell’Esistenza. Lo scetticismo di Gibson è abbastanza chiaro: le violenze e le devastazioni, gli stupri e le torture nascono fondamentalmente da questo Cuore di Tenebra umano. Guarda caso il protagonista emerge dal fango e sembra proprio il capitano Willard di Apocalypse Now, mimetizzato con la Natura, pronto a compiere la sua missione. L’acqua piovana serve in piccole quantità a sopravvivere nella caverna primordiale del primo essere umano comparso sulla terra ma se rovesciata sulla terra in grande quantità può fare affogare. Il verde della vegetazione, il giallo del fuoco, il rosso del sangue, il bianco del gesso, il blu della cattività, il nero del fango, di nuovo il verde della vegetazione (un nuovo inizio?). Una città decadente e lasciva che sembra sull’orlo dell’estinzione. Una folla angosciante e opprimente che castra ogni volo verso l’alto. Il giorno diventa notte e il mistero della vita riprende il suo corso e ricorso. Non c’è bisogno di troppe parole, il Cinema di Gibson torna nel pozzo ancestrale primitivo, nel regno del Muto, del sommerso sott’acqua, sotto tonnellate di acqua, nel silenzio di un respiro trattenuto, nell’attesa di uno Sguardo di riconoscimento.


La paura che appare a sprazzi nei riflessi di occhi di fuggitivi contamina il Paradiso Terrestre: il peccato originale è lo stato di Guerra perenne che alberga nel Cuore di certi uomini, uno stato di insoddisfazione permanente che nessuna sete di sangue potrà placare, una certa tendenza all’onnipotenza affermata con la sola violenza. Il sangue chiama altro sangue, ma in questo indebolirsi a vicenda, in questo dissanguarsi in conflitti interni, si diventa prede del pesce più grande (la conquista dall’esterno prevede un indebolimento delle forze interne). L’immagine dei conquistatori, mascherata da conversione religiosa, è prorompente nel suo contrasto con la primitività di quei luoghi. I due indigeni rimasti senza capo vi corrono incontro quasi a cercare un riparo, un conforto nell’annullamento del proprio essere. Al contrario Jaguar Paw conosce ormai la paura e ne ha preso le distanze, non può che voltare le spalle e riprendere a correre. Si ricomincia da capo, solo che il coniglio è diventato giaguaro.

ULTERIORE APPROFONDIMENTO QUI

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Valshar160


Reg.: 18 Gen 2007
Messaggi: 70
Da: Pisa (PI)
Inviato: 19-01-2007 13:38  
quote:
In data 2007-01-18 23:00, Midknight scrive:
quote:
In data 2007-01-18 22:27, sandrix81 scrive:
che merda braveheart, anche quello è peggio della passione.




No

Non mi trovi pienamente d'accordo ....


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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 22-01-2007 17:47  
quote:
In data 2007-01-19 12:50, HistoryX scrive:
quote:
In data 2007-01-17 14:30, 13Abyss scrive:
quote:
In data 2007-01-17 13:36, HistoryX scrive:

Beh Schizo sui "pezzi contemplativi" non è che abbia tutti i torti...




ma no, in realtà non mi dispiacciono i pezzi di Schizo.
scrive spesso e in modo approfondito, il che, personalmente, è un ottimo incentivo alla lettura.



Ma infatti anche io nonostante l'utente in questione sia un cazzone apprezzo molto i suoi pezzi, si vede un lavoro dietro.
Anche se leggevo con maggior piacere le prime recensioni, ora sembra abbia perso un pò di genuinità a favore di una ricerca di stile un pò pomposa, con una moltitudine di richiami e associazioni che alla lunga appaiono un pò pesanti nell'insieme, per carità risultati sempre godibili, ma anche migliorabili.



Migliorabili sulla base di quali parametri?
Dei tuoi?
capisco che bisogna per forza scrivere qualcosa ma "ricerca di stile pomposa" sembra la solita frase da aria fritta rifritta. History, cambia l'olio che è rancido...



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mescal

Reg.: 22 Lug 2006
Messaggi: 4695
Da: napoli (NA)
Inviato: 22-01-2007 17:49  
Decidetevi però, se History frigge aria o olio...

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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 22-01-2007 17:50  
quote:
In data 2007-01-17 14:30, 13Abyss scrive:
quote:
In data 2007-01-17 13:36, HistoryX scrive:

Beh Schizo sui "pezzi contemplativi" non è che abbia tutti i torti...




ma no, in realtà non mi dispiacciono i pezzi di Schizo.
scrive spesso e in modo approfondito, il che, personalmente, è un ottimo incentivo alla lettura.

anche se non credo sia il luogo nè il momento, sfrutto l'occasione per indicargli un difetto dei suoi pezzi.
impegnati, volenterosi e perfino stuzzicanti, ma un pò spersonalizzati nelle osservazioni, che spesso riciclano vecchie conoscenze acquisite dalla critica negli anni passati.
non faccio di tutta l'erba un fascio, ma al momento mi sovviene il pezzo su Sunset Boulevard, che indicava implicitamente un elenco di analisi vecchie di decenni (ma assolutamente non spacciate per proprie, in linea con l'onestà intellettuale).

Schizo, dovresti accentuare gli spunti personali, specialmente riguardo a film oramai passati alla storia e rendere il tuo stile più indicativo della metodologia analitica che ti distingue dagli altri.

sia comunque chiaro che, alla stragrande maggioranza del popolo filmuppiano, una bella infarinatura storica e anedottica sul cinema non fa mai male...




Posso essere d'accordo sugli spunti personali, ma nelle ultime recensioni ho cercato di sottolineare anche dati oggettivi che il semplice appassionato di cinema può in qualche modo apprezzare. Qualche curiosità in più penso possa vivacizzare lo scritto e renderlo meno personale.
Comunque ti ringrazio per l'apprezzamento e per i consigli.
_________________
True love waits...

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 22-01-2007 18:03  
quote:
In data 2007-01-22 17:49, mescal scrive:
Decidetevi però, se History frigge aria o olio...

mescal diobono ma non hai mai messo piede in cucina!
_________________
Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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mescal

Reg.: 22 Lug 2006
Messaggi: 4695
Da: napoli (NA)
Inviato: 22-01-2007 18:10  
quote:
In data 2007-01-22 18:03, sandrix81 scrive:
quote:
In data 2007-01-22 17:49, mescal scrive:
Decidetevi però, se History frigge aria o olio...

mescal diobono ma non hai mai messo piede in cucina!



beh, pensavo che non si usasse l'olio nella frittura d'aria...

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 22-01-2007 18:21  
basta vedere quanto ne usa gibson...
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Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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eltonjohn

Reg.: 15 Dic 2006
Messaggi: 9472
Da: novafeltria (PS)
Inviato: 23-01-2007 22:15  
Schizobiz piantala di scriverti addosso!

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rVempire

Reg.: 23 Gen 2007
Messaggi: 29
Da: Venezia (VE)
Inviato: 24-01-2007 11:00  
Mel Gibson ha molto da insegnare a livello di regia.

Ottimo film, sotto ogni punto di vista.
Per quanto riguarda la storia..si qualche errore c'è ma alla fine..conosciamo così poco su questa popolazione..
_________________
Non cercare di essere un grande uomo, sii solo un uomo e lascia il giudizio alla storia.
Zefram Cochrane, Star Trek

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