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Autore dogville
Harold

Reg.: 28 Ago 2006
Messaggi: 358
Da: Milano (MI)
Inviato: 06-11-2006 19:11  
quote:
In data 2006-11-06 19:10, GionUein scrive:
A dire il vero DOGVILLE è l'archetipo dei film sulla violenza.
Violenza sullo spettatore.


Irritazione,intendi.
_________________
Si era visto come il re dell'anarchia, ma
l'uomo nero gli aveva guardato dentro e lo aveva ridotto a un sacco di ossa tremanti, Era rimasto vittima della sua adolescenza prolungata,
Era stato ucciso dalle sue stesse vedute velenose.

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 06-11-2006 21:35  

quote:
In data 2006-11-06 18:29, Marienbad scrive:

Comunque Dogville è il film sulla violenza per eccellenza, non c'è film più potente in questo senso. Chi non se ne accorge è senza dubbio un cieco.




Il problema, Marien è che la violenza, ben lungi da non potersene accorgere neppure l'orbo, è fin troppo larsvontrierianamente scontata/ostentata. Il meglio di quel regista faccia da sorcio, sono i colpi bassi sotto la cintura. La pora donna suffragetta, vittima scarifilicale di non ho mai capito che cosa, non si sarà stufata dell'andazzo, non proverà il desiderio di ricambiare la cortesia con un sonoro calciole sui zebedei?

A parte questo, bentornata, la tua assenza si avverte.

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Marienbad

Reg.: 17 Set 2004
Messaggi: 15905
Da: Genova (GE)
Inviato: 06-11-2006 21:56  
Secondo me no, in quanto il tema è trattato in maniera tale da rendercene l'immediatezza, quindi la potenza, quindi la follia. E' nell'attimo la violenza più sgradevole e sconsiderata, non nel perpetuarsi di fotogramma in fotogramma.
Come ce la rende infatti Trier? Spogliando completamente il film della sua retorica, visiva e uditiva. Protraendone il nudo pensiero che la carica come una bomba, per poi farla esplodere in poche inquadrature finali, morbose, laceranti. E' un film fatto apposta per saturarti e raccogliere i semi dell'odio.

Io amo Dogville.
_________________
Inland Empire non l'ho visto e non mi piace

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Marienbad

Reg.: 17 Set 2004
Messaggi: 15905
Da: Genova (GE)
Inviato: 06-11-2006 21:57  
Grazie per il bentornata!
_________________
Inland Empire non l'ho visto e non mi piace

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Harold

Reg.: 28 Ago 2006
Messaggi: 358
Da: Milano (MI)
Inviato: 06-11-2006 22:14  
Mah.... secondo me *quella * cosa (tu lady sai cosa ) è geniale,ma non so quanto veramente c'entri con Dogville. E poi,volendo seguire fedelmente la tua linea,che senso avrebbe la violenza (così dirompente a tuo dire ) in un contesto tanto essenzializzato e provocatorio?Cioè se ciò che si cerca è l'illusionismo,l'apparenza di un adeguamento grottesco e antinaturalistico a delle regole di composizione consuete e abusate,con l'intento di sconfessarle,perchè inserire,in ultimo,alla fine, un elemento così concretante,così inevitabilmente realistico e prosaico come la violenza senza pietà che sembra derivare direttamente dagli stilemi del gangster movie?Perchè questo trauma,alla fine?

Ciò precisato,continuo a pensare che D. sia un brutto film. De Gustibus.

E il personaggio di Caan,così ridicolo nella sua tipizzazione rigida e assoluta,privo del minimo approfondimento psicologico,che pure tutti gli altri 'protagonisti del romanzo ' hanno??

Boh.....
_________________
Si era visto come il re dell'anarchia, ma
l'uomo nero gli aveva guardato dentro e lo aveva ridotto a un sacco di ossa tremanti, Era rimasto vittima della sua adolescenza prolungata,
Era stato ucciso dalle sue stesse vedute velenose.

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 07-11-2006 03:42  
quote:
In data 2006-11-06 21:56, Marienbad scrive:
Secondo me no, in quanto il tema è trattato in maniera tale da rendercene l'immediatezza, quindi la potenza, quindi la follia. E' nell'attimo la violenza più sgradevole e sconsiderata, non nel perpetuarsi di fotogramma in fotogramma.
Come ce la rende infatti Trier? Spogliando completamente il film della sua retorica, visiva e uditiva. Protraendone il nudo pensiero che la carica come una bomba, per poi farla esplodere in poche inquadrature finali, morbose, laceranti. E' un film fatto apposta per saturarti e raccogliere i semi dell'odio.

Io amo Dogville.




Non noto immediatezza in Dogville, e nel cinema di von Trier in generale, bensì artificio "ragionato" e artificiosamente costruito. A tal punto che lo
spettatore "manipolato" non si concentra sulla violenza come "tema", o messaggio psichico-socio-esistenziale, attraverso un processo che sia anche di identificazione - identificazione cinematografica, consapevole o inconscia, piacere della visione e del narrato - flusso di "stupori" (non so perchè ma ultimamante mi è venuta a noia la parola "emozioni") a doppio senso di circolazione (anzi triplo: autore, schermo, spettatore). Il pubblico diventa strumento passivo, cavia dell'intenzione
violenta che è mezzo e fine ultimo di una rappresentazione scollegata da ogni altro elemento/contesto filmico - "spoglio della sua retorica, visiva e uditiva" - esclusivamente coincidente con il "medium" filmico stesso. La qual cosa potrebbe rappresentare una delle tante possibili strade di un cinema che cerchi di prendere le distanze da "tutto il resto" (?), per trasformare se stesso in violenta arma contundente, recise le radici letterarie, e quant'altro, quantunque Dogville sia a mio avviso paradossalmente molto teatrale, brechtiano, greenawayano, allestimento da teatro mozartiano.., nonchè esteticamente bislacco e rozzo. E' un cinema per e della coscenza vigile, che presto, disturbata, nel senso mesto del termine, si intristisce.., che lascia dunque del tutto indifferente ed "incorrotta" la sfera dell'"es". E un cinema che non nutre l'inconscio, che a sua volta non si nutre di cinema, a mio avviso è, ad essere ottimisti, cinema di merda. Non c'è follia in Trier, nè visonarismo, ma solo premeditata idiozia perpetuata all'infinito, fotogramma dopo fotogramma, dove la violenza è gratuitamente ostentata fin da subito e pertanto non può esplodere in un finale, poichè la sua fine è l'incipit, e ciò che non esisteste non può avere nè principio nè fine.

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 07-11-2006 03:50  
quote:
In data 2006-11-06 21:57, Marienbad scrive:
Grazie per il bentornata!




Prego!
_________________
"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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kagemusha

Reg.: 17 Nov 2005
Messaggi: 1135
Da: roma (RM)
Inviato: 07-11-2006 09:47  
quote:
In data 2006-11-07 03:42, AlZayd scrive:
quote:
In data 2006-11-06 21:56, Marienbad scrive:
Secondo me no, in quanto il tema è trattato in maniera tale da rendercene l'immediatezza, quindi la potenza, quindi la follia. E' nell'attimo la violenza più sgradevole e sconsiderata, non nel perpetuarsi di fotogramma in fotogramma.
Come ce la rende infatti Trier? Spogliando completamente il film della sua retorica, visiva e uditiva. Protraendone il nudo pensiero che la carica come una bomba, per poi farla esplodere in poche inquadrature finali, morbose, laceranti. E' un film fatto apposta per saturarti e raccogliere i semi dell'odio.

Io amo Dogville.




Non noto immediatezza in Dogville, e nel cinema di von Trier in generale, bensì artificio "ragionato" e artificiosamente costruito. A tal punto che lo
spettatore "manipolato" non si concentra sulla violenza come "tema", o messaggio psichico-socio-esistenziale, attraverso un processo che sia anche di identificazione - identificazione cinematografica, consapevole o inconscia, piacere della visione e del narrato - flusso di "stupori" (non so perchè ma ultimamante mi è venuta a noia la parola "emozioni") a doppio senso di circolazione (anzi triplo: autore, schermo, spettatore). Il pubblico diventa strumento passivo, cavia dell'intenzione
violenta che è mezzo e fine ultimo di una rappresentazione scollegata da ogni altro elemento/contesto filmico - "spoglio della sua retorica, visiva e uditiva" - esclusivamente coincidente con il "medium" filmico stesso. La qual cosa potrebbe rappresentare una delle tante possibili strade di un cinema che cerchi di prendere le distanze da "tutto il resto" (?), per trasformare se stesso in violenta arma contundente, recise le radici letterarie, e quant'altro, quantunque Dogville sia a mio avviso paradossalmente molto teatrale, brechtiano, greenawayano, allestimento da teatro mozartiano.., nonchè esteticamente bislacco e rozzo. E' un cinema per e della coscenza vigile, che presto, disturbata, nel senso mesto del termine, si intristisce.., che lascia dunque del tutto indifferente ed "incorrotta" la sfera dell'"es". E un cinema che non nutre l'inconscio, che a sua volta non si nutre di cinema, a mio avviso è, ad essere ottimisti, cinema di merda. Non c'è follia in Trier, nè visonarismo, ma solo premeditata idiozia perpetuata all'infinito, fotogramma dopo fotogramma, dove la violenza è gratuitamente ostentata fin da subito e pertanto non può esplodere in un finale, poichè la sua fine è l'incipit, e ciò che non esisteste non può avere nè principio nè fine.




Alzayd per oggi sei il mio idolo

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HistoryX

Reg.: 26 Set 2005
Messaggi: 4234
Da: cagliari (CA)
Inviato: 07-11-2006 10:22  
quote:
In data 2003-11-18 22:54, Petrus scrive:
questa è la recensione che ho fatto per film scoop
....


l'oscuro passato di Petrus...

quote:
In data 2006-11-07 03:42, AlZayd scrive:
quote:
In data 2006-11-06 21:56, Marienbad scrive:
Secondo me no, in quanto il tema è trattato in maniera tale da rendercene l'immediatezza, quindi la potenza, quindi la follia. E' nell'attimo la violenza più sgradevole e sconsiderata, non nel perpetuarsi di fotogramma in fotogramma.
Come ce la rende infatti Trier? Spogliando completamente il film della sua retorica, visiva e uditiva. Protraendone il nudo pensiero che la carica come una bomba, per poi farla esplodere in poche inquadrature finali, morbose, laceranti. E' un film fatto apposta per saturarti e raccogliere i semi dell'odio.

Io amo Dogville.




Non noto immediatezza in Dogville, e nel cinema di von Trier in generale, bensì artificio "ragionato" e artificiosamente costruito. A tal punto che lo
spettatore "manipolato" non si concentra sulla violenza come "tema", o messaggio psichico-socio-esistenziale, attraverso un processo che sia anche di identificazione - identificazione cinematografica, consapevole o inconscia, piacere della visione e del narrato - flusso di "stupori" (non so perchè ma ultimamante mi è venuta a noia la parola "emozioni") a doppio senso di circolazione (anzi triplo: autore, schermo, spettatore). Il pubblico diventa strumento passivo, cavia dell'intenzione
violenta che è mezzo e fine ultimo di una rappresentazione scollegata da ogni altro elemento/contesto filmico - "spoglio della sua retorica, visiva e uditiva" - esclusivamente coincidente con il "medium" filmico stesso. La qual cosa potrebbe rappresentare una delle tante possibili strade di un cinema che cerchi di prendere le distanze da "tutto il resto" (?), per trasformare se stesso in violenta arma contundente, recise le radici letterarie, e quant'altro, quantunque Dogville sia a mio avviso paradossalmente molto teatrale, brechtiano, greenawayano, allestimento da teatro mozartiano.., nonchè esteticamente bislacco e rozzo. E' un cinema per e della coscenza vigile, che presto, disturbata, nel senso mesto del termine, si intristisce.., che lascia dunque del tutto indifferente ed "incorrotta" la sfera dell'"es". E un cinema che non nutre l'inconscio, che a sua volta non si nutre di cinema, a mio avviso è, ad essere ottimisti, cinema di merda. Non c'è follia in Trier, nè visonarismo, ma solo premeditata idiozia perpetuata all'infinito, fotogramma dopo fotogramma, dove la violenza è gratuitamente ostentata fin da subito e pertanto non può esplodere in un finale, poichè la sua fine è l'incipit, e ciò che non esisteste non può avere nè principio nè fine.



Cazzate. Tutto ha lo spettatore(per lo meno quello maturo) dall'essere passivo osservando von trier e Dogville.
Lo spettatore passivo(non maturo) attua il processo opposto, disidentificazione e osservazione passiva, da qui la noia.
Non capisco dove la premeditazione dell'autore superi il limite e diventi pretesto puro e semplice di azzardato allontanamento da quello che è cinema, anzi seguendo il tuo ragionamento si, ci arrivo ma lo contesto alla base, e alla base ci vedo il pregiudizio del critico.
Dogville è "paradossalmente" teatrale?...questa la lascio ai posteri e non m'interessa nemmeno indagare su quale paradosso sia caduto vista l'ermeticità inutile dei "quantunque" e "quant'altro".
La repulsione di Dogville dello spettatore passivo è data dal fatto che il film è talmente privo di veli retorici sin nella radice da risultare appunto troppo immediato, e come suddetto, esplosivo nel suo smascherare le ipocrisie interiori dell'essere umano.
Non si è manipolati, si è scossi dal proprio sonno, ed è questo che disturba.
L'analisi umana è tutt'altro che pretenziosa, giudicherei l'esposizione "oggettiva", e da qui l'incomprensione del film, ognuno che dir si voglia osserva sino al proprio steccato e al riparo di esso può giocare ad essere chi vuole, tolte le barriere, i limiti rimangono segni su un palco o un set facilmente oltrepassabili dall'occhio critico del mondo, e il risultato è la nudità, l'inconsistenza della nostra schifosa quanto inutile immagine di sè.
Dogville è uno specchio e chi non conosce o non sa accettare la propria natura ne rifiuta il contenuto.

[ Questo messaggio è stato modificato da: HistoryX il 07-11-2006 alle 11:37 ]

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 07-11-2006 11:44  
quote:
In data 2006-11-07 03:42, AlZayd scrive:

ma solo premeditata idiozia perpetuata all'infinito, fotogramma dopo fotogramma,

questa frase però, parlando di Von Trier, è geniale.
_________________
Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 07-11-2006 11:45  
ottimo history
_________________
Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 07-11-2006 11:56  
Lars Von Trier = Inarritu
_________________
"C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"

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Ayrtonit
ex "ayrtonit"

Reg.: 06 Giu 2004
Messaggi: 12883
Da: treviglio (BG)
Inviato: 07-11-2006 12:02  
quote:
In data 2006-11-07 11:56, Tristam scrive:
Lars Von Trier = Inarritu



quindi è il Male.

personalmente ho smesso di vedere film di von trier dopo dogville, che mi è piaciuto ma al tempo stesso, come gli altri suoi film, mi ha molto disturbata. il perpetuarsi della violenza ha un suo senso preciso e organico nel film (ma anche in dancer in e breaking the waves) però al tempo stesso è troppo forte, spiattellata minuto dopo minuto davanti agli occhi dello spettatore.
in questo senso si mi ricorda un pò inarritu di 21 grammi (ripeto, per me babel è molto meglio)...
non saprei, il mio giudizio su von trier è molto precario oggi come oggi.
forse è anche la sua ripetitività a stancare, alla lunga.
_________________
"In effetti la degenerazione non è mai divertente, bisogna saperla mantenere su livelli tollerabili.
Non è tanto una questione di civiltà, ma di intelligenza."
DEMONSETH

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 07-11-2006 12:36  
quote:
In data 2006-11-07 10:22, HistoryX scrive:
quote:
In data 2003-11-18 22:54, Petrus scrive:
questa è la recensione che ho fatto per film scoop
....


l'oscuro passato di Petrus...

quote:
In data 2006-11-07 03:42, AlZayd scrive:
quote:
In data 2006-11-06 21:56, Marienbad scrive:
Secondo me no, in quanto il tema è trattato in maniera tale da rendercene l'immediatezza, quindi la potenza, quindi la follia. E' nell'attimo la violenza più sgradevole e sconsiderata, non nel perpetuarsi di fotogramma in fotogramma.
Come ce la rende infatti Trier? Spogliando completamente il film della sua retorica, visiva e uditiva. Protraendone il nudo pensiero che la carica come una bomba, per poi farla esplodere in poche inquadrature finali, morbose, laceranti. E' un film fatto apposta per saturarti e raccogliere i semi dell'odio.

Io amo Dogville.




Non noto immediatezza in Dogville, e nel cinema di von Trier in generale, bensì artificio "ragionato" e artificiosamente costruito. A tal punto che lo
spettatore "manipolato" non si concentra sulla violenza come "tema", o messaggio psichico-socio-esistenziale, attraverso un processo che sia anche di identificazione - identificazione cinematografica, consapevole o inconscia, piacere della visione e del narrato - flusso di "stupori" (non so perchè ma ultimamante mi è venuta a noia la parola "emozioni") a doppio senso di circolazione (anzi triplo: autore, schermo, spettatore). Il pubblico diventa strumento passivo, cavia dell'intenzione
violenta che è mezzo e fine ultimo di una rappresentazione scollegata da ogni altro elemento/contesto filmico - "spoglio della sua retorica, visiva e uditiva" - esclusivamente coincidente con il "medium" filmico stesso. La qual cosa potrebbe rappresentare una delle tante possibili strade di un cinema che cerchi di prendere le distanze da "tutto il resto" (?), per trasformare se stesso in violenta arma contundente, recise le radici letterarie, e quant'altro, quantunque Dogville sia a mio avviso paradossalmente molto teatrale, brechtiano, greenawayano, allestimento da teatro mozartiano.., nonchè esteticamente bislacco e rozzo. E' un cinema per e della coscenza vigile, che presto, disturbata, nel senso mesto del termine, si intristisce.., che lascia dunque del tutto indifferente ed "incorrotta" la sfera dell'"es". E un cinema che non nutre l'inconscio, che a sua volta non si nutre di cinema, a mio avviso è, ad essere ottimisti, cinema di merda. Non c'è follia in Trier, nè visonarismo, ma solo premeditata idiozia perpetuata all'infinito, fotogramma dopo fotogramma, dove la violenza è gratuitamente ostentata fin da subito e pertanto non può esplodere in un finale, poichè la sua fine è l'incipit, e ciò che non esisteste non può avere nè principio nè fine.



Cazzate. Tutto ha lo spettatore(per lo meno quello maturo) dall'essere passivo osservando von trier e Dogville.
Lo spettatore passivo(non maturo) attua il processo opposto, disidentificazione e osservazione passiva, da qui la noia.
Non capisco dove la premeditazione dell'autore superi il limite e diventi pretesto puro e semplice di azzardato allontanamento da quello che è cinema, anzi seguendo il tuo ragionamento si, ci arrivo ma lo contesto alla base, e alla base ci vedo il pregiudizio del critico.
Dogville è "paradossalmente" teatrale?...questa la lascio ai posteri e non m'interessa nemmeno indagare su quale paradosso sia caduto vista l'ermeticità inutile dei "quantunque" e "quant'altro".
La repulsione di Dogville dello spettatore passivo è data dal fatto che il film è talmente privo di veli retorici sin nella radice da risultare appunto troppo immediato, e come suddetto, esplosivo nel suo smascherare le ipocrisie interiori dell'essere umano.
Non si è manipolati, si è scossi dal proprio sonno, ed è questo che disturba.
L'analisi umana è tutt'altro che pretenziosa, giudicherei l'esposizione "oggettiva", e da qui l'incomprensione del film, ognuno che dir si voglia osserva sino al proprio steccato e al riparo di esso può giocare ad essere chi vuole, tolte le barriere, i limiti rimangono segni su un palco o un set facilmente oltrepassabili dall'occhio critico del mondo, e il risultato è la nudità, l'inconsistenza della nostra schifosa quanto inutile immagine di sè.
Dogville è uno specchio e chi non conosce o non sa accettare la propria natura ne rifiuta il contenuto.




Fregnacce.

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kagemusha

Reg.: 17 Nov 2005
Messaggi: 1135
Da: roma (RM)
Inviato: 07-11-2006 12:45  
Non riesco a vedere nessuna sincerità nel discorso di von trier nessuna necessità intima, nessuna ispirazione sincera solo un compitino fatto a tavolino programmato e studiato per sorprendere, provocare e spingere il povero critico a cercare profondità inesistenti. Von trier mantiene la faccia seria del grande autore mentre con la mano sinistra di nascosto solletica le parti basse dello spettatore. Non riesco a vedere nessuna attinenza, nessun confronto fertile fra l'america di dogville e la realtà. Non riesco a trovare nulla di geniale nel ribaltamento finale dei ruoli ma solo ancora una volta l'intento di dare allo spettatore qualcosa di "forte" su cui elucubrare. non ci trovo intelligenza ne acume nel testo dei dialoghi e della voce off, così forzatamente distaccata e ironica (un ridicolo vezzo d'autore in conclusione), ma solo presunzione senza sostanza. non ci trovo verità in nessuno dei personaggi, neanche filtrata attraverso lo straniamentio teatrale che il film propone(propina).

questo è tutto quello che non ci trovo in questo film beato invece chi ci ha visto un capolavoro

Trovo altresì che dogville sia un filmetto furbetto e insincero, scritto, diretto e interpretato neanche tanto bene.

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