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Autore Touching The Void (2003) di Kevin Macdonald
lilja4ever
ex "natalie73"

Reg.: 23 Ago 2003
Messaggi: 1872
Da: este (PD)
Inviato: 07-05-2004 18:44  
Finalmente è arrivato un film di alpinismo estremo e spettacolare, che riesce a fare a meno dei tanti, orrendi, imperdonabili strafalcioni in stile hollywood. Da alpinista provetta, per anni mi sono contorta sulla poltrona nel vedere le idiozie alpinistiche delle solite americanate. Non è questo il caso, per fortuna, a partire dalla storia, che è realmente accaduta, per proseguire con la cura tecnica delle attrezzature, delle manovre di assicurazione, dell’abbigliamento, dei “dettagli”. E’ in pratica un film “di” alpinisti, “per” l’alpinismo. E tutti noi alpinisti sappiamo quanto contano quei dettagli, e cosa significhi, ad esempio, perdere un cordino che avrebbe dovuto salvarti la vita… La montagna non perdona, e in quest’ottica non poteva essere resa meglio, sul grande schermo, la testimonianza della straziante lotta per la vita dei due protagonisti. Merito della sceneggiatura, tratta dallo stesso libro scritto dai sopravvissuti; merito della regia, che ha saputo riscrivere per immagini una storia ai limiti delle possibilità umane e dell’immaginazione; merito della fotografia, e di quelle allucinanti e potentissime inquadrature di delirio e sfinimento. E non sono stati certo trascurati gli aspetti più umani della vicenda, con una doverosa attenzione a tematiche come l’amicizia, la fiducia nel compagno di cordata al quale si affida la propria vita, la sottile linea che separa la vita dalla morte. Non è stato posto l’accento sui perché della vicenda, ma si è cercato, giustamente a mio avviso, di dare il più ampio spazio possibile alla visione della vicenda “dal di dentro”. La testimonianza diretta dei sopravvissuti è cruciale, ed è messa in rilievo dall’alternarsi sapiente delle immagini dell’impresa, minuziosamente ricostruita, a quelle dei protagonisti che raccontano alla macchina da presa ciò che hanno vissuto, anni prima, sulla propria pelle. Il trovarsi improvvisamente faccia a faccia con la morte può generare le più disparate reazioni, ed il film si concentra su quelle personali dei due protagonisti, senza quindi dare dei giudizi su come hanno affrontato quei drammatici momenti. Niente facili moralismi, quindi, ma solo il racconto di una storia. Una storia al limite dell’impossibile.

ps: il produttore era presente all’anteprima italiana, ed ha assicurato che il film verrà distribuito anche da noi fra un paio di mesi. Fatevi un appunto in agenda!

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lilja4ever
ex "natalie73"

Reg.: 23 Ago 2003
Messaggi: 1872
Da: este (PD)
Inviato: 14-10-2004 21:04  
esce al cinema il 19 Novembre !


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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 02-11-2004 16:09  
Ma dai?!
A Londra era uscito verso maggio al cinema, ora lo danno sulla televisione via cavo.
Ho visto delle immagini, uno speciale e sono davvero curioso, sembra un film veramente interessante...
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"C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"

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YamaJim


Reg.: 06 Mag 2004
Messaggi: 128
Da: RM (RM)
Inviato: 20-03-2005 11:47  
Semi-documentario emozionante e ricco di scene ad alta tensione.
L'avventura dei due alpinisti che scalarono la Siula Grande e si ritrovarono nei guai...
Si partecipa pienamente dalla sala alla grande scalata e ci sono molte metafore apprezzabili. penso proprio che andrebbe visto.

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 20-03-2005 23:26  
Bellissimo, uno dei più bei film visti ultimamente.
Un grande film horror.
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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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Chenoa

Reg.: 16 Mag 2004
Messaggi: 11104
Da: Vittorio Veneto (TV)
Inviato: 10-04-2005 11:59  
Ho cercato in giro,ma non mi pare sia ancora stato aperto un topic su questo film/documentario.

La morte sospesa narra la vicenda realmente accaduta a due alpinisti, Joe Simpson e Simon Yates che nel 1985 decidono di scalare la vetta del Siula Grande in Perù.
Le cose però non vanno come previsto e questo porterà ad avvenimenti inaspettati che sfiorano la tragedia...

Un documentario che insieme alla fedele rappresentazione della vicenda (girata tra le Alpi e le vere pendici dello Siula grande) unisce le vere testimonianze dei due scalatori che raccontano delle loro sensazioni in quelle terribili giornate.
Il mio giudizio è positivo,il film riesce a farti seguire l’accaduto con interesse crescente,mi ha ricordato le trasmissioni in stile real tv,a volte girate nella stessa maniera.
Vorrei fare un plauso alla fotografia che ho trovato molto buona,aiutata da un paesaggio e un’atmosfera unica.
Promuovo anche la recitazione dei due attori,soprattutto di quello che ha impersonato Joe,che a parer mio è riuscito a trasmettere la sofferenza e la disperazione che deve aver provato il vero scalatore in quei momenti.

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karmapaolo

Reg.: 14 Mar 2005
Messaggi: 1607
Da: Rovato (BS)
Inviato: 10-04-2005 12:04  
Non l'ho ancora vista ma m'interessa molto.
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there is not way to happiness
happiness is the way

Paolo

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 10-04-2005 12:11  
Chi l'ha visto è fortunato.
Io ne ho parlato qui , davvero un ottimo film.
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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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karmapaolo

Reg.: 14 Mar 2005
Messaggi: 1607
Da: Rovato (BS)
Inviato: 10-04-2005 12:40  
Ma è già uscito nelle sale?
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Paolo

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Hawke84

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 5586
Da: Cavarzere (VE)
Inviato: 10-04-2005 13:22  
il topic già esisteva
comunque il film è straordinario

[ Questo messaggio è stato modificato da: Hawke84 il 10-04-2005 alle 13:25 ]

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Chenoa

Reg.: 16 Mag 2004
Messaggi: 11104
Da: Vittorio Veneto (TV)
Inviato: 10-04-2005 14:43  
quote:
In data 2005-04-10 13:22, Hawke84 scrive:
il topic già esisteva

ooops...eh vabbè dai chiedo ai moderatori di accorpare...

Comunque Gatsby,il paragone che hai fatto con "Ultimo minuto" è azzeccatissima! L'ha ricordato anche a me.

Oltretutto,per chi non lo sapesse,il libro dello stesso Joe Simpson su questa vicenda è stato scritto per scagionare l'amico Simon dal quel sofferto gesto che gli ha procurato enormi critiche e accuse da parte della comunità alpinista.

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Davil89

Reg.: 29 Dic 2003
Messaggi: 6581
Da: Soliera (MO)
Inviato: 10-04-2005 15:25  
quote:
In data 2005-04-10 12:40, karmapaolo scrive:
Ma è già uscito nelle sale?




dovrebbe essere uscito il 18 marzo
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"Non smettere mai di sorridere, nemmeno quando sei triste, perché non sai chi potrebbe innamorarsi del tuo sorriso"

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donnie84

Reg.: 27 Ago 2004
Messaggi: 781
Da: Marsala (TP)
Inviato: 10-04-2005 16:43  
visto; si avverte proprio la tensione che hanno i protagonisti. davvero un buon mockumentary

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ines49

Reg.: 15 Mag 2004
Messaggi: 376
Da: PADOVA (PD)
Inviato: 10-04-2005 23:09  
Visto anch'io 2 settimane fa mi sto ancora chiedendo perchè non mi abbia entusiasmato.
Mah!

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 16-04-2005 00:56  
Magnifico film. Di rara suggestione.

La mia opinione.

Touching the void

" Più ti avvicini alla morte e più senti di essere vivo"

L'uomo ha i suoi limiti. La natura è spesso più forte delle sue ambizioni. Ma l'uomo ha la possibilità di mettere se stesso alla prova, di vincere o perdere sfidando l'ignoto, di vivere o morire, o soltanto sopravvivere, per il proprio ideale, per i propri stupori ed ansie esistenziali, forse per scoprire dove si cela un Dio. Se un Dio esiste. Una montagna impervia della catena delle Ande peruviane, corazzata di ghiaccio e silenzio, con la sua bellezza altera e siderale, forma pura ed imponente del "mistero", modellata dalle acque, dai venti, dai ghiacci, dal tempo, sorta di fata delle meraviglie e della follia, lei, scaturita dalle remote profondità del mare o dalle viscere della terra, con la sua lunga veste di pura seta e ruvida canapa, dalle mille pieghe, solchi e baratri, è l'"oggetto del desiderio" di due scalatori inglesi che le lanciano una sfida ai limiti dell'impossibile. Da una storia vera, soggetto e sceneggiatura tratti dall'omonimo libro autobiografico di Joe Simpson (uno di due partecipanti alla scalata, l'altro è Simon Yates), il regista Kevin MacDonald, vincitore nel 2000 di un premio Oscar con il documentario One Day in September, realizza un'opera bellissima ed inquietante. La Morte sospesa di documentaristico ha solo l’approccio, sebbene in presenza di una scansione tragica affidata alle voci fuoricampo dei due scalatori che narrano le proprie vicende. Il regista trasfigura il mero resoconto, i ricordi e le parole sofferte di Yates e Simpson, con autentico senso del dramma ed efficace scavo psicologico, con affreschi visivi/visionari di stupefacente suggestione e rara efficacia espressiva. Qualcosa che va oltre il semplice documentare. Un silenzio profondo incalza e sovrasta la lenta e faticosa risalita: voci di venti gelidi che spirano dalle ignote e remote regioni dell'ES. Raggiunta la vetta, durante la discesa Joe resta vittima di un grave incidente e viene abbandonato dall'amico che aveva tentato invano di soccorrerlo e che, ritenutolo morto, persa ogni speranza, “taglia la corda” per poter salvare se stesso. Gravemente ferito, Joe Simpson dovrà cercare di raggiungere il campo base, lottando tenacemente e disperatamente contro una natura omicida, tra orrendi crepacci, baratri e il gelo assoluto, con tutte le sue forze e oltre i limiti dell'umana capacità di resistenza. Tutto questo ha del religioso, e l'occhio lucido, distaccato ed insieme partecipe, del regista inglese scruta con discrezione l'intima e sacrale natura delle cose e degli accadimenti. Con ritmo implacabile, Kevin MacDonald incalza lo spettatore, nel gioco di identificazione con i protagonisti, con le loro paure, angosce, momenti panici e speranze, e lo scaraventa in quell'inferno di ghiaccio con superbe inquadrature, vere e proprie estasi visive, che colgono l'essenza intima/terribile e duplice della montagna, il suo essere orrida e crudele nemica, e pure ventre maternale, spettacolo grandioso e metafisico. Splendida la fotografia di Mike Eley (Paul, Mick e gli altri, 2001, di Ken Loach) mai oleografica e didascalica, tutt'altro che documentaria, che ritrae gli imponenti squarci panoramici, i bizzarri, spettrali e lirici disegni, intarsi di ghiaccio che conferiscono alle pareti delle montagna forme di sogno che la più fertile e folle immaginazione umana non potrebbe mai intuire. Puro e doloroso distillato di luce bianca e blu, raggio luminoso che fende l'oscurità del baratro, pur essendo spettacolare, La Morte Sospesa evita ogni forma di volgare e distratto spettacolaricismo. Essenziale, nella sua magniloquenza visiva, anti-eroico e privo di retorica, Touching The Void arriva nelle sale italiane come una vera e propria perla rara. Da cogliere al volo.

pubblicato qui http://www.cinemaplus.it/leggi-recensione.asp?id=1284



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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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