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FilmUP Forum Index > Cinema > Approcci alla critica dei film > L' immagine è tutto   
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Autore L' immagine è tutto
Marienbad

Reg.: 17 Set 2004
Messaggi: 15905
Da: Genova (GE)
Inviato: 01-10-2006 23:12  
Egocentrico.
Ma a ragione...
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Inland Empire non l'ho visto e non mi piace

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malebolgia

Reg.: 15 Gen 2003
Messaggi: 2665
Da: matelica (MC)
Inviato: 02-10-2006 02:54  
quote:
In data 2006-09-28 14:37, roccomedia scrive:
l'assillo della fissità dell'immagine, che come scelta stilistica diventa snervante smania di provocazione (i perenni campi lunghi a camera fissa di molto cinema orientale).





non è mica smania di provocazione.
è(era) necessità.
_________________
... e per un istante ritorna la voglia di vivere a un'altra velocità

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 02-10-2006 11:46  
di più: è (ed era, penso - tanto per cambiare - ad Ozu) identità culturale.
_________________
Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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malebolgia

Reg.: 15 Gen 2003
Messaggi: 2665
Da: matelica (MC)
Inviato: 02-10-2006 12:25  
quote:
In data 2006-10-02 11:46, sandrix81 scrive:
di più: è (ed era, penso - tanto per cambiare - ad Ozu) identità culturale.




sì.
con necessità intendevo questo.
prendiamo, ad es. ozu: la sua morale, la sua identità culturale, come dici tu, non gli avrebbero permesso di girare determinate sequenze in altro modo.

"in arte seguo me stesso, non ho niente da spartire con ciò che non mi piace."
encomiabile.
_________________
... e per un istante ritorna la voglia di vivere a un'altra velocità

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vietcong

Reg.: 13 Ott 2003
Messaggi: 4111
Da: roma (RM)
Inviato: 04-10-2006 12:12  

ma è stato detto che poi parola e suono fanno parte dell'immagine? cioè, per come la vedo io la specificità dell'immagine cinematografica non è solo il movimento e il montaggio, ma anche di essere fatta di suono. come dice mescal, che quoto, questo pochi registi l'hanno capito, penso soprattutto ai densi layout sonori di lynch, per cui il suono è esso stesso immagine.


in generale invito quilty a vedere la sua presa di posizione come un punto di partenza e non di arrivo. per quanto alcune tue considerazioni abbiano un certo senso, rivelano una cinefilia ancora acerba (così come gli autori citati). Ad esempio, credo che si possa capire molto del linguaggio cinematografico proprio analizzando quei film più apparentemente teatrali, come nelle vecchie commedie americane. Registi sensibili come Wilder sanno compiere scelte sottili, anche adattando una piece teatrale, che rivelano un'infallibile consapevolezza degli specifici ritmi ed esigenze del cinema.

_________________
La realtà è necessaria a rendere i sogni più sopportabili

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 04-10-2006 12:44  
La mia cinefilia sarà sicuramente ancora acerba, però l'esempio di Wilder è un'obiezione simile a quella che era stata portata da quentin84 a pagina 1 con l'esempio di Nodo Alla Gola, pertanto è inutile che io replichi su questo punto. Anche adattando un'opera teatrale sono state le scelte di regia di quel film che ne hanno determinato l'efficacia narrativa. Già detto.

E' chiaro poi che in un film sono importanti i suoni, le parole, la sceneggiatura. Ma non era questo il senso del discorso,che peraltro mi sembrava abbastanza chiaro ma evidentemente o scrivo male o c'è chi legge come gli pare.

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mescal

Reg.: 22 Lug 2006
Messaggi: 4695
Da: napoli (NA)
Inviato: 04-10-2006 12:50  
ma perchè metti il suono e la parola sullo stesso piano della sceneggiatura? questo non mi è chiaro... la sceneggiatura è un documento, uno strumento utile nella realizzazione di un film, mentre la parola e l'immagine sonora sono presenti sullo schermo esattamente come l'immagine visiva. E' sbagliato vederli come un semplice complemento di quella: ormai siamo nell'epoca dell'audiovisivo, il cinema muto è morto.

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Heeeellloooo baaabbbyyyy...

[ Questo messaggio è stato modificato da: mescal il 04-10-2006 alle 12:50 ]

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 04-10-2006 13:05  
La parola la metto sullo stesso piano della sceneggiatura,fa parte dello script, il suono no.
Molto spesso in un film mediocre le parole tendono a sostituire l'immagine visiva.

Per citare Hitchcock, "il dialogo deve essere un rumore in mezzo agli altri, un rumore che esce dalla bocca e dai personaggi le cui azioni e sguardi raccontano una storia costruita attraverso le immagini".
E chi ha visto i suoi film, una pellicola come Vertigo è costruita su questo.

Gli esempi che ho portato sono chiare dimostrazioni di come l'immagine sostituisca le parole per creare un significato.
Non bisogna dimenticare che quando dal cinema muto si passò al sonoro ci fu un passo indietro nel linguaggio cinematografico proprio perchè con le parole era molto più facile raccontare una trama piuttosto che attraverso gli strumenti del cinema.
_________________
E' una storia che è successa ieri, ma io so che è domani.

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mescal

Reg.: 22 Lug 2006
Messaggi: 4695
Da: napoli (NA)
Inviato: 04-10-2006 13:14  
Ma non è un caso che Hitchcock sia cresciuto nel cinema muto... la sua concezione è comunque legata a quello. Ciononostante tutti ci ricordiamo l'importanza del suono nell'Uomo che sapeva troppo, o della colonna sonora di Psycho o La donna che visse due volte...
I dialoghi non possono a mio avviso essere considerati in maniera separata dalle immagini di un film, soprattutto se analizziamo il film da un punto di vista semiologico, in quanto segni sono le parole, così come le immagini.
Ogni film fa storia a sé, e non c'è nulla che impedisca a priori a un film basato principamente sulla parola di essere un'opera di rilievo.
Chi lo ha visto, da questo punto di vista, potrebbe intrattenerci su un certo film di Dreyer, mi sembra di ricordare...
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vietcong

Reg.: 13 Ott 2003
Messaggi: 4111
Da: roma (RM)
Inviato: 04-10-2006 13:25  
quote:
In data 2006-10-04 12:44, Quilty scrive:
La mia cinefilia sarà sicuramente ancora acerba, però l'esempio di Wilder è un'obiezione simile a quella che era stata portata da quentin84 a pagina 1 con l'esempio di Nodo Alla Gola, pertanto è inutile che io replichi su questo punto. Anche adattando un'opera teatrale sono state le scelte di regia di quel film che ne hanno determinato l'efficacia narrativa. Già detto.

E' chiaro poi che in un film sono importanti i suoni, le parole, la sceneggiatura. Ma non era questo il senso del discorso,che peraltro mi sembrava abbastanza chiaro ma evidentemente o scrivo male o c'è chi legge come gli pare.




l'ossevazione sul suono è infatti del tutto estemporanea. ho capito l'essenza del tuo discorso, ma bisogna stare attenti a non identificare valore cinematografico con un certo tipo di immgine pura ideale, feticistico, Leone e Kubrick mi hanno fatto godere molto in passato, adesso li trovo un po' ridondanti. Kubrick è pieno di specchietti per le allidole, e credo che un semplice campo medio di un tizio che parla possa essere altrettanto "bello" e di valore (nel suo contesto) che il monolito di 2001.

sì, mi pare quentin facesse un discorso simile al mio, non l'avevo notato.

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La realtà è necessaria a rendere i sogni più sopportabili

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roccomedia

Reg.: 15 Lug 2005
Messaggi: 3829
Da: Bergamo (BG)
Inviato: 04-10-2006 14:53  
quote:
In data 2006-10-02 11:46, sandrix81 scrive:
di più: è (ed era, penso - tanto per cambiare - ad Ozu) identità culturale.




Questo è veritiero finchè non si sfora nell'eccesso: allora l'identità culturale diventa "feticismo della radice" se non Fondamentalismo. Penso soprattutto a Tsai Ming Liang e a film come "Goodbye Dragon Inn".

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 04-10-2006 17:16  
quote:
In data 2006-10-04 13:14, mescal scrive:
Ogni film fa storia a sé, e non c'è nulla che impedisca a priori a un film basato principamente sulla parola di essere un'opera di rilievo.
Chi lo ha visto, da questo punto di vista, potrebbe intrattenerci su un certo film di Dreyer, mi sembra di ricordare...




Certo , se il film è sostenuto da una regia intelligente come Ordet, dove il risultato di una pellicola in cui l'azione si svolge quasi esclusivamente all'interno di una casa e i dialoghi sono incessanti è dato dalla scelta di lunghissime sequenze in cui la mdp non stacca mai e ciò conferisce quel rigore e quel distacco che rendono credibile poi il miracolo finale. Sono veramente pochi gli stacchi infatti, su particolari più che altro. Non si trova praticamente un solo campo-controcampo e i primi piani riguardano solo il volto della donna sofferente e poi morta (non ricordo il nome): sono tutte scelte che danno al film quel tono austero e permettono di rendere al meglio quella sospensione d'incredulità finale (la resurrezione)che non si sarebbe mai avuta se i dialoghi fossero stati ripresi con primi piani che avrebbero rovinato appunto quel distacco e l'effetto "mistico".

Quindi in un film puoi metterci tutte le parole che vuoi ma se riesci a sostituirle con le immagini sarebbe meglio e anche laddove ne viene fatto largo uso è fondamentale che la regia sia all'altezza ,perchè alla fine è quella che determina il risultato ,come nel caso del film di Dreyer.

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