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L' immagine è tutto |
mescal
Reg.: 22 Lug 2006 Messaggi: 4695 Da: napoli (NA)
| Inviato: 28-09-2006 01:03 |
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Curiosa la concezione che ha Quilty del teatro, lilitata ad un teatro esclusivamente di parola, legato al testo scritto, che non ha più corso a partire dal Novecento.
Il testo teatrale, e l'attore che gli dà vita, la parola "detta" conservano un ruolo centrale nell'esperienza del teatro contemporaneo, ma a questi si affiancano tanti altri elementi, che rendono ogni spettacolo teatrale un evento unico e non ripetibile...
Tanti sono i codici espressivi, a partire dalla fisicità dell'attore, il suo movimento, i giochi di luce (con cui è possbile qualcosa di simile agli stacchi del montaggio cinematografico), la musica, l'eventualeincorporamento di momenti di improvvisazione, la fortissima influenza del "dove", le varie concezioni della scena, che non deve essere necessariamente quella del teatro all'italiana (che crea vere e proprie immagini, che hanno ispirato la forma del fotogramma cinematografico).
Naturalmente il ruolo del montaggio è fondamentale, esso è generatore di idee, come spiegava Ejzenstein, attentamente studiato da Kubrick.
La cosa che noto sempre di più è come si tenda a dimenticare l'importanza del suono, all'interno del cinema sonoro, facendone una sorta di sottofondo o decorazione superflua, mentre si tratta di un'elemento assolutamente essenziale, cosa compresa davvero da pochi autori, mi vengono in mente per ora solo Godard, Altman e Lynch. Forse anche Malick. Il cinema commerciale, pur non ponendosi problemi teorici riguardo al suono, ne ha se non altro compreso il potere... ricordo il sonoro di diversi blockbuster recenti, su tutti Spider-Man 2, come elemento essenziale dell'esperienza spettacolare, tale da contribuire a renderla difficilmente replicabile, in quella ricchezza, a casa o in una sala non adeguatamente attrezzata.
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Quilty
Reg.: 10 Ott 2001 Messaggi: 7637 Da: milano (MI)
| Inviato: 28-09-2006 11:15 |
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Veramente io non ho espresso una mia idea sul teatro.
Mi sono limitato a scrivere, attraverso alcuni esempi , quello che differenzia il cinema dal teatro, tramite le scelte di regia sui movimenti di macchina, inquadrature e montaggio: tutte cose che a teatro non sono riproducibili prorpio perchè appartengono al linguaggio del cinema.
Con questo non volevo sminuire il ruolo teatrale, caso mai sminuire quelle pellicole che non si avvalgono di questi elementi cinematografici,per scelta o forse per incapacità del regista a utilizzare il linguaggio della sua arte. |
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mescal
Reg.: 22 Lug 2006 Messaggi: 4695 Da: napoli (NA)
| Inviato: 28-09-2006 11:24 |
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quote: In data 2006-09-27 19:34, Ahsaas scrive:
quote: In data 2006-09-27 19:32, sandrix81 scrive:
ecco. strub-huillet. perfetto.
prendiamo proprio Quei loro incontri.
totale - piano americano di uno - piano americano dell'altro - piano medio di entrambi.
nulla di più "banale" o "noioso", tanto più che i dialoghi, nel loro essere ritmo e non oggetto, sono impossibili da seguire e da cogliere.
eppure Quei loro incontri è un'opera fedelissima, per stile e per spirito, ai Dialoghi con Leucò di Pavese.
ma in fondo bastava dire che "ogni tecnica rimanda a una metafisica".
poiché se è vero che il montaggio è l'unico vero linguaggio del cinema, è altresì vero che una scelta di montaggio è anche la staticità, è anche la non-articolazione, è anche il non-montaggio.
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il difetto di Quei loro incontri è che l'immagine di per sè (e quindi, automaticamente: la scelta registica / di non montaggio) è privo di evocazioni significative. E' pura anestesia. Interessante fino ad un certo punto. Se si riesce a rimanere svegli fino alla fine.
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secondo me quello che hanno trovato loro era davvero il modo migliore di accostarsi a quel testo... al di là della bellezza evidente di quelle immagini, ogni scelta era frutto di un sapiente lavoro di messa in scena... le posizioni degli attori nello spazio, il montaggio (che c'era), il rapporto dei personaggi con la natura...
un grande saggio sul rapporto tra uomini e dei, e quindi il rapporto degli uomini con la natura, la Storia, il mito...
io il dialogo finale, che era in fondo molto eplicativo, sulla perdita di familiarità e di contatto con una certa sacralità della vita, nella natura, l'ho trovato persino commovente. |
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mescal
Reg.: 22 Lug 2006 Messaggi: 4695 Da: napoli (NA)
| Inviato: 28-09-2006 11:27 |
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quote: In data 2006-09-28 11:15, Quilty scrive:
Veramente io non ho espresso una mia idea sul teatro.
Mi sono limitato a scrivere, attraverso alcuni esempi , quello che differenzia il cinema dal teatro, tramite le scelte di regia sui movimenti di macchina, inquadrature e montaggio: tutte cose che a teatro non sono riproducibili prorpio perchè appartengono al linguaggio del cinema.
Con questo non volevo sminuire il ruolo teatrale, caso mai sminuire quelle pellicole che non si avvalgono di questi elementi cinematografici,per scelta o forse per incapacità del regista a utilizzare il linguaggio della sua arte.
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ah, beh, mi era parso di leggere questo:
"Quando l'immagine parla da sola e comunica , questa è la sostanziale differenza che passa tra una rappresentazione cinematografica (attraverso l'utilizzo di immagini che creano un significato) e una teatrale,che sfrutta la sceneggiatura e l'abilità degli attori e dei dialoghi. "
"Ci sono film invece che non usano gli strumenti del cinema, ma si limitano a inquadrare le sceneggiature ,anche ben costruite, senza suggerire con le immagini un bel nulla. Il cinema allora diventa teatro e perde di significato. "
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Quilty
Reg.: 10 Ott 2001 Messaggi: 7637 Da: milano (MI)
| Inviato: 28-09-2006 11:44 |
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Infatti confermo. Sarà scritto male ma significa che il cinema ha un suo linguaggio e il teatro ne sfrutta un altro. I film che usano più propriamente gli strumenti dei questa arte si distaccano da quelli che non lo fanno e hanno più valore.
Non c'è alcuna valutazione in merito al teatro: non ho scritto che il teatro è una merda perchè non ha le potenzialità di un film. |
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mescal
Reg.: 22 Lug 2006 Messaggi: 4695 Da: napoli (NA)
| Inviato: 28-09-2006 11:51 |
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quote: In data 2006-09-28 11:44, Quilty scrive:
Infatti confermo. Sarà scritto male ma significa che il cinema ha un suo linguaggio e il teatro ne sfrutta un altro. I film che usano più propriamente gli strumenti dei questa arte si distaccano da quelli che non lo fanno e hanno più valore.
Non c'è alcuna valutazione in merito al teatro: non ho scritto che il teatro è una merda perchè non ha le potenzialità di un film.
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infatti hai capito male ciò che dicevo, o mi sono espresso male. Non contestavo una valutazione negativa nei riguardi del teatro, semplicemente ritenevo errata l'idea di teatro che traspariva da quelle parole, e sottolineavo anche come, tramite ad esempio le luci, si possano avere persino dei procedimenti vicini, quanto a effetti (in parte, d'accordo), al montaggio cinematografico... ma sono d'accordo, comunque, che esso sia assolutamente peculiare all'arte cinematografica, e che sia il fondamento del cinema come linguaggio...
Non ci incartiamo sulle parole e andiamo avanti. |
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RICHMOND
Reg.: 03 Mag 2003 Messaggi: 13089 Da: genova (GE)
| Inviato: 28-09-2006 12:11 |
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quote: In data 2006-09-27 10:52, Quilty scrive:
(....)
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Credo di aver capito quello che intendi dire. Un altro esempio abbastanza chiaro lo si ha nel film "Io non ho paura", di Salvatores. C'è una scena in cui il ragazzino protgonista vede le mietitrebbie che falciano il grano. Chi ha letto il libro sa che Ammaniti (l'autore) spiega - ovviamenete parole - che il protagonista assimila le mietitrebbie a degli insettoni metallici. Salvatores non si serve di lcun dialogo per rendere tutto ciò, ma si limita ad inquadrare alternativamente le mititrebbie e alcuni insetti che si muovono sulle spighe.
In ogni caso non credo che l'arte cinematogrfica possa essere dedotta solo da questo. Dipende dallo stile del regista, dalle circostanze e da un sacco di altre cose. Ci sono ottimi film retti anche solo da dialoghi teatrali (vedi monologhi), in cui il rgista fa poco e l'attore tiene in mno la scena. Qualunque cosa è il cinema, qualunque cosa che abbia a che fare con la macchina da presa e la recitazione. Trovo un po' riduttivo circoscrivere il vasto mondo del cinema alla sola inquadratura della telecamera. Il cinema è un miscuglio di arti.
_________________ L'amico Fritz diceva che un film che ha bisogno di essere commentato, non è un buon film . Forse, nella sua somma chiaroveggenza, gli erano apparsi in sogno i miei post. |
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roccomedia
Reg.: 15 Lug 2005 Messaggi: 3829 Da: Bergamo (BG)
| Inviato: 28-09-2006 14:37 |
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quote: In data 2006-09-28 11:44, Quilty scrive:
I film che usano più propriamente gli strumenti di questa arte si distaccano da quelli che non lo fanno e hanno più valore.
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Credo che la funzione essenziale di un linguaggio debba essere il concretizzarsi di un processo di comunicazione. Ciò è assolutamente indipendente dalla dinamicità di movimento di una macchina da presa, che deve anzi riadattarsi alle specificità della sceneggiatura di riferimento. Il cinema che ha valore, secondo me, è quello che riesce ad adattare le sue tecniche alle contingenze senza creare dipendenze feticistiche sia dall'ossessione del movimento di macchina, che quando è fine a se stesso diventa null'altro che ridondanza sterile, puro capriccio estetico (Leone e Kubrick ne sanno qualcosa); sia l'assillo della fissità dell'immagine, che come scelta stilistica diventa snervante smania di provocazione (i perenni campi lunghi a camera fissa di molto cinema orientale).
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natacha
Reg.: 21 Lug 2006 Messaggi: 95 Da: Firenze (FI)
| Inviato: 28-09-2006 14:51 |
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quote: In data 2006-09-27 19:35, Quilty scrive:
quote: In data 2006-09-27 18:13, quentin84 scrive:
Voglio dire che ciò che conta non sono le tecniche cinematografiche in sè, ma la loro efficacia narrativa.
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E' la stessa cosa perchè l'efficacia narrativa è data dalla scelta di linguaggio del regista.
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Ma la prima scelta di linguaggio del regista è il montaggio. E' il montaggio che da senso allo spettacolo, che differenzia la narrazione attraverso l'immagine dall'immagine di un racconto, penso che la differenza sta in questo, più che in altro.
Se ho capito bene cosa vuoi dire.
_________________ Dans la forêt de la mémoire - Surgis soudain - Tends-nous la main - Et sauve-nous. |
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quentin84
Reg.: 20 Lug 2006 Messaggi: 3011 Da: agliana (PT)
| Inviato: 28-09-2006 18:30 |
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Cinema, letteratura e teatro hanno tutti e tre lo scopo di raccontare una storia, usano linguaggi diversissimi, ma il fine è lo stesso.
Un regista che privilegia inquadrature fisse rispetto a un montaggio serrato non è necessariamente un incapace ,si tratta di vedere se quella tecnica è adatta al tipo di storia che racconta.
Un film di Woody Allen,ad esempio non ha bisogno di un montaggio serrato o di elaborati movimenti di macchina, un film di Hitchcock invece sì, dipende dalla poetica dell'Autore e dal tipo di storie che vuole raccontare.
L'ultimo film di Woody, Matchpoint,racconta una storia molto diversa dalle sue precedenti e, non a caso,Allen ha fatto ricorso a tecniche di ripresa insolite per lui come il ralenti . |
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mescal
Reg.: 22 Lug 2006 Messaggi: 4695 Da: napoli (NA)
| Inviato: 28-09-2006 18:36 |
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quote: In data 2006-09-28 18:30, quentin84 scrive:
Cinema, letteratura e teatro hanno tutti e tre lo scopo di raccontare una storia, usano linguaggi diversissimi, ma il fine è lo stesso.
Un regista che privilegia inquadrature fisse rispetto a un montaggio serrato non è necessariamente un incapace ,si tratta di vedere se quella tecnica è adatta al tipo di storia che racconta.
Un film di Woody Allen,ad esempio non ha bisogno di un montaggio serrato o di elaborati movimenti di macchina, un film di Hitchcock invece sì, dipende dalla poetica dell'Autore e dal tipo di storie che vuole raccontare.
L'ultimo film di Woody, Matchpoint,racconta una storia molto diversa dalle sue precedenti e, non a caso,Allen ha fatto ricorso a tecniche di ripresa insolite per lui come il ralenti .
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mah... non credo che il punto sia tanto la storia... la stessa storia in mano a registi differenti può dare origine a film molto diversi. La differenza dovrebbe essere nello sguardo, che dovrebbe essere assolutamente originale, in un regista degno di questo nome. O no? |
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quentin84
Reg.: 20 Lug 2006 Messaggi: 3011 Da: agliana (PT)
| Inviato: 28-09-2006 19:13 |
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Ovviamente sì.
Poetica (le storie che racconti) e stile (come le racconti) sono i due elementi del pensiero e quindi dello sguardo del regista e sono indissolubilmente legati. |
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sandrix81
Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 28-09-2006 20:00 |
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quote: In data 2006-09-28 19:13, quentin84 scrive:
Poetica (le storie che racconti)
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colgo l'occasione, visto che è un errore piuttosto comune, solo per dire che la poetica di un artista non è affatto data dalle storie che racconta, o dalle tematiche. la poetica è molto di più, la poetica è l'insieme stesso dei principi e degli stilemi di un autore, è tutto ciò che concorre a definire la sua concezione dell'arte (e del cinema, nello specifico).
ed è forse proprio a questo concetto che bisogna risalire per affrontare il discorso.
montaggio serrato o lunghi piani sequenza, inquadrature fisse o movimenti di macchina (distinzione poi che Quilty non ha fatto; penso che parlasse di staticità riferita piuttosto alla significazione che propriamente alla cinetica), sonoro o discorso per immagini... qualsiasi espediente si può adottare, purché ci sia coerenza con la propria poetica, e si riesca davvero a comunicare il proprio pensiero utilizzando tutti i codici espressivi a disposizione nella maniera più adeguata.
Per questo adoro sia Lubitsch, che mostrava il trascorrere del tempo attraverso le lancette degli orologi o i fogli di calendario, sia Rohmer e Godard, che rifiutano di complicarsi con un espediente quando possono indicare il tempo con una scritta o una riga di dialogo.
Per questo tengo sempre a mente Kulesov (è inutile che vi state tanto a scervellare con quegli esempi, basta citare l'effetto K) ma poi adoro i lunghi piani sequenza di Rossellini.
Per questo posso ammirare allo stesso tempo e con lo stesso godimento i movimenti rivelatori di Hitchcock e le inquadrature fisse e kenotiche di Ozu.
_________________ Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina. |
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mescal
Reg.: 22 Lug 2006 Messaggi: 4695 Da: napoli (NA)
| Inviato: 28-09-2006 20:26 |
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Quilty
Reg.: 10 Ott 2001 Messaggi: 7637 Da: milano (MI)
| Inviato: 01-10-2006 15:33 |
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Hai ragione mescal ci si incarta sulle parole e la comunicazione ne risente.
Faccio un altro esempio di quello che intendo dire.
_________________ E' una storia che è successa ieri, ma io so che è domani. |
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