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Autore For your consideration: LA 25a ORA
naly01

Reg.: 26 Nov 2001
Messaggi: 2248
Da: Rignano Sull'Arno (FI)
Inviato: 02-03-2004 14:16  
FOR YOUR CONSIDERATION IOMA 2004:
LA 25a ORA - Tutte le categorie

Può essere considerato come il primo vero film sull'11 Settembre. Spike Lee racconta con grande sensibilità un mondo ferito, tradito, che cerca di ricostruire qualcosa di solido su labili macerie. Proprio come Monty (Edward Norton), uno spacciatore che si trova in un punto fondamentale della sua vita: qualcuno lo ha tradito e adesso si trova costretto ad andare in prigione per 7 anni a scontare la sua pena; ma, prima di questo, dovrà scoprire chi è il traditore tra la sua dolce metà (Rosario Dawson), il padre sfortunato (un bravissimo Brian Cox), o i due migliori amici di sempre (Philip Seymour Hoffman e Berry Pepper). Monty trascorre le sue ultime 24 ore cercando di capire la sua vita passata e la sua vita futura, sullo sfondo di una New York ferita proprio come lui. Nel monologo centrale del film attacca la sua amata città e tutti i suoi abitanti, il padre e la fidanzata, fino a Bin Laden, ed è qui che La 25a ora si eleva a capolavoro assoluto: per Monty e l'America, è arrivato il momento di dichiarare le proprie colpe, smettendo di cercare altrove le cause dei loro problemi. Il cast è semplicemente perfetto, con un attenzione particolare per due dei migliori attori del momento: Edward Norton, misurato, intenso ed emozionante, è straordinario in molte delle sue interpretazioni, e qui non è certamente da meno; e Philip Seymour Hoffman, in un ruolo da non - protagonista, ruba la scena agli altri interpreti, si conferma attore dalle grandi qualità e tratteggia perfettamente il ritratto dell'insicuro Jacob. Un bellissimo film, che racconta le ombre di una città e del suo protagonista in modo mite e attento, e mette luce sul reale bisogno di un qualsiasi uomo o di un qualsiasi paese di far fronte in modo dignitoso alle proprie responsabilità, concedendo ad un immaginaria 25a ora il sogno di un mondo senza sofferenze.

NOMINABILE IN TUTTE LE CATEGORIE, CON PARTICOLARE RIGUARDO PER:

MIGLIOR FILM
MIGLIOR REGIA - Spike Lee
MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA - Edward Norton
MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA - Philip Seymour Hoffman
MIGLIOR CAST
Edward Norton
Philip Seymour Hoffman
Barry Pepper
Rosario Dawson
Brian Cox
MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE
MIGLIOR MONTAGGIO
MIGLIOR FOTOGRAFIA
MIGLIOR COLONNA SONORA - Terrence Blanchard

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e difficile da ricordare.


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naly01

Reg.: 26 Nov 2001
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Da: Rignano Sull'Arno (FI)
Inviato: 02-03-2004 14:18  
STAMPA (VOTI)
5
Amit Asaravala - filmcritic.com
Dario Zonta - L'unità
Mariuccia Ciotta - Il manifesto
Mick LaSalle - San Francisco Chronicle
Lou Lumenick - New York Post
Roger Ebert - Chicago Sun-Times
Michael Wilmington - Chicago Tribune

4
Eleanor Ringel Gillespie - Atlanta Journal-Constitution
James Berardinelli - ReelViews
Margaret A. McGurk - Cincinnati Enquirer
Peter Travers - Rolling Stone
Roberto Nepoti - La Repubblica
Silvio Danese - Il Giorno
Tullio Kezich - Corriere della Sera

RECENSIONI

"La 25ma ora è uno dei film migliori della stagione: una storia ambientata nel milieu del crimine, ma soprattutto un atto d'amore per New York resa da un cineasta newyorkese per eccellenza come Spike Lee. Il soggetto, tratto dal romanzo di David Benioff, riguarda l'ultima giornata di libertà di Monty Brogan, spacciatore condannato a sette anni di detenzione. Monty la trascorre con la sua ragazza e con gli amici d'infanzia, un insegnante e un agente di Borsa, ciascuno tormentato da qualche senso di colpa nei confronti del protagonista. Tra l'Upper East Side e l'East River, tra un incontro col padre e un regolamento di conti con la mafia russa, si parla molto, si riflette sull'amore, sull'amicizia e sulla precarietà di entrambi, sulla responsabilità e sul tradimento, sul passato e sul futuro. Però il film non tirerebbe fuori tanta forza dolente, se non fosse ambientato nella New York del dopo-11 settembre. Spike la osserva con uno sguardo inquieto (c'è una scena di "melting pot" che ne rivela l'isteria collettiva), ma anche pieno di fedeltà e compianto; come dimostrano l'inquadratura iniziale, con i raggi di luce al posto delle due torri, e quelle - dall'alto - sull'immensa ferita di Ground Zero. Il suo è il primo film visto veramente dall'interno della città sotto choc."
Roberto Nepoti - la Repubblica (19/4/2003)

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Reg.: 26 Nov 2001
Messaggi: 2248
Da: Rignano Sull'Arno (FI)
Inviato: 02-03-2004 14:18  
"Bellissima suite sull'addio diretta dal regista di "Malcolm X", equilibrata e struggente invocazione davanti alle macerie delle Twin Towers di un moralista afroamericano moderno e coraggioso. Dalla finestra di un grattacielo attiguo alle torri crollate, rivediamo il "ground zero" con le escavatrici, il deserto di polvere, il buco nella dentiera di cristallo del mondo occidentale: davanti a questa finestra Frank, impiegato a Wall Street, e Jacob, complessato professore di liceo, discutono l'imminente carcerazione del loro amico Monty per scontare una pena in giudicato, ricordano, litigano, valutando che qualcosa è definitivamente finito. E' la cronaca delle ultime 24 ore di libertà di un ex spacciatore (Edward Norton nel grande ruolo della sua carriera) che, rientrato a fare una vita normale, è stato tradito da qualcuno. Ora, con sette anni di detenzione in giudicato, ha davanti a sé una consapevole esperienza di sospensione e rivoluzione della sua vita. Niente può essere come prima dopo l'11 settembre. Da vedere."
Silvio Danese - Il Giorno

"Tra il romanzo La 25ª ora di David Benioff e il film di Spike Lee c'è una differenza non da poco: il libro è stato scritto prima dell'11 settembre e il film è stato realizzato dopo la data fatidica. Vale a dire che l'angoscia personale del protagonista, spacciatore che vive la sua ultima giornata di libertà prima di entrare in carcere per sette anni, è immersa nell'ansia collettiva di una New York frastornata e tragica, che contempla le voragini delle Twin Towers. La domanda su quale potrà essere il futuro di Edward Norton, vulnerato protagonista, si allarga al problema dell'avvenire di un'intera comunità. In galera l'antieroe del film teme di dover subire gli abusi sessuali di cui si racconta, ma alla sua situazione non esiste alternativa se non nell'immaginazione. In apparenza con i nervi sotto controllo, il giovane ribolle di concreti furori; e quando si trova davanti allo specchio di un lavabo, in un ristorante, esplode in una serie di insulti a tutto e tutti, incluso se stesso. Qualcuno ha notato che questa scena, tipica di Spike Lee, c'era già nel romanzo: negli Usa letteratura e cinema si influenzino a vicenda. Pregi e difetti sono i soliti dell'autore, tanto che è ormai difficile disgiungerli: felicità nel cogliere la cosa vista e logorrea, folgorazione grottesca e divagazione superflua. Il risultato, stavolta, sembra testimoniare una raggiunta maturità. Anche perché Spike si è staccato dalla tematica razziale, ha capito che neri o bianchi siamo ormai tutti sulla stessa barca."
Tullio Kezich - Corriere della Sera (19/4/2003)

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Reg.: 26 Nov 2001
Messaggi: 2248
Da: Rignano Sull'Arno (FI)
Inviato: 02-03-2004 14:20  
"Poema sinfonico su New York con lo sky-line ridisegnato da due fasci di luce blu e di blue music (Terrence Blanchard) come unica forma di vita, La 25th ora di Spike Lee, Orso d'oro virtuale alla Biennale 2003, arriva sugli schermi pasquali, film imprendibile del day-after. La città sull'Hudson è pietrificata, nebbiosa, bellissima nella fotografia che passa dalle impurità digitali a un lussuoso 35mm cinemascope. I ponti di Manhattan e la passeggiata lungo il fiume con le sue panchine fantasma dove Monty Brogan (Edward Norton) fissa ipnotico le sue ultime ore di libertà. Sette anni di carcere per spaccio di stupefacenti. Il trafficante di droga per Spike Lee è un newyorkese tipico, Monty, l'uomo della «tragedia americana» (Un posto al sole con Montgomery Clift). Nome e destino. Disincanto, abito nero, intellettuale, casa al Village, quello di Woody Allen con i mattoni rossi, le scalette di pietre e le ringhiere. Il regista dirige e produce con la sua 40 Acres and a Mule Filmworks l'opera tratta dal romanzo di David Benioff (sceneggiatore) scritta prima dell'11 settembre. Colpiti già gli spacciatori neri in molti suoi film, Spike fotografa il newyorkese senza colore di fronte alla città macina soldi, piaceri, velocità. Come il naufrago notturno sull'ambulanza di Martin Scorsese (maestro di Spike Lee all'università di N.Y.), Monty nelle sue ultime 24 ore da cittadino libero vede apparire gli spettri del futuro e immagina che fine faranno gli amici, la sua donna, i mafiosi russi, e tutto il popolo di Manhattan. Il trafficante di droga - smercio easy per l'iperconsumo locale - diventa supervisore, coscienza sporca e sublime, martire e simbolo di New York. Tanto da permettersi una performance oltraggiosa degna dell'esordio She's Gotta Have it. Monty riflesso nello specchio della toilette di un locale si sdoppia e recita a velocità rap un fuck you per ogni tipologia etnica. E per i brockers di Wall Street, ridicoli, pedanti, incravattati come il suo amico Frank (Barry Pepper) che pretende di fargli la morale, e anzi lo dà per spacciato, perché lui è più furbo, frega la gente on line. Mentre il grande Philip Seymour Hoffman (Happiness, Magnolia) interpreta il goffo professore Jacob, insidiato dalla studentessa diciassettenne, Mary (Anna Paquin, Lezioni di piano). Il film ha un prologo che è quasi un cortometraggio, e rimanda per densità e atmosfera al Falò della vanità di Brian De Palma. In scena lo scontro tra due diversi metodi di fare soldi a New York, da Wall Street ai pani di cocaina nascosti nel soffice divano del Village. Dove Monty affonda beato con la portoricana Naturelle (Rosario Dawson), bellezza da confezione regalo, fatta per l'abito d'argento che solo lo spaccio consente. In un fluire nottambulo, La 25a ora ammalia e rilancia Spike Lee in un cinema dalle grandi ambizioni artistico-produttive, dopo i documentari (The original king of comedy, 2000), i film-tv (A Huey P. Newton Story, 2001) e l'episodio anti-Bush nel collettivo Ten minute older (2002). La trama di azzurro elettrico permane allo scadere della notte, e in una sequenza incantata il Ground Zero emerge dall'alto della finestra del brocker, appartamento nella City, vista sulle Torri. Le ruspe scavano sotto la luce dei riflettori e della luna, e continuano quando lo sguardo umano non le inquadra più. La città delle Twin Towers saluta l'uomo che pensava a una vita facile e gli augura un buon ritorno, con il sorriso dei coreani, indiani, africani, russi, ebrei, arabi, gialli, bianchi, neri. Newyorkesi."
Mariuccia Ciotta - Il Manifesto

"Film ben fatto, bello, in certo modo anche terribile nell'immagine che offre della città e dei suoi abitanti, degli Stati Uniti e del presente, della nostra realtà; Edward Norton conferma pienamente il suo carattere di giovane attore molto bravo".
Lietta Tornabuoni - "La Stampa"

"Grande ritorno per Spike Lee, cui ultimamente pesava un poco il ruolo di regista ufficiale della causa 'black'. 'La 25a ora' è il suo miglior film dai tempi di 'Clockers', 1995, che peraltro furono in pochi ad apprezzare. (...) Come 'Clockers' e 'Fa' la cosa giusta', 'La 25a ora', che si concede durezze inconsuete di questi tempi (sottolineate da un finto e beffardo happy end), appartiene a questo filone. Con due differenze importanti. La prima è il colore dei protagonisti, tutti bianchi per una volta (con l'eccezione dell'amante del protagonista). La seconda è la struttura narrativa, abbastanza precisa e insieme ariosa per lasciare a tutti i personaggi e a New York, vera protagonista del film, la possibilità di crescere, espandersi, radicarsi con forza nella nostra immaginazione".
Fabio Ferzetti - Il Messaggero

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naly01

Reg.: 26 Nov 2001
Messaggi: 2248
Da: Rignano Sull'Arno (FI)
Inviato: 02-03-2004 14:22  
"Per gli amanti delle caratterizzazioni, l'ultimo film di Spike Lee, "La 25ª ora", può essere definito come una favola metropolitana o come il primo film pensato e scritto dopo la tragedia dell'undici settembre o come un documentario su New York realizzato da occhi arrabbiati e disillusi. Gli occhi sono quelli di Edward Norton nei panni di Montgomery Brogan, condannato per spaccio di stupefacenti, che girovaga per la città nelle ultime sue ventiquattro ore di libertà prima di doversi recare, il giorno successivo, in un penitenziario per scontare sette anni di prigione. Gli occhi di Norton vagano per le strade di una New York lacerata, dove i fari che sostituiscono le due torri sembrano dei moncherini lanciati nella notte verso lo spazio, dove le lucide simmetrie delle inquadrature di Spike enfatizzano il senso di mancanza incrociando angoli e riprendendo il vuoto. Brogan, nelle sue ultime ventiquattr'ore, è alla ricerca di risposte alle molte domande che gli affastellano la mente.
Con un morbido gioco di campi e controcampi, che donano un intimo ritmo alla narrazione, Spike Lee sgrana il rosario degli interrogativi di Brogan. Chi è stato a tradirlo con la narcotici? Perché non ha studiato legge all'università? Perché non ha mollato tutto sei mesi prima, riciclando tutti i soldi già guadagnati in qualche redditizio fondo di investimento? Come sfuggire alla terribile sorte che lo attende in galera? Domande che rimangono tali negli occhi amareggiati del padre, nelle pieghe del magnifico corpo di Naturelle, la sua ragazza, nell'espressione di compatimento dei suoi amici di infanzia Jacob e Francis. Risposte che, forse, trova solo nello sguardo duro e minaccioso di Zio Nikolai, il mafioso russo per il quale Brogan spacciava la merce.
Domande e risposte che rimbalzano nei dialoghi degli amici di Brogan che finiscono per fare propri gli interrogativi e le ansie dell'amico. Dal particolare all'universale e ritorno, passando da una dichiarazione d'amore senza confini per New York - così come si può amare un'amante menomata a causa di un incidente - ad una disanima sulla vita e le occasioni di riscatto, a come si calcola il tuo "percentile" nella scala della seduzione al maschile.
Il film, coprodotto anche da Tobey Maguire, è tratto dal romanzo di David Benioff, pubblicato nel 2001, che ne ha anche realizzato la sceneggiatura. Il cast, composto da professionisti affermati, è di ottimo livello. Barry Pepper e Philip Seymour Hoffman (gli amici Francis e Jacob), Rosario Dawson (la fidanzata Naturelle), Brian Cox (il padre), tutti ruotano magnificamente interagendo con Edward Norton che conferma di essere uno dei migliori attori della sua generazione.
Probabilmente, l'ora più bella del film è l'ultima, la venticinquesima per l'appunto. Quella che precede la discesa all'inferno di Brogan, quella in cui si descrive con un finale volutamente teatrale - ma è quel che serve per emozionarci un pò - ciò che avrebbe potuto essere e che invece non sarà. O no? "
Daniele Sesti - Filmup

"Sullo sfondo di una dolente New York, ferita al cuore dalla tragedia delle Torri Gemelle, sulle note struggenti di Terence Blanchard, si muove, abbattuto ma fiero, il cane sciolto Monty, spacciatore in tempo di bilanci in vista dell'imminente arresto. Un'ultima notte, 24 ore di ricordi, di rimpianti, di lacrime e sorrisi, di botte ricevute, di carezze mai date e un'ora di sogni, quelli di una vita migliore, lontano da tutto, fuori dal tempo, dove ricominciare è forse ancora possibile.
Nelle riflessioni sulla vita di Monty, lo specchio di un mondo, una città, New York, caotica, spesso confusa, dove tutti cercano un proprio posto, ma pochi lo trovano veramente. Raccontato con ritmo incalzante e uno stile fortemente emotivo, "La 25a ora" rapisce lo spettatore dal primo all'ultimo istante. Non una sbavatura, non un attore stonato, non una scena di troppo, tutto è misurato e nel contempo denso di passione. Animato da una forza straordinaria, reso vibrante dalla fotografia di Rodrigo Prieto e dalla drammaticità del tema portante, "La 25a ora" è un film straordinario che rimanda per lo sguardo su New York e la sua fauna allo Scorsese di "Taxi Driver".
In stato di grazia Norton (da inserire nelle scene cult degli ultimi anni il suo monologo allo specchio), bravissimi Seymour Hoffman e Pepper. Un film violento, crudo, senza speranza, ma con una grande anima. Da non perdere."
Lisa Thompson- 35mm.it
"Ricordate gli ululati del cane malefico che in S.O.S. Summer of Sam si levavano dal Bronx degli anni settanta? Ebbene sugli echi dell'infernale latrato si apre l'ultimo film di Spike Lee, che inizia nel buio di una notte newyorkese.
Spike Lee torna a girare nella città prediletta, set di quasi tutti i suoi film (da Lola Darling, il suo esordio cinematografico fino alla penultima pellicola, Bamboozled). E come molti tra i grandi autori della cinematografia americana - da Sean Penn a Martin Scorsese - è l'ultimo in ordine di tempo a portare nella sua opera il trauma vissuto dalla città nel tentativo di metabolizzarlo o solo di 'mostrarlo'. Spike Lee sembra essere arrivato a un punto di svolta: interpretato quasi esclusivamente da attori bianchi, il film lascia in ombra i conflitti etnici e focalizza l'attenzione altrove. La partita si gioca tra New York e i suoi abitanti. 'Quando mi chiedono di cosa parla La 25a ora gli spiego che Edward Norton è uno spacciatore che trascorre le sue ultime 24 ore in una New York post 11 settembre', ha dichiarato il regista. Nonostante la sceneggiatura fosse pronta prima di quella data, in fase di riprese questo elemento è stato inserito nel film attraverso alcune scene aggiunte e alcune modificazioni nei dialoghi.
Tratto dal romanzo omonimo di David Benioff (autore anche della sceneggiatura), girato nei quartieri di Brooklyn, Queens, Staten Island, Bronx e Manhattan, il film pedina nell'arco di un' intera giornata i percorsi di Monty Brogan (Edward Norton) che vive le sue ultime 24 ore di libertà: accusato di spaccio e condannato a sette anni di reclusione, l'indomani sarà sbattuto in prigione. Monty passa le sue ultime ore tentando di riallacciare i rapporti con le persone a lui care: il padre, vigile del fuoco in pensione, i vecchi amici - Jacob, un insegnante timido e frustrato e Slaughtery, arrivista uomo d'affari di Wall Street - e con la bellissima fidanzata, ambigua e misteriosa.
Bagnato dalla luce fredda dei neon, saturo di colori, vibrante di un'energia repressa e nervosa, il film si compone di un dialogo ininterrotto: i personaggi cambiano di volta in volta interlocutore e danno luogo a un infinita logorrea che si dipana come una sofferta interrogazione intima. Uno scavo alle radici del senso e dell'angoscia di vivere.
Nonostante la struttura da dramma intimista Spike Lee realizza le sequenze con un montaggio che movimenta il confronto e che dà al film il respiro di una fosca tragedia. In questo senso Spike Lee si permette solo una volta di fermarsi: l'unico piano sequenza - immobile e raggelato - insiste sulle immagini di ground zero, riprese oltre i vetri di una grande finestra. Affacciati sul luogo del disastro, inchiodati alla visione, Jacob e Slaughtery sembrano costretti - per un tempo infinito - a guardare dentro la gigantesca ferita.
Il luogo dell'esplosione diventa il nuovo centro della città: un vuoto da cui non si può prescindere e che diventa la chiarificazione di una sconfitta che è prima di tutto morale e personale.
E' ora di andarsene: se Scorsese con Gangs of New York ricostruisce la genesi e le origini della città, Spike Lee sembra ricominciare dove lui si interrompe e racconta di un luogo fantasma che è ora di abbandonare. La giornata di Monty si configura infatti come un lungo addio: addio ai luoghi in cui ha vissuto, addio alle persone care, addio alla vita. E come in tutti gli addii che si rispettino, il film è pieno di dichiarazioni d'amore. Ma per il regista afroamericano le parole d'amore si confondono con quelle della rabbia e del dolore: e Lee si permette un'esplosione d'odio - a cuore aperto - verso New York. Solo che la sovrapposizione tra la città e il cinema qui è perfetta e completa; gli specchi si sovrappongono e le accuse rimbalzano nella confessione di una colpa e nel dubbio del fallimento.
Così la 25esima ora, estromessa dall'orologio degli uomini, è tutto ciò che non esiste o che non è più possibile: è il tempo della vita normale, il tempo dei figli e di un futuro sereno, dove gli sbagli si possono cancellare e i rimpianti un vago ricordo. Sulle altre 24 è tempo di chiudere gli occhi."
Silvia Colombo

STAMPA ESTERA

Ogni attore in un ruolo significativo è superbo, ed un credito speciale lo merita Norton. Hoffman e Pepper sono solidi, Dawson è meravigliosa e Paquin ci fa sperare che accetti più ruoli.
James Berardinelli - ReelViews

Questo è sicuramente uno dei film più eccellenti dell'anno.
Amit Asaravala - filmcritic.com

Edward Norton illumina lo schermo
Lou Lumenick - New York Post

Un film di tristezza e potere, il primo vero grande film del 21esimo secolo su un soggetto del 21esimo secolo. Una regia eccellente ed una recitazione brillante.
Mick LaSalle - San Francisco Chronicle


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NancyKid
ex "CarbonKid"

Reg.: 04 Feb 2003
Messaggi: 6860
Da: PR (PR)
Inviato: 02-03-2004 14:50  
wow la Naly major?
_________________
eh?

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Leonardo

Reg.: 26 Mar 2002
Messaggi: 2398
Da: Capri (NA)
Inviato: 03-03-2004 11:00  
WOW

comunque un ottimo film tra i miei favoriti nella corsa finale
non dimenticare Rosario Dawson come migliore attrice non protagonista

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SolidSnake

Reg.: 13 Mar 2003
Messaggi: 10561
Da: San Cesareo (RM)
Inviato: 10-03-2004 15:56  
Anche io l'ho trovato bellissimo, ma lo considererei in maniera più ristretta di quanto ha fatto Naly:

MIGLIOR FILM
MIGLIOR REGISTA Spike Lee
MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA Edward Norton
MIGLIORE SCENEGGIATURA NON ORIGINALE
MIGLIOR FOTOGRAFIA










_________________
Voi guardate verso l'alto, quando cercate elevazione. E io guardo in basso, perchè sono elevato.

Zarathustra, da COSI' PARLO' ZARATHUSTRA

http://nakash.myminicity.com

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misaki84

Reg.: 29 Lug 2003
Messaggi: 2189
Da: Montecchio Maggiore (VI)
Inviato: 12-03-2004 20:45  
Spero non ci siano dubbi per nessuno nel nominare almeno Spike Lee.
Addirittura (lo sò che è un azzardo ma mi è venuto in mente così...) l'epilogo mi ha ricordato una tecnica Kubrickiana.
Se per Kubrick il momento di 'passaggio' è ,in moltissimi suoi film, rappresentato da una porta (o da un equivalente parallelepipedo o rettangolo), Spike Lee utilizza una linea (per i tre amici, non ricordo se anche per la ragazza):
1-Per il personaggio di Hoffman è una linea scura del marciapiede quando viene salutato dalla ragazza che fa jogging (sempre se si scrive così);
2-Per il personaggio di Norton è un'altra linea scura sulla strada che attraversa in auto nel finale-onirico;
3-Per il personaggio di Pepper la linea è invece rappresentata dal fiume.Ma in questo caso lui è l'unico a non oltrapassarla.La nave non otrepassa la linea ma la percorre perpendicolarmente e lui la guarda.
Un'altra chicca del regista, straordinario.

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naly01

Reg.: 26 Nov 2001
Messaggi: 2248
Da: Rignano Sull'Arno (FI)
Inviato: 29-03-2004 14:26  
Un vero capolavoro, un film che merita di essere ricordato come uno dei migliori del 2003. La 25a ora è perfetto in tutte le sue parti: la regia di Spike Lee, la sceneggiatura, il montaggio, la fotografia, la colonna sonora e che conta un cast di tutto rispetto, dove Edward Norton e Philip Seymour Hoffman si confermano due dei migliori attori in circolazione.

Non dimenticatelo.
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Leonardo

Reg.: 26 Mar 2002
Messaggi: 2398
Da: Capri (NA)
Inviato: 29-03-2004 14:36  
quote:
In data 2004-03-29 14:26, naly01 scrive:
Non dimenticatelo.




MAI

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0.130539 seconds.






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