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Autore 30 anni senza Pier Paolo
AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 03-11-2005 16:31  
quote:
In data 2005-11-03 16:30, TINTOBRASS scrive:
quote:
In data 2005-11-03 16:02, AlZayd scrive:
Che ne siano usciti scandalizzati o meno, entusiasti o meno, oppure arricchitti da entrambe le cose, ciò che realmente conta che quella visione sia avvenuta senza condizionamenti e pregiudizi.




Pasolini diceva: "Scandalizzare è per me un diritto, essere scandalizzati, un piacere. Chi nega questo piacere è un moralista".




Minchia se quoto!
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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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ermejofico

Reg.: 17 Ago 2005
Messaggi: 662
Da: roma (RM)
Inviato: 03-11-2005 16:43  
Eppure viene da pensare, con un brivido, a cosa sarebbe successo se non fosse stato ucciso allora. Ve lo vedete, nel mondo di oggi, a scrivere contro l'omologazione o a mettersi dalla parte dei disperati di destra, magari contro i figli di papà della sinistra per bene?
oggi come oggi non gli resterebbe che il ruolo del moralista fossile o, in alternativa, cercare di farsi invitare da Maria De Filippi per incontrare la vecchia tata e parlare delle patate fritte aggregate.
Sembra crudele dirlo, ma, no, è meglio così. E' meglio che sia vissuto, che abbia scritto e girato e che sia andato via rapidamente.


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"Che cosa te ne fai di una banca se hai perduto l'amore?"

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 03-11-2005 16:51  
Immaginare Pasolini operante in questo totale ed omologante sfacelo sociale, culturale ed umano, si prefigura davvero come un'impresa proibitiva. Un "profeta" in effetti è molto meglio che non sopravviva alle sue profezie...

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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" L. Buñuel

[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 03-11-2005 alle 16:52 ]

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Schizo

Reg.: 16 Ott 2001
Messaggi: 1264
Da: Aosta (AO)
Inviato: 03-11-2005 17:15  
quote:
In data 2005-11-03 16:51, AlZayd scrive:
Immaginare Pasolini operante in questo totale ed omologante sfacelo sociale, culturale ed umano, si prefigura davvero come un'impresa proibitiva. Un "profeta" in effetti è molto meglio che non sopravviva alle sue profezie...

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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" L. Buñuel

[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 03-11-2005 alle 16:52 ]



quoto all'infinito
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lorelai

Reg.: 23 Set 2004
Messaggi: 2054
Da: varese (VA)
Inviato: 03-11-2005 18:15  
quote:
In data 2005-11-03 16:43, ermejofico scrive:
Eppure viene da pensare, con un brivido, a cosa sarebbe successo se non fosse stato ucciso allora. Ve lo vedete, nel mondo di oggi, a scrivere contro l'omologazione o a mettersi dalla parte dei disperati di destra, magari contro i figli di papà della sinistra per bene?
oggi come oggi non gli resterebbe che il ruolo del moralista fossile o, in alternativa, cercare di farsi invitare da Maria De Filippi per incontrare la vecchia tata e parlare delle patate fritte aggregate.
Sembra crudele dirlo, ma, no, è meglio così. E' meglio che sia vissuto, che abbia scritto e girato e che sia andato via rapidamente.






ho letto giusto un paio d'ore fa un articolo di Veneziani davvero interessante a riguardo..
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Narcotic? Yes please, I'll have a sample.

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 03-11-2005 18:16  
Veneziani...
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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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lorelai

Reg.: 23 Set 2004
Messaggi: 2054
Da: varese (VA)
Inviato: 03-11-2005 18:17  
Trovato:

CENSURE Tutte le cose non dette su Pasolini di MARCELLO VENEZIANI

Ma volete dirlo che Pasolini era contro la modernità, il '68, la borghesia radical chic, la società permissiva e irreligiosa, l'aborto e la manipolazione genetica, i figli di papà che attaccano i poliziotti ma risparmiano i magistrati, la pornocrazia e la droga? Volete ricordare che fu cacciato dal Pci perché omosessuale, osceno e corruttore di minori, che ebbe un fratello partigiano ucciso dai partigiani comunisti, che criticò il moralismo e la voglia di potere di Lotta Continua, che fu attaccato a sinistra da numerosi critici e militanti perché ritenuto reazionario, decadente, esteta, populista, passatista, nostalgico della società contadina? Volete dirlo che il primo articolo di Pasolini fu il resoconto entusiasta di un viaggio con gli universitari fascisti a Weimar per incontrare in piena guerra mondiale i camerati nazisti e franchisti, e l'ultima sua poesia è dedicata ad un giovane fascista a cui suggerisce di amare la Tradizione e di compiere tre atti significativi: difendi, conserva, prega? Volete dirlo che Pasolini rifiutò di entrare nel movimento omosessuale, il Fuori, e che oggi sarebbe contro la pagliacciata (...)(...) dei gay pride e il matrimonio gay perché, lui omosessuale, aveva un'idea tragica e intimamente cattolica dell'omosessualità che viveva come scandalo e trasgressione e non pretendeva il certificato del sindaco e l'elogio dei mass media? Volete dirlo che criticò la tv perché involgarisce e dissacra, assai prima che spuntasse Berlusconi, a dimostrazione che non è stato il Cavaliere a produrre la malativù, semmai ne è stato il prodotto? Volete ricordare che girò un film in due episodi con il "reazionario" Guareschi ma, dopo il pressing intellettuale e politico perché si era sporcato con un "fascista" (quando Guareschi, poverino, era finito in un campo di concentramento tedesco), fece ritirare il film, La Rabbia? Volete ricordare che PPP criticava il fascismo non perché fosse il braccio armato della reazione ma perché aveva concorso a distruggere i valori tradizionali e amava il comunismo perché a suo dire era una forma di resistenza all'irreligione e alla modernità neocapitalista? Volete aggiungere che Pasolini odiava la Dc non perché fosse un partito conservatore e confessionale ma perché la riteneva agente della scristianizzazione e del nuovo capitalismo, anzi la definiva «il nulla ideologico mafioso»? Volete rammentare che preferiva il mondo contadino e la castità femminile, i valori religiosi e le lucciole all'industria, al femminismo, al laicismo? Volete riconoscere che criticava il razzismo perché riteneva che nascesse da un'intolleranza dei moderni verso gli antichi, degli industrializzati verso gli arretrati, di coloro che vivono nella luce artificiale dello sviluppo verso coloro che hanno «facce bruciate dal sole di epoche andate», e amava il terzo Mondo più per antimodernità alla Guenon che per filantropia alla Veltroni? Certo, Pasolini era comunista, era anzi marxista eretico come si definiva; ha fatto film indigeribili, era ossessionato dal sesso, ha scritto in anticipo il processo delle Br ad Aldo Moro e a Carlo Casalegno; ha criticato la tv e la stampa borghese ma troneggiava su entrambi. Ed è stato avversato dai conservatori benpensanti non perché fosse omosessuale, come oggi si ripete, ma perché ritenuto pedofilo, corruttore di minori, di cui si dichiarava appassionato. Quando vedo gli attacchi a Pasolini della stampa di destra di quegli anni, un po' inorridisco per il linciaggio triviale, anche se il clima era violento e quel mondo era assediato anche fisicamente (persino comprare un giornale di destra nei primi anni settanta metteva a rischio l'incolumità); ma un po' capisco l'invettiva e la difesa contro un modello che ritenevano degenere e corruttore. Certo, era gente che si fermava alla vita di Pasolini, alla sua immagine pubblica e ai suoi vizi privati, e non leggeva i suoi scritti e le sue poesie; lo coglieva solo a metà, ma quella metà era vera come l'altra. Difendevano in modo rozzo la famiglia e i loro valori. Oggi leggo untuose articolesse celebrative per i trent'anni dalla sua morte, mentre finiscono nel silenzio tentativi di rappresentare l'altra verità. Non c'è spazio per nessun'altra lettura della sua opera e della sua vita: si veda il silenzio sulla tre giorni pasoliniana organizzata a Salò da una giunta di centro-destra. È poi indecente l'uso della morte di Pasolini per rilanciare la matrice politica e fascista del suo assassinio, con il Comune di Roma che si costituisce parte civile. Trovo indegne le strumentalizzazioni e perfino la credibilità riconosciuta ad uno come Pelosi, mentre è praticamente proibito sostenere - come sta tentando di fare qualcuno - la tesi, altrettanto ipotetica, ma almeno suggestiva sotto il profilo letterario, che Pasolini avesse organizzato la sua morte e previsto i suoi atti in numerosi suoi scritti. Ma questa tesi, che innalza lo scrittore Pasolini ma sprofonda l'uso politico della sua morte, non si può dire, anche solo a livello di ipotesi scenica, teatrale o filmica. Infine, se oggi Pasolini non accettasse di celentanizzarsi, di farsi testimonial di Prodi e della borghesia radical, di Zapatero e dei gay, ma continuasse a scrivere le cose di ieri, magari criticando il berlusconismo di destra e di sinistra, non sarebbe in vetrina e in tv, ma scriverebbe su giornali marginali, sarebbe scansato come petulante, moralista e catastrofista, quasi iettatore. Perciò non dite: ah, come ci vorrebbe oggi un Pasolini: se ci fosse davvero, finirebbe chiuso in un cesso.
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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 03-11-2005 18:17  
Però se ci riassumi potrebbe essere interessante.
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lorelai

Reg.: 23 Set 2004
Messaggi: 2054
Da: varese (VA)
Inviato: 03-11-2005 18:18  
quote:
In data 2005-11-03 18:17, AlZayd scrive:
Però se ci riassumi potrebbe essere interessante.




vedi sopra
mi piacerebbe sapere la tua opinione
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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 03-11-2005 18:18  
Ah.., ecco, grazie.Ora devo chiudere. Poi leggo.., ma lo dico subito che non stimo Veneziani, anzi...
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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 03-11-2005 22:22  
quote:
In data 2005-11-03 18:17, lorelai scrive:
Trovato:

CENSURE Tutte le cose non dette su Pasolini di MARCELLO VENEZIANI

Volete dirlo che criticò la tv perché involgarisce e dissacra, assai prima che spuntasse Berlusconi, a dimostrazione che non è stato il Cavaliere a produrre la malativù, semmai ne è stato il prodotto?

omissis




Letto fin qui.., poi a fronte di una dichiarazione così evidentemente ottusa e/o in mala fede, ho mollato disgustato (ad ogni buon conto, la TV prima di Berlusconi -pur con i suoi tanti limiti - non faceva schifo come dopo l'avvento della Fininvest - chiusa parentesi). Detesto l'approccio polichese, demagogico e strumentale di questo pennivendolo di regime berlusconiano. Fin dal titolo: "Tutte le cose non dette su Pasolini", dice un cumulo di cazzate. Altro che non dette, le cose che scrive sono vecchie come il cucco, un concentrato di luoghi comuni. Sono gli argomenti che i detrattori catto-fascisti di Pasolini utilizzarono quando era in vita, dopo morto, nell'osceno doppio gioco di colpire prima l'uomo, l'artista (per nulla interessata a lui, alla sua opera, questa marmaglia), per poi colpire la controparte politica. Il Veronesi ci riprova. Non mi interessa questo approccio. Che molte cose siano vere, che tutta la sinistra, anche quella parlamentare osteggiasse Pasolini è vero, ma non condivido assolutamente l'analisi, il metodo, le ragioni e gli interessi che portano questo scribacchino a distorcere o a banalizzare una questione ben più complessa e meno scontata di quanto sembra.

Andrò a recuperare alcune cose che avevo scritto al riguardo e magari ci torno su.

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 03-11-2005 22:56  
La mia idea è questa, quando ancora non avevo letto Veronesi. La riporto come la scrissi, senza correggere i vari errori ortografici e grammaticali

"... il PCI fece male ad espellere Pasolini, quando era appena agli esordi. E' anche vero che la sinistra tutta, in seguito, ai tempi della piena notorietà di Pasolini, non smise di provare forti imbarazzi di fronte al pensiero libero e lucido di quel grande intellettuale che non faceva sconti a nessuno, denunciando e avversando, con la sola forza della sua poesia e della sua arte – dai più osteggiata e boicottata - il "potere" e la borghesia che lo incarnava. Borghesia, piccola e media, che si annidava - si annida - anche nella sinistra. Inutile nasconderlo, anche se resto dell'avviso che la perfezione non sia di questo mondo (vi sono cose che solo si avvicinano - aldilà dell'assunto teorico - più di altre ad un'ideale di miglior giustizia, uguaglianza, civiltà, dove la trasfigurazione poetica di uomini come Pasolini rappresenta invece - e meno male dico io che ci resta una "speranza" incorruttibile, religiosamente laica... - l'agognata "perfezione"). Potrei tuttavia capire quell'errore, considerata la fase storica, il fatto che in una nazione cattolicissima - cattolica, bigotta, papista, moralista anche a sinistra, visto che molti cattolici votavano comunista -, ancora molto radicata, in quella fase di transizione, alla cultura "rurale", non sarebbe stato facile per il "partito" convincere una base tutt'altro che omogenea, che andava dal proletariato, sottoproletariato, fino, al piccolo, medio borghese, per l'appunto, senza escludere le frange di alta borghesia cosiddetta "illuminata", radical-chic a cui ho sempre creduto poco. Ma fu un errore, non si discute, ed anche oggi la sinistra storica, istituzionale, non è che stia lì a sbracciarsi più di tanto al fine di conseguire una giusta giustizia e la completa riabilitazione di Pasolini, dell'uomo e dell'artista. Fortuna che ci pensano gli intellettuali di sinistra, la sinistra culturale che sembra in grado di esprimersi autonomamente, insieme alla semplice base di sinistra, ovvero insieme a noi comuni cittadini che cerchiamo di fa tesoro della lezione pasoliniana. Ma vorrei rilanciare e dire che l'errore più grave della sinistra storica, e che coinvolse anche l'estrema sinistra di allora, fu quello di non omologare l'assassinio di Pasolini alla strategia della tensione, ovvero alla logica dello stragismo dell'estrema destra (con la complicità delle "istituzioni" a cui era strettamente legata), al brigatismo rosso (avulso dalle istituzioni, alacremente combattuto dal PCI), trascurando la pista dei complici di Peluso. Leggevo proprio ieri un articolo su Repubblica al riguardo - una cosa a me nota poichè all'epoca se ne parlò molto, e furono accese polemiche - dal quale estrapolo uno stralcio: "La pista dei complici - ricorda Aldo Giannulli, uno dei massimi esperti in materia di strategia della tensione - fu sostenuta all'inizio con forza solo dagli amici di Pasolini, ma non da un imbarazzatissimo Partito Comunista. All'interno degli stessi movimenti dell'estrema sinistra, si preferì separare la fine di Pasolini dai fatti di violenza politica di quegli anni. Fu affrontata in un'altra chiave, come una tragedia che poneva con forza il problema della condizione degli omosessuali. Il movimento gay in Italia cominciò a svilupparsi allora" - Giovanni Maria Bellu * Varrebbe anche la pena ricordare - riportato sempre da Repubblica, ma io ricordo bene, c'ero all'epoca - che due mesi prima dell'assassinio di Pasolini vi fu il delitto del Circeo, per mano di fascisti (Ghira e l'atro.., tornati alla ribalta delle cronache più miserabili); che tre anni prima "alcuni neofascisti stuprarono Franca Rame su istigazione di alcuni ufficiali dei carabinieri. Ma ve ne sarebbero altri di fatti analoghi dimenticati e che però sembrano tornare a galla, d’attualità, visto che giustizia non fu fatta.
Per non parlare per l’appunto del corso giudiziario, delle sentenze dell'appello e della cassazione che, dopo la sentenza di primo grado che condannava Pelosi per omicidio di Pasolini in concorso con ignoti, confermavano la condanna per il suddetto lasciando però cadere il concorso di ignoti. Semplicemente pazzesco. Conto ogni logica, buon senso, perfino contro le poche prove scaturite da un'inchiesta/indagine/istruttoria assolutamente carente, caratterizzata da errori clamorosi, omissioni, "distrazioni" strumentali, secondo molti osservatori e una gran bella porzione di cittadini italiani. Ci lamentiamo dell'odierna giustizia.., ma, soprattutto per i giovani, varrebbe la pena ricordare che all'epoca forze dell'ordine e magistratura subivano alla grande il "fascino" del neofascismo. Per non usare la parola collusione... Tutto ciò premesso, ritengo che nonostante gli errori della sinistra – un corpo imperfetto ed anche lacerato - ogni paragone col fascismo, sebbene indiretto e/o paradossale che sia, non abbia alcun senso. Non c’è solamente la sinistra come “partito” impelagato nei compromessi, a volte necessari, strategici (chi non ha un cazzo da perdere va avanti a baionetta sguainata, spesso senza ottenere neppure quel minimo risultato…) che pure la sua buona autocritica la fa, la fece anche in passato, nonostante l’approccio ancora troppo prudente nell’affrontare la questione “Pasolini oggi”. Una verità, e non solo quella, che riaffiora prepotentemente dal passato, dove la giustizia e la politica ancora cincischiano o mostrano la loro inadeguatezza. Vedremo cosa accadrà, visto che a quanto pare il caso verrà riaperto. Spero in una svolta positiva, che renda piena giustizia, nonostante la scarsa fiducia che mi resta per le nostre istituzioni. Abbiamo troppi scheletri negli armadi della memoria! Sarebbe una lista lunga e dolorosa."

Veronesi non ha detto nulla di nuovo. Cerca di portare solo acqua al suo mulino che macina bassa e vergognosa demagogia e qualunquismo. Di super partes ha solo la faccita, in realtà è il portavoce subdolo di coloro i quali rappresentarono l'obiettivo principale degli strali pasoliniani.

Non si può non notare: sebbene in maniera larvata, c'è un'intezione razzista in questa affermazione:
"Infine, se oggi Pasolini non accettasse di celentanizzarsi, di farsi testimonial di Prodi e della borghesia radical, di Zapatero e dei gay ..."

Cazzo c'entra Pasolini con tutto questo mercimonio di bassa e volgare politica????

Quante volte ancora vogliono metterlo in croce?

"Trovo indegne le strumentalizzazioni e perfino la credibilità riconosciuta ad uno come Pelosi, mentre è praticamente proibito sostenere - come sta tentando di fare qualcuno - la tesi, altrettanto ipotetica, ma almeno suggestiva sotto il profilo letterario, che Pasolini avesse organizzato la sua morte e previsto i suoi atti in numerosi suoi scritti."

Chi sarebbe quel qualcuno che sta cercando di sostenere tale tesi? Tesi ipotetica, almeno suggestiva... Ma ci faccia il piacere!

Le testimonianze dei suoi amici stretti, come Citti, la Betti, Davoli, ecc, non hanno mai avanzato una tale ipotesi. Anzi, chi ha conosciuto Pasolini riferisce che amasse molto la vita, che fosse molto attivo, vivace, propositivo, con molti progetti da portare avanti, nella testa e nel cuore. Poi.., nel fondo insondabile dell'animo umano l'angelo può convinvere con il diavolo.., ma per come la mette Veronesi, a me sembra solo fumo negli occhi per distogliere la gente dall'ipotesi più accreditata e plausibile, quasi una certezza; ovvero che quello di Pasolini fu un "delitto italiano" di stampo deomocattofascista! Ed ancora hanno il coraggio di parlare.

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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" L. Buñuel

[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 03-11-2005 alle 23:08 ]

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liliangish

Reg.: 23 Giu 2002
Messaggi: 10879
Da: Matera (MT)
Inviato: 03-11-2005 23:57  
sempre ottimo, Alzayd.

meglio di quel sedicente giornalista? intellettuale? signor Veneziani.

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perché realizzare un'opera quando è così bello sognarla soltanto?

[ Questo messaggio è stato modificato da: liliangish il 04-11-2005 alle 00:12 ]

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royearle
ex "meskal"

Reg.: 06 Mag 2005
Messaggi: 6294
Da: napoli (NA)
Inviato: 04-11-2005 00:12  
No, Veneziani no! L'hanno fatto parlare su Pasolini anche in tv...scusa Lorelai.
_________________

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liliangish

Reg.: 23 Giu 2002
Messaggi: 10879
Da: Matera (MT)
Inviato: 04-11-2005 00:28  
quote:
In data 2005-11-04 00:12, meskal scrive:
L'hanno fatto parlare su Pasolini anche in tv...



ciò basterebbe a qualificarlo.
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...You could be the next.

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